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La cena era stata deliziosa per Louis, anche se il cucciolo, Flix, come l'aveva chiamato Harry, gli aveva simpaticamente rosicchiato una stringa delle scarpe.

Il medico però non se l'era certo presa perché, come il riccio, si era già completamente innamorato di quella palla di pelo che, invece di correre come tutti i cani, saltellava qua e là come un piccolo canguro.

Louis attese che Harry preparasse una cuccia provvisoria per lui in una cesta e che la posizionasse vicino al camino e poi lo prese per mano e lo condusse con sè in camera da letto.

Si guardarono a lungo negli occhi prima di iniziare a spogliarsi lentamente e, quando furono nudi, istintivamente Louis si voltò verso la finestra e ridacchiò.

" Che cosa c'è?" chiese Harry.

" Mi sono ricordato di quando comparivi sul davanzale della mia finestra..." rispose Louis con una punta di nostalgia.

" Rimpiangi la vecchia vita?"

" Assolutamente no " spiegò il medico stringendolo fra le braccia. " Solo che non posso impedirmi di ricordare quanto eri sensuale e misterioso su quel davanzale...."

Harry fece un sorriso malizioso, si lasciò cadere sulle ginocchia e cominciò a baciargli la pancia e le cosce.

Si spostò poi sul suo membro, lo prese fra le labbra e iniziò a succhiare, come solo lui sapeva fare...

Louis esalò un sospiro e le gambe divennero di gelatina, tanto che dovette sedersi sulla poltroncina che si trovava dietro di lui.

Harry non si scompose minimamente e continuò a lavorare sul suo membro, aiutandosi con le mani dove non riusciva ad arrivare.

Lo portò quasi al limite e, quando si rese conto che non avrebbe resistito di più, si alzò e gli si sedette in grembo, inglobando la sua erezione dentro di sè.

Iniziò a muoversi con lenti movimenti circolari, poi aumentò il ritmo e in breve tempo la
stanza risuonò dei loro gemiti e del rumore delle pelli che sbattevano fra loro.

Raggiunsero insieme il culmine del piacere e poi rimasero a lungo abbracciati con le fronti premute fra loro e gli occhi incatenati, blu nel verde.

" Ti amo " sussurrò Louis a bassa voce. " E non ringrazierò mai abbastanza il destino per averti portato a Northdam quel giorno..."

" Ti amo anche io " mormorò Harry. " Oltre al destino, dovresti ringraziare mio padre per essersi fermato lì..."

" Come stanno?" chiese Louis riferendosi a tutti gli zingari.

" Bene " rispose il riccio. " Mia sorella mi scrive spesso adesso che so leggere e scrivere, arriveranno a New Orleans la settimana prossima..."

Louis sorrise, lo guardò e disse:

" Spero che non scapperai con loro quando se ne andranno..."

Harry lo baciò delicatamente sulle labbra e mormorò:

" E come potrei? Il mio cuore è qui e non può vivere senza di te..."

Grazie per aver seguito anche questa storia!
Vi aspetto domani con quella nuova, che si intitola: "Las Vegas, proposta indecente"

Il medico e lo zingaroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora