AUSTRALIA (Random): Il ragno nella stanza numero 44

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Lewis sorrise, compiaciuto. Era iniziata l'ennesima stagione e, per il momento, procedeva tutto molto bene. La macchina era stata perfetta durante tutte le sessioni di prove libere, un po' come gli indumenti della sua collezione, e le qualifiche avevano confermato le stesse sensazioni.

Non restava altro da fare che attendere che arrivasse la domenica e, diversamente dai suoi colleghi, Lewis non era proprio capace di sprofondare nel sonno alle dieci di sera. Alla vigilia delle gare trascorreva spesso lunghe notti insonni, lasciandosi spesso prendere dall'ansia.

E se qualcosa fosse andato storto?

E se qualche pilota fosse andato più veloce di lui?

Ma soprattutto... se il suo compagno di squadra fosse andato più forte?

All'interno della vasca idromassaggio, Lewis scosse la testa. No, quel pericolo non c'era, Valtteri era come un enorme orsacchiotto di peluche, dallo sguardo assassino ma totalmente innocuo. Non sarebbe mai riuscito a batterlo, se non riusciva nemmeno a battere Kimi in un drinking game.

Sarebbe stata una domenica perfetta, una di quelle in cui tutto andava per il giusto verso, dal momento dei semafori a quello della bandiera a scacchi, non aveva nulla da temere.

Con quei pensieri ancora in testa si tirò su, si avvolse in un asciugamano, rimase ancora per venti minuti in bagno a sognare i fasti dell'indomani, dopodiché realizzò che era il caso di andare a letto. Anzi, era il caso di indossare un paio di boxer e poi di andare a letto.

Abbandonò il bagno, completamente nudo, e si mise alla ricerca della biancheria intima. Dov'erano i suoi nuovi boxer firmati? Non riusciva proprio a ricordarselo...

Si arrangiò come meglio poteva infilandosi un paio di mutande bianche, piuttosto trasparenti a dire il vero. Non importava, tanto non poteva vederlo nessuno...

"E poi, se anche mi vedessero, mi farebbero i complimenti."

Fu tentato di scattarsi un selfie allo specchio e di pubblicare una insta-story in cui mettere in mostra il pacco, ma erano ormai le due di notte e non era opportuno rimanere lì a tergiversare, invece di fare ciò che i bravi ragazzi facevano a quell'ora: dormire, soprattutto se erano piloti.

Fu allora che vide una scena raccapricciante: tra le lenzuola bianche del letto della suite per cui aveva sborsato una grande quantità di soldi per il weekend, alloggiava un orribile ragno nero, di dimensioni tali da far passare in secondo piano il pacco di Lewis, se fosse entrato a far parte della stessa foto. Finché rimase fermo, non lo inquietò più di tanto... e poi iniziò a camminare sul lenzuolo.

Tutto ciò era orribile. Quel bruttissimo animale inquietante non doveva permettersi di disturbare il sonno di un pluricampione del mondo di Formula 1 che, in gran segreto, aveva una paura micidiale dei ragni di grosse dimensioni.

Cercò di non farsi prendere dal panico.

«Ehi, tu» si rivolse al ragno, «Facciamo che ti apro la finestra e tu te ne vai senza disturbare, va bene?»

Il ragno lo ignorò. D'altronde che cosa c'era da aspettarsi da uno stupido ragno australiano di grossa taglia? Gli australiani, in generale, dovevano avere qualche rotella fuori posto e Daniel ne era una dimostrazione, figurarsi quindi i ragni loro connazionali...

L'aracnide continuò imperterrito la propria passeggiata sul letto. Lewis andò ad aprire la finestra, senza perderlo d'occhio. Sarebbe stato terribile non vedere dove si nascondesse il suo tremendo nemico, se non fosse riuscito a identificarne la collocazione. Quel mostro era tra le lenzuola del letto sul quale avrebbe dovuto dormire, infilato nelle sue striminzite mutande e, per il resto, così come la mamma l'aveva fatto. Non che sua madre fosse molto rilevante, in quel momento, probabilmente se fosse stata lì l'avrebbe rimproverato per avere trascorso le prime ore della notte a cazzeggiare nella vasca da bagno, invece di starsene sotto le coperte.

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