Malintesi e incontri

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Appena Ombra atterrò davanti alla cabina 13, Aurora smontò da cavallo e scappò dentro chiudendo la porta a chiave. Si accertò che le finestre fossero chiuse per bene e tirò le tende a coprirle la vista del Campo. Si abbassò la zip dell'abito lasciandolo poi scivolare per terra. Corse in bagno in intimo, sciaquandosi violentemente la faccia dal trucco e guardandosi poi allo specchio.
Gli occhi da cerbiatto erano arrossati dal pianto, aveva un'aria distrutta, di una che stava per crollare da un momento all'altro. Non era più l'Aurora che stava per baciare Cameron. Non era più la figlia di Ade felice. Non era più lei. Si diresse in camera lasciandosi cadere sul letto, singhiozzando di tanto in tanto. Si sentiva umiliata, abbandonata, si sentiva...derisa.
Si alzò dirigendosi verso l'armadio, alla ricerca di quello che l'avrebbe fatta sentire meglio. E lo trovò. Adesso teneva in mano una lametta, piccola e pericolosa. Se la portò vicino all'avambraccio, stava per tagliare quando..
Bum Bum Bum
-APRI AURORA!- urlò Cameron sbattendo ripetutamente i pugni sulla porta, Aurora singhiozzò guardando disperata la porta -PERCHÈ DOVREI? PERCHÈ!- Cameron prese a dare spallate alla porta per buttarla giù, invano -PERCHÈ NON MERITI DI STARE DA SOLA!- gli urlò di rimando lui -APRI!- gli ridisse. La ragazza guardò la lametta che aveva in mano con orrore, lasciandola cadere sul pavimento -P-Perchè l-lo fai?- gli chiese. Cameron poggiò la fronte sulla porta nera -APRI!- riordinò con voce ferma.
Lei si alzò avvicinandosi alla porta, non preoccupandosi neanche di coprirsi il corpo seminudo.
Il figlio di Ares appena la vide, arrossì sgranando leggermente gli occhi alla vista delle curve della ragazza, ma non si scompose. La prese per mano ed entrò anche lui nella cabina, richiudendo a chiave la porta.
La fece sedere sul letto poggiandole sopra le spalle la giacca del suo completo, guardandola mentre la ragazza se la stringeva addosso, le gote leggermente rosse.
Le prese posto accanto, prendendole le esili mani tra le sue, più grandi -Perchè sei scappata? Potevi affrontarla quella Drew! Tu sei 100 volte più forte!- le disse convinto. Lei scosse la testa alzando lo sguardo e fissandolo negli occhi -Secondo te, cosa avrei dovuto fare? Sono scappata non tanto perchè avevo paura, ma perchè hanno riso! Hanno riso di me! Non mi è mai capitato, mai e poi mai, di essere derisa in questo modo!- rispose lei, liberò le mani dalla stretta di Cameron -E lasciami..- aggiunse guardando terra. Il ragazzo non si scoraggiò e le prese il viso tra le mani alzandolo -Ehi- le disse dolce -Tu sei la ragazza più forte che ho mai conosciuto, chiaro? E non accetterò mai e poi mai che tu perda il tuo fantastico sorriso. Ti odierei addirittura!-
Lei abbassò lo sguardo verso le labbra carnose di lui per poi risollevarlo e incrociare i loro sguardi -I-Io...- provò a dire ma fu interrotta dalle labbra di lui. Sgranò gli occhi stupita, mettendo le mani sulle spalle di lui e facendo leggermente forza, come se lo volesse allontanare, ma era indecisa.
Cameron si staccò visibilmente rosso, allontanandosi da lei -I-Io... scusa...n-on volevo...- provò a dire, ma ci rinunciò sospirando e abbassando gli occhi. Aurora lo guardò per un po', pentita di averlo respinto -S-Scusami...t-tu mi...-
-Ho capito, non ti piaccio ma io ti ho baciato. Scusami, è stato un errore, ora ti lascio sola- la interruppe alzandosi e raccogliendo la lametta da terra. Poi uscì, lasciandole la giacca addosso.
Aurora singhiozzò appena la porta si chiuse. Sentì i passi del ragazzo che correva via e si lasciò andare in un pianto senza fine. Si odiava. Come aveva potuto spezzare i sentimenti di Cameron? Lei lo...amava? Lui, ora, l'amava? Non lo sapeva più, non sapeva più chi era o cosa ci faceva lì, circondata da quella gente così felice. A cosa serviva la sua presenza? Si mise sotto le coperte singhiozzando e rimproverandosi ancora per la sua insicurezza. Quella che l'aveva portata a respingere Cameron.
Il ragazzo che amava.

Cameron correva verso la cabina di Ares da ormai...no. Non stava correndo verso la cabina 5, ma verso la foresta. Si fermò di colpo guardandosi intorno, alla ricerca di una luce che lo riportasse al Campo Mezzosangue. Ma solo il buio più totale lo avvolgeva, solo l'oscurità, nient'altro che il nero.
Uno scricchiolio, simile a un bastoncino spezzato, li fece sguainare la sua spada, puntandola prima a destra, poi a sinistra. Aveva il fiatone ed era sudato, le gambe e le braccia li tremavano, aveva...paura? Impossibile. Lui è un figlio di Ares, dio della guerra cruenta, spargitore di sangue. Come poteva avere...paura?
Una risatina lo fece voltare verso sinistra, lì dove ora c'era una ragazza di almeno 15 anni, con una lanterna antica accesa in mano.
I capelli blu notte della ragazza sfioravano terra, erano lisci e all'apparenza morbidi. Gli occhi erano viola ametista, la pelle chiara e perfetta. Era bella e perfetta come una dea, che lo fosse? Indossava un chitone lilla, fermato da una medaglietta oro sulla spalla destra.
La ragazza gli si avvicinò cauta -Sei un semidio, vero?- gli chiese. Lui non rispose. Indietreggiò leggermente, pronto nel caso fosse una strana creatura -Il mio nome è Lexi, sono l'unica figlia di Mnemosine. Potrei farti scordare di tutto con solo uno schiocco delle dita!- si presentò la ragazza. Cameron sgranò gli occhi quando questa si avvicinò ancora di più -Se te lo chiedi, sì, sono immortale e ho precisamente 15 anni da 2000 anni ormai! Ho provato a venire qui al Campo Mezzosangue, ma non posso entrare perchè considerata pericolosa da Chirone. Se solo sapesse...- ridacchiò poggiando una mano sulla spalla del figlio di Ares. Lui divenne rosso di rabbia e la spinse via. Lexi proprio quando stava per toccare terra scomparve in una nuvoletta viola e riapparve alle spalle del semidio -Che crudeltà! Sono qui per riportarti al campo! E non sto facendo la carina per rapirti e portarti in un posto segreto e torturarti, idiota! Basta che mi prendi la mano!- esclamò porgendogli la mano oltraggiata. Lui ci pensò su un po', ma non essendo figlio di Atena si arrese e le afferrò la mano. Scomparve riapparendo nella cabina di Ares, si lasciò cadere sul suo letto ripensando a Lexi, la semi-titana che l'aveva aiutato. Ma perchè? Svenne letteralmente tra le braccia di Morfeo, che lo condusse in sonno senza sogni o incubi.

La figlia di Ade//🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora