Capitolo 4: Risveglio inaspettato

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Jenny si sveglió con la testa che le pulsava. Aprì gli occhi, ci mise un po' a mettere a fuoco la stanza, un po' per la stanchezza e un po' per lo schianto; osservò l'ambiente circostante: assomigliava ad una vecchia classe, probabilmente un'elementare, a giudicare dalla dimensione dei banchi. Il soffitto cadeva a pezzi, l'intonaco era scheggiato e il tutto ricoperto da uno spesso strato di polvere. Si alzò in piedi, le articolazioni doloranti. Cominciò a tremare, sembrava di essere in uno di quei film horror anni '80. Sentí una voce, ma era distante, quasi ovattata. Aveva ancora le orecchie tappate. Si concentró maggiormente su quella voce che le sembrava così familiare. -Jenny...Jenny?-. La voce la stava chiamando. Sgranó gli occhi, riconosceva quel timbro di voce: era Alexa e sembrava nei guai. Zoppicò nell'aula continuando a seguire la voce. Raggiunta quest'ultima,trovò Alexa con una gamba ferita, schiacciata da un banco. Lo rimosse con cautela cercando di non prestare attenzione ai piccoli gemiti di lei, se la mise in spalla e la trascinò fino all'uscita. All'esterno la scuola era anche peggio di come appariva l'aula e ogni tanto si potevano notare lievi tracce di sangue. Jenny cercò di non farci caso; cercò di ignorare anche quell'odore di carne putrefatta e cercò di ignorare anche quegli strani graffi sui muri. Ma quando lo vide fu la goccia che fece traboccare il vaso. Cadde all'indietro trascinando Alexa con lei. Ai suoi piedi si trovava una bambina, qualche anno meno di lei. Il suo corpo era fermo in una posizione innaturale, schiacciato contro il pavimento. Sotto di lei si trovava una pozza di sangue che si stava espandendo lentamente. Il sangue aveva il color del carminio, il viso di Jenny assunse un'espressione d'orrore, non solo per il cadavere ma perchè doveva essere morta da poco e chiunque l'avesse uccisa era ancora in libertà. Sentì Alexa gemere. Affrettò il passo, non voleva restare lì un minuto di più. Durante il suo percorso notó che anche molti altri cadaveri, alcuni più vecchi mezzi decomposti, altri più recenti con il sangue ancora viscoso, sparsi ovunque. Chiuse gli occhi e con quella poca forza che aveva cominciò a correre terrorizzata finchè non le apparse davanti il cartello "infermeria". Vi entrò senza esitare, la osservò. Certo, era vecchia e trasandata ma almeno non presentava traccia di cadaveri o sangue. Depositó dolcemente l'amica su una branda e si mise in quella accanto. Chiuse gli occhi. Dopo tutto ciò che aveva visto voleva solo dormire e non svegliarsi più. Dopo circa mezz'ora, Alexa si svegliò di soprassalto, si guardò intorno e ricordó tutto. Vide Jenny accanto a lei che dormiva beata, sorrise e lentamente cercó di alzarsi dal letto. Appena la gamba toccò terra sentí una rapida fitta -Maledizione!-. Si diede un'altra spinta e si alzò in piedi. Con sua grande sorpresa la caviglia non le faceva male; probabilmente la ferita si era rimarginata. Esaminò la stanza, vecchia e putrefatta. -E ti pareva! Perchè non mi sveglio mai in un hotel a cinque stelle?!- disse irritata. Con quest'ultima affermazione sveglió Jenny trafelata. Prima che Alexa potesse dire una parola, subito Jenny si chinó per osservare la ferita. Se avesse aspettato troppo avrebbe fatto infezione. Cercò un kit per medicarla, sfortunatamente mancava l'acqua; avrebbe dovuto trovare il bagno. Disse ad Alexa di sedersi -Va tutto bene, tornerò fra poco. Tu riposati.- -Ok...- disse Alexa poco convinta. Jenny, notando l'incertezza nella sua voce, le prese le mani e le fece il sorriso più rassicurante che poteva. Alexa si fece un po' più di coraggio, non doveva intristirsi così, sapeva che l'amica avrebbe avuto bisogno del suo sostegno per farcela. Poco prima di uscire Jenny si sporse un'ultima volta dalla porta prima di chiuderla -Vado e torno subito!-.La porta si chiuse con un tonfo. Alexa si stese sul letto stanca e si addormentó di nuovo ignara che due occhi maligni la stavano osservando nell'ombra.

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