Capitolo 2

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Clarke's pov

"Ora resta qua il tempo che ti cureranno le ferite,poi passiamo da casa tua,prendi i tuoi vestiti e alloggerai da me" dice l'agente che mi ha salvata da morte certa
"Si,si certo" le rispondo.

"Agente Nadia Ortiz?"
"Si,sono io" si allontana

<<Nadia Ortiz? No,non è possibile,non sarà lei la mia amichetta del cuore alla quale confessai di amarla...sono passati già anni e non l'ho più vista>>

Lascio perdere questo pensiero e mi concentro sulla mia situazione attuale.


"Bene,ecco fatto,abbiamo finito signorina" dice la signora che mi ha medicato le ferite con uno sguardo dolcissimo
"Grazie mille" scendo dal lettino ed esco
"Andiamo?" chiede l'agente che ho capito si chiami Nadia
"Andiamo"

Prendo tutte le mie cose e vado via. Mia madre era una roccia,non trasmetteva nessun sentimento. Ho sempre stimato quella donna,e ora mi ritrovo ad odiarla.

Siamo arrivate a casa. È una casa molto grande con giardino. Mi fa accomodare dentro.

"Fai come fosse casa tua" dice
"G-Grazie mille"

Poso i miei bagagli dentro la stanza dove dormirò,ovvero la medesima in cui dorme lei...sarà un po imbarazzante. Entra in stanza. Il silenzio regna sovrano. È sera.

"Soggiorni da me e non so il tuo nome" dice guardandomi
"Mi chiamo Clarke López Diáz"
"Bene,piacere,il mio nome è Nadia Ortiz González"
"P-Piacere mio" dico diventando rossa peperone. È lei. Lei è la mia cotta da quando ero bambina e ora cavolo,cavolo se non è cambiata in bene.

IL GIORNO DOPO

Apro gli occhi. Siamo messe l'una di fronte l'altra. Le sue labbra vicino le mie. Sento il suo respiro. E come ciliegina sulla torta,la sto abbracciando. Inghiotto rumorosamente. Ok,credo che è meglio che vada.

"Nadia...tu non sai quanto cazzo ti amo"

Mi alzo dal letto e mi preparo per andare a lavorare. Lavoro in un bar.

"Buongiorno" dice una voce alle mie spalle
"Buongiorno" rispondo
"Dove vai?"
"Vado a lavorare,se non lo sapessi,io lavoro in un bar,in via Santiago López "

Finisco di prepararmi ed esco di casa.


"Clarke,vai tu a servire l'agente Ortiz?" dice il mio amico Xavier,anche lui un cameriere
"Oh si,certamente" vado verso il tavolo

"Cosa prende?"
"Un caffè,per favore"
"Arriva subito"

Le servo il caffè e mi giro per andarmene,ma una presa al mio polso mi ferma.

"Siediti,per favore" dice. Faccio come dice lei.
"Riguardo a quello che mi hai detto stamattina...è vero?"
"Che cosa?"
"Del fatto che tu mi ami" sbianco immediatamente. Non immaginavo sentisse.
"Emh si cioè- torno a lavoro,il caffè lo offre la casa,buona giornata"

Che figura ragazzi.

LA SERA

La porta si apre rivelando la figura di Nadia molto stanca,dai capelli scompigliati e con un taglio sotto l'occhio.

"Oh mio dio,cos'è successo?!" chiedo preoccupata
"Tuo padre non accettando il fatto di essere allontanato dalla casa,ha iniziato a dare di matto e a minacciare me e il mio team con un coltello e questo è il risultato" dice con il respiro affannato
"Vieni qua" le prendo la mano e la faccio sedere "ti curo il taglio prima che possa fare infezione"

Vado a prendere l'occorrente. Sento che mi sta accarezzando i fianchi.

"Tornando a oggi...quello che mi hai detto stamattina è vero?"

Arrossisco.

"Emh,come si risponde...si? No,no lascia stare io-" mi blocca mettendo l'indice sulle mie labbra
"Non è una domanda difficile,se è vero annuisci,se non è vero scuoti la testa"

Annuisco.

"Ora ne ho la piena conferma,sei tu la bambina che confessò di amarmi anni e anni fa" annuisco ancora. Mi abbraccia. Lego le abbraccia al suo collo e mi avvicino lentamente. I nostri nasi si toccano. Il mio cuore batte fortissimo. Mi avvicino ancora e le lascio un leggero bacio sulle labbra.

"Clarke..."
"Dimmi tutto"
"Scusa ma...io non mi sento ancora pronta ad avere una relazione con te..."
"Ah si,tranquilla,non fa niente" dico con la voce tremolante "è-è tutto ok" sorrido falsamente. Finisco di curarla e mi butto sul letto a piangere dopo aver chiuso a chiave la porta.



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