(18+)
La moka borbotta mentre il caffè viene su e diffonde il suo odore per tutto l'open space della casa di Parigi di Jean. Il francese si avvicina e spegne il fornello, non ammetterebbe mai che ha un debole per la tradizione italiana del caffè in pubblico, ma se potesse si porterebbe quella moka ovunque, nonostante tutto il mondo sappia che il suo patriottismo è sempre alle stelle. Allunga il braccio verso la credenza, prende due tazzine, le riempie e le appoggia sui loro piattini, prima di sistemarli con dello zucchero su un vassoio che porta con sé mentre sale le scale, dirette in camera sua. Socchiude piano la porta, esattamente come ha fatto quando è uscito dalla stanza circa dieci minuti fa, tutto è come lo ha lasciato: le tende tirate immergono la stanza in una semi-oscurità a cui è abituato da sempre, le coperte sul suo letto lasciano scoperto il suo lato mentre ancora vengono sfruttate dall'altro. Jean appoggia il vassoio sul suo comodino e sale sul letto. André dorme ancora, il viso rivolto verso il francese, a pancia in giù. Jean si avvicina piano, con le labbra sfiora il lobo dell'orecchio del tedesco.
"Bonjour André." sussurra, sa che quando gli parla in francese lo fa impazzire. Si allontana appena, per vedere la sua reazione. Il tedesco apre gli occhi e incontra subito quelli del francese, sorride, poi si accorge che Jean ha solo i boxer addosso e vede le tazzine di caffè sul suo comodino.
"Buongiorno a te, senti che profumo…" André si rigira tra le coperte e si mette seduto, anche lui addosso ha solo i boxer, Jean recupera i due caffè dal suo comodino e si siede accanto a lui.
"Ho preparato il caffè." il francese allunga una delle due tazzine ad André, insieme al piattino, e appoggia il vassoio sulle sue gambe incrociate.
"Ho notato." André sorride, con lo sguardo basso sulla sua tazzina e beve il suo caffè senza zucchero, mentre Jean ne mette un cucchiaino e gira qualche volta il contenuto della tazzina. André posa di nuovo la tazzina sul vassoio che sta ancora in braccio a Jean mentre il francese si gode il suo caffè, senza togliere gli occhi di dosso al tedesco. Non appena ha finito si libera del vassoio, posandolo esattamente dove stava fino a cinque minuti scarsi prima, si infila di nuovo sotto le coperte e si copre fin sopra la testa. André ridacchia. "E quindi?" gli occhi marroni di Jean sbucano da sopra il piumone.
"Ho preparato il caffè, ma nessuno ci obbliga ad alzarci, ti pare?" la voce del francese è filtrata dalla spessa coperta, André rimane a guardarlo qualche minuto, con un leggero sorriso sul viso, poi si lascia convincere dai leggeri tocchi delle dita del francese sulla sua schiena e i suoi fianchi nudi. Si sdraia accanto al francese, che si volta dall'altra parte e appoggia la sua schiena a quella del tedesco, che gli circonda il corpo con il braccio e intreccia le dita con quelle di Jean. Il respiro di André finisce dritto sul collo di Jean e un brivido lo percorre per tutta la schiena, il tedesco lo stringe di più a sé, Jean avvicina le loro mani intrecciate alle sue labbra e gli sfiora le dita. "Ti amo André, più di quanto immagini." sussurra il francese, a occhi chiusi. André appoggia piano le labbra sulla nuca di Jean, lasciandogli un bacio leggero che lo fa rabbrividire di nuovo.
"Anche io ti amo Jean, da morire." anche la voce di André è un sussurro tra le lenzuola, la mano che prima stava tra le dita di Jean ora si libera, si ferma un momento sul fianco del francese, André avvicina le labbra all'orecchio di Jean. "Vado a farmi la doccia." sposta le coperte e si alza, Jean lo vede allontanarsi e togliersi i boxer un attimo prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle. Dopo qualche secondo sente l'acqua scorrere e il vetro della doccia aprirsi, così si alza, si sfila i boxer e si intrufola in bagno il più silenziosamente possibile, il vapore creato dall'acqua calda appanna già i vetri della doccia e rimane sospeso in bagno come una leggera nebbia autunnale. Apre i vetri della doccia, li richiude dopo esserci entrato, si ritrova André davanti con una mano a mezz'aria che regge un po' di shampoo che stava per usare. Ha i capelli bagnati, così come il resto del corpo, il getto della doccia lo colpisce sulla spalla e le gocce scendono veloci lungo il suo petto, il suo braccio, i fianchi e le gambe, e Jean non riesce a non guardarlo, ha lo sguardo incollato sul corpo del tedesco, come gli succede tutte le volte che sono semi-nudi insieme o stanno per fare l'amore. "Non riesci proprio a starmi lontano stamattina eh?" André lascia che l'acqua porti via lo shampoo dalla sua mano.
"Direi di no." in un instante Jean ha le labbra su quelle del tedesco, finisce per un secondo sotto il getto dell'acqua calda, che gli bagna viso e capelli, prima di costringere André a indietreggiare e inchiodare la schiena del tedesco alla parete della doccia dietro di lui. Le mani di Jean sollevano i polsi di André accanto alla sua testa, contro la parete, il bacino del francese preme contro quello del tedesco, le loro labbra si bramano, quasi si divorano dalla voglia che hanno l'uno dell'altro.
"Hai già avuto il controllo troppe volte… sei troppo piccolo per certe cose." André provoca Jean, e si libera delle sue mani, si allontana dalla parete e in un attimo è Jean che ha la schiena contro la parete della doccia, il getto della doccia sfiora appena la schiena di André. Rimangono fermi, ognuno con lo sguardo basso sulle labbra dell'altro, le mani di André sui fianchi di Jean, quelle di Jean sul viso di André.
"Ah sì? Troppo piccolo, certo… dimostrami cosa sai fare." André non lascia passare un secondo, che le sue labbra sono più prepotenti di prima su quelle di Jean, le sue mani si abbassano fin dietro le gambe del francese, lo prende in braccio, lo inchioda al muro, Jean incrocia le caviglie dietro la schiena di André, che in un istante è già dentro il corpo del francese. Jean geme, le labbra contro quelle di André, che già si muove in lui, le sue spinte sono forti, ma il francese è abituato al dolore, e André non intende fermarsi. Si lascia andare completamente, le sue labbra scendono sul collo di Jean, a sfiorarlo, a lasciare dei piccoli baci mentre continua a farlo suo con una decisione che ancora Jean non gli conosceva. Il francese geme, chiude gli occhi, appoggia le labbra alla spalla di André e respira il suo profumo, la parete della doccia è ancora fredda contro la sua schiena, ma a lui non importa. Stringe a sé il più possibile il tedesco, quasi affonda le unghie nella sua schiena dal piacere, il suo respiro come quello di André è accelerato.
"Voglio che urli il mio nome." sussurra il tedesco, con le labbra a centimetri dall'orecchio del francese.
"André…" si lascia sfuggire Jean in un sussurro, un istante dopo l'ennesima spinta.
"No, ho detto urlalo." un'altra spinta, sull'ultima parola che pronuncia il tedesco, fa gemere il francese più forte.
"André-" Jean è costretto ad appoggiare la testa contro la parete della doccia, il piacere lo investe come un tornado, e a ogni spinta di André un altro gemito sfugge dalle sue labbra. Non passa che qualche minuto, che André è al limite, e sente Jean gridare nel momento in cui viene dentro di lui. "André... ah!" restano uniti qualche secondo, fermi, un brivido percorre la schiena di André, poi il tedesco fa scendere il francese, ma lo tiene ancora contro la parete, adora alla follia quel modo di dire il suo nome che è solo di Jean, con quel suo accento francese, che non vorrebbe mai sentire su nessun altro se potesse. Alza lo sguardo e incontra gli occhi di Jean che lo guardano, entrambi cercano di riprendere il controllo dei loro respiri, si perdono a vicenda nei loro occhi, senza farlo apposta appoggiano nello stesso momento una mano sul viso dell'altro, gli occhi di André si abbassano sulle labbra del francese.
"Ora posso fare la doccia o no?" chiede il tedesco, mentre alza di nuovo lo sguardo e incontra gli occhi di Jean.
"E se la facessi con te?" la mano di Jean scivola lentamente dal viso di André sul suo petto, sul suo fianco, sulla sua schiena.
"Va bene." il tedesco si allontana e finisce sotto il getto d'acqua calda, ad occhi chiusi. Si gode il calore per qualche istante, prima che il francese si avvicini a lui e prendendogli il viso tra le mani lo baci piano. André approfondisce il bacio, le gocce colpiscono i loro visi e finiscono tra le loro labbra e loro non riescono a stare lontani l'uno dall'altro. Fanno la doccia a fatica, perché tra un bacio e l'altro concentrarsi è difficile. Fuori dalla doccia André non lascia il tempo a Jean di infilarsi l'accappatoio che lo prende in braccio e lo porta in camera, lasciandolo cadere sul letto, senza mai staccarsi dalle sue labbra. André si siede al centro del letto e Jean si siede su di lui, fanno l'amore un'altra volta, André è più delicato di prima, Jean non riesce a tenere le mani lontane dai capelli ancora bagnati del tedesco, e quando lui viene di nuovo dentro il suo corpo, si ritrova quasi immobile, con le labbra schiuse a centimetri da quelle di André che tiene gli occhi chiusi, per un istante non respira, il tedesco apre gli occhi e Jean torna a far entrare l'aria nei suoi polmoni.
"Sei bellissimo." sussurra Jean, incapace di controllare il flusso dei suoi pensieri.
"Tu sei tutto quello che voglio." confessa André in un sussurro, avvicinando ancora di più il corpo di Jean al suo.

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Electrified {Formula E OS}
أدب الهواة[Richieste aperte] Una raccolta di OS sui piloti di Formula E che scrivo quando mi annoio o quando ho ispirazione, dipende. Alcune os sono lgbt (quasi tutte via) Alcune sono AU, CO, OC e chi più ne ha più ne metta. In teoria molte sarebbero pure 18+...