Louis rincasò al tramonto, dopo che l'ultimo paziente ebbe lasciato il suo ambulatorio.Accese alcune lampade nel salotto e mise a scaldare la minestra d'orzo che aveva preparato il giorno prima.
La mangiò con un po' di pane, formaggio e una mela e poi si mise a leggere un romanzo sul divano.
Quando gli occhi cominciarono a chiudersi per la stanchezza, si alzò, spense tutte le lampade tranne una e con quella salì le scale fino alla camera da letto.
Si spogliò, si lavò, indossò il pigiama e si infilò sotto le coperte con un sospiro soddisfatto.
Dopo cinque minuti, però, sentì un leggero bussare sul vetro della finestra.
Si mise seduto allarmato, si guardò attorno e poi vide un'ombra scura seduta sul davanzale della finestra.
Si avvicinò con cautela, spalancò i battenti e si trovò davanti Harry che lo scrutava con un sorriso divertito.
"Come hai fatto ad arrivare fin qui?" chiese Louis, dicendo la prima cosa che gli era venuta in mente.
" Ho saputo dove abiti, sono salito sull'albero qui di fronte, sono saltato dal ramo ed eccomi qui sul tuo davanzale!" spiegò Harry candidamente, come se ciò che aveva fatto fosse la cosa più normale al mondo.
Louis aprì la bocca per parlare, ma non ci riuscì perché fu travolto dalle labbra del riccio.
Harry lo spinse contro il muro della stanza e cominciò a succhiargli un punto sotto l'orecchio, facendogli tremare le ginocchia e intanto gli palpava il sedere con le mani finite, chissà come chissà quando, nei suoi pantaloni del pigiama.
Louis avrebbe voluto allontanarlo, ma non ne aveva la forza, talmente era travolto dal piacere e dallo sbigottimento.
Harry gli sfilò con maestria i pantaloni del pigiama e i boxer e si strusciò su di lui come un gattino, facendo scontrare la sua erezione contro la propria, fasciata dai jeans.
Louis trattenne il fiato, spingendo di riflesso il bacino in avanti in cerca di un contatto più deciso.
Il riccio rise piano e si allontanò di poco tenendo sempre l'altro bloccato alla parete con le mani.
Rise ancora al lamento frustrato di Louis e gli accarezzò un'ultima volta i fianchi nudi con calma estenuante, prima di lasciarsi cadere in ginocchio.
Gli strinse le mani sui fianchi, le dita sottili premute forte contro la pelle tiepida della sua schiena, e lo risbattè contro la parete da cui Louis non si era accorto di essersi allontanato.
Ci fu un tonfo sordo e poi Harry lo prese in bocca, un movimento fluido e senza preavviso che fece dimenticare a Louis anche di essere al mondo.
Lo zingaro alzò gli occhi in cerca dei suoi, accennando un ghigno su quelle labbra tese ed arrossate.
Si prese un attimo per godersi la vista di Louis che si portava il dorso di una mano alla bocca per soffocare un gemito, gli occhi blu grandi e annebbiati dal bisogno, le guance in fiamme e i capelli castani scompigliati e sparati in direzioni assurde e si sentì orgoglioso di essere lui la causa di quello spettacolo, oltre che di esserne l'unico privilegiato spettatore.
Fece scorrere le mani lungo i suoi fianchi fino a premerle sul suo addome, facendolo sussultare.
Sorrise dentro di sè, ancora, prima di chiudere gli occhi e iniziare a succhiare.
"Oddio" gracchiò Louis e quasi si morse la mano, quando la lingua di Harry fece qualcosa di particolarmente fantastico.
Allungò una mano tremante verso il basso, stringendo le dita attorno ai capelli dell'altro e tirando appena per fargli sollevare il capo.
Voleva vederlo in faccia...i suoi occhi erano profondi e attraversati da una vena di rimprovero, ma lucidi di desiderio e languidi di piacere.
Louis lo fissò, rapito, riuscendo solo a balbettare qualcosa di incomprensibile mentre sentiva l'orgasmo salire.
Gli occhi di Harry furono attraversati da un guizzo divertito e non fece altro che stringere le labbra attorno alla punta di Louis, quasi sfidandolo.
Gli venne in bocca, mormorando un fiume di parole spezzate e imprecazioni e Harry si staccò con un rumore osceno della bocca.
Si diresse come se nulla fosse verso il catino di acqua che era posto sul comò e si sciacquò la bocca e le mani, lasciando Louis a riprendere fiato, pesantemente appoggiato contro la parete.
Lo guardò riflesso nello specchio sopra di lui e sorrise vedendolo appoggiare il capo contro il legno lucido e respirare a fondo, prima di chinarsi a recuperare biancheria e pantaloni.
Non gli disse nulla, semplicemente se ne andò, uscendo dalla finestra e svanendo nella notte.

STAI LEGGENDO
Il medico e lo zingaro
FanfictionGli zingari erano arrivati un mese prima, con una mezza dozzina di carri coperti trainati da cavalli e avevano piantato le loro tende su un campo inutilizzato entro i confini della vecchia fattoria Haskins. Louis, quando arrivò per visitare alcuni m...