Dopo quelli che erano sembrati giorni infiniti, la sera della festa era finalmente arrivata.
Lucy aveva indossato il vestito più carino che aveva, si era spruzzata addosso un bel po' di profumo, ed era stata minuti interminabili davanti allo specchio.
In genere non si creava tanti problemi, ma quella sera voleva essere particolarmente bella. Per lui, era chiaro. Per chi altri, altrimenti?
"Qualcuno ha visto il mio mascara?!", esclamò Wendy a gran voce. Sembrava parecchio nel panico, con i capelli ancora umidi, lo smalto fresco sulle unghie e il vestito indossato alla meno peggio.
"E' qui!", Charle le lanciò l'oggetto incriminato. "Ma non esagerare con il trucco!".
Levy, invece, era già pronta da un po', e pazientemente aspettava che le sue amiche terminassero di prepararsi.
Si poteva respirare una certa aria di nervosismo. Lei per prima avvertiva un nodo allo stomaco, tanto forte da non riuscire neanche a parlare.
"Amh... fa niente se vi io e Lucy vi precediamo?", domandò ad un tratto.
"Eh? No, andate pure, tanto ci vorrà un po' prima che io e Wendy usciamo di qui. Ma non osate divertirvi prima del nostro arrivo!"
"Non preoccuparti!", immediatamente la ragazza afferrò la bionda per un braccio. "Pronta, Lucy?"
"Pronta" è un parolona. Ma sì, andiamo", rispose lei sorridendo.
Nella camera Natsu e amici, invece, la situazione era leggermente più caotica rispetto a quella delle loro compagne.
"Io odio il colore di questa camicia!", esclamò Natsu. "Ma poi, perché proprio rosa?! Dì la verità Gray, l'hai fatto di proposito!"
"Tu mi hai chiesto di prestarti i miei vestiti e io l'ho fatto. E poi ti ho dato proprio quella camicia perché a me non piace", rispose l'amico con le mani dietro la testa.
"HAI VISTO?! L'HAI FATTO DI PROPOSITO! Però beh, almeno si intona con i miei capelli", disse ad un tratto, facendo spallucce. "Happy, Elfman, sbrigatevi. La mia dama mi attende".
Happy era piuttosto taciturno. Forse era solo nervoso perché temeva di non riuscire a sfruttare un'occasione come quella per avvicinarsi a Charle.
"L'ho detto una volta e lo ripeto ancora. Morirò solo e vergine", piagnucolò.
"Ma piantala!", l'amico lo afferrò con molta poca grazia. "Non c'è pericolo che accada, parola mia! E tu, Gray, sei proprio sicuro di non voler venire?".
L'altro alzò gli occhi al cielo.
"Sono sicuro. Divertitevi voi per me"
"E va bene, va bene. Io non voglio insistere, però se stai sempre a rimuginare sul passato, non potrai mai goderti il presente, né tanto meno il futuro".
"Grazie, Natsu. Adesso te ne puoi anche andare!", esclamò nervoso.
L'amico dai capelli rosati non diceva mai cose troppo vere e profonde, e quando le diceva era quasi sempre al momento sbagliato.
Gray non rimuginava sul passato. O, per meglio dire, si sforzava di credere che non fosse così. Però, forse, un fondo di verità c'era. Forse era proprio vero che non riusciva a godersi il presente. Insomma, quante cose si stava perdendo, così?
Fece scivolare la testa sul cuscino, pensieroso.
Maledetto Natsu e le sue pillole di saggezza nei momenti inopportuni.
Gli occhi di Lucy si erano riempiti di meraviglia nel vedere come la sala in qui la festa si sarebbe svolta, fosse stata ben allestita. Per un attimo le parve quasi di tornare al ballo dell'ultimo anno del liceo. Immediatamente riconobbe Erza e il suo gruppo, così lei e l'amica le si avvicinarono.
"Aw!", Mavis iniziò a strepitare nel vederle. "Ma come siete belle! Adorabili, sembrate due bambole!"
"Oh, emh, grazie", rispose Lucy imbarazzata. "Anche voi state bene".
"Mmh", Erza faticava a parlare, a causa della fragola ricoperta di cioccolato che stava assaggiando con gusto. "Io mi sa che per stasera punto sulla simpatia. Insomma, non mi sento molto femminile, adesso"
"Ma cosa vai blaterando", fece Cana. "A proposito, qualcuno di voi vuole qualcosa da bere? Perché io sicuramente non mi tiro indietro, eh!"
"Ah, per adesso stiamo bene così, grazie", fece gentilmente Levy.
L'unica che non si era ancora espressa era Lisanna. Quest'ultima, a braccia conserte, sembrava piuttosto nervosa. E Lucy poteva anche immaginare il perché. Era piuttosto imbarazzante stare accanto a quella che poteva essere praticamente definita la sua rivale in amore, ma d'altro canto, che colpa ne aveva lei?
"Umh, bel vestito", tentò di fare un complimento per cercare di alleggerire l'atmosfera, ma in cambio ricevette solo un sorriso di circostanza.
Malgrado i suoi buoni propositi di non darsi all'alcol, non appena Cana fu tornata, le rubò un po' di vodka. Si sentiva piuttosto agitata, e aveva bisogno di una spinta per non crollare.
C'erano molti momenti in cui Rogue si era sentito fuori posto nella sua vita, ma quel momento in particolare li batteva tutti. Lui non era sicuramente un tipo da festa, ma Lector e Frosch lo avevano talmente pregato che alla fine si era visto costretto ad accettare.
E poi c'era Sting. Quella sera era, se possibile, più bello del solito. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, e la cosa lo faceva sentire abbastanza sciocco, in verità.
Sfortunatamente, non avrebbe avuto modo di stargli troppo vicino. Perché, non appena arrivati, Sting si era diretto da Yukino, la sua ragazza. Ogni volta che li vedeva insieme, non poteva negare di provare una forte morsa di gelosia, ma mite per com'era non si sarebbe mai sognato di fare una scenata o robe del genere.
"Diamine", si lamentò. "E' imbarazzante, siete tutti in coppia tranne me!"
"Ma di che cosa stai parlando?!", domandò Lector. "Anche se siamo in coppia, non vuol dire che ti lasceremo in disparte"
"Forse voi no, ma Sting sì. E dopotutto ha ragione, perché dovrebbe passare il suo tempo con me se ha una ragazza..."
"Se non la smetti di lamentarti giuro che ti faccio bere di forza. Magari, da brillo, riuscirai ad essere un po' meno pauroso"
"Io non sono pauroso", dichiarò. "Sono prudente, è diverso".
Ed essere prudenti poteva essere un pregio, come un difetto. Sentì l'aria mancargli quando vide Sting e Yukino venirgli incontro, mano nella mano.
"Ciao, ragazzi", salutò carinamente lei.
Perché? Perché lei era così graziosa, gentile e buona?
E perché lui era così insicuro, timido e sfortunato?
Era terribilmente invidioso. Perché per lei era stato così facile ottenere quello che per lui sembrava così irraggiungibile?
Sforzò un sorriso, ingoiando l'ennesimo boccone amaro, fingendo di essere niente più che un semplice amico per la persona che in realtà amava.
Natsu era finalmente giunto a destinazione, seguito da Elfman ed Happy.
In genere, usava quelle occasioni per divertirsi un po', inseguire le ragazze e tentando, senza molti risultati in realtà, di conquistarle.
Ma quella sera era diverso. Quella sera, lui cercava solo lei con lo sguardo.
Osservò in giro per un po', finché non la scorse a parlare con le sue amiche.
E Lucy, da lontano, parve sentire il suo sguardo su di sé, perché aveva alzato gli occhi, ed allora si erano incrociati, sorridendo quasi in automatico.
Lui allora si avvicinò. Non era di certo uno di quelli che poteva essere definito un "gentiluomo", eppure voleva sforzarsi particolarmente di fare bella figura.
"Ciao, Lucy. Sei... davvero una figa stratosferica".
Forse non era il complimento più galante che potesse dire, ma almeno la fece sorridere.
"Oh, grazie! Anche tu stai bene. Bella camicia"
"Ah, grazie, piace anche a me", mentì spudoratamente, prendendola sotto braccio, mentre Erza faceva, senza preoccuparsi di nascondersi, il tifo per loro.
"SIETE PROPRIO BELLI, VOI!", esclamò contenta. "Sono davvero una bella coppia, non credete?"
Lisanna alzò gli occhi al cielo.
"Se lo dici tu...", rispose nervosa. Non riusciva a crederci. Lei e Natsu erano amici da una vita, lei gli era sempre stata vicino, e lui adesso la abbandonava con tanta facilità per una ragazza che conosceva appena!
Charle, arrivata pochi istanti prima, scosse il capo, avendo già intuito l'andazzo della serata.
"Ohi, ohi, penso di aver già capito come andrà a finire..."
L'albina non si era accorta minimamente che Happy le si fosse avvicinato per tentare, per l'ennesima volta, un approccio.
"Ciao, Charle. Stai... proprio bene", mormorò con voce tremula.
"Oh, Happy. Anche tu. Hai fatto qualcosa ai capelli?"
"E' gel. Ti piacciono?"
"Molto. Sembri un adorabile bambino. Forse però...".
Senza aggiungere altro, avvicinò una mano al suo viso, scostandogli un ciuffo dalla fronte e sistemandolo a suo piacimento.
In quel momento, Happy non seppe se sentirsi depresso per essere stato chiamato "adorabile bambino", o euforico per avere Charle così vicino. Il suo cuore batteva forte, ma doveva assolutamente mantenere la calma.
"Eh... visto che non hai un accompagnatore, ti dispiace se sto con te?"
"Mi piacerebbe, ma faccio coppia con Wendy. Vero, Wendy? Wendy?".
L'amica, però, era stata avvicinata da Romeo, il compagno di corso per cui aveva un debole, il quale le aveva chiesto un ballo. E, ovviamente, lei non si era lasciata sfuggire l'occasione.
"WENDY! MA-MA-MA. OH!"
"A quanto pare non si pone più il problema, eh?". Charle sorrise molto nervosamente.
Sì, adesso aveva le certezza che le cose non si sarebbero ben concluse, soprattutto per lei.
Laxus, nel frattempo, si guardava intorno. Più che trovarsi lì per divertimento, si trovava lì per sorvegliare. Non si fidava a lasciare quei matti dei suoi compagni da soli, quindi era venuto lì per controllare che non succedessero cose strane.
Anche se le distrazioni arrivavano anche per lui.
Mira si era offerta di fargli compagnia, dato l'ingrato compito. Lui ovviamente aveva accettato immediatamente e, adesso, più che prestare attenzione a ciò che accadeva intorno a loro, Laxus prestava attenzione solo a lei. Indossava un abito rosso, sembrava una rosa. Era totalmente perso a guardarla.
Si era convinto che avrebbe passato una serata tranquilla, magari, ad una certa, sarebbe anche riuscito ad avvicinarsi particolarmente a Mira.
Peccato che non aveva messo in conto una cosa.
"LAXUUUUS!".
Riconobbe immediatamente quella voce. Ad averlo chiamato era stato proprio Freed, seguito da Evergreen e Bixlow, quelli che potevano essere definiti i suoi migliori amici.
"V-voi?! VOI?!", esclamò lui sconvolto.
"Su, su, almeno potresti fare finta di essere contento", lo rimproverò l'amica.
Freed, intanto, non aveva perso tempo e si era attaccato al suo braccio.
"Sono così felice di vederti! Mi sei mancato tanto!"
"Ragazzi, ma cosa ci fate qui?! Voi non siete neanche studenti, come cavolo facevate a sapere che..."
"Io, sono stato io! Lo sai che so sempre tutto!", esclamò l'amico dai capelli verdi.
Laxus alzò gli occhi al cielo. Aveva dimenticato l'indole da stalker di Freed.
Quest'ultimo aveva una sorta di venerazione nei suoi confronti.
"Ho capito, ma non potete stare qui!"
"Suvvia, non essere noioso. Dopotutto sei tu che sorvegli, no?", domandò allora Evergreen.
L'altro fece per rispondere, ma alla sua voce si contrappose quella di Mira.
"Laxus, sono tuoi amici?", domandò gentilmente Mira.
"Mira! Ciao, emh... sì. Loro sono Freed, Bickslow e Evergreen. Senti, non è che potremmo fare un'eccezione e farli stare con noi? Garantisco io!".
Lei rispose con un amabile sorriso.
"Se sono tuoi amici devono essere per forza delle brave persone! Per me non ci sono problemi".
"Grazie, sei fantastica"
"Oh, Laxus, smettila, mi fai arrossire".
Ovviamente, Freed aveva fatto caso alla particolare intesa tra i due, e la cosa lo aveva piuttosto innervosito. Aspettò che lei se ne andasse, prima di prendere a tormentare Laxus con uno dei suoi estenuanti interrogatori.
"Ma chi è quella ragazza? Non me ne avevi mai parlato. State insieme? Perché non ne sapevo niente?"
"Magari stessimo insieme! E poi, diamine, vuoi sapere proprio tutto"
"Proprio tutto!", ribatté lui offeso.
"Su, su, non litigate", Bickslow decise di mettere la buona. "Siamo qui per divertirci dopotutto".
I Manos, nel frattempo, si trovavano dietro le quinte del piccolo palco allestito per l'occasione. Di lì a poco si sarebbero esibiti e stavano controllando che tutti gli strumenti funzionassero alla perfezione.
Juvia splendeva proprio come una stella. Indossava un abito lungo, dal colore simile a quello del mare profondo, e i glitter sulle palpebre la facevano brillare ancora di più. Sarebbe stato bello se Gray fosse stato lì, ma le aveva detto chiaro e tondo che non sarebbe venuto, e la cosa l'aveva un po' intristita.
"Sei splendida", affermo Lyon, schiarendosi la voce. "Soni sicuro che non avranno occhi che per te, lì fuori. Dopotutto, tu sei la star del nostro gruppo"
"Oh, questo non è vero. Siamo tutti bravi qui...", sussurrò distogliendo lo sguardo, quasi come se avesse paura di incrociare i suoi occhi.
Lyon si era ormai deciso. Quella sera si sarebbe dichiarato. Non se ne sarebbe stato in disparte per sempre.
"Hey, piccioncini", li richiamò Gajeel. "Noi saremmo pronti".
"Ho capito", sbottò l'altro chitarrista. "Sto arrivando".
Gerard scosse il capo.
"Mi raccomando, fate del vostro meglio".
Lucy e Natsu si erano appartati in un angolo. La bionda pensò di aver fatto bene ad assumere un po' di alcol, poiché almeno essa era stato utile per inibire l'imbarazzo iniziale.
"E alla fine siamo qui insieme, eh?", domandò lui. "Te lo saresti aspettata?".
Lei scosse il capo, tentando di nascondere una risatina. Non aveva idea se fosse a causa del poco alcol di prima o per l'imbarazzo. Natsu però la trovò terribilmente adorabile. Quasi senza pensarci, allungò una mano, portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lucy allora sollevò lo sguardo, guardandolo dritto negli occhi.
"Dimmi, di solito guardi tutte così?", sussurrò lei battendo ripetutamente le palpebre.
"Tutte? N-no. In verità... no...".
Il ragazzo si sentì subito accaldato. Lei gli era sempre più vicina, e aveva la netta sensazione che non sarebbe riuscito a trattenersi dal baciarla.
Sollevò un attimo lo sguardo, quasi istintivamente e, nel farlo, si bloccò. Lucy ci fece caso, così come fece caso al suo cambio d'espressione.
"Natsu?", sussurrò.
"Emh... Torno subito, Lucy. Tu aspetta qui. Non ti muovere, sto arrivando!".
Non ebbe occasione di chiedergli dove stesse andando, ma dopotutto non era importante. Almeno così, avrebbe potuto tentare di calmare il suo batticuore esagerato.
Natsu si era diretto verso una persona che era appena entrata, a pugni stretti.
"Zeref", chiamò. "Che cavolo ci fai tu qui?".
Un ragazzo dai capelli neri e dall'espressione seria, e forse un po' malinconica, lo guardò.
"Ciao, Natsu. Devo pensare che non sei felice di vedermi?"
"Già, esatto. Perché sei qui? Ormai non sei più uno studente"
"Gli ex studenti brillanti sono sempre ben accolti", rispose tranquillo. "Suvvia, non devi per forza darmi corda. La mia vista ti disturba?"
"Abbastanza. Sono con quella ragazza seduta lì in fondo, ma non voglio mandare a monte le cose".
Zeref allora lanciò un'occhiata alla graziosa biondina che attendeva impaziente il ritorno del suo cavaliere.
"Ah... capisco. E' decisamente troppo per te, Natsu"
"Tu... brutto... brutto..."
"STUDENTI DEL FAIRY TAIL UNIVERSITY, BENVENUTI A QUESTA SERATA. ECCO QUI PER VOI, I MANOS!".
Il corvino guardò l'altro, sorridendo appena.
"Forse faresti meglio a tornare dalla tua dama. Sempre se non abbia nel frattempo cambiato idea".
A quel punto, Natsu capì che sarebbe stato inutile arrabbiarsi, era decisamente meglio ignorarlo. Respirò profondamente, e deciso a lasciarlo perdere per il resto della serata, tornò da Lucy, afferrandola per un polso.
"Dai, vieni!", esclamò allegramente, trascinandosela dietro.
La cantante del gruppo esalò un profondo sospiro. Non era agitata, dopotutto era abituata ad avere su di sé tutte le attenzioni, si sentiva solo un po' meno carica di come si sentiva di solito. Gli altri quattro erano già partiti, e di lì a poco avrebbe dovuto cominciare a cantare. I suoi occhi, tuttavia, sembravano esaminare il pubblico, il quale applaudiva ed esultava, alla continua e costante ricerca di lui.
Gray, non sapeva neanche lui per quale motivo preciso, alla fine aveva cambiato idea. Era arrivato anche lui, ma non si era mescolato tra la folla.
Se n'era rimasto in disparte, lontano, ma in punto dove Juvia, guardando dritto davanti a sé dall'altezza in cui si trovava, avrebbe potuto vederlo.
E fu proprio questo ciò che accadde. La cantante aveva sollevato lo sguardo e, nello scorgerlo, le era quasi mancato il fiato. Gray ricambiò l'occhiata, sorridendole.
Poteva fingere quanto voleva ma, alla fine, era lei il vero motivo per cui si trovava lì, lei e lei soltanto. Juvia sorrise radiosa, e ritrovando improvvisamente la carica, prese a cantare, a cantare solo per lui. Sì, era chiaro che ogni parola di quella canzone fosse a lui dedicata, Gray lo aveva capito.
Levy, Erza, Charle e Happy si trovavano in prima fila. Quest'ultimo ne avrebbe fatto volentieri a meno, ma poiché le tre ragazze erano fan del gruppo, e in particolare dei loro componenti, era stato costretto a seguire la ragazza che tanto lo faceva penare.
La turchina sentì il cuore battere forte nel petto, come un martello. I suoi occhi erano solo per Gajeel. Era così bello, così forte, tanto da risvegliare in lei parecchie sensazioni, anche a livello fisico. Ciò l'aveva fatta arrossire – forse ciò era dovuto anche al caldo che aveva addosso – ma in quel momento nacque in lei una pulsione quasi impossibile da trattenere.
Non si era mai sentita così, era tutto così travolgente, tanto da lasciarla addirittura sconvolta. Charle si trovava nelle sue stesse condizioni. Più guardava Lily, più si convinceva che fosse lui quello giusto per lei.
Ed Erza, lei non era sicuramente da meno. Non aveva mai nascosto la grande ammirazione che provava per il bassista, e presa dall'euforia, forse anche a causa dei troppi zuccheri assunti, aveva preso a urlare colorite dichiarazioni d'amore, dopotutto nessuno avrebbe potuto sentirla. O almeno, fino a quel momento.
La canzone terminò in quel momento, ma la rossa, troppo presa dall'entusiasmo, non ci aveva neanche fatto caso.
"GERARD, TI AMO!".
Il suo urlo echeggiò per tutta la sala. E tutti la udirono. Letteralmente, tutti.
Soprattutto lui. Le sue amiche si voltarono a guardarla, in grande imbarazzo per lei.
In quel momento, Erza non desiderò altro che sprofondare. Come aveva potuto fare una figuraccia del genere?
Tuttavia, accadde qualcosa che non si sarebbe aspettata. Gerard sorrise, avvicinandosi a lei e porgendole una mano, invitandola a salire sul palco.
La ragazza era rimasta completamente immobile. Probabilmente, se non fosse stato per un pizzicotto da parte di Charle, non si sarebbe proprio mossa.
Erza si aggrappò a lui, con le farfalle allo stomaco, temendo seriamente che il cuore potesse esploderle.
Lui aveva un profumo così... intenso. Era certa che le sarebbe rimasto addosso.
"Per stasera, anche questa ragazza è una di noi", disse Gerard prendendo in mano il microfono. "Spero che siate carichi, perché non abbiamo ancora finito!".
Si levò un boato di acclamazione. Gerard fece scivolare la mano vicino a quella di Erza, stringendola. Lei ricambiò la stretta, era una delle sensazioni migliori al mondo, meglio del cioccolato, sua grande passione.
Gli lanciò uno sguardo carico di emozione. La serata aveva preso una piega proprio piacevole.
Distante dalla folla, Mavis invece si guardava intorno con fare impaziente, come se stesse aspettando qualcuno. E, in effetti, ciò non era del tutto sbagliato.
Zeref le arrivò alle spalle. Era sempre carina come si ricordava.
"Mavis!", la chiamò a gran voce. La ragazza si voltò a guardarlo, con un sorriso a trentadue denti.
"Ciao, Zeref. Ma allora sei venuto..."
"Beh, mi avevi invitato, non potevo dirti no. Certo, Natsu non è stato molto felice..."
"Ah... avete discusso?", domandò dispiaciuta.
"Non preoccuparti, non è una novità. In compenso... sono molto felice di vederti".
Mavis sentì il cuore perdere un battito,
Poco distante da loro, in fondo alla folla di gente, Natsu stava stretto a Lucy, accanto alle due coppie formate da Sting e Yukino e Lector e Frosch.
Rogue si limitava a starsene per i fatti suoi, vicino il tavolo degli alcolici. Non poteva fare finta, anche lui aveva un limite, e la gelosia lo stava divorando vivo.
Nel vederlo, Lector gli andò vicino, facendo segno di avvicinarsi.
"Dai, stai con noi!"
"No, Lector. Forse non dovevo venire. Tu non sai cosa vuol dire".
"E va bene, forse non lo so", sospirò. "Ma non risolverai niente se te ne stai qui. Davvero vuoi che sia sempre così?"
Rogue non lo guardò neanche. Era ovvio che non lo voleva. Nessuno voleva rimanere in disparte per sempre. Se solo non fosse stato così timido e inesperto.
Lanciò un'occhiata ai vari alcolici sul tavolo. Agendo prima che potesse cambiare idea, prese un bicchierino riempiendolo di qualcosa, non badò a cosa. In seguito, dopo aver bevuto, si sentì la gola bruciare.
"Amh... tutto bene?", domandò Lector sorpreso.
Lui lo guardò.
"Benissimo. Adesso posso unirmi a voi".
Il mini concerto dei Manos aveva movimentato la serata. Quando esso terminò, poco più tardi, Lucy tirò fuori un profondo sospiro, si sentiva terribilmente accaldata, ma divertita.
"E' stato davvero forte", commentò rivolgendosi a Natsu.
"E già...", rispose lui con un certo fare pensieroso che a Lucy non poté sfuggire.
"Emh... scusa se te le chiedo, ma è successo qualcosa? Ti ho visto parlare con un ragazzo, poco fa, e dopo che sei tornato mi sei sembrato un po' giù di corda".
"Ah... non è niente. Tra fratelli si litiga", affermò tranquillo.
"Q-quello è tuo fratello?"
"In realtà, Zeref è il mio fratellastro, ma non mi va di parlarne, non farebbe bene al mio umore", affermò cercando di sforzare un sorriso. "Dopotutto, la notte è ancora giovane, no?".
Poco distante da loro, i componenti dei Manos erano scelti dal palco, pronti ad unirsi alla festa. Juvia stringeva Erza per le spalle, sorridendole.
"Ci stai proprio bene sul palco, magari potresti entrare a far parte della band"
"Oh, no", rispose lei. "Io non sono brava con certe cose"
"Beh, secondo me Gerard ti farebbe entrare volentieri", commentò lei con malizia.
Alle due si avvicinò Charle, la quale si schiarì la voce.
"Emh, emh", fece quest'ultima. "Ciao, Juvia. Umh... il piccolo favore che ti ho chiesto?"
"Ah, ma certo!", esclamò afferrandola per un braccio. "Vieni con me!".
Quella scena non era potuta sfuggire ad Happy, che aveva ben pensato di affogare i suoi dispiaceri nell'alcol, cosa che non era per niente bravo a reggere.
La cantante trascinò Charle da Lily, presentandoli.
"Lily, lei è Charle, Charle lei è Lily. Secondo me dovreste conoscervi. Adesso, se volete scusarmi, io dovrei fare altro...".
L'albina spalancò gli occhi. Perché la stava lasciando lì da sola con lui? Non aveva avuto neanche il tempo di metabolizzare la cosa.
"Amh... bella esibizione", balbettò.
"Ti ringrazio, Charle", rispose lui. "Ma umh... quel ragazzo malinconico che ci guarda ha per caso qualche problema?"
"Ah, credo sia innamorato di me", sbuffò. "Ma non è il mio tipo. Io preferisco... altro".
Con quella frecciatina non troppo velata, Lily capì immediatamente che il suo interesse amoroso dovesse essere proprio lui, e la cosa lo imbarazzò terribilmente.
Per fortuna, Lyon lo salvò per un breve attimo, arrivando da lui in tutta fretta.
"Scusate, avete visto Juvia?", domandò agitato.
"E' andata da quella parte", rispose il compagno.
Il chitarrista sollevò lo sguardo, non potendo fare a meno di provare un gran nervosismo. Ma certo. Lei era andata da lui, da Gray. Chissà perché non era sorpreso.
Juvia si era effettivamente avvicinata al ragazzo, il quale l'aveva aspettata per tutto il tempo. Malgrado non glielo avrebbe detto apertamente, si ritrovò a pensare che quella sera fosse particolarmente bella. Lei gli concesse un timido sorriso.
"Allora alla fine sei venuto"
"Sì, beh... In fondo non c'era motivo di rimanermene chiuso nel mio dormitorio, no?"
"No, infatti", ridacchiò lei. "Sono davvero felice che tu sia qui. Io... ti aspettavo".
"Adesso... adesso sono qui", sussurrò lui, guardandola negli occhi.
Contrariamente alle sue amiche, Levy stava tentando di stare lontano dai Manos e, in particolare, da Gajeel. E non perché non volesse vederlo, al contrario. Il fatto era che si sentiva troppo in imbarazzo a causa di ciò che sentiva.
Piccola per com'era, sarebbe stato facile nascondersi tra la folla, o almeno di questo si era convinta. Sì, perché in verità Gajeel riconobbe subito la sua chioma turchese e, senza pensarci troppo, si avvicinò lei, afferrandola dalla vita.
"Dove scappi?", domandò divertito.
"Gajeel!", arrossì lei. "Io, ecco, io... stavo prendendo da bere. Ti prego, non toccarmi così"
"Perché mai? Ti da fastidio?"
"No! E' proprio questo il punto. Oh, che vergogna...".
Era tutto assurdo. Non le era mai successo di sentirsi così, il cuore batteva forte e i suoi istinti, sempre adeguatamente tenuti a bada, stavano venendo allo scoperto.
"RAGAZZI!", esclamò ad un tratto Lisanna, attirando l'attenzione un po' di tutti. "Chi vuole giocare ad obbligo o verità?".
Subito dopo ne seguì un boato d'assenso. Gajeel fece a Levy segno si seguirla.
"Sarà meglio andare, qui la situazione diventerà presto bollente".
E non aveva idea di quanto avesse ragione.
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Welcome to Fairy Tail University
FanfictionArrivata alla "Fairy Tail University", Lucy non ha idea di quel che troverà: caos, risse all'ordine del giorno, amicizie, inimicizie e, soprattutto, l'amore. Natsu non è sicuramente il principe azzurro che tutte sognano, anzi, è più corretto dire ch...