Venti

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Jungkook e Hoseok chiusero la caffetteria alle nove precise quella sera e si incamminarono verso una meta indefinita di Seoul

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Jungkook e Hoseok chiusero la caffetteria alle nove precise quella sera e si incamminarono verso una meta indefinita di Seoul.

«Dove stiamo andando Hobi?» piagnucolò il più piccolo, rabbrividendo per il freddo della sera.

«Dimmelo tu! Non sai proprio niente del tuo principe azzurro, scusa?»

«Beh, so dove abita» confessò Jungkook grattandosi la nuca.

Il rosso si fermò di botto e prese l'amico per le spalle scuotendolo un po' «Stiamo girando da mezz'ora alla ricerca di un tizio sconosciuto, e forse scomparso, in una città di quasi dieci milioni di abitanti, - e a detta del resto del mondo, - uguali tra loro, e tu solo ora mi dici di sapere dove abita?! E per quale assurdo motivo non ti sei presentato prima da lui?» domandò alterato e quasi allibito.

Jungkook tentennò in risposta e sentì una morsa nel petto. «I-i-io... Hoseok io... »

«Cosa?!»

«Io non so se voglio sapere la verità!» esclamò tremante.

Hoseok pensò che era la persona più fragile e carina che avesse mai incontrato in vita sua. Ma questo lo sapeva già da un bel po' di tempo.

«Aish, sei proprio tutto scemo» rispose Hoseok facendo un mezzo sorriso per sdrammatizzare. «Devi andare a prenderti ciò che vuoi, Jungkook! Dai andiamo, fammi strada»

Detto questo i due finalmente trovarono una meta e un senso al loro vagabondare. Jungkook era iperteso, si stava torturando le dita con le unghie e quando Hoseok se ne accorse, gli tese una mano con un sorriso rassicurante «Tieni, stringi me»

In maniera del tutto naturale, Jungkook si aggrappò al più grande facendo incrociare le dita con le sue più forte possibile, e si meravigliò quando si accorse che l'agitazione stesse svanendo per davvero. Per tutto il tragitto sentì un calore nel petto che non aveva mai provato in vita sua, era quel senso di protezione che i suoi genitori gli fecero mancare nei suoi vent'anni di vita.

«Eccoci qui» disse Jungkook, e i due si fermarono mano nella mano di fronte un portone.

«Ma abbiamo fatto tutta questa strana per nulla» aggiunse poi sospirando.

L'altro inclinò la testa perplesso.

«Non so nemmeno il suo cognome, e poi Hobi... sono le dieci di sera!»

«E quindi?» sorrise malizioso per poi staccarsi dalla mano dell'altro.

Al ché citofonò una persona qualunque e aspettò.

«Che cazzo fai?» Jungkook andò subito in preda al panico.

L'altro non rispose e continuò ad attendere; poi finalmente una voce dall'altro lato rispose.

<Chi è?>

«Salve, sto cercando un ragazzo, si chiama Taehyung, sa dirmi a quale cognome posso citofonare?»

<Ma vada al diavolo>

Hoseok così bussò a un'altra persona, ma anche questo tentativo fallì; provò ancora e ancora fin quando Jungkook non si spazientì.

«Basta così dai» afferrò il suo bicipite con tutte e due le mani e iniziò a tirarlo via da quel palazzo ormai imbestialito.

In quel momento il portone si aprì scoprendo un ragazzetto in pigiama, che aveva sia l'aria assonnata sia arrabbiata.

«La smettiamo di fare casino qui? C'è gente che dorme!»

Jungkook e Hoseok si bloccarono per un istante e osservarono basiti quella figura al quanto bizzarra.

«Alle dieci di sera?» sghignazzò Hoseok, mentre l'altro continuava a tirar via il compagno.

«O andate via o chiamo la polizia»

«Hey, calma, calma, andiamo subito via, ma devi dirci una cosa» rispose il rosso, ora incuriosendo anche Jungkook.

«Taehyung a che piano abita?»

Jungkook deglutì a vuoto mentre Hoseok era agguerrito. Il ragazzo in pigiama invece sbuffò.

«E' partito, andato via, volatilizzato, puff e non c'è più» aprì le mani come se stesse facendo una magia e fece per rientrare, ma il rosso lo fermò nuovamente.

«Ci stai prendendo per il culo?»

«No» roteò gli occhi «Ha fatto coming out, un casino, la famiglia, il palazzo, il quartiere... tutti in rivolta» ogni aggettivo era mimato, sembrava stesse facendo un teatrino. «Il cielo anche ha iniziato a scagliarsi contro di lui, fulmini, uh... »

Hoseok e Jungkook non credevano a ciò che stavano assistendo ed entrambi si chiesero chi fosse quello strano personaggio apparso dal nulla, somigliante a un elfo data la sua statura molto piccola.

 «... e così prima che i genitori lo cacciassero via di casa, li ha anticipati andandosene via lui col suo ragazzo.» concluse lo show il nano turbando Jungkook proprio all'ultima parola.

«R-ragazzo?» prese parola per la prima volta dopo tempo Jungkook.

«Siì» cantilenò «Non hai ascoltato? E' gay, omosessuale, gayo, finocchio» detto questo rientrò nel portone borbottando cose tipo «ah, i giovani d'oggi» anche se non avrebbe potuto avere più di venticinque anni.


Jungkook iniziò a lacrimare senza freni, e Hoseok lo avvolse subito tra le sue braccia.

«Non volevo sapere, non volevo sapere, ti odio» iniziò ad urlare il piccolo sul petto dell'altro, cercando di allontanarsi dalla sua presa, ma non per davvero... aveva bisogno di Hoseok ora come ora, più che mai.

«Shh» lo accarezzò Hoseok trattenendolo a sé. «Ora sei finalmente libero»

Red Velvet ~ KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora