Il viaggio.

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22 Settembre

La sveglia suonò, dovevano essere le 05:00. Con un pugno la feci cadere sul pavimento. Era arrivato il grande giorno. Scattai in piedi e filai di corsa in bagno. Lasciai scorrere l'acqua nella doccia mentre mi spogliavo e poi vi entrai. L'acqua calda mi rilassava e non smettevo di pensare al momento dell'arrivo. Sciaquai il mio corpo dal sapone e, dopo aver chiuso il rubinetto, mi avvolsi in un mega-accappatoio rosso. Raccolsi i miei capelli dentro un asciugamano, infilai le ciabatte da doccia e corsi in camera. Scelsi un maglioncino grigio da mettere sopra una canottiera, dei jeans neri stretti e le mie amate Nike bianche. Misi l'intimo e tornai in bagno. Presi l'asciugacapelli e iniziai a dare volume ai miei ricci castani. Afferrai la trousse: feci una linea nera sulla palpebra, allungai le mie chilometriche ciglia con il mascara e misi un rossetto nude sulle labbra. Mi vestii. Recuperai le valigie e le portai di sotto. Feci colazione: bevvi un bicchiere di latte e dei biscotti, non avevo tanta fame, ero troppo eccitata. Lessi un messaggio da Liam sul cellulare dove diceva che sarebbe passato a prendermi dopo un quarto d'ora. Presi un foglio e iniziai a muovere la matita su di esso. Venne fuori una mano con le dita incrociate. Ad un tratto ricordai il sogno che avevo fatto un paio di notti prima: quel ragazzo, il suo braccio. Il mio disegno rappresentava un suo tatuaggio.

Sentii un clacson. Liam era arrivato. Presi il foglio e lo misi dentro la tasca del giubbino. Salutai la mia famiglia e corsi dal mio migliore amico.

«Pronta?» chiese sapendo la risposta.

«Pronta.»

Mezz'ora dopo ci trovavamo nell'area attesa dell'aeroporto.
"Prossimo volo per Londra tra 5 minuti."

"Ci siamo." pensai.

«Sbrighiamoci o perderemo l'aereo. » suggerì Liam.

Lo seguii. Imbarcammo i bagagli e attraversammo le piste. Salimmo sull'aereo prendemmo posto: io il numero 12 e Liam il 13. Chiaccherammo per mezz'ora, poi Liam si addormentò. Presi il cellulare, anche se era vietato, e gli scattai una foto. Era adorabile. Risi. Appoggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi.

Pov. Liam

Mi svegliai e trovai Giorgia che dormiva sulla mia spalla. Era adorabile e decisi di scattarle una foto. Risi. Lei mi sentì e si svegliò.

«Che ore sono?» chiese sbadigliando.

«Le 10:00. Credo che manchi poco.»

Proprio in quel momento. "Atterraggio previsto tra 3 minuti."

Il suo sguardo s'illuminò.

«Oh Dio, si, si, manca pochissimo! Sono felicissima, non vedo l'ora! Liaaam!» gettò le braccia al mio collo e mi strinse a sé.

Scendemmo dall'aereo. Entrammo nell' edificio e, dopo un'ora, recuperammo i bagagli. Ci dirigemmo verso l'uscita e prendemmo un taxi.

"Holmes Chapel, please." dissi all'autista. Mi voltai verso Giorgia e le feci l'occhiolino che ricambiò con un sorriso a 32 denti: era felice. Il suo sogno si stava realizzando, avevo mantenuto la promessa ed ero felice di esserci riuscito.

«Come hai detto che si chiamano i tuoi amici? Non ricordo.» mi chiese.

«Harry, Louis, Niall e Zayn.»

«Zayn... Bel nome!» rispose.

Ahia. «Ehm, si. Davvero bello.»

«Parlami di loro.»

«Beh, Harry è il cucciolo del gruppo. È il più piccolo, anche se non sembra. È un ottimo amico. Louis è il più divertente: non fa altro che battute. Anima sempre le serate. Niall è il mangione. Adora il cibo e litiga pur di averlo.» spiegai.

«Beh, allora prima di arrivare a casa, passiamo dalla pasticceria e prendiamo una torta.» mi suggerì. Era un'ottima idea.

«Ci sto!» le rovolsi un sorriso.

«E Zayn?» Zayn? Cosa c'entrava Zayn?

«Cosa?»

«Parlami di lui. » merda. Sapevo che me lo avrebbe chiesto.

Cosa avrei dovuto dirle? Che Zayn era un puttaniere, cambiava una ragazza al mese se non alla settimana, non ha mai amato una ragazza, non fa altro che guardare ragazze in bikini in TV e che avevo paura che anche lei cadesse ai suoi piedi e che avrebbe sofferto? «Lui, beh, ha un carattere particolare.»

«Cioè?» perché tutta questa insistenza?

«Ehm, ha un carattere un po' infantile. Non interpretare male, ma... Gli piace divertirsi.» non volevo andare oltre, non per il momento.

«Capisco. Non è un problema di cui devi preoccuparti però. Maturerà, ha solo bisogno di tempo. » cercava di rassicurarmi.

«Si, hai ragione. » le sorrisi fingendo di essere d'accordo con lei. In realtà non credevo che Zayn potesse cambiare. Gli piaceva divertirsi, si, ma con le ragazze.

Ci fermammo. Giorgia scese a comprare la torta mentre io rimasi in taxi cercando altre informazioni vaghe per le prossime domande su Zayn.

Tornò prima di quando pensassi.

«Tutto bene? Mi sembri preoccupato. »

«Sto bene. Il viaggio mi ha stressato.» sorrisi e lei ricambiò.

Riprendemmo il viaggio. Riconobbi quelle strade e capii che stavamo arrivando. Ci eravamo quasi.

The Bradford bad boy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora