34. Speranza

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Quella stessa notte

-COME HAI OSATO DISOBBEDIRE AI MIEI ORDINI?!- urlò furioso il re contro il ragazzo con i capelli raccolti in una coda, ormai bagnata dalla pioggia

-Scusi sire.. Non pensavo lo buttassero nel fiume! - tentò di giustificarsi lui parando le mani in avanti

-Ti avevo detto di aspettare il giorno del matrimonio. - insistette lui distruggendolo con lo sguardo

-Ma sarebbe morto comunque! Anzi, se avessi agito secondo i suoi piani sarebbe morta l'intera gabbia-

-proprio non ci arrivi, vero? - domandò l'uomo sospirando e alzando gli occhi al cielo

-Ma sua maestà.. -

-Ora Noah non potrà mai pensare che sia stato un incidente! Sa che l'abbiamo punito noi! -

-Voi.. - lo corresse sussurrando

-Taci. Ormai è andata. L'importante è che quel verme sia nell'altra dimensione.. - sospirò soddisfatto e un ghigno vittorioso comparve sulle sue labbra.

***

Noah e Niccolò, stavano ancora cercando riparo. Anzi, Noah cercava riparo, mentre provava a portare con sé il ragazzo sulle spalle.

-ci mancava solo la febbre.. - sbuffò lei dopo essersi fermata per l'ennesima pausa e aver controllato la fronte al ragazzo tremante

-Ma come biasimarti? L'acqua del fiume era gelida, per non contare poi la pioggia e il vento.. - sospirò ancora mentre gli accarezzava il viso

-Io parlo, parlo, parlo..nonostante sappia che tu ora non puoi sentirmi, per questo mi chiedo:ti sveglierai mai? - parlò tra sé e sé ad alta voce, mentre i suoi occhi verdi cercavano il contatto con quelli nocciola del ragazzo, che però erano ancora chiusi.

Niccolò non aveva smesso di tremare un secondo, le ferite continuavano a sanguinare, e gli occhi erano rimasti chiusi.

Noah non sapeva più che pensare: era vivo? Era morto? Era in una specie di coma? Si sarebbe risvegliato? O sarebbe rimasto così per il resto della vita?

-Ti porterei al villaggio se solo potessi.. - gli sussurrò ad un centimetro dalle sue labbra, per poi azzerare le distanze

Il suo sguardo scese poi lungo le caviglie, e poté notare finalmente la distorsione che gli provocava tanto dolore

-Qui c'è bisogno anche di un medico.. - sbuffò poi sfiorando la caviglia, ma il ragazzo la ritrasse leggermente.

Era come se si trovasse in una profonda dormiveglia, riusciva comunque a sentire, però, il freddo e il dolore; il che lo stremava ancora di più

"Spugna! Torna subito qui, ti avrò ripetuto un migliaio di volte di non allontanarti!"

Una voce famigliare attirò l'attenzione della ragazza, si sporse per vedere più da lontano, e sorrise quando notò la figura del cane venirli contro.

-Spugna!- Lo accolse Noah accarezzandogli la cute pelosa, si staccò quando capí che il cane aveva avvertito la presenza di Niccolò; difatti gli si avvicinò e posò il muso sul suo petto.

Non ottenendo nessun cenno da parte del ragazzo, il cucciolo posò a tastoni la zampetta sul suo zigomo, poi sulla bocca e infine sulla guancia, ripetutamente.

Una vita ad aspettarti || UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora