Quantificare La Tristezza

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A: "in questo periodo sono davvero giù, la mia ragazza mi ha lasciato e ho cominciato a prendere pessimi voti a scuola"

B: "pff, ma che dici, non è niente! Pensa ai bambini in Africa che hanno incredibilmente fame!"

A: "ma cosa significa?"

B: "che la tua sofferenza in confronto alla loro non è nulla"

A: "io non la vedo così"

A: "a mio parere, se una persona come me o te tocca l'apice della sua tristezza, soffre come quel bambino in Africa"

B: "ma cosa stai dicendo? Mi vuoi dire che è peggio essere lasciati dalla propria ragazza che morire di fame?"

A: "assolutamente no"

A: "ecco come la penso io:
Io sono nato e cresciuto con un certo standard di felicità, come quei bambini in Africa, anche se quei bambini probabilmente avranno uno standard di felicità molto più basso del mio. Concordi?"

B: "fin qui sono d'accordo"

A: "in questo periodo la mia felicità è molto calata rispetto al mio standard. E ti dico che probabilmente sto soffrendo quanto quei bambini, perché loro sono abituati a vivere in quelle condizioni, ormai non ne soffrono più, quello è il loro standard di felicità, per quanto sia basso. A mio avviso si può quantificare la tristezza dalla lontananza dal nostro standard di felicità"

B: "cosa intendi dire?"

A: "intendo dire che quanto si è tristi si può determinare da quanto si abbassa la felicità rispetto al tuo standard. Quindi anche se i bambini in Africa hanno uno standard di felicità più basso, se siamo tristi per qualcosa che è successo, per determinare chi è il più triste, bisogna guardare la lontananza della felicità dallo standard, non il livello di felicità complessivo. La tristezza è quindi proporzionata al nostro stile di vita"

A: "per questa ragione anche i ricchi spesso si suicidano. Loro hanno uno standard molto alto, perciò è molto facile che il loro livello di felicità scenda di molto rispetto allo standard"

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