Capitolo 16

2.2K 65 5
                                    

Giro di scatto lo sguardo, mi si presenta davanti un Luca con gli occhi coperti dagli occhiali da sole, non riesco a far altro che pensare a quanto sia bello così, ma poi mi viene da pensare: chi cavolo indossa degli occhiali da sole in discoteca di sera?

"Mi ha invitata Gionata." Spiego sentendo il suo sguardo addosso, mi muovo a disagio coprendomi le gambe con il vestito che è salito pericolosamente su di esse, il suo sguardo si sposta proprio sulle mie mani e il pensiero che stia guardando le mie gambe mi fa improvvisamente arrossire, fortuna che questo posto è illuminato solo da led colorati.

"Beviamo qualcosa?" So benissimo che è solo una scusante per appartarci e la cosa non mi dispiace affatto, Chiara è totalmente assorta nella perfomance di suo fratello e non fa caso a noi, la richiamo facendole distogliere l'attenzione solo per avvisarla che mi allontaneró, prima ancora di chiedermi spiegazioni vede Luca al mio fianco e richiude la bocca senza emettere alcun suono.

"Andiamo." Dico una volta in piedi, lui mi volta le spalle e mi ritrovo a seguirlo, come mi aspettavo non ci fermiamo al bancone del bar, ma varchiamo l'uscita dove un venticello fresco m'investe facendomi rabbrividire.

"Non hai detto che..."

"Dobbiamo parlare." Mi interrompe prima che io possa ricordargli che mi aveva invitata a bere e non ad uscire dal locale.
Ci appostiamo fuori dal locale, siamo uno di fronte all'altro, occhi negli occhi e sento il mio cuore aumentare i battiti.

"Riguardo all'altra volta..." É lui ad iniziare il discorso, ma lo interrompo.

"Cosa vuoi che ti dica Luca? Perché dovremmo parlarne se non arriviamo mai a niente?" Lo guardo con le mani a mezz'aria, sono così nervosa che non riesco a fare a meno di gesticolare.

"Perché voglio che andiamo avanti." Ammette ed io mi sento improvvisamente confusa dalle sue parola, è sempre stato così con Luca, un tira e molla continuo, prima ci baciamo e poi scappa via, ci urliamo contro e il giorno dopo siamo l'uno di fronte all'altra a parlarne, finendo di nuovo per urlarci contro, sono stanca di dover reprimere i miei sentimenti, stanca di non poter andare da lui quando voglio, abbracciarlo, baciarlo, passare la notte a rotolarci fra le lenzuola, sono stanca di non poterlo chiamare quando voglio, sentire la sua voce, sono stanca di non averlo più con me. É per questo che non mi pento delle parole che lasciano la mia bocca.

"Io ti amo ancora Luca." I suoi occhi si sgranano, ma non riesco a guardarlo mentre i miei si riempiono di lacrime, i ricordi fanno troppo male, sono costantemente combattuta fra l'amore e il dolore, ma non voglio che quest'ultimo prenda il sopravvento. "Ma il ricordo che ho di te fa troppo male." Ammetto, dando voce ai miei pensieri, lo vedo avvicinarsi e mi lascio scappare un singhiozzo colmo di pianto e di nostalgia, quando avvolge le sue braccia intorno al mio esile corpo, sento che tutto va bene, che il mio cuore ha trovato il suo pezzo mancante  e non riesco a fare a meno di stringere le braccia intorno al suo collo.

"Non posso prometterti che cancellerò quei ricordi." Fa una pausa mentre mi guarda negli occhi. "Non posso prometterti l'impossibile, ma posso assicurarti che allevieró le tue ferite, permettimi di amarti ancora e tutto andrà bene." Asciugo le mie guance, la mia testa è un groviglio di pensieri, il mio cuore urla 'si', ma c'è ancora qualcosa che mi tiene frenata, un magone allo stomaco che non va via.
Sono ancora in silenzio quando veniamo interrotti dalla suoneria del mio telefono, quando lo estraggo dalla borsetta su di esso ci sono delle cifre di un numero a me sconosciuto.

"Scusami un attimo." Riesco a dire prima di accettare la chiamata, lo sento sbuffare, ma ciò non mi fa cambiare idea.

"Dolcezza." Sento dire dall'altro lato del telefono, ma non ne riconosco la voce.

"Chi saresti?"

"Mario." Scarto subito l'idea che possa essere il mio capo, la sua voce è fin troppo giovane, resto ammutolita qualche istante pensando a chi Mario possa essere. "Molinari, il tipo del locale." Aggiunge leggendo nel mio pensiero la confusione. Alle sue parole i miei occhi si alzano al cielo.

"Come hai il mio numero?" É la prima cosa che chiedo, Luca mi guarda spazientito e sento di averne abbastanza anche io di questa conversazione.

"Non preoccuparti di questo, preoccupati invece di preparati domani sera per le otto in punto, passo a prenderti io." Resto sbigottita dalla sua sfacciataggine e dal fatto che questo ragazzo sa tutto di me, mentre io l'ho visto a malapena due volte.

"Cosa ti fa pensare che io esca con te?"

"Il fatto che non hai ancora riattaccato."

"Posso sempre farlo ora." E sono davvero intenzionata a farlo, ma prima di chiudere la chiamata riesco a sentirlo dire "Ottengo sempre ciò che voglio." E un brivido corre giù per la mia schiena.

Non mi sembra vero che sono finalmente riuscita ad aggiornare.

Cosa ne pensate del capitolo?

Vi erano mancati gli Alica (o forse suona meglio Luice) ? 🤣🤣🤣

Allora come avete passato le feste?Spero bene, ne approfitto per farvi gli auguri di buon anno, anche se in ritardo.

Spero che la lunga attesa non vi abbia fatte passare la voglia di seguire la storia, cercherò di aggiornare spesso d'ora in poi, ma non posso promettervi nulla.

Comunque, ve lo aspettavate un capitolo così? Io no 🤣, diciamo che era pronto e scritto in un altro modo, ma poi quando stavo per pubblicarlo e quindi lo stavo rileggendo, ho deciso di cambiare tutto, non saprò mai se vi piace questa versione o la precedente, ma vabbè godetevi questa.

Prima di lasciarvi, voglio invitarvi a passare alla mia nuova storia "Oltre ogni limite." La trovate sul mio profilo, spero davvero che passate a dare un'occhiata, è una storia alla quale tengo molto.

Ora non voglio trattenervi più, sembra di essermi dilungata un po' troppo e non voglio annoiarvi ancora  con le mie chiacchiere.

Non dimenticate di lasciare una stellina qui sotto 👇  e magari anche un commento.

Baci.
Alla prossima.

Ne è valsa la pena|| CAPO PLAZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora