ABU DHABI (AU 2016): Silver Iceman

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Era una notte buia e tempestosa. Anzi, no, era solo buia, tempestosa non lo era affatto. Il vento non c'era e, di conseguenza, non c'era sabbia in circolazione.
Era giovedì. Era arrivato il momento dell'intervista dei due contendenti al titolo, in vista del Gran Premio di Abu Dhabi.
I due avversari si scambiarono un'occhiata gelida.
Sebastian abbassò lo sguardo. Non riusciva a sostenere quello del suo compagno di squadra: Kimi sembrava dire, senza avere bisogno di parlare, "i miei occhi sono molto più di ghiaccio dei tuoi".
L'intervista fu agghiacciante. Sebastian fu costretto a rievocare i giorni in cui lui e Kimi erano stati amici inseparabili, le loro sfide a chi riusciva a mangiare più gelati e i conseguenti disturbi intestinali derivati da quegli scontri.
Per non parlare dei drinking game: Kimi era sempre uscito vincente e stava anche per rivelare in mondovisione che l'ultima sfida alcolica era avvenuta soltanto alcuni mesi prima in Bahrein.
Sebastian gli allungò un calcio sotto al tavolo.
Kimi lo guardò con aria interrogativa.
"Cosa vuoi?" borbottò.
"Taci, idiota" gli intimò Sebastian, cercando di non farsi sentire. "Vuoi che venga diramato un ordine di cattura internazionale nei nostri confronti?"
Kimi alzò le spalle, con aria indifferente.
Sebastian lo lasciò perdere. Non aveva tempo da sprecare standolo a sentire. Tanto, alla fine di quel weekend, tutto sarebbe andato per il meglio: in un modo o nell'altro, Sebastian sarebbe riuscito a vincere il campionato, mentre Kimi sarebbe arrivato secondo, come era accaduto nelle stagioni precedenti. Che Kimi fosse davanti in classifica e che gli bastasse un podio per vincere il mondiale era irrilevante, Sebastian sapeva che, in un modo o nell'altro, avrebbe potuto relegarlo esattamente nella posizione che gli spettava.
Le domande, nel frattempo, continuarono e Kimi fu straordinariamente loquace: "Il mio punto di svolta è stato il Gran Premio del Giappone. Mi sono accorto che Sebastian si comportava da bambino e che non gliene fregava niente di impegnarsi sul serio..."
Come osava?!
Sebastian non aveva fatto niente di male, a Suzuka. Si era solo limitato a trovare un passatempo durante la conferenza stampa del giovedì. Si era messo a leggere il giornale sotto al tavolo e, preso da un improvviso slancio creativo, aveva chiesto a Fernando se potesse prestargli una penna. Ottenuto ciò che desiderava, aveva decorato con orecchie e baffi da coniglio una foto di Carlos Sainz jr che aveva trovato. Soddisfatto da quella meravigliosa intuizione, aveva deciso di mostrarla a tutti.
Lewis gli aveva anche fatto i complimenti, in seguito, spiegandogli che non era necessario comprare il giornale, in quanto le ultime notizie potevano essere consultare in internet dallo smartphone. In più, gli aveva riferito, esisteva anche una app chiamata Snapchat che permetteva di ritoccare fotografie con elementi animaleschi.
Sebastian non era tanto convinto, ma aveva promesso a Lewis che, se avesse vinto il mondiale, avrebbe festeggiato comprandosi un I-Phone e avrebbe scaricato quell'applicazione, imparando a utilizzarla, così almeno avrebbe saputo come divertirsi in momenti così noiosi. Quel giorno, per esempio, era stato perquisito all'entrata della sala stampa e gli era stata sottratta una copia della "Gazzetta dello Sport" che voleva portare dentro con sé. Aveva cercato di spiegare agli addetti alla sicurezza che non avrebbe potuto commettere azioni deplorevoli, in quanto su quel giornale di sicuro non avrebbe trovato foto di Sainz, che nessuno si filava neanche di striscio, ma non era stato ascoltato, dalle stesse persone che, con tutta probabilità, in quel momento stavano ascoltando i "bwoah" che Kimi metteva in mezzo alle frasi pensando che fossero interessanti.

***

Era arrivato il sabato. Era arrivata la Q3 e, dopo i tempi fantastici ottenuti nelle prove libere, Sebastian si sentiva molto sicuro di sé. Era certo che avrebbe potuto battere nettamente il suo compagno di squadra ancora una volta e che tutto stesse volgendo nella giusta direzione.
Come si aspettava, strappò il miglior tempo. Ripensò per un attimo ai bei vecchi tempi, in cui si sarebbe rintanato in uno sgabuzzino e avrebbe accarezzato i capelli a Kimi, sussurrandogli dolci parole, alle quali il suo amico avrebbe risposto con dei monosillabi incomprensibili. Poi, magari, si sarebbero scolati della vodka di nascosto e avrebbero organizzato una partita a briscola...
C'erano momenti in cui Sebastian avrebbe desiderato essere un pilota di un team con poche e labili speranze di vittoria... uno come Lewis, per esempio, che passava il proprio tempo libero a pomiciare con Nico...
Anche quel giorno li vide passare mano nella mano e ridacchiare tra di loro, incuranti dei loro risultati... e ciò non piaceva affatto a Sebastian: Lewis era la sua crush, ultimamente, ed era sgradevole sapere che avesse un legame così stretto con il proprio compagno di squadra.

***

Sebastian ripensò all'epoca passata in cui Webber spiccava il volo per le strade di Valencia.
Aveva sperato che Kimi rimanesse imbottigliato nel traffico dietro a Max Verstappen, ma non era stato sufficiente. Kimi era di nuovo secondo e non c'era la possibilità concreta di levarselo di torno... a meno che, quel pensiero improvviso verso Valencia, non lo salvasse improvvisamente.
Le gare sul circuito cittadino spagnolo erano state spesso caratterizzate da trenini, quindi bastava riproporre quella situazione per far sì che Kimi andasse in crisi e venisse superato dai piloti che aveva dietro.
Al grido di "col trattore in tangenziale, andiamo a comandare!" Sebastian rallentò quel tanto che gli bastava per ricompattare le vetture che aveva dietro.
Era fatta.
Lewis e Max avrebbero senz'altro superato Kimi facendogli una pernacchia e costringendolo a rintanarsi in un angolo a piagnucolare mormorando dei "bwoah" in modo decontestualizzato.
In più che bella cosa sarebbe stata ricevere un aiuto proprio da Lewis, sarebbe stato il primo segnale che erano loro, in realtà, la coppia perfetta, nonostante il legame apparente indissolubile tra Lewis e Nico.
Per un attimo Sebastian sognò a occhi aperti il nuovo smartphone che avrebbe comprato e tutte le app più tamarre che si sarebbe fatto suggerire da Lewis.
La sua mente lavorava a velocità folle, ben più folle della velocità con cui la sua vettura procedeva in quel momento in pista. Giro dopo giro era certo di essere sempre più vicino al coronare il proprio obiettivo. Com'era possibile che Kimi non si fosse ancora fatto fregare come un pollo dai piloti che gli stavano dietro? Ciò era in controtendenza con tutte le gare avvenute negli anni precedenti.
Perché snobbava i polli? Per caso era un complotto organizzato con Ericsson per vendicarsi della gallina che aveva atterrato quest'ultimo mentre era in bicicletta? Non che Sebastian avesse qualcosa contro le alleanze tra piloti nordici, se avevano nobili scopi, ma non era certo che screditare il pollame intero per via di un incidente in bicicletta rispettasse quegli standard. Nonostante ciò, poteva comprendere il disappunto nei confronti del singolo elemento: quella gallina non avrebbe dovuto tagliare la strada al povero Marcus, quanto piuttosto fargli i complimenti per essere salito su una bicicletta, un mezzo senz'altro più adatto a lui rispetto alla monoposto che guidava durante i gran premi.
Mentre l'andare lento di proposito lo spingeva inconsciamente a pensare incessantemente a Marcus Ericsson, Sebastian notava come i giri stessero diminuendo a vista d'occhio. Presto sarebbe stato troppo tardi e avrebbe dovuto arrendersi all'evidenza. Perché un meteorite non grosjeanizzava la Terra in quel momento, come accadeva nei film catastrofisti? Non era affatto pronto per rassegnarsi a un così mesto finale di gara...
Quando Sebastian passò sotto la bandiera a scacchi, si sentì come durante l'ultimo drinking game fatto con Kimi, prima che tra loro scoppiasse ufficialmente la terza guerra mondiale.
Kimi arrivò secondo.
Festeggiò in grande stile, facendo dei burnout. Tutto ciò era ridicolo. Iceman che faceva dei burnout?!
Sebastian andò al parc fermé e scese dalla propria auto scuotendo la testa. Le vecchie generazioni avrebbero rovinato il mondo, anzi, l'avevano già rovinato.
Fu costretto a sopportare una cerimonia interminabile, sul podio, resa ancora più interminabile dal non potere buttare giù Kimi. Si consolò sapendo che gli sarebbe dispiaciuto molto festeggiare la propria vittoria mondiale con il waard invece che con lo champagne, ma fu una consolazione di breve durata: lo vide scambiare qualche parola con Lewis, sorridendo. Come si permetteva di mettere gli occhi addosso a quel meraviglioso modello caraibico?!
Per fortuna, almeno da questo punto di vista, Sebastian era destinato all'happy ending. Mentre si dirigevano in conferenza stampa, Lewis ebbe un improvviso slancio e lo abbracciò e gli sussurrò in un orecchio: "resti tra noi, ma sei mille volte più figo di Kimi".

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Carissimi lettori, inizialmente vi avevo informati che questa raccolta sarebbe stata composta da un racconto per ogni circuito presente nel mondiale 2020.
In teoria, il nostro viaggio nel mondo dei Sewis avrebbe dovuto terminare qui, ma ho deciso che non sarà così. Aggiungerò dei racconti bonus, compresi alternate universe e approfondimenti di alcuni racconti già presenti nella raccolta, focalizzati su un altro punto di vista.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto, commentato, messo dei like... siete stati più di quanto pensassi. Grazie mille! <3 Un abbraccio virtuale a tutti/e!

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