9. Un fulmine a ciel sereno

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Niccolò si ritirò tardi quella sera e mentre camminava silenziosamente tra le strade del villaggio, in mezzo a case con poche luci, ripensava a ciò che era accaduto qualche minuto prima con Noah, lei gli piaceva. Questo era evidente, ma la domanda che gli frullava nella testa era se anche lei ricambiava quel sentimento.

Non ho speranze.. Lei è una principessa di sangue reale, una donna di alta classe, non potrà mai scegliere il figlio di un povero mercante del villaggio.

Anche se fosse non le potrei dare ciò che merita.. Perché di volere ha già tutto, non potrò mai regalarle un bracciale d'oro o un abito nuovo, tutto ciò che posso darle è il mio amore, un mazzo di fiori.. Qualche poesia.. Ma nulla di tutto questo sarà mai abbastanza, io non sono abbastanza.

Aprí la porta di casa, le luci erano spente e sul tavolo era rimasto un piatto di verdure e un pezzo di pane, Sandro aveva cucinato anche per il figlio e quando vide che fuori si era fatto buio decise di lasciargli il piatto sul tavolo, lo avrebbe mangiato quando sarebbe tornato.

Le regole erano quelle, quello stava e quello ti mangiavi, non potendolo manco riscaldare, se arrivavi tardi ti toccava il piatto freddo

Ma Niccolò non aveva molta fame, si mangiò solo il pezzo di pane e lasciò il piatto lì dove stava, lo avrebbe usato come concime per le piante il giorno dopo

Passò dalle camere, il padre dormiva solo sul letto matrimoniale e un vuoto malinconico si fece spazio nel petto di Niccolò

Andò poi a controllare Esther che dormiva beatamente abbracciata al peluche che lui stesso le aveva regalato

-buonanotte piccola- le lasciò una carezza ai capelli e un bacio tra di essi per poi dirigersi in camera sua

Si stese sul letto e chiuse gli occhi provando a prendere sonno, ma nulla.
Si rigirò nel letto più volte e alla fine si arrese guardando il soffitto

D'altronde succedeva spesso, non dormiva quasi mai, preferiva guardare fuori il cielo e rinchiudersi tra l'eleganza delle stelle, con i rumori della notte in sottofondo. Oppure gli bastava stare sdraiato a letto guardando il soffitto e perdersi nei mille pensieri che occupavano la sua testa

La notte, per Niccolò, era un momento magico, unico che andava vissuto a pieno, se la gente dorme, chi più alzerà lo sguardo verso le le stelle? Chi sentirà i miagolii dei gatti affamati tra i vicoli delle case? Chi penserà a cosa fare il giorno dopo? Sarebbe sprecato dormire e perdersi tutto questo

È anche vero però che il corpo ha bisogno di recuperare le energie sprecate durante la giornata, perciò delle volte anche se cerchi di restare sveglio il corpo cede facendoti cadere in un sonno profondo

Ed è proprio con questi pensieri che gli occhi di Niccolò si fanno sempre più pesanti mentre lui lotta per tenerli aperti, il corpo però si arrende lasciandolo cadere tra le braccia di Morfeo.

***

-Buongiorno principessa - disse Steve entrando nella camera di Noah posando il vassoio con la colazione sul comò di fianco al letto

-Daje Steve... Altri 5 minuti.. - mugulò lei rigirandosi dall'altra parte lasciando Steve senza parole

-vedo che passare del tempo con quel ragazzo e i suoi amici le sta facendo effetto- commentò divertito sedendosi su una delle comode poltrone presenti nella stanza

-e comunque non ho intenzione di andarmene - continuò incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe

-Uffa e va bene mi alzo! - sbuffò alzando il busto mettendo in bella vista i capelli arruffati e i segni del cuscino sul viso

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