Capitolo 4.

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SHAWN

"Allora, quando mi darai quei soldi? Ho bisogno di almeno 10 mila dollari domani, devo pagare l'incontro ed è l'ultimo giorno" esclamai iniziando a mangiare il mio pranzo

La vidi bloccarsi sul posto e mi accigliai.
"Beh ecco..." iniziò a giocare con le dita nervosamente
"Cosa c'è?"
"I miei genitori mi hanno bloccato tutti i conti, e io al momento non ho un soldo se non per lo stretto necessario" sussurrò a disagio

Mi stava prendendo per il culo vero?
Per poco non mi affogai con la patatina che stavo mangiando e la guardai in cagnesco
"Che cosa?" Quasi gridai
"Sono sicura che risolveremo tutto" portò le mani in avanti
"Mi prendi in giro? A me servono entro domani al massimo" mi passai le mani tra i capelli frustrato
"O-ok allora mi è venuta un idea" esclamò "finiamo di mangiare poi andiamo a casa mia" scrollò le spalle
"E che facciamo poi, ricattiamo i tuoi genitori?" Domandai sarcastico
"Cerchiamo di mettergli un po' di pressione" disse ovvia per poi iniziare a mangiare

Appena terminammo salimmo in macchina nuovamente e sfrecciai verso casa sua. Appena mi disse il nome della strada strabuzzai gli occhi, doveva essere proprio ricca sfondata per potersi permettere una casa lì.
"Eccoci. Parcheggia qui" mi fece segno
Osservai la sua casa, meglio dire villa stratosferica, era enorme e si vedeva che era in ottime condizioni. Parcheggiai fuori l'enorme cancello, vicino ad una siepe, scendemmo e prima che potessi avvicinarmi all'entrata principale, Christal mi prese la mano per poi tirarmi dall'altro lato.

"Non dirmi che facciamo irruzione dal retro" notai divertito
"No, passiamo semplicemente dal garage. I miei dovrebbero tornare tra una mezz'ora ma ci sono le guardie" mi informò
Facemmo il giro della villa per poi fermarci davanti una porta singola in legno bianco, Christal l'aprì e mi spinse dentro.
Era buio pesto e non capivo proprio cosa stessimo facendo, sembravamo dei ladri.
"Possiamo accendere la luce?" Mi venne da domandare ironicamente
"Ti basta andare sempre dritto" mi sorpassò prendendomi per mano per non farmi perdere
"No" inchiodai i piedi al suolo "accendiamo le solo per un attimo. Ti prego" supplicai avendo forse intuito da cosa fossimo circondati
La sentii sbuffare e mollò la presa sulla mia mano per poi fare qualche passo.

Lentamente si accesero tutte le luci illuminando l'immenso garage che sembrava non avere una fine. Rimasi letteralmente senza parole a quella visuale.
Macchine. Tantissime macchine. Di ogni epoca e dal valore inestimabile.
"Porca puttana" sussurrai dopo qualche secondo passato ad osservare tutte quelle meraviglie
D'un tratto si accese un grosso lampadario di cristallo sopra le nostre teste e tutto fu ancora più chiaro. Più che un garage sembrava una grande sala con pilastri cilindrici che separavano ogni macchina dall'altra.
"Non ci credo" esclamai ingoiando un groppo di saliva

"Ma quanto cazzo sei ricca?" La guardai esterrefatto
Aveva le braccia conserte e un'aria annoiata. Era bellissima cazzo.
"Non lo so e non mi interessa" sbuffò "dai vieni, ti mostro una cosa" mi spinse cercando di smuovermi
"Prima dimmi quante auto ci sono qui sotto" quasi gridai euforico
"47 circa. Ora andiamo" imprecò tirandomi per il braccio

La seguii oltre una delle porte e ci trovammo davanti delle scale in legno antiche. Le salimmo velocemente per poi ritrovarci in una sorta di corridoio vecchio stile inglese, pieno di scaffali con sopra libri e strani oggetti.
"Di qua" sfilò la giacca di pelle per il caldo e lo poggiò su una poltrona infondo
Il corridoio si apriva a mo di 'T', arrivammo alla fine dove c'erano varie librerie piene zeppe di libri enormi.
"Ok, diamoci da fare" sussurrò legando i capelli in una coda alta
"Cosa cerchiamo esattamente?" Domandai
La vidi allungarsi per prendere qualcosa da sopra uno degli scaffali, l'occhio mi cadde sulla sua maglietta che si alzò rivelando un culo bello sodo e della gambe toniche e snelle.
"Potresti anche darmi una mano" si lamentò non riuscendo a prendere ciò che voleva
"Eccomi" la raggiunsi e le circondai la vita con le braccia per farla scostare delicatamente
I nostri sguardi si incontrarono e rimasi intrappolato in quel verde pazzesco.
"Hem...ci sono delle cornici" si scostò lentamente per poi indicarmele
Le presi e gliele passai leccandomi le labbra.

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