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"Vi prego! Non ce la faccio più!" strillò tra le lacrime.

Era seduta contro il muro, con un aspetto orribile e le mani insanguinate, durante un attacco di panico si era messa a grattare il muro e le unghie la abbandonarono.

"Non voglio rimanere qui, vi prego..." supplicò ancora lei, ma sta volta non urlava, anche la voce la stava lasciando.
In silenzio ritornò sul letto e si stese mettendosi in posizione fetale e continuò a piangere.

Non sapeva da quanto tempo era lì ma si ricordava il numero delle volte in cui aveva pensato di farla finita e sta sera avrebbe posto fine alle sue sofferenze se non l'avessero fatta uscire da lì.
Si sedette sul letto e urlò, facendo andare via la poca voce che le era rimasta.
"Io la faccio finita! Non voglio rimanere rinchiusa per sempre!" disse, ma non sentì nessuna risposta da parte degli altri.

"Mi hanno abbandonata..." singhiozzò.

Ma improvvisamente la porta si aprì, rivelando la figura di Sam sulla soglia, y/n rimase visibilmente sorpresa e si rese conto che c'era qualcuno che poteva salvarla da quell'abisso.
Sam aveva due grandi occhiaie e la barba lunga e folta, si avvicinò a lei e la strinse tra le sue possenti braccia.
"Non lo fare, non lo fare ti prego" la supplicò.
"Non posso stare senza di te, non dovrei nemmeno essere qui ma ti prego non farlo..." disse lui e le prese il viso tra le mani per poterla guardare negli occhi.

"Sam..." sussurrò lei e accennò ad un sorriso.
"Ti farò uscire di qui, adesso, non posso lasciarti qui" disse lui, le mise un braccio sotto le gambe e lei si aggrappò a lui.
Sam cercò di salire le scale il più lentamente possibile e quando uscirono dalla casa il vento si precipitò verso di loro, non era una bella serata.
Il ragazzo corse fino al cancello e aprí la portiera del passeggero, facendo sedere y/n e poi si mise alla guida.
"Una mia vecchia conoscenza mi ha dato le chiavi de suo appartamento e rimarremo li finché non ti riprenderai, va bene?" chiese Sam mentre imboccava la strada per Stanford.
"Va bene..." y/n non si girò per guardarlo, sentiva la testa pesante e forse un piccolo pisolino non le avrebbe fatto male, era tranquilla.
Non aveva nessuna preoccupazione, finché era con Sam poteva restare tranquilla.

Il sole stava iniziando a sorgere, Sam non sapeva che ora fosse ma non gliene importava, il viaggio dal Kansas alla California era ancora lungo.
Y/n dormiva ancora, era tranquilla rispetto alle altre volte, quando era presa dagli incubi.
Il ragazzo si fermò in una piccola area di sosta fra gli alberi, aveva bisogno di riposare, in quei giorni aveva pianificato tutto dalla fuga, alle valigie, a come riuscire a far uscire y/n da lì dentro e dove andare, in più aveva anche aggiustato una delle macchine che aveva Bobby nel suo deposito.
Ci aveva messo giorni ma alla fine ne era valsa la pena.
Sam prese dai sedili posteriori una coperta e la mise sulla ragazza per non farle prendere freddo e poi si sistemò sul suo sedile, addormentandosi, esausto.

Y/n si svegliò, la macchina non era in moto e entrano fermi sul ciglio della strada.
Sam era appoggiato alla portiera dell'auto e stava parlando al telefono con qualcuno, sicuramente non era Dean.
"Sam..." lo chiamò e lui si affacciò, vedendola sveglia chiuse la chiamata con un certo Travis e si sedette di nuovo in auto.
"Ehi, come ti senti?" chiese lui.
"Meglio, anche se ho un po' di fame..." disse lei e Sam le passò un sacchetto di una paninoteca, lei lo afferrò e si buttò sul cibo come se non mangiasse da secoli.
Il Winchester le guardò le mani, leggermente rosse per via del sangue e le dita malconce, doveva medicarla prima che arrivasse un infezione, così mise in moto e si rimise in viaggio.
"Per quanto ho dormito?" chiese lei quando finì il panino.
"Un giorno, avevi molto sonno arretrato eh?" sdrammatizzò Sam e y/n ridacchiò.
"Si abbastanza... dove siamo?" chiese lei incuriosita e si girò verso il Winchester.
"Siamo a Stanford in California, mentre dormivi ho recuperato le chiavi dell'appartamento di qui ti ho parlato e siamo appena arrivati" disse e fermò la macchina.

Y/n scese dall'auto e guardò il condominio davanti a lei, le finestre erano illuminate dalle luci visto che era sera e alla vista era parecchio rilassante.
Sam aveva due borsoni nelle mani ed entrambi entrarono nell'edificio.
L'appartamento si trovava al quinto piano e ci arrivarono con l'ascensore, non era tutta questa grande cosa alla fine, l'arredamento era moderno e c'era una sola camera da letto matrimoniale con il bagno collegato e una piccola cucina.
Sam si diresse subito verso la camera da letto e lasciò i borsoni per terra e tirò fuori il pigiama da lì.
"Mi faccio una doccia, va bene?" chiese a y/n e lei annuí.

Quando lei uscì dalla doccia si sentì subito rilassata, i muscoli non erano più tesi e doloranti e finalmente poteva dire di stare meglio, Sam era in camera da un'ora forse, aveva molto sonno e probabilmente stava già dormendo.
Infatti, quando uscì dal bagno, lo vide nel letto perso nel mondo dei sogni.

Y/n sorrise e si avvicinò a lui, si stese accanto a lui e iniziò ad accarezzargli i capelli, ci fu un momento dove si domandò se tutti quelli che stava vivendo era reale e poi guardò di nuovo Sam.
"Si è reale" disse.
Si sporse verso la lampadina per spegnerla, facendo in modo che solo la luce della luna illuminasse la stanza, si sistemò vicino al Winchester e lo abbracciò, addormentandosi.

 Si sporse verso la lampadina per spegnerla, facendo in modo che solo la luce della luna illuminasse la stanza, si sistemò vicino al Winchester e lo abbracciò, addormentandosi

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