Capitolo 13: Lacrime

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Rick svoltó l'ultimo angolo e... quella che vide fu una scena a dir poco raccapricciante: Mike teneva in mano un affilato coltello con il quale continua a trafiggere un ormai sfigurato cadavere. Il sangue sgorgava a fiumi, quasi come pioggia, intanto Mike rideva. Un ghigno disumano. Rideva come non aveva mai fatto, ma la cosa peggiore per Rick fu intravedere dei lunghi capelli biondi intrisi di sangue. Il petto cominció a fargli male, continuava a fissare incredulo la scena e poi accadde. Non se ne accorse nemmeno, una lacrima, due, tre. Come in trance si mise a piangere in silenzio. Avrebbe voluto essere lui al posto suo. Il petto gli faceva sempre più male, come se il suo cuore fosse stretto da una morsa. Poi all'improvviso cominció ad avvertire una strana sensazione, potrebbe essere identificata come calore ma non lo era, no quello era cento volte più forte. La rabbia prese possesso di lui e in sé sentì montare una furia incontrollabile. Accadde tutto in un attimo, corse fuori dal suo angolo e attaccó Mike alla sprovvista. Lo gettó a terra e gli sfiló il coltello di mano poi cominció a trafiggerlo molto lentamente, imponendogli la stessa tortura che aveva dovuto subire lei. Mike cercó di liberarsi, strepitó, urló, cercó di tirare pugni alla cieca ma ormai era troppo tardi per scappare. La lama trafiggeva la sua carne con un movimento lento e ripetitivo. Non poteva fare altro che urlare. E fu proprio quello che fece.Intanto Rick piangeva. Le lacrime si mischiarono al sangue versato ma a lui ormai non importava più. Finito il suo lavoro cercó di sistemare il cadavere di Eliza nel modo migliore possibile. Le chiuse gli occhi ancora pieni di terrore. A quel punto successe una cosa inaspettata: con ancora gli occhi chiusi il suo viso si rilassó e si distese in un ultimo sorriso -Grazie-. Furono come un ultimo sospiro poi il suo cuore cessó definitivamente di battere e sprofondó in un sonno eterno con ancora il sorriso. Rick abbracció quel freddo cadavere, disperato. Rimase così per quelle che erano ore poi sistemó il cadavere in un punto sicuro e se ne andó. "Ce la faró anche per te, Eliza." A quel punto fece un profondo sospiro -La tua memoria non sarà mai dimenticata-.

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Mirka, finalmente ripresasi, uscì dal bagno e chiamó Eliza a gran voce. Purtroppo non ottenne risposta così non le restava altro che vagare senza meta. Cercó disperatamente gli altri ma tutti i suoi tentativi si rivelavano vani. Poi lo sentì. Un urlo straziante. Corse finché non la trovó. Per terra giaceva Alexa, ora incoscente e in preda agli spasmi. Mirka restó accanto a lei e aspettó pazientemente che si svegliasse. Quando si ricompose Alexa le raccontó come era riuscita a sfuggire ad una creatura abominevole e aveva perso gli altri. Decisero così di mettersi in viaggio insieme. Per un attimo il sorriso di Alexa, all'accettazione dell'invito sembró quasi un ghigno ma non ci fece caso, non poteva essere così, non era da lei. Così si incamminó per prima. Quando la ragazza si alzó il suo ghigno si ingigantì. Era riuscita ad ingannarla. Sapeva che le era scappato un ghigno ma non poté trattenersi. Era così fantastico possedere di nuovo un corpo umano...

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