RUSSIA (Stagione 2016): Torpedo e vodka

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Era stato un giorno terribile, Sebastian era inconsolabile. Tra tutto ciò che poteva aspettarsi, non avrebbe mai immaginato che la sua gara potesse terminare al primo giro per un doppio schianto innescato da un torpedo che si atteggiava a manichino da crash test. Chi credeva di essere il Russo di Roma? un pilota di NASCAR? In tal caso poteva emigrare tranquillamente in America, dove il suo istinto suicida sarebbe stato senza dubbio apprezzato e avrebbe potuto sbizzarrirsi.
"Sebastian, perché non la smetti di borbottare e di mormorare dei 'f*ck' ogni tre secondi contati?" gli suggerì il suo compagno di bevute.
In realtà non si trattava di un vero e proprio compagno di bevute: quella sera, al bar, Sebastian si limitava a imprecare, mentre l'unico dei due che beveva era Kimi.
"Scusami, ma oggi è stata una giornata da dimenticare. L'ho preso in quel posto da Kvyat e non è stata per niente una bella sensazione."
Kimi accennò una mezza risata.
Sebastian spalancò gli occhi.
"Sei sicuro di stare bene?"
"Certo che sì."
"Non è da te ridere parlando di Kvyat."
"Lo so."
"In realtà non è da te ridere in nessuna circostanza."
"Non badare a queste sottigliezze" replicò Kimi. "Mi stavo immaginando una scena erotica tra te e Daniil."
"Una... cosa?!"
"Hai capito benissimo. Probabilmente Daniil soffre di eiaculazione precoce, dato che ti sei lamentato del fatto che sia venuto in fretta come un torpedo."
"Kimi, hai esagerato con la vodka, vero?!" lo rimproverò Sebastian. "Guarda che ho promesso a Minttu di riferirglielo, se ti fossi ubriacato."
"Non sono mai stato così sobrio" obiettò Kimi, passandogli il bicchiere. "Comunque facciamo così, bevi tu, mentre io passerò all'acqua brillante."
Controvoglia, Sebastian sorseggiò la vodka che il suo compagno di squadra gli porgeva.
Sentì il liquido caldo che gli andava giù per la gola.
"Allora?" chiese Kimi. "Che cosa ne pensi della vodka russa? Secondo me non c'è niente di meglio nella vita."
"Neanche vincere un mondiale con la Ferrari?"
"Lo ammetto, è stato bello, ma non tanto quanto la vodka. Non ti sei perso niente. Non di più di quello che ti sei perso ogni volta in cui bevevi degli analcolici, quantomeno. Adesso ordino subito un altro giro."
"Se proprio insisti..."
"Certo che insisto."
"L'alcool mi dà fastidio, non sono abituato a tenere i tuoi ritmi."
"Non preoccuparti, qualora tu dovessi iniziare a ruggire come una marmotta assassina del Quebec, capirò che è arrivato il momento di smettere e ti impedirò di bere altro. Che cosa ne dici di organizzare subito un drinking game?"
Sebastian gli ricordò: "Dovevi passare all'acqua brillante. Sarò costretto a parlare con Minttu del tuo comportamento sovversivo."
"Guarda che Minttu non è così fiscale quando si tratta di alcool. Per chi l'hai scambiata, per Jenni? Non preoccuparti, non mi metterei mai più con una donna di quello stampo, Jenni non faceva altro che farmi la predica e non amava nessuno tranne i suoi cavalli."
"Mi pare che amasse anche i fantini."
"Solo quelli astemi, probabilmente. Insomma, non faceva per me. Ma adesso beviamo e smettiamola di pensare alle delusioni amorose."
Sebastian accettò la sua proposta. Ordinarono di nuovo da bere e poi ancora un'altra volta e via di seguito.
A Sebastian non piaceva il fatto di perdere ogni scontro con Kimi, inoltre l'alcool era a spese di Arrivabene, quindi non c'era bisogno di mettersi dei freni.
Aveva perso ormai il conto dei drink, quando finalmente riuscì a battere Kimi.
Festeggiò facendo un ruggito micidiale e si alzò in piedi.
Sentì il pavimento che tremava... ah, no, non era il pavimento, era lui stesso che non aveva più il senso dell'equilibrio.
Kimi si allontanò per andare a conversare con Valtteri Bottas e non si preoccupò per lui. Probabilmente stavano parlando di qualcosa di importante, come invasione di renne nei cortili innevati, oppure saune e alcolici.
Abbandonato a se stesso, Sebastian fu costretto a subire un affronto gravissimo.
Qualcuno, alle sue spalle, si mise a sbeffeggiarlo.
"Guarda te, uno che una volta ha sconvolto l'opinione pubblica turca infrangendo la drinking age sul podio all'Istanbul Park non è nemmeno in grado di reggersi in piedi dopo una vodka."
Sebastian si girò a fatica.
"Torpedo, che ca**o vuoi?"
"Niente, passavo per caso e ho pensato di venire a salutarti."
"Potevi risparmiartelo."
"Naaaahhhh, sono una persona gentile, saluto anche i piloti lamentosi come te."
"Lamentoso 'sti ca**i, mi hai letteralmente buttato fuori. Ti meriti di essere cacciato via a calci nel cu*o e sostituito da Verstappen da un giorno all'altro."
"Sono certo che, se Verstappen fosse al volante di una Redbull, non ne saresti molto contento."
"Max è un bambino innocente. Tu, invece, sei..."
Sebastian non fece in tempo a finire la frase.
Ebbe bisogno di appoggiarsi al tavolo alle sue spalle, perché la testa gli girava parecchio e iniziava ad avere la vista molto annebbiata. Avrebbe tanto desiderato sdraiarsi da qualche parte e dormire per una settimana, sperando di non avere mal di testa al momento del risveglio.
Mentre si aggrappava al tavolo, finì per sbaglio con una mano sul bicchiere.
In quel momento ebbe un'idea folle. Si riprese quel tanto che bastava per fare un ruggito micidiale, tanto che alcuni clienti del bar si girarono verso di lui.
Poi, afferrato il bicchiere, si lanciò su Daniil urlando: "We believe in Sutil!"
Il pilota della Redbull si scansò e Sebastian stramazzò a terra prima di fare qualunque cosa che potesse avere conseguenze penali.
Il Russo di Roma, nel frattempo, chiamò qualcuno in soccorso proprio di Sebastian.
"Ehi, tu, potresti portarlo a dormire? Credo che non sia stato un buon allievo di Kimi in fatto di alcool."
Sebastian era ancora a terra quando davanti ai suoi occhi comparve un braccio tatuato.
"Ce la fai ad alzarti?" gli chiese Lewis.
Lo fissava con i suoi dolcissimi occhi scuri e con la sua aria da furbetto.
Sebastian cercò di alzarsi da solo, ma si arrese quando Lewis lo tirò su.
Gli sfuggì un "aaaawwww".
"Ce la fai a camminare da solo" gli chiese Lewis, "o devo prenderti in braccio?"
"One-one-one!!111!!11!" esclamò Sebastian. "Prendimi in braccio, come se fossi un principe azzurro."
"Non prendo in braccio i principi azzurri" replicò Lewis, "al massimo faccio a sportellate con loro."
"Fallo durante il prossimo gran premio, così magari vinco io."
"O magari vince Kvyat."
"O Verstappen."
"Perché Verstappen?"
"Perché ho pensato che sarebbe bello se la Redbull lo mettesse al posto di Kvyat. Quel ragazzino è competitivo, se lo merita."
"L'idea che stia sul gradino più alto del podio a spese nostre non mi alletta" puntualizzò Lewis. "Non so come ti sia venuta in testa un'idea così bizzarra. Avanti, muoviti, che ti porto a dormire."
Sorreggendosi a Lewis, Sebastian si lasciò portare via dal bar. Quella era l'unica ragione per cui il drinking game con Kimi non gli sembrava un'idea così azzardata.

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