Capitolo 5: Come bambine

468 21 2
                                    

Era circondata dai suoi amici, o almeno così credeva. I loro sorrisi erano strani, quasi terrificanti. Cominciarono a ridere di lei e, per quanto gridasse nessuno la sentiva, e gli altri continuavano a ridere puntando il dito indice verso di lei. Era una risata innaturale, disumana. Le risa cominciarono a martellarle la testa. Non ne poteva più. Cominció a piangere, ma per quanto si lamentasse le risa non facevano che aumentare e intensificarsi. Si sveglió urlando con le lacrime agli occhi. Aveva avuto un incubo. Si guardó intorno e controlló che almeno Mirka fosse accanto a lei. La mora la guardava preoccupata. -Eliza, stai bene?-. -Certo- disse con un sorriso. "Certo, è solo un altro incubo, il quinto questa settimana. La cosa più strana è che è sempre lo stesso incubo, che si ripete secondo dopo secondo, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno...". Era da anni che faceva lo stesso incubo, anche quando era vicino ai suoi amici. Le sentiva. Sentiva quelle risa, la prendevano in giro e la tormentavano. Era così da quel giorno, da quel maledetto giorno... -Eliza, ci sei?-. Eliza si scosse: aveva sognato ad occhi aperti. DI NUOVO. Cercó di concentrarsi su dove si trovava; il posto era vecchio e malandato. Per quanto la loro scuola fosse brutta, quello era sicuramente troppo. Sembrava che con un solo soffio i quadri vecchi di anni si sarebbero dissolti in polvere. Osservó Mirka, doveva essersi svegliata ormai da tempo, sembrava terrorizzata. Eliza capì subito che le cose erano ancora peggio di quanto pensava. Senza esitare disse -Andiamo via da qui!- Trascinó l'amica lungo l'aula, aprì il corridoio e la visione che si trovó davanti era qualcosa di orribile: l'intero corridoio era ricoperto di un liquido viscoso e completamente rosso. Emanava un odore terribile: odore di morte. Sangue. Eliza cominció ad allarmarsi, se c'era tutto quel sangue doveva provenire da qualcosa. Abbassó lo sguardo sui suoi piedi. Lo spettacolo fu così orribile che non resse e cadde fra le braccia di Mirka. Centinaia di corpi squartati e distrutti si trovavano lungo tutto il corridoio, sembravano quasi una distesa infinita. Si mise a piangere. Le voci ricominciarono a tormentarla. Cercavano in tutti i modi di dissuaderla dal continuare. Rimbombavano pesanti nella sua testa "Perchè sforzarsi ad andare avanti se sai già che morirai?" "Tanto morirai comunque, arrenditi..." "Sai di non potercela fare, sei troppo DEBOLE." -BASTA!!!- gridó Eliza al limite della sopportazione. Le lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi. Era stanca, stanca di tutto questo. Per un attimo prese in seria considerazione le proposte delle voci. Stava per arrendersi quando la vide. Mirka non era affatto scioccata come lei, bensì molto triste. Vedere tutti quei bambini morti l'aveva rattristata in un modo incredibile. Eliza poi pensó a se stessa, a come era ridotta in quel momento: disperata e con le lacrime agli occhi. Si vergognava, si vergognava tanto. Mirka si giró a guardarla, il suo sguardó s'intenerì a vederla così triste, così fece quello che facevano tutte le volte quando erano bambine. Si chinó e sorridendole allungó una mano -Allora ci muoviamo? Rick ti starà aspettando!- a Eliza subito venne voglia di sorridere. Si allungó e prese la mano di Mirka sempre sorridendo, poi si accorse della frase che aveva appena pronunciato poi diventó rossa come un peperone -Mirkaaaa!!!- Mirka si mise a ridere, capì che era il momento di correre e ridendo percorse tutto il corridoio correndo. Eliza si lanció subito al suo inseguimento e dopo un pó di tempo erano ritornate come bambine, ridendo e scherzano per i corridoi.

****

Stavano percorrendo il corridoio dell'ala ovest quando Mirka diede una gomitata a Eliza e un ghigno da folletto apparve sul suo volto -Tornando al discorso di prima...scommetto che Rick ti sta cercando- Eliza diventó rossa per la seconda volta -Scherzi?? È l'ultima cosa che voglio!- il ghigno di Mirka si fece ancora più ampio -Ah capisco...volevi che ROB ti trovasse...- Eliza diventó bordó -Mirka dai!!- -Va bene, va bene...stavo solo scherzando- Eliza mise il broncio che poi sostituì con un sorriso. Era per questo che Mirka era indispensabile per lei. Per quanto fosse triste e disperata lei trovava sempre il modo per farla ridere. La pancia di Mirka brontoló proprio quando passarono vicino all'insegna "Bagno" -Oh,proprio quello che ci voleva- -Devi proprio andare?- chiese Eliza intimorita. -Quando la natura chiama, chiama.- disse Mirka ridendo.Poi riprese il discorso più seria -Tranquilla, saró da te in un attimo- detto questo entró nel bagno. Passó circa un minuto, Eliza stava per andarla a chiamare quando sentì il pavimento tremare sotto i suoi piedi: un altro terremoto. -Aaaaaaaaah!!!- il terremoto si fece sempre più forte. Eliza cercó di arrancare verso il bagno, purtroppo per lei la scossa fu così violenta che quando si alzó in piedi la sbattè contro la parete, tramortendola. Intanto nel bagno riecheggiavano le urla di Mirka.

--------------Continua---------------

Corpse party-ResurrectionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora