Così ho deciso

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 Il sole era alto nel cielo, i gabbiani volavano. le onde del mare si muovevano tranquillamente in sincronia, una fantastica giornata! Una fantastica giornata per una ramanzina.

-Per l'ultima volta... dov'è il tesoro?- chiese Barbabianca per la cinquantesima volta quella mattina.

I nostri cari capitani in spedizione per la ricerca del tesoro, si erano svegliati con un gran mal di testa per via della sbronza. Poi, ancora barcollanti, si erano presentati di fronte al babbo che, in quel momento, li guardava con sguardo di rimprovero. Il tutto mentre loro cercavano di ricordare qualcosa della sera precedente. Anzi, riuscivano a ricordare un po' alla volta, ma era pur sempre un impresa per loro.

Naturalmente della ragazza non ce n'era traccia. Quando si erano svegliati non erano riusciti a trovarla da nessuna parte nel villaggio. Avevano avuto l'idea di provare ad andare a chiedere qualcosa a Drake, ma nessuno dei capitani ne aveva avuto il coraggio. Così l'avevano lasciata perdere, anche per come si erano comportati il giorno prima.

Ace soprattutto non riusciva a stare tranquillo, spiacevoli immagini invadevano la sua mente su cosa aveva fatto la ragazza. L'angoscia era alle stelle. La sua fantasia era molto creativa quella mattina e non faceva altro che torturarlo. Non faceva a che pensare a niente se non a quanto fosse stato stronzo il giorno prima con la ragazza. Di come l'avesse trattata male. Se ne vergognava e si sentiva in colpa. Ma ancora di più per il fatto di non essere uscito dalla locanda per pestare, per poi farlo prendere fuoco, quel bastardo di Drake. Avrebbe dovuto staccarsi dai capitani per poi corrergli dietro. Maledetto orgoglio maschile!

Poi? Cosa era successo tra quei due? Lei lo aveva tradito? Si sarebbe meritato di peggio, si ricordava fin troppo bene delle parole dure che le aveva detto la sera prima.

Quella mattina l'aveva cercata senza sosta per tutto il paese, soltanto per avere la certezza che fosse ancora lì, che non se l'era presa con lui, che l'episodio della sera precedente era stato solo un miraggio provocato dall'alcool. Sperava di vederla al bancone di qualche altra locanda, con un boccale pieno di birra tra le mani, un ghigno strafottente sul viso e l'aria di chi ti sta aspettando da ore. Ma più non riusciva a trovarla, più la sua speranza moriva. Il colpo di grazia glielo avevano dato i compagni, sostenendo che fosse sulla nave di Drake. Gli venne un groppo in gola, così grande, da non riuscire più a pensare a niente, purché non fosse la sua colpa. Non aveva nemmeno avuto il coraggio di andare a costatare di persona se la ragazza era su quel vascello, il dolore in petto era insopportabile.

E in quel momento stava mandando al diavolo tutti. I compagni, la nave, Drake, il tesoro, la missione e il babbo. Avrebbe voluto incendiare tutto in quel momento. Ma che poteva fare in fondo? Stava lì, come un codardo, in piedi, ignorando i discorsi dei suoi compagni col vecchio, a giocare con le mani in modo stupido ed agitato. Sentiva che presto sarebbe morto da lì a poco, per la tensione.

-Beh, vedi... il tesoro...- cercò di parlare Marco ma fu interrotto da una voce dietro di lui.

-Ho dovuto recuperarlo da sola.- completò la frase.

I capitani si voltarono, trovando un Alias sorridente piegata sulle proprie gambe, sopra il parapetto della nave. Come chi fosse appena arrivato e che fosse del tutto normale ritrovarsi con un salto, a bordo. Loro chiamarono il suo nome nel vederla. Che ci faceva lì? Lei si buttò atterrando sul ponte. Solo ora era visibile sulle sue spalle un sacco enorme, più grande di lei.

-Ehi, si può sapere dove eravate sta mattina?- chiese lei ai capitani tranquillamente -Pensavo di trovarvi ancora addormentati nella locanda ma non c'eravate.- disse con leggera sorpresa.

-Alias tu non eri con Drake?- chiese Vista confuso.

-Già, ma possiamo dire... che al momento ha le mani legate..- disse pensierosa.

Ribellarsi al fatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora