27.

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Il mattino dopo Louis si alzò più stanco di quando si era coricato, dato che non era riuscito a chiudere occhio.

Si preparò un tè e lo bevve svogliatamente insieme a un paio di biscotti.

Uscì di casa nel freddo pungente di gennaio e alzò gli occhi al cielo non appena sentì sulla testa il freddo dei fiocchi di nevi.

Nevicava ancora...

Raggiunse lo studio e lo trovò già pieno di pazienti, che Niall, arrivato prima di lui, aveva già fatto entrare.

La mattinata passò in modo tranquillo, fra una visita e l'altra e alla fine si ritrovò solo con il suo infermiere.

" Devo comunicarti una cosa " gli disse il ragazzo ad un certo punto.

Louis alzò gli occhi da una ricetta che stava compilando e attese.

" I miei genitori si trasferiscono a sud " spiegò. " Mio padre ha trovato un buon lavoro in una falegnameria e anche io ho trovato impiego nell'ospedale cittadino. Mi dispiace dirtelo così, ma è un'occasione che non posso perdere..."

Louis sorrise, si alzò e lo abbracciò.

" Fai bene, Niall..." confessò. " Non posso negare che mi mancherai, sia come infermiere, sia come amico, ma fai bene...
Lavorare in un ospedale dà tante soddisfazioni e tu le meriti tutte!"

" Cercano anche medici " provò a convincerlo il ragazzo. " È un nuovo ospedale, moderno e sarebbe un ottimo lavoro anche per te...pensaci..."

Louis promise che ci avrebbe pensato e i due si salutarono con un abbraccio.

Prima di andare a casa, per farsi male ancora di più, prese il suo calesse e si diresse nel campo in cui c'era stato l'accampamento degli zingari.

Era vuoto e deserto, segno che tutti se ne erano andati.

Un senso di tristezza e di malinconia lo avvolse e si ritrovò a sforzarsi di ricacciare indietro le lacrime che gli pizzicavano gli occhi.

Voltò il calesse e si diresse verso casa.

Lungo il tragitto osservò il paesaggio che lo circondava e si trovò a domandarsi se davvero Northdam era tutto quello che desiderava nella vita.

Gli bastava quella gente?

Gli bastava quel tipo di lavoro sempre più o meno simile e quella vita così monotona e vuota?

Scosse la testa per schiarirsi le idee e ripensò a ciò che Niall gli aveva detto.

Una città, un ospedale, una nuova vita...

Sorrise al pensiero e subito due occhi verdi brillanti e bellissimi gli comparvero davanti facendogli stringere il cuore per la malinconia.

Arrivò a casa, portò il cavallo nella stalla, gli diede da mangiare e da bere e poi entrò in casa.

Salì in camera per cambiarsi e si bloccò di colpo.

Sul davanzale era seduta una figura inconfondibile.

Louis gli si avvicinò e gli prese una mano fra le sue.

" Sei pronto ad innamorarti?" chiese Harry emozionato. " Io sono pronto a farlo e ho rinunciato a tutto per farlo..."

Louis sorrise, si chinò su di lui e lo baciò, sussurrando:

" Io sono già innamorato..."

Il medico e lo zingaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora