12.

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POV DI SOFIA
<<Hai bisogno di qualcosa?Ti serve una mano? >> mi chiese Kim, più volte.
<<Non preoccuparti, sto benissimo.
Voglio solo riposare un pò>>
<<Va bene, ti lascio libera ma chiamami se ti serve qualcosa>>
<<Ovviamente>>
Da quando ero tornata a casa mi trattavano tutti come se fossi una bambola di porcellana, mi stavano vicino e cercavano di non lasciarmi mai da sola, glie ne ero molto grata ma iniziavo a sentirmi soffocare.
Hero non l'avevo più sentito, forse stava davvero cercando di lasciarmi un pò di spazio per pensare, anche se in realtà non sapevo ancora che cosa dovessi fare.
Ero così confusa.
La suoneria del mio cellulare mi riportò sulla terra, facendomi allontanare da ogni pensiero.
<<Sofia, scusami se ti chiamo così di colpo ma ho bisogno di te. Cerca di venire in sede il più presto possibile>>
<<James che succede?mi stai spaventando>>
<<Tu vieni, ti prego>>
<<Arrivo subito>>
Indossai le prime cose che trovai nell'armadio e raggiunsi James in sede.
Non appena arrivai sembrava essere scoppiata una bomba, c'era casino dappertutto ed ogni angolo era pieno di polvere e macerie, fortunatamente l'edificio era ancora in piedi.
<<James ma che cavolo è successo qui? >>
<<Non lo so Sofia, sono arrivati dei tizi mascherati, non sappiamo chi fossero e non avevano alcun simbolo che potesse farli riconoscere.
Sta di fatto che ci hanno bombardati, fortunatamente hanno colpito solo le statue, senza attaccare il palazzo>> rispose James, nel panico più totale.
<<Ma come hanno fatto a trovarci?
Tutti noi sappiamo che questo non è luogo che conoscono tutti, solo quelli della nostra specie ne sono a conoscenza.
I maerneyns si sono estinti del tutto, perciò chi può essere stato? >>
<<Non lo so, anche io penso che non siano stati loro, ma allo stesso tempo non capisco perché qualcuno ci abbia attaccati.
Insomma non stiamo dando fastidio a nessuno>>
<<Cercherò di risolvere.
C'è qualche ferito? >>
<<No, fortunatamente>>
<<Bene.
Voglio organizzare una riunione d'urgenza>>
<<Lancio subito la comunicazione >>

James organizzò il tutto con più fretta possibile, il mio branco era in pericolo ed io dovevo proteggerlo.
<<Ciao a tutti, credo che la maggior parte di voi sappia perché ci troviamo qui.
Il nostro palazzo è stato attaccato, i responsabili sono anonimati e non sappiamo ancora il motivo di tale attacco.
Per la grave assenza di sicurezza, in questo momento dichiaro il segnale d'allerta.
Faremo dei turni di sorveglianza, due lupi per ogni notte .
Peter, Daniel, cominceremo da voi e poi faremo il giro con tutto il resto.
Si comincia da questa notte>>
Il branco sembrava essere più che d'accordo, anche se ero l'Alfa ci tenevo alla loro approvazione e se qualcosa non gli stava bene,semplicemente non veniva fatta.
<<Sei stata bravissima prima>> mi disse Hero, mentre tentavo di ripulire il palazzo dalla polvere.
<<Grazie, spero di aver trasmesso un pò di tranquillità, anche se sono la prima ad essere agitata>>
<<Avete qualche pista? >>
<<Purtroppo no, ma spero di riuscire a trovarla presto>>
<<Se ti serve una mano dimmelo>>
<<Certo, ti chiamerò>>
<<Intendevo adesso con la polvere>> disse, nascondendo una risata.
<<Si dai, possono farmi comodo due mani in più>>
<<Eccomi al tuo servizio grande capo>>
<<Si ma adesso smettila>> gli risposi, facendogli una linguaccia.
Ed entrambi scoppiammo a ridere.
Forse funzionavamo più come amici, che come fidanzati.
Anche se l'amavo, sapevo che stare con lui era la cosa sbagliata, non mi avrebbe portata da nessuna parte anzi avrebbe solo peggiorato le cose.
<<Io ho finito, a te quanto manca? >> gli chiesi, togliendomi finalmente il grembiule che ormai era stracolmo di polvere.
<<Ho finito anche io.
Ho assolutamente bisogno di una doccia>>
<<A chi lo dici, mi sento sporchissima>>
<<Ti dispiace se passo un attimo a casa tua? Vorrei prendermi alcuni vestiti che ho lasciato nell'armadio>>
<<Ehm si, va bene>>

Salutai James e controllai più volte la situazione generale della sede, sembrava essere tutt'apposto, per ora.
Io ed Hero arrivammo a casa, durante il tragitto c'era stato parecchio silenzio, ma nonostante ciò non era stato per nulla imbarazzante, anzi, è stato piacevole condividere la pace del silenzio con qualcuno, senza essere in imbarazzo.
<<Io vado a farmi la doccia, tu prendi ciò che vuoi>> dissi lasciando Hero in cucina.
<<Grazie>>
Entrai nella doccia e sentire l'acqua calda che rimuoveva ogni centimetro di polvere dal mio corpo, mi faceva sentire meglio.
<<Pensavo che potessi aggiungermi a te>> disse Hero, spostando la tenda.
<<Hero, lo sai che non puoi.
Perciò lasciami fare la doccia da sola>> risposi chiudendo di nuovo la tenda.
<<Certo che lo so, ma non per questo non posso volerlo>>
<<Hero.. Ti prego>>
<<Cosa c'è? >>
<<Niente, lasciami stare>>
<<Non ci riesco>>
<<Allora provaci di nuovo>>
<<E se non volessi farlo? >> ribattè,entrando nella doccia.
Ormai i nostri corpi erano vicini e le nostre labbra erano sul punto di toccarsi.

<<Hero.. >>
<<Non mi importa>>
<<Di cosa? >>
<<Delle conseguenze>>
Prese il mio viso tra le mani ed iniziò a baciarmi, volevo staccarmi, sapevo che non era giusto quello che stavo facendo, ma il mio corpo non riusciva a muoversi.
Era come se avesse dimenticato, come se tra noi due le cose fossero rimaste sempre uguali.
Tra me e lui c'era una sintonia talmente forte da riuscire a cancellare ogni momento brutto che avevamo affrontato, non importava se dopo avremmo dovuto pagarne le conseguenze, in quel momento l'unica cosa che volevamo era stare insieme e per quanto cercai di provarci, le mie labbra non si staccarono dalle sue nemmeno per un secondo.






Ciao a tutti, questo è il dodicesimo capitolo della storia.
Finalmente rivediamo Hero e Sofia insieme, siete contenti di questa cosa?
Spero tanto che il capitolo possa piacervi e vi auguro una buona lettura.
-Sofia 💝

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