L’ultimo pensiero che attraversò la mente di Draco, prima di accasciarsi a terra, era che non aveva avuto abbastanza tempo da passare con Hermione.
Mentre cadeva indietro, pensava che avrebbe sentito dolore, o perlomeno freddo. In effetti, faceva freddo, ma era più una sensazione di bagnato fastidiosa e spiacevole, che gli irrigidiva la schiena. Pensava, anche, che non avrebbe dovuto sentire più niente, invece avvertiva distintamente la morbidezza fragrante della neve sotto di sé, sentiva l’odore pulito e speziato dei pini, vedeva le macchie biancastre e luminose che erano le stelle sopra di sé, e udiva la voce di Hermione, la sua risata dolce e divertita.
Che ingiustizia. Lui era morto e la sua ragazza rideva. Anzi, per la precisione, lo guardava e si sbellicava dalle risate. Se avesse avuto ancora un alito di vita dentro di sé le avrebbe certamente urlato contro, ma da che mondo e mondo i morti non possono parlare, figuriamoci sgridare. Perciò si limitò a guardarla, fissando il suo viso arrossato e i suoi occhi lucidi di lacrime di divertimento. Vide le sue labbra aprirsi e chiudersi, ma non riuscì a capire cosa lei avesse appena detto – perché era morto, e chiaramente il suo cervello cominciava ad andare in putrefazione.
Il secondo pensiero fu che se il Signore Oscuro aveva appena ucciso lui per vendetta, lei sarebbe stata la prossima, e quindi piuttosto che ridere della sua morte, avrebbe dovuto preoccuparsi per la sua vita.
«Scappa» biascicò tra i denti, sorprendendosi di poter ancora parlare. Forse era diventato un fantasma, e la sua anima, ancora inscindibilmente legata a quella di Hermione, si era già staccata dal suo corpo e cominciava ad avere vita propria.. «Ti ucciderà» riuscì ad aggiungere con l’ultimo alito di vita che aveva in corpo.
Hermione sorrise, e alzò gli occhi al cielo, emettendo uno sbuffo spazientito.
«Sì, è tutto davvero molto spaventoso, ma ora alzati» suggerì con tono fermò, guardandolo negli occhi. Draco ricambiò il suo sguardo, poi aggrottò le sopracciglia, oltraggiato.
«Sono morto!» ululò indignato. La Grifondoro, per tutta risposta, gli sferrò un pugno sulla spalla.
«D’accordo, Signor Morto, possiamo tornare a casa? Fa freddo» replicò Hermione pazientemente. Gli strattonò piano il braccio, così da farlo rimettere in piedi, poi si coprì di nuovo con la giacca, e lo fissò quieta.
Draco rimase steso sulla neve, gli occhi spalancati e le mani che vagavano freneticamente sul suo corpo, per tastarlo e assicurarsi che non stesse scomparendo. Forse non era diventato un fantasma. Guardò prima Hermione, poi il cielo, e infine osò lanciare un’occhiata nel punto in cui prima aveva visto comparire il Signore Oscuro. E lì, disteso sul soffice manto di neve croccante, nell’esatto luogo in cui prima c’era Voldemort, vide Draco Malfoy: biondo, bello e inequivocabilmente morto.
Un urlo di terrore squarciò la quiete del bosco.
«Sono morto! Sono morto, lo sapevo, te l’avevo detto! Sono morto!»
Hermione ridacchiò.
«No, quello non sei tu. Andiamo, dai» Il tono della ragazza era piuttosto evasivo, ma sicuramente sincero, tanto che Draco – quello che parlava, urlava e si muoveva – per un attimo si convinse di essere davvero vivo. Per un attimo.
«Certo che sono io. Guarda» indicò con la punta di un dito esitante, il volto pallido e nauseato, quella copia di se stesso. Il Draco Malfoy morto aveva sul petto uno squarcio enorme, da cui sgorgava un’abbondante scia di sangue. Emise un basso mugolio di disgusto, e si prese la testa tra le mani, cominciando ad ondeggiare avanti e indietro come un matto rinchiuso in un ospedale psichiatrico.
STAI LEGGENDO
Polvere di marmo
RomanceCi teniamo a sottolineare che la storia originale è stata scritta da @Eloise_Hawkins su EFP (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1266710) Sequel de "Il fante di picche e la dama di cuori " pubblicata da @Meytal_Vladescu. Ci è piaciuta così tant...