Capitolo 5.

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SHAWN

Mi chiusi la porta alle spalle e feci segno a Christal di entrare nella mia camera senza far rumore.
D'un tratto la sentii gridare e mi voltai di scatto accendendo la luce del soggiorno.
"Oddio" si portò una mano sul cuore per lo spavento
Mia madre era al centro del soggiorno mezza dormiente con in mano una bottiglia di birra.
"Oh, ciao mamma" salutai passivamente "lei è Christal" indicai la ragazza che fece un passo avanti
"Salve" sorrise lei gentile, come sempre, porgendole la mano che mamma prima guardò per qualche secondo, poi la strinse
"Ciao" forzò un sorriso
Era fatta secondo me.
"Dai, andiamo" afferrai il braccio di Christal e la trascinai nella mia stanza chiudendo la porta a chiave

La vidi osservare la mia camera con fare curioso e la vidi sorridere quando notò il sacco da box all'angolo della stanza.
"Ok" poggiai le sue cose sul letto "spero non ti dispiaccia il fatto che dormiremo insieme" le feci notare
"Tranquillo" si strinse nelle spalle

Sfilai le scarpe e la giacca e la osservai mentre se ne stava ferma accanto alla porta non sapendo cosa fare.
"Devo ammetterlo, la curiosità sta avendo il sopravvento; cosa diavolo vuoi dai tuoi genitori?" Domandai in una risatina
"Hanno...creato un fondo fiduciario per quando avrei compiuto 25 anni, ma io voglio quei soldi adesso perché...non voglio più studiare, non voglio prendere le redini dell'azienda di famiglia e non voglio stare alle loro regole" ammise con fare deciso
"E cosa vuoi fare sentiamo?" Mi sedetti sul letto e la guardai aspettando una risposta sinceramente curioso
"Voglio inseguire il mio sogno" disse con determinazione
"Sai, ti ammiro per questo. Sei pronta ad andare contro a tutti pur di realizzare il tuo sogno" mi complimentai sincero
"G-grazie" sorrise timidamente riconoscente "sei carino a non prenderti gioco dei miei problemi"
"Stai solo confermando la mia teoria" affermai sospirando "i ricchi sono troppo stupidì per essere felici" esclamai facendola abbozzare un sorriso
"Allora dimmi, perché io non sono felice?" Mi tentò fronteggiandomi

C'erano questi lati ribelli e determinati nel suo carattere che uscivano fuori all'improvviso, e ammetto che mi piacevano da matti. Era come se fosse in grado di fronteggiarmi.
"Quando si è ricchi si può fare tutto quello che si vuole. Ma voi non lo fate perché siete dei ritardati" ammisi
"Io farò quello che voglio" esclamò decisa e per un momento quasi ci credetti.
"Come vuoi, non scaldarti tanto" la presi in giro "usa tu il bagno per prima" le feci segno la porta e lei annuì prendendo una borsetta dal borsone per poi andare in bagno

CHRISTAL

Uscii dal bagno e andai a sedermi sul ripiano della finestra per osservare la pioggia che scendeva su tutta New York rendendola ancora più bella. Amavo questa città, mi dava un senso di pace e tranquillità, era fonte d'ispirazione. Ispirazione che però in questo momento proprio non avevo.
Mi guardai intorno e quasi mi venne da ridere. Questo non era proprio un ambiente adatto a me, probabilmente se pochi giorni fa mi avrebbero detto che avrei passato una notte in casa di un ragazzo nel Bronx, gli sarei scoppiato a ridere in faccia. Non era proprio da me.
Era piccola, beh, qualunque casa mi risulterebbe piccola essendo abituata alla mia che era enorme. Le uniche camere erano quella di Shawn, quella da letto, il bagno, e la cucina, il salotto era incorporato con la porta d'ingresso quindi non valeva come camera.
La stanza di Shawn inoltre era molto... particolare. Si vedeva che era tutto trasandato, le mura erano vecchie, con macchie di umido e muffa, c'era polvere probabilmente in giro eppure aveva un qualcosa di confortante e caldo questo posto.

Approfittai del fatto che Shawn fosse in bagno e che i suoi dormissero, afferrai una felpa dal borsone e la infilai da sopra i pantaloni della tuta, presi la chitarra da dentro la custodia e senza far rumore mi affrettai ad uscire in veranda per poi chiudermi la finestra alle spalle per non essere sentita.

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