11. Il momento giusto

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Si avvicinavano sempre di più e la gente incominciò a scappare

Ben presto non si capí più nulla, case che venivano saccheggiate, banche svaligiate, provviste rubate, gente ferita e gente che urlava.

Nessuno si aspettava che sarebbero arrivati proprio quel giorno, così presto.

Niccolò sbiancò in volto e buttò per terra gli attrezzi con l'idea di correre a casa e mettersi in salvo, ma qualcosa lo bloccò

-dove credi di andare ragazzino? - l'uomo di prima lo bloccò da una spalla e strinse tra i denti il tabacco

-Ma come non vede? I barbari stanno saccheggiando tutto e se non vogliamo essere colpiti.. O rapiti.. È meglio se ce ne andiamo da qui - rispose il ragazzo alzando la voce indicando il gruppo di uomini forzuti che si addentravano nel paese

-nono. Tu non vai da nessuna parte - lo tirò a sé con più forza provocandogli dolore - hai detto che saresti rimasto qui. Dall'alba. Al tramonto. - continuò riducendo gli occhi a due piccole fessure

-Ma.. -

-Niente ma. Forza al lavoro - lo interruppe incatenandolo alla caviglia ad un palo per poi sviniarsela su un carro con i suoi quattro scagnozzi

-No aspetti! Non mi lasci qui la prego!- tentò di urlare ma ormai il carro era già troppo lontano

Neanche il tempo di voltarsi che venne schiacciato e superato da un gruppo di barbari intenti a saccheggiare tutto quello che era rimasto e invadere la zona,
uno di loro si fermò e lo raggiunse

-Hey Brutus guarda! Questo qui è legato. Che c'è ti hanno abbandonato piccolo schiavo? - domandò con ironia scoppiando poi in una fragolosa risata

-non sono uno schiavo.. - tentò di tirarsi su e guardarlo negli occhi
-ero in cerca di lavoro.. - continuò poi

-ah si? Beh qualunque fosse la paga.. NON ERA ABBASTANZA - Rise di gusto dandogli una spinta che lo fece ricadere a terra

-che.. Che volete farmi? - chiese impaurito, ormai non sarebbe servito a nulla opporsi..

-beh credo che ti faremo.. - iniziò grattandosi il mento per poi venire interrotto da una voce femminile

-Voi non gli farete proprio niente. - Noah scese dal cavallo raggiungendo il ragazzo a terra

-Noah! - rispose meravigliato e entusiasta Niccolò facendole un sorriso, a Noah ricordò quel giorno in cui lo andò a vedere nelle segrete, solo che lì era sotto effetto di sostanze stupefacenti. Mentre adesso era lucido ma circondato da omoni grossi e forzuti

-Chi sei tu e che cosa vuoi? - domandò uno di loro guardandola male, Noah stava per rispondere ma venne preceduta da uno di loro

-È la figlia del re! La principessa del villaggio.. - disse con tono viscido sorridendo all'amico

-la figlia del re eh.. - ripeté l'altro con un ghigno in volto avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza

-lasciatela stare- Niccolò intanto si era alzato da terra, subito dopo che Noah lo avesse liberato dalla pesante catena

-oh.. Abbiamo un eroe qua.. - disse avvicinandosi sta volta a Niccolò che senza perdere troppo tempo gli sputò in un occhio.

-Questa me la paghi moccioso- disse per poi tirargli una gomitata nello stomaco, facendolo piegare in due dal dolore

-Niccolò! Stai bene? - Noah gli si avvicinò inginocchiandosi affianco a lui

-si.. Sto.. Sto bene - rispose prendendo fiato sforzando un sorriso

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