Trentadue

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Il cuore a pezzi, l'anima vagabondante appena fuori dal corpo, la pioggia che non aveva smesso un attimo di cadere quel giorno, Jungkook si ritrovò a pensare che presto tutto questo sarebbe finito, lasciando il posto alla primavera, agli uccellini cinguettanti e al sole caldo che avrebbe sciolto ogni nodo nella sua gola: sarebbe prima o poi tornato a respirare e a vivere felice.

Come se non bastasse, aveva dimenticato l'ombrello a casa di Taehyung, ma pur di non salire di nuovo a casa sua aveva preso a girovagare sotto la pioggia, fregandosene del tempo complice del suo stesso stato d'animo. Non voleva tornare a casa, voleva solo camminare e camminare e camminare ancora. Non voleva vedere Hoseok, che gli stava sicuramente nascondendo qualcosa. Non voleva vedere mai più Taehyung, troppo ingenuo ma troppo bello per riuscir a scappare nuovamente qual'ora se lo ritrovasse ancora una volta avanti il suo viso. E non voleva ammetterlo, ma era geloso. Totalmente geloso di quell'amore che Taehyung aveva provato per Jimin e, chissà, forse provava ancora. Non voleva sentirsi ed essere la seconda scelta.

Jungkook era un concentrato di negatività, di negazione e di nolontà.

Non si accorse di star piangendo con tutta l'acqua che ora gli stava inondando il viso, i capelli, il cappotto, le scarpe e i pantaloni presi in prestito.

«Cazzo!» imprecò quando si ricordò di indossare ancora i vestiti di Taehyung, fino a qualche minuto prima asciutti e puliti.

E più imprecava, più piangeva, perché tra tutte queste dimenticanze aveva completamente scordato la cosa più importante tra le mura di casa di Taehyung: l'amore.

Il suono di un clacson lo fece, ad un tratto, sobbalzare e voltare verso l'auto che si stava accostando proprio di fianco a lui. Un finestrino si abbassò totalmente rivelando una chioma rossa ed un viso decisamente allarmato. «Jungkook!» lo richiamò Hoseok dalla sua Audi.

Il ragazzino rimase impietrito sotto la pioggia, che cosa avrebbe detto al suo ragazzo ora? Dove era stato? Perché indossava altri vestiti? Perché piangeva sotto la pioggia? No. Hoseok era decisamente l'ultima persona che voleva vedere e a cui dover dare delle spiegazioni.

«Che cazzo fai?!» continuò scendendo di corsa dall'auto per afferrare il fidanzato per un braccio. «Sali, ti stai bagnando tutto»   

Jungkook si fece trascinare quasi a peso morto sul sedile del passeggero, e quando entrambi furono al sicuro dalla pioggia, Hoseok tirò un sospiro di sollievo sfregandosi un po' i capelli. «Che cosa stavi facendo?» chiese poi perplesso ad un Jungkook ancora inerme e completamente inzuppo d'acqua. Grondava, soprattutto sulle guance pallide e infreddolite.

«Stai bene?» il tono di Hoseok divenne più dolce.

«No» rispose l'altro guardando fisso avanti a sé.

«Che succede? E di chi sono questi pantaloni?»

Silenzio totale. Un silenzio che ad Hoseok non piaceva per niente. «Jungkook!» iniziò, così, a spazientirsi.

«Cosa sai di Jimin e Taehyung? Perché non mi hai detto di avere il nuovo numero di Jimin? E perché ti odia tanto da voler chiamare la polizia se solo ti azzardi a contattarlo?» buttò tutto fuori il maknae, ormai in preda ad una crisi quasi esistenziale. Tutta la sua vita era stata una grossa bugia. Forse così doveva essersi sentito Taehyung nello scoprire la cruda verità, completamente perso.

Hoseok si irrigidì ancor di più, ma solo per qualche secondo: con un sospiro profondo calmò i suoi nervi tesi e ritrovò subito il suo tipico sangue freddo; poi si sistemò la cintura dell'auto attorno al busto, attivò il blocco delle portiere, e mise in moto.

«Che cosa fai? Non mi rispondi?» chiese Jungkook ancora più stizzito.

«Metti la cintura»

Jungkook incredulo guardava il suo fidanzato cominciare a guidare piano sotto la pioggia, e non degnarlo nemmeno di una risposta a tutte le domande poste.

«Ho detto, metti la cintura, non voglio che ci fermino per una stronzata simile» il tono di Hoseok era severo ma calmo, e inquietava l'altro tanto da non farlo obiettare ed eseguire le sue richieste.

«Dove stiamo andando?» chiese poi un po' incerto il maknae.

Hoseok continuava ad ignorarlo, mentre guardava la strada tranquillo, a differenza di Jungkook che un po' si stava agitando di fronte l'atteggiamento ambiguo del fidanzato, e al suo continuo restare silenzio alle proprie domande.

«Portami a casa mia, per favore, sono tutto bagnato, voglio cambiarmi» continuò iniziando a sfregare le mani sulle sue braccia per scaldarsi un po' dopo tutta l'acqua che aveva preso.

«Certo, Jungkook» rispose finalmente Hoseok, svoltando ad un incrocio.

«Che fai? Questa non è la strada giusta» lo ammonì il piccolo tremando visibilmente, non sapeva se per il freddo e i panni umidi addosso, o per la strana paura che provava di fianco al suo fidanzato.

«E' scortese, Jungkook. Siamo in macchina mia, quindi la meta la scelgo io... ma ti concedo il libero arbitrio sullo stereo, ok?» Hoseok sorrise appena, spostando la mano dal cambio di marcia al ginocchio del fidanzato. Strinse il giusto per far capire all'altro di starsene buono e fermo, fin quando non sarebbero arrivati a questa fantomatica meta.

«Dai, non è una cosa da tutti i giorni poter scegliere la musica nelle macchine altrui, forza, su» si voltò un attimo a guardare Jungkook, il quale era rimasto paralizzato a fissare la mano ferma sul proprio ginocchio, per poi ritornare con gli occhi sulla strada.

«D-dove stiamo andando?» Jungkook ripeté la domanda posta qualche minuto prima, ma ora con preoccupazione e terrore nel tono.

«Mettiti comodo, il viaggio sarà lungo»

Red Velvet ~ KOOKVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora