AUSTRIA (Stagione 2002): La chat

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Dal punto di vista motoristico, le cose stavano andando molto male, nel corso di quella stagione. La Ferrari era la vettura da battere, la Williams era la seconda forza del mondiale e, salvo casi particolari, la McLaren, la squadra che Lewis sosteneva con grande dedizione, non sembrava destinata a lottare per la vittoria. A peggiorare la situazione, quel giorno in Ferrari si erano superati, con un'indegna performance destinata a mettere il team di Maranello ancora più al centro dell'attenzione di quanto accadesse d'abitudine.
Da giovanissimo pilota che aspirava un giorno a raggiungere la massima serie, Lewis comprendeva a pieno le dinamiche dell'accaduto, ma era convinto che ci fosse un limite al trash e che quel limite fosse stato abbondantemente superato.
Per fortuna il post-gara alla televisione era già finito, quindi c'era la possibilità di non essere più esposto a teatrini vari in cui Rubens Barrichello si faceva da parte per lasciar passare Michael Schumacher, ma non a gara in corso, no, proprio all'ultima curva! E pensare che a dare gli ordini alla Rossa era Jean Todt, uno come lui avrebbe dovuto capire che quella non era la corretta gestione delle tempistiche.
In un momento come quello, Lewis avrebbe potuto dimenticare l'accaduto soltanto se ci fosse stata, in sua compagnia, una ragazza con cui parlare di tutt'altro. Purtroppo, avendo l'abitudine di trascorrere tutto il proprio tempo a parlare della McLaren, gli era molto difficile stringere rapporti di amicizia con persone estranee al mondo del motorsport e l'unica ragazza disposta a sentirlo era la sua collega Susie Stoddart, una che gli sarebbe anche piaciuto sposare, un giorno.
Siccome l'idea di una conversazione femminile lo allettava molto, entrò nel sito di chat che frequentava occasionalmente, con il nickname McLarenBoy44.
Scrisse un annuncio sulla chat pubblica: "sono sottoterra pensando alla Ferrari che ha fatto doppietta, c'è qualcuna che vuole consolarmi?"
Di solito funzionava, quindi si aspettava di essere contattato in privato di lì a poco... e non fu necessario aspettare nemmeno un minuto, visto che ricevette subito un messaggio.

Schumifan1987: "Chattiamo?"
McLarenBoy44: "Con piacere, anche se il tuo nickname non mi ispira fiducia..."
Schumifan1987: "La cosa è reciproca. Nemmeno tu mi ispiri fiducia, con il tuo."
McLarenBoy44: "Mi chiamo Lewis, se preferisci."
Schumifan1987: "Piacere, io sono Sebastian."

Lewis strabuzzò gli occhi. Aveva letto bene?! Gli sembrava di essere stato abbastanza chiaro, gli sarebbe piaciuto chattare con una ragazza e, a quanto pareva, Schumifan1987 non era affatto una ragazza. Lo sapeva, il mondo era un posto crudele e il suo destino era quello di non ottenere alcun consenso tra il genere femminile. Si sentiva quasi come quando aveva chiesto a Susie se voleva uscire con lui, ogni tanto, ma lei gli aveva detto di no, confidandogli di essere segretamente innamorata di Nico Rosberg.
Fu tentato di darsi alla macchia: Schumifan1987 non sembrava affatto intenzionato a consolarlo, anzi, era molto probabile che il suo solo scopo fosse quello di generare flame.

Schumifan1987: "Ci sei?"
McLarenBoy44: "Sì, scusa, ma pensavo che fossi una ragazza."
Schumifan1987: "Che differenza ti fa? Ti ho contattato solo per parlare di Formula 1, non dovrebbe essere la stessa cosa?"
McLarenBoy44: "E, sentiamo, cosa vorresti dirmi, sulla Formula 1?"
Schumifan1987: "Che sbagli a lasciarti abbattere dalle vittorie della Ferrari, dopotutto Schumacher sta facendo una stagione perfetta."
McLarenBoy44: "Talmente perfetta che insieme al suo compare si è prestato a quella ridicola pagliacciata e a quello scambio di posizioni sul podio."
Schumifan1987: "Quando Schumacher avrà vinto il mondiale, allora Barrichello potrà vincere dei gran premi."
McLarenBoy44: "Questa sono sicuro di averla già sentita in TV... ma come succederà? Dato che Schumacher di solito è davanti, allora sarà lui a farsi da parte all'ultima curva?"
Schumifan1987: "Perché vuoi fare polemica a tutti i costi?!"
McLarenBoy44: "A me sembra che sia tu quello che vuole fare polemica. Perché mi hai contattato, per parlare di Schumacher a caso?"
Schumifan1987: "Non ne sto parlando a caso. È il mio idolo. Sono un kartista, mi piacerebbe un giorno somigliargli."
McLarenBoy44: "Non hai ambizioni maggiori nella vita?"
Schumifan1987: "Ovvero volere somigliare a Senna, come sicuramente vorresti fare tu se fossi un pilota?"
McLarenBoy44: "Io SONO un pilota. E se gareggiassi contro di te, penso che saresti costretto a guardarmi il culo."
Schumifan1987: "In fondo, guardare il culo altrui, è quello che stanno facendo gli avversari di Schumacher in Formula 1. Non ti piacerebbe, un giorno, diventare vincente come lo è lui adesso? Vincere sempre, tenerti tutti dietro e far indignare i tifosi degli altri piloti e delle altre squadre?"

Quelle parole aprirono la mente di Lewis. Dopotutto Sebastian aveva intuito meglio di ogni altro quale tipo di personalità si nascondesse dietro all'identità di McLarenBoy44. Se non erano d'accordo l'uno con l'altro a proposito di squadre automobilistiche e di piloti, potevano intendersi al volo quando c'erano in ballo delle altre questioni.
Chattare con quel ragazzo non sarebbe stato tempo sprecato, anzi, chissà, con un po' di fortuna Schumifan1987 avrebbe accettato, se gli avesse chiesto di scambiarsi gli indirizzi email e di rimanere in contatto. Un giorno avrebbe potuto metterlo al corrente dei propri successi e, chissà, farsi dare il suo indirizzo di casa per spedirgli una cartolina autografata.
Dal momento che era ancora presto per firmare autografi, si limitò a portare avanti un discorso sulla Formula 1 di quei tempi. Scoprì che entrambi sognavano di arrivare in F1, un giorno, e che entrambi nutrivano una profonda antipatia nei confronti di Jos Verstappen.

Schumifan1987: "è una cosa strana, così, a pelle..."
McLarenBoy44: "Anche per me, non c'è un motivo ben preciso, è un backmarker e, in quanto tale, non si sente molto parlare di lui."
Schumifan1987: "Sarebbe bello se, quando arriveremo in Formula 1, ci fosse ancora, in qualche squadra di basso livello, così potremmo toglierci la soddisfazione di doppiarlo."
McLarenBoy44: "Dubito che uno come lui riuscirà a rimanere in Formula 1 molto a lungo, dato che non riesce neanche ad avere sempre un volante tutte le stagioni."
Schumifan1987: "Però ha un figlio, che è ancora piccolo ma corre già sui kart, chissà, magari quando saremo più avanti nella nostra carriera gareggeremo contro suo figlio."
McLarenBoy44: "Dovrebbe arrivare in F1 ancora con il ciuccio, per avere a che fare con noi."
Schumifan1987: "Però, se accadesse, dovremmo allearci contro di lui e ridicolizzarlo costantemente."
McLarenBoy44: "Ci puoi scommettere!"

Quelle furono le ultime parole che si scambiarono, perché Schumifan1987 uscì dalla chat. Lewis attese a lungo che si riconnettesse, ma non accadde. Si dimenticò di lui, così come si dimenticò di tante cose, ad esempio la sua passione giovanile non corrisposta per Susie Stoddart, divenuta in seguito, per uno strano gioco del destino, la moglie del suo capo.
Si ricordò di quella chat, in modo totalmente casuale, un giorno di luglio di molti anni dopo, mentre i tifosi vestiti di arancione sulle tribune del Redbullring urlavano a caso durante la drivers parade, mentre Max Verstappen si affacciava ai bordi del camion per salutarli.
Rise.
Rise di gusto e Sebastian Vettel, che era accanto a lui, lo guardò storto.
«Ehi, Lewis, cosa succede? Va tutto bene?»
«Niente, lascia stare. Mi sono ricordato di una volta in cui, da ragazzino, durante una chat avevo scritto a un perfetto sconosciuto che mi sarei alleato con lui per battere Max, se fosse arrivato in Formula 1 in giovane età.»
Sebastian spalancò gli occhi.
«Sei serio?»
«Certo che sì. So che è una cosa strana, ma...»
Sebastian lo interruppe: «Quando è successo, esattamente, tutto ciò?»
«Mhm...» Lewis fu costretto a fare uno sforzo per ricordare. Aveva in mente una doppietta Ferrari, un ordine di scuderia... «Penso il giorno del Gran Premio d'Austria del 2003.»
«McLarenFan44» mormorò Sebastian. «Avrei dovuto capirlo prima! Eri tu! Eppure ti ho avuto sotto gli occhi tutti questi anni senza mai riconoscerti. È assurdo.»
Così, a quanto pareva, la legge del caso aveva fatto avverare i loro pronostici adolescenziali.
«Posso chiederti una cosa?»
«Certo.»
«Che fine avevi fatto, quel giorno?»
«Mia sorella aveva bisogno del computer. Mi disse di levarmi di torno. Io provai a oppormi, perché il nostro discorso su Verstappen mi intrigava, ma lei non ne volle sapere. Mi minacciò di dire ai nostri genitori che non avevo fatto i compiti, perché intendevo copiarli l'indomani mattina da Hanna, quindi fui costretto a farmi da parte.»
«Meno male che al giorno d'oggi la tecnologia è migliorata e i ragazzini di oggi non dovrebbero più avere questo genere di problemi» osservò Lewis, con un certo sollievo. «Dimmi, piuttosto, alla fine sei riuscito a copiare i compiti da Hanna?»
«È stata un po' riluttante, ma alla fine l'ho convinta. Mi ha detto, però, che lo faceva solo perché riteneva che io potessi essere perfetto come suo futuro marito e come futuro padre di una stirpe di bambini con gli occhi azzurri.»
«Ha avuto una buona intuizione, visto che di bambini con gli occhi azzurri ne avete prodotti in abbondanza, ormai.»
«Diventeranno tutti piloti, ne sono sicuro. E chissà, magari gareggeranno anche loro contro qualche esponente della stirpe dei Verstappen.»
«Sempre che Max non convinca tutti i suoi parenti e i suoi potenziali discendenti a darsi all'ippica, scoraggiato per i suoi stessi risultati, per evitare che anche loro vadano incontro alle stesse delusioni.»
«Perché Max dovrebbe essere deluso dai propri risultati?»
«Che domande! Perché io e te dobbiamo demolirlo, come ci siamo messi in testa di fare diversi anni fa. Non mi dire che hai cambiato idea.»
«Certo che no, ma mi piace mantenere un certo realismo.»
Lewis gli strizzò un occhio: «Asfaltare Max è il più realistico degli obiettivi. Sono certo che, alla fine della giornata, la sua tribuna arancione non sarà affatto soddisfatta.»

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