Impossibile resistere.

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3 Ottobre
Pov. Zayn

Aprii gli occhi. In casa regnava il silenzio. Guardai la sveglia: 10:31. Il sonno aveva preso il sopravvento. Mi alzai il busto e guardai fuori la finestra e notai che il cielo era grigio, segnale che stava iniziando a piovere. Mi lasciai cadere sul letto un'altra volta, prima di alzarmi e affrontare la giornata. Iniziai a pensare: qualcosa in me non andava. O meglio, non era più come prima. Ero più gentile, più prudente e, cosa più strana, non andavo a letto con nessuna ragazza da 2/3 giorni. Davvero, non è da me. Non è da Zayn.

Decisi di alzarmi. Passai dalla camera di Giorgia per controllare se fosse ancora a letto, cosa molto probabile: quella ragazza sembrava un ghiro. Aprii la porta: lei non c'era. Pensai che magari avesse dormito con Emma e andai a controllare anche lì, ma trovai soltanto la sua migliore amica. Iniziavo a preoccuparmi. Scesi, o meglio volai, giù per le scale e iniziai a cercarla. Dopo vari tentativi, la trovai: era stesa sul divano, raggomitolata sotto una coperta e la televisione era ancora accesa. Mi avvicinai e mi chinai su di lei baciandole la guancia. Era così morbida. Le accarezzai il viso e le comparve un sorriso.

Sbadigliando, aprì gli occhi. Mi vide e mi sorrise.

«Buongiorno, Zayn. » disse con voce rilassata.

«Buongiorno, piccola. Scusami, non volevo svegliarti.»

«Non fa niente. Credo sia tardi per continuare a dormire.» sorrise.

«Già, sono le 10:40.» dissi guardando l'orologio e sedendomi accanto ai suoi piedi.

Si mise seduta e mi attirò a sé abbracciandomi. Non mi aspettavo questo gesto.

«E questo?» le sussurrai all'orecchio.

«Per ringraziarti della meravigliosa cena di ieri sera.» mi sussurrò mordicchiandomi l'orecchio. Mi fece venire un brivido.

Già. Ieri sera l'avevo portata fuori a cena ma stavolta lontana da Bradford. Siamo andati in un ristorantino nella periferia di Londra.

«Non devi ringraziarmi. L'ho fatto perché mi andava.» risposi sorridendole.

Si scostò. «Zayn, sei unico.» fece una pausa. «Sei... Un grande amico!» disse facendo uno dei suoi migliori sorrisi. Ero un grande amico per lei, mi bastava. Al momento.

Le diedi un bacio sulla fronte. Mise una mano sul mio braccio e iniziò a ricalcare con le dita i contorni dei miei tatuaggi. Sembrava una bambina con il suo nuovo giocattolo. La guardavo e ogni volta era come se qualcosa cambiasse. Ma non era il suo aspetto o il suo carattere a cambiare, ma il mio modo di guardarla, credevo. Ogni volta che era con me, guardavo qualcosa di lei che la volta prima non avevo notato. Il suo solito chignon le lasciava il collo scoperto e la maglietta del pigiama lasciava la maggior parte del suo petto a vista. Iniziai a fissarla. Dio, quanto mi piaceva il suo corpo. Non riuscivo a trattenermi.

Mi avvicinai a lei e iniziai a strofinare il naso sul suo collo facendole il solletico. Sembrava piacerle. Mise le braccia sulla mia nuca stringendomi e ridendo. Mi posizionai meglio sopra le sue gambe e iniziai ad alternare solletico e baci. Il volume della sua risata diminuì e il suo respiro si fece più pesante. Prese a toccarmi i capelli massaggiandomi lentamente la testa. Mi faceva impazzire. Le afferrai il fianco nudo ma lei posò una mano sulla mia bloccandomi e in quel momento Emma sbucò dal corridoio.

Io e Giorgia ci staccammo per guardarla.

«Oh. Non pensavo di poter interrompere qualcosa.» disse maliziosa la ragazza che ci sorprese.

«Non... Non hai interrotto niente, tranquilla. Le stavo soltanto facendo il solletico come augurio di buongiorno.» dissi sorridendo a entrambe.

Giorgia all'inizio mi guardò confusa, poi ricambiò il sorriso.

The Bradford bad boy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora