Tentativo disperato

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-Luffy!- si sentì chiamare il ragazzo.

Si voltò indietro, notando la ragazza che lo stava raggiungendo. Alias era piena di ferite su tutto il corpo.

-Alias!- disse il ragazzo, preoccupandosi -Sei sicura di stare bene?- le domandò.

-Parla per te.- ribatté lei vedendo com'era conciato il ragazzo che a malapena si reggeva in piedi -Comunque, ho un piano per salvare Ace, ma ho bisogno del tuo aiuto per riuscirci.- affermò decisa mentre si liberava di tre marines.

Luffy a quelle parole annuì deciso -Ti ascolto.- affermò.

Lei si voltò verso il patibolo, sperando che si potesse intravedere da lì -Vedi ai piedi del patibolo? Non c'e nessuno, è del tutto scoperto.- spiegò lei con una punta di soddisfazione in volto.

Lui annuì notandolo -Sì e allora?- chiese non capendo il piano.

-Io attirerò l'attenzione di tutti su di me, scaraventandomi da sola verso di quello. Mi assicurerò di avere l'attenzione di tutta la Marina.- iniziò a spiegare -Tutti saranno concentrati a fermarmi, mettendo su di me la priorità assoluta. A quel punto entri in gioco tu!- spiegò.

Luffy si entusiasmò -Dimmi che fare!- affermò felice ma mantenendo la concentrazione necessaria per riuscire a salvare il fratello.

-Quando noterai che nessuno ti dedica attenzioni, scatta verso il patibolo e rifugiati sotto di questo. Io tenterò con un atto a raggiungere Ace per salvarlo ma probabilmente mi butteranno giù da là sopra. Quando vedi che succede questo, sali da dietro il patibolo e libera Ace. Mi raccomando, conto su di te! Lo lascio nelle tue mani!- affermò pronta.

Luffy annuì pronto ma si bloccò subito dopo voltandosi verso di lei -Alias, che ne sarà di te?- chiese lui corrugando le sopracciglia.

Alias capì cosa impensieriva il ragazzo. Con l'attenzione di tutti su di sé, ci sarebbero state poche possibilità che ne uscisse viva. Ma se fosse riuscita a salvare Ace, ne sarebbe valsa la pena. D'altronde però, non poteva far preoccupare Luffy.

-Non ti preoccupare, ho la pelle dura, no?- rispose lei con un sorriso falso in volto, per poi superarlo e correre via. Appena fu abbastanza lontano dal ragazzo perse il sorriso, non riuscendo a mantenere più di così.

-Capitano! È ora di salpare!-

Chiuse un attimo gli occhi, le sembrava di sentire quelle voci in sottofondo, provenienti in un ricordo lontano.

-Perfetto! Verso la prossima isola!-

Le tornò in mente le urla della ciurma che rimbombavano sopra il suono delle onde del mare, mentre immagini di sorrisi la invadevano, lasciandole quel tocco di nostalgia che le strinse il petto. Scosse la testa nel tentativo di scacciarlo, doveva rimanere concentrata.

Alias si mise a correre nella direzione opposta al patibolo, lasciandoselo alle spalle. Corse per un po' per essere certa di fare un bel pezzo di strada in cui sarebbe stata avvistata da chiunque in un lasso di tempo così ampio. Doveva farsi notare, così doveva bastare.

Si voltò e notò, soddisfatta, di essere abbastanza lontano. Stava per scattare ma Marco atterrò di fronte a lei, facendo scomparire le fiamme blu che aveva attorno fino a pochi secondi prima tornando in forma umana.

Le venne incontro, leggermente turbato in viso -Alias perché sei tornata indietro che eri così vicina? Hai perso la testa? Il patibolo è dall'altra parte! Che vuoi fare? Che piano hai in mente di usare?- chiese Marco bersagliando la ragazza di domande inutili, continuando a farne a non finire. Il fatto che non riuscivano a trovare un modo per salvare Ace, lo stava stressando.

Ribellarsi al fatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora