Daphne camminava divorando i metri, con una rapidità un po’ isterica e un po’ disperata. Da quando sua madre se n’era andata e la Granger le aveva parlato non era riuscita a trovare pace: marciava nervosamente, ignorando le occhiate furtive e circospette che gli altri studenti le lanciavano, nella testa un solo pensiero.
Le parole di sua madre riecheggiavano ancora nella sua mente, martellandole il cervello con vigorosa crudeltà. In realtà, avrebbe dovuto importarle qualcosa – o forse, molto più di qualcosa – del discorso appena fatto – ci si sarebbe aspettato, da qualsiasi altra persona, un lungo e attento rimuginarci sopra – ma non era tanto la scomoda verità che la donna le aveva rivelato a tormentarla in quel modo, anche se quella doveva essere il motivo principale della sua rabbia, il centro di ogni pensiero. Più che altro, era stato il suo suggerimento. Persino nel dispensare consigli Galatea Greengrass sapeva essere rigida e tagliente, e nonostante Daphne fosse pienamente consapevole dell’amore che sua madre nutriva nei suoi confronti, non poteva fare a meno di domandarsi se lei avesse pronunciato quelle parole solo per sviare la sua attenzione, o perché davvero credeva che sua figlia si stava comportando da stupida. Forse non avrebbe prestato così tanta attenzione a quel particolare, se pochi minuti dopo la Granger non le avesse dato praticamente lo stesso suggerimento, e cioè quello di andarsi a prendere ciò che più voleva. E ora Daphne, che fino a quel momento aveva sempre pensato di essere fin troppo al di sopra degli altri perché qualcuno la meritasse, si domandava se non dovesse ridimensionare le sue aspettative, o perlomeno tentare di parlare civilmente con Theodore Nott.
Lo stesso Theodore Nott che, casualmente, in quel momento, le stava passando davanti. Avrebbe dovuto fermarlo. Avrebbe dovuto richiamare la sua attenzione con una scusa qualsiasi e seguire il consiglio che il suo stesso cuore le stava dando, magari civettare con lui, lanciargli occhiate maliziose ed eloquenti, forse persino ingannarlo e manipolarlo, così da arrivare al suo scopo. Ma sarebbe stato come prendere in giro se stessa, perché lei non era fatta così, e non aveva nessuna intenzione di ingannarlo. Così, non vista, accolta dall’ombra scura di un’armatura dietro cui si era nascosta, come il più vile dei ladri, lasciò che Theodore le passasse davanti, senza fare nulla per fermarlo. Quando lui era ormai abbastanza lontano da non poter udire i suoi passi, scivolò fuori dal suo nascondiglio e procedette spedita nella direzione opposta, lo stomaco aggrovigliato dalla spiacevole e imbarazzante sensazione di aver sbagliato tutto. Non era un comportamento che le si addiceva: camminare con la testa china e nascondersi non era più da lei di quanto non lo fosse civettare con gli uomini. E se poteva fare una cosa, poteva fare anche l’altra, no?
Si fermò all’improvviso, rendendosi conto solo in quel momento che le mani le formicolavano per il desiderio di stringerlo, di accarezzarlo, di toccarlo. Si fermò, cercando di regolarizzare il respiro e di risultare naturale mentre si voltava, come se avesse deciso da tempo la sua meta, e non l’avesse mutata solo negli ultimi secondi.
Lo individuò subito, forse perché nel cervello di ogni donna esiste un localizzatore che permette di sentire e vedere, senza aver guardato, dove si trova l’uomo della propria vita. Theodore Nott si trovava a qualche metro da lei, quasi al limitare del corridoio, e stava parlando con una ragazzina che, a giudicare dall’aspetto paffutello e dal viso ingenuo, poteva avere al massimo quattordici anni. Lei gli sorrideva, per nulla intimidita perché era una Grifondoro.
«Vedo che non hai perso il vizio di spassartela con le bambine»
Che non si dica mai che Daphne Greengrass ha meno coraggio di un qualunque Grifondoro.
Theo si voltò lentamente, sul viso un sorriso sghembo e a suo modo seducente. Sapeva perfettamente chi aveva pronunciato quella velata provocazione, un po’ perché aveva riconosciuto la voce, un po’ perché solo una persona poteva permettersi di essere tanto tagliente con lui.
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Polvere di marmo
RomanceCi teniamo a sottolineare che la storia originale è stata scritta da @Eloise_Hawkins su EFP (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1266710) Sequel de "Il fante di picche e la dama di cuori " pubblicata da @Meytal_Vladescu. Ci è piaciuta così tant...