Erano passate due settimane dalla morte di Niccolò, i suoi cari avevano aspettato poco tempo prima di celebrare il suo funerale, giusto il tempo di far allontanare la peste.
Noah era a pezzi, ancora non riusciva a realizzare cosa fosse successo e perché fosse successo, perché a lui.
In quelle settimane si preoccupò solo di tener d'occhio sua figlia e non farle mancare niente, l'unica sua distruzione.
Fortunatamente c'era Steve che le stava accanto, che non perdeva occasione per farla sorridere e farla tornare a vivere anche solo per qualche minuto.
Stette anche accanto alla sua ormai moglie Zaira, la quale quel giorno dovette assistere al secondo funerale di una delle sue persone preferite.
L'unico in grado di rivolgerle la parola in quella gabbia, l'unico in grado di farla sorridere, l'unico a farle da luce in quei momenti bui.Esther era forse messa peggio di tutti.
Non appena seppe la notizia, cadde nella disperazione più totale. Niccolò era suo fratello, un fratello che per molti anni le ha fatto da padre e persino da madre; insomma, Niccolò era tutta la sua famiglia e ora, proprio in quel momento, si sentí orfana, sola al mondo.
Non si tolse nemmeno per un secondo la chiave che le aveva donato il fratello l'ultimo giorno che la vide, mai. Era l'unico modo per tenerlo vicino, l'unico modo per saperlo ancora al suo fianco, ancora con lei.
Evitò di mangiare per i primi 4 giorni, poi però pensò a tutte le prediche che le faceva il fratello per farla mangiare, a quanto ci tenesse quest'ultimo a vederla in salute e si convinse, ricominciando pian piano a prendersi cura di sé, sperando che il suo Orso, da lassù, fosse fiero di lei.Adriano si sentiva preso in giro.
Ce l'aveva col mondo intero, con tutto l'universo e persino con i fantomatici dei che governavano da lassù.Se davvero esistevano come dicevano, allora perché erano così stronzi? Perché togliere la vita ad un povero ragazzo che non aveva mai fatto niente di male? Anzi, lui il male cercava sempre di evitarlo, di mandarlo via.
Si ricordava ancora della promessa che gli aveva fatto in guerra "se muori, non te lo perdonerò mai" e paragonarla a tutta quella situazione non gli faceva altro che male. Era vero, non era successo per via della guerra e di conseguenza non poteva prendersela con lui, sarebbe stato inutile e immaturo, ma come poteva superarla una cosa del genere?Il popolo quella notizia non la prese per niente bene, avevano perso due re, nel corso di un anno, dove sarebbero andati a finire? Chi si sarebbe occupato del regno? In che mani sarebbero capitati?
Ma ormai non aveva più senso farsi mille domande e cento paranoie, ormai erano lì, ormai era tardi.Mancava poco al momento del discorso e Noah si era concesso quei pochi minuti di "intervallo" per prepararsi un discorso degno di lui. Mentre ripeteva quello che avrebbe dovuto dire, si imbattè nella tomba del padre e lì approfittò dell'occasione per sfogarsi e buttare fuori almeno un minimo del dolore che provava.
-sei soddisfatto? O sei solo dispiaciuto che un lurido ratto abbia portato a termine ciò che progettavi da mesi, ma che dico? Anni! tu lo odiavi! Avresti ceduto la corona pur di vederlo soffrire su un trono di spine! - urlò la fanciulla puntando un dito contro la lapide, mentre una lacrima salata le rigava la guancia.
Sapeva in fondo, nel cuor suo, che non era colpa di suo padre questa volta. Niccolò stesso le aveva dato conferma, riferendole ciò che gli era stato detto quel giorno; e lei si fidava di lui, ciecamente. Eppure, sentiva il bisogno di prendersela con qualcuno, a tal punto da sentire persino la voce di colui che stava incolpando.-hai detto bene, odiavo. Sai? Col passare del tempo le cose cambiano-
-ma una persona no. - obbiettò Noah guardando la tomba in malo modo.
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Una vita ad aspettarti || Ultimo
FanfictionIn un epoca assai distante dalla nostra, dove le donne erano costrette a portare la gonna lunga e gli uomini a farsi la guerra; dove le cose non erano molto facili; dove si cadeva spesso in periodi di carestia ed era tutto basato su dure leggi da ri...