GRAN BRETAGNA (Random): Switch

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Sebastian si svegliò di soprassalto, nell'udire un suono piuttosto fastidioso: la sveglia di un cellulare.
La cosa lo inquietò: non aveva mai capito perché fosse necessario utilizzare le sveglie dei cellulari, invece che quelle tradizionali. Per quanto il mondo corresse avanti, non aveva alcuna intenzione di piegarsi al progresso tecnologico.
Forse stava ancora sognando.
Doveva essere un terribile incubo, in cui si era iscritto a Facebook, Twitter, Instagram e magari anche a Snapchat.
Nascose la testa sotto al cuscino, sperando di non sentire più quel rumore tremendo, ripensando per un attimo a quando la sera precedente era scivolato nel sonno sperando di svegliarsi almeno per un giorno nel corpo di Lewis e di potere disporre di una monoposto vincente almeno per una gara nel corso dell'intera stagione.
Doveva essere un incubo a tematica social, il karma che lo puniva per non essersi accontentato della sua meravigliosa vita, della sua meravigliosa monoposto rosso opaco e della possibilità di vincere "a casa loro".
Presto si sarebbe svegliato e... Niente da fare, era già sveglio e la luce iniziava a filtrare dalle finestre.
Sebastian si arrese, aprì gli occhi e vide il telefono dalla cover glitterata che suonava sul comodino.
Che strano, non aveva mai visto quel telefono, se non tra le mani di Lewis.
Che strano, inoltre, quando era andato a letto la sera precedente, il comodino si trovava dall'altra parte.
Allungò un braccio per afferrare il cellulare e strabuzzò gli occhi per ciò che vedeva.
Scostò il lenzuolo e fu ugualmente sconcertato: non si era svegliato nel proprio corpo, ma in quello di Lewis, che tra parentesi, a quanto pareva, andava a dormire indossando soltanto un paio di mutande piuttosto attillate, che lasciavano poco spazio all'immaginazione.
Avrebbe dovuto essere lusingato da quanto appena accaduto, ma non riusciva ad esserne così tanto felice, nemmeno se si trovava nel corpo del pilota con la monoposto più performante e che, secondo i suoi personali standard, era il più attraente sull'intera griglia di partenza. Avrebbe potuto pensare che tutti i suoi sogni si fossero avverati, ma trovava molto inquietante la faccenda: nessuno si svegliava nel corpo di un altro, per quanto ne sapeva lui, ed essere all'improvviso un fighissimo pilota Mercedes amato da tutto il pubblico britannico non gli sembrava per niente normale.
Riuscì a spegnere la sveglia e riuscì anche a sbloccare il telefono di Lewis, avendolo visto digitare il codice: era semplicemente la sua data di nascita.
Dato che ne aveva la possibilità, ne approfittò per curiosare nel cellulare del collega, andando a vedere quali foto conservasse nella galleria.
Trovò una cartella intitolata "sono troppo figo" che conteneva una lunga serie di selfie allo specchio, la maggior parte dei quali scattati indossando ben pochi indumenti. In effetti quegli scatti non erano niente male, tanto che decise di inviare al proprio indirizzo email (nella speranza di tornare, prima o poi, nel proprio corpo) alcuni di essi, quelli più hot in assoluto.
Continuò poi a curiosare tra le cartelle della galleria e ne trovò una intitolata "i miei amori". Si aspettava di trovarvi delle foto delle Pussycat Dolls nella loro formazione completa, oppure di Rihanna e Rita Ora, invece vide immagini scaricate dal web e, con piacere, Sebastian notò di essere uno dei soggetti più rappresentati in quelle fotografie. Gli altri erano Rosberg e Ricciardo, segno che Lewis li apprezzava tutti e tre nello stesso modo. Gli scatti di Sebastian, tuttavia, erano in numero superiore, quindi immaginò di essere il preferito di Lewis. Il fatto che non ci fosse nessuna foto di Leclerc e di Verstappen gli strappò un sorriso, poi si ricordò che quella che lo aspettava sarebbe stata una lunghissima giornata e che stare nel corpo del suo meraviglioso avversario non sarebbe stata affatto una passeggiata.
Innanzi tutto non poteva rimanersene nudo sdraiato sul letto per tutto il giorno, quindi si alzò e si diresse verso il bagno. Si preparò al volo, scegliendo espressamente di non radersi. Non era certo che Lewis ne sarebbe stato soddisfatto, ma dopo essersi risvegliato nel corpo di un altro voleva quantomeno avere il diritto di decidere che cosa fare della barba che si ritrovava: Lewis era figo, ma se sul mento avesse avuto dei peli incolti sarebbe stato molto più attraente.
Dopo avere indossato gli abiti meno tamarri che trovò (una delle poche cose che non sopportava di Lewis era il fatto che non possedesse camicie a quadretti), si legò le treccine in una coda, perché quella era l'acconciatura migliore che Lewis avesse sfoggiato negli ultimi anni, dopodiché si infilò in tasca il telefono glitterato e uscì dalla stanza, cercando di decidere cosa fare.
Se si trovava nel corpo di Lewis, allora Lewis era nel suo corpo?
C'era una sola cosa da fare, telefonargli e chiederglielo. Doveva solo cercare il suo numero nella rubrica nello smartphone di Lewis...
La scorse tutta, senza trovare il numero: non era memorizzato né come Sebastian, né come Vettel, né come Sebastian Vettel. Fece uno sforzo di immaginazione e ricominciò la propria ricerca: per la rubrica telefonica di Lewis, si chiamava Ferrarista Sexy. Quella era un'ottima notizia.
Gli sarebbe piaciuto verificare se qualcuno fosse stato salvato come Ragazzino Rompiscatole I e Ragazzino Rompiscatole II, ma non ricordava a memoria i numeri di Verstappen e Leclerc, quindi non avrebbe potuto avere la conferma che si trattasse proprio di loro. Inoltre, non doveva dimenticarlo, in quel momento aveva cose più serie di cui occuparsi.
Sarebbe stato difficile.
Cercò di valutare come interpellare colui che gli avrebbe risposto.
Alla fine optò per la cosa più semplice. Chiamò "Ferrarista Sexy" e attese con calma.
Sentire la propria voce lo fece rabbrividire, mentre si preparava moralmente a parlare con la voce di Hamilton.
"Lewis, sei tu?" gli domandò.
"Veramente" obiettò l'altro, "Lewis dovresti essere tu."
"Okay. Con chi sto parlando?"
"Mhm... cosa c'era scritto nella rubrica del tuo telefono, quando mi hai chiamato?"
"C'era scritto "Ferrarista Sexy"."
"Credo che tu abbia sbagliato numero, allora. Se cerchi Leclerc..."
"No" lo interruppe Sebastian, "Non cerco Leclerc. Avanti, non prendermi in giro, so che ti sei appropriato del corpo di Sebastian e dei suoi occhi azzurro shocking, quindi confessa la tua vera identità."
"Io non mi sono appropriato proprio di niente" obiettò l'altro. "Va bene, è una giornata strana, però non puoi accusare in modo random la gente di azioni così atroci. Per quanto ne sai tu, potrei essere tranquillamente Lando Norris."
"Oppure potrei essere io Lando Norris e per colazione potrei bere un bicchiere di latte appena munto."
"Bevi quel cavolo che ti pare."
Sebastian realizzò che il suo interlocutore non poteva essere Lewis: il pilota Mercedes, infatti, da vegnano si sarebbe indignato, se qualcuno all'interno del proprio corpo avesse bevuto del latte.
Sebastian cercò di far ragionare comunque colui che si era svegliato nel suo corpo.
"Chiunque tu sia, credo che ti convenga essere collaborativo. Non riusciremo mai a tornare in possesso dei nostri corpi, se non sappiamo chi stia occupando quello di ciascuno di noi."
"Non rompere le palle di prima mattina, Sebastian" gli intimò l'altro.
"Ehi, sai chi sono! Come hai fatto a riconoscermi, se non ho detto nemmeno una bestemmia?"
"Perché l'autore dello scambio sono io. E ti dirò di più, sto per aprire un profilo Instagram intestato a tuo nome."
"Nohhhhh, un profilo Instagram no."
"Mi sono già scattato trentadue selfie da pubblicare."
Sebastian era sul punto di mettersi a imprecare, ma l'altro riattaccò.
Per rilassarsi, scattò qualche foto con il cellulare di Lewis. Era certo che il campione del mondo sarebbe stato molto contento di trovare dei nuovi scatti.
Fece di più: li pubblicò uno dopo l'altro su Instagram, poi si mise a curiosare, alla ricerca del nuovo account.
Fu una sensazione terribile: quel profilo esisteva già ed era pieno di fotografie in cui un impostore che occupava abusivamente il corpo di Sebastian sorrideva in modo sguaiato.
Nonostante ciò, si sentì, almeno in parte, rincuorato: adesso sapeva dove avrebbe potuto rintracciare il vero Lewis. Sempre ammesso che lo scambio fosse stato effettuato tra soli tre piloti, quella mattina doveva essersi svegliato come Daniel Ricciardo...

Le Cronache dei VetteltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora