43. Amare è libertà

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-Ciao Nic io vado! - salutò Esther prima di correre verso la porta

-Ma come? Non mi dai nemmeno un bacetto? - si finse offeso il moro facendola voltare

La piccola corse verso di lui e gli diede due baci sulla guancia per poi sorridergli come solo lei sa fare

-aveva ragione papà quando diceva che tieni i capelli costantemente in disordine! - esclamò poi osservando il ciuffo disordinato del fratello

-non sono di certo io a decidere la sua forma- fece spallucce lui

-però è bello, si abbina alle lentiggini - ammise lei sfiorando le gote del moro

-grazie pulce ma se non ti sbrighi farai tardi- l'avvertí lui, anche se quasi gli dispiaceva lasciarla andare

-già vado, a mai più Nic! - esclamò lei mentre lo salutava con la manina, per poi raggiungere i suoi amici.

Niccolò uscì fuori la porta per vederla allontanarsi e intravide una carrozza.

Si aprí la porta della carrozza e vide l'ultimo volto che vorrebbe mai vedere sulla faccia della terra.

Era lui.
Era lì che ghignava soddisfatto.
La sua corona scintillava sulla sua testa arguta e la barba bionda circondava il mento per niente sporgente.

-Andiamo Esther, saluta per l'ultima volta tuo fratello. Andiamo a fare un bel giretto nelle grotte del castello. Che dici, ti va? - propose rivolgendosi alla bambina che esultò contenta.

-ESTHER! - La chiamò Niccolò, ma ella non lo degnò di uno sguardo.

-ESTHER! SONO QUI! TI PREGO NON PARTIRE! - Urlò a squarcia gola mettendo le mani ai lati della bocca.

La carrozza partì lasciandolo in dietro innalzando un enorme polverone di terra che lo fece tossire.

-NO TI PREGO ESTH! TORNA A CASA! - esclamò ancora con gli occhi che gli brillavano.

Corse, corse, corse più veloce che poteva dietro l'enorme carrozza bianca

La testa del re si affacciò dalla carrozza e ripeté il suo nome più volte

-Sei arrivato tardi Niccolò. ADDIO! QUESTA BATTAGLIA L'HO VINTA IO! - Urlò man mano che la carrozza si allontanava, terminando in una risata.

Il ragazzo sentiva ancora l'eco fare il suo nome: "Niccolò, Niccolò, Niccolò...!"

-Niccolò diamine svegliati! - aprí gli occhi e si ritrovò davanti l'espressione preoccupata di Noah che da più di 20 minuti cercava di smuoverlo dal sogno che stava facendo

-che è successo? Dove è Esther? - domandò confuso socchiudendo gli occhi per la troppa luce

-Esther? Niccolò ma che stai dicendo? Sta a letto dove potrebbe stare? - domandò retorica

-Ieri sera probabilmente sei svenuto, il calice che ti ha offerto mio padre non ha fatto molto bene.. - spiegò la ragazza

-ed io convinta stessi dormendo.. - sospirò ancora

-ti fa ancora male la pancia? - continuò a domandare dato il continuo silenzio da parte del ragazzo

-un po' - aprí finalmente bocca

-andiamo a fare colazione? - propose lei invitandolo a fare qualcosa, notava un certo cambiamento in lui

-No.. Rimaniamo qui- rispose lui mettendosi seduto per poi prendersi la testa fra le mani

Una vita ad aspettarti || UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora