Arrivano le fangirls!

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Se solo avesse potuto sprofondare, Lucy lo avrebbe fatto volentieri. Perché doveva collezionare brutte figure?
Ma soprattutto, perché suo padre era venuto s trovarla così senza preavviso?
Era tutto molto sconveniente
Jude Heartphilia era un imprenditore e un uomo di altri tempi. Era stato proprio lui ad insistere affinché la figlia frequentasse l'università, concedendole quanto meno la scelta della facoltà.
Non bisognava essere dei geni per capire che padre e figlia non avessero esattamente un rapporto idilliaco.
Come se non bastasse, Lucy era stata beccata proprio in uno dei momenti più imbarazzanti, se solo ci pensava le veniva voglia di mettere la testa sotto la sabbia.
Natsu si era momentaneamente allontanato in modo a lasciare i due da soli, ma era comunque abbastanza vicino da poterla tenere d'occhio.
"Il tuo ragazzo?", domandò ad un tratto Jude alla figlia, la quale pareva piuttosto sorpresa.
"Sì... si chiama Natsu"
"Sicuramente un tipo originale", affermò freddamente.
Lucy alzò gli occhi al cielo.
"Perché sei venuto qui? E' da quando ho cominciato a studiare che non ti fai sentire"
"Il lavoro porta via molto del mio tempo"
"Certo", disse sorridendo amaramente. "E' sempre così"
"Sono venuto fin qui proprio per sapere come stavi. E come vanno i tuoi studi?"
"Vanno bene, i miei voti sono buoni. E mi sono fatta anche molti nuovi amici"
"Di ciò me ne sono accorto anche da me", lanciò un'occhiataccia a Natsu. "Non vorrei che tutto ciò ti distrarreste dai tuoi doveri"
"Contrariamente a te, so fare più di una cosa alla volta", affermò acida.
"Mh. E il tuo ragazzo cos'è che studia?"
"Lui... studia alla facoltà di scienze motorie"
"Ha più che altro la faccia di uno che nella vita non vuole far niente"
"Cosa? Tu non lo conosci!", esclamò alzandosi in piedi. "Non iniziare a guardarlo dall'alto in basso come al solito a fare! Ci tengo a lui"
"E che cosa potrebbe mai offrirti uno come lui?", domandò severo. "Ormai non sei più una ragazzina, se proprio devi scegliere qualcuno, scegli qualcuno che sia alla tua portata".
Lucy aggrottò la fronte, sentendo la rabbia accrescere attimo dopo attimo.
"A differenza tua, a me non importa del ceto sociale, della ricchezza o di cose del genere. Se sei venuto qui solo per dirmi questo, allora hai fatto strada inutile!".
Strinse i pugni, voltandogli le spalle e iniziando a camminare. Natsu se ne accorse, guardandola stranito.
"Lucy?"
"Andiamo!", esclamò lei afferrandolo per mano, senza neanche guardarlo negli occhi.
Era assurdo! Non solo suo padre la trattava come se non esistesse, ma quando, casualmente, si ricordava di lei, le riservava parole non proprio carine.
Le veniva da piangere. Se ci fosse stata sua madre, sarebbe stato tutto diverso. Giunsero all'interno dei dormitori. La ragazza prese a respirare profondamente, continuando a dare le spalle a Natsu. Quest'ultimo ascoltò il suo respiro, senza capire cosa fosse effettivamente successo.
"Lu... mi stai facendo preoccupare".
Lei allora si voltò a guardarlo, non riuscendo a trattenere le lacrime.
"Perdonami, non riesco a trattenermi..."
"Hey... hey...", sussurrò abbracciandola. "Non fare così"
"Ma ti rendi conto?", fece affondando il viso sul suo petto. "Non si fa sentire per una vita e poi comincia a dire che dovrei lasciarti perdere, che non fai per me! Ma se neanche ti conosce!"
"Oh beh, non sono sorpreso", il ragazzo sorrise. "E' questa la prima impressione che faccio a tutti".
Lei respirò a fondo il suo profumo.
"Mia madre avrebbe capito... purtroppo se n'è andata, molti anni fa".
Natsu la ascoltò, accarezzandole i capelli.
"Mi dispiace. Sai, anche io ho perso i miei genitori"
"Cosa? Davvero?", domandò guardandolo.
"Sì... praticamente Zeref si è sempre preso cura di me. E di questo gli sono grato, ma non dirlo a nessuno, se lo venisse a sapere me lo rinfaccerebbe a vita". Poi sorrise di nuovo. Era davvero incredibile. Natsu non aveva avuto una vita poi così facile come si poteva pensare, eppure aveva comunque la forza di andare avanti e sorridere.
Era da ammirare. Smettendo per un attimo di piangere, si avvicinò a lui, baciandolo dolcemente. Lui ricambiò, stringendola sé, ma quello che era nato come un bacio innocente e casto, ben presto si trasformò in qualcosa di molto più passionale. Lucy sentì l'eccitazione divampare come fuoco. Desiderava così tanto un contatto approfondito con lui da non riuscire a controllarsi, ma d'altronde lo stesso valeva per Natsu, soprattutto dopo come erano stati interrotti poco prima.
I loro corpi aderirono perfettamente l'uno con l'altro, iniziando a strusciare lentamente. Le lingue si accarezzavano con passione e con sempre più foga. Si staccarono dopo quella che era sembrata un'eternità, solo per riprendere aria e guardarsi negli occhi. Era chiaro che fosse quello il momento giusto.
Senza che lui le avesse fatto alcuna domanda, Lucy fece un cenno con il capo. Natsu allora la afferrò per mano, portandola nel proprio dormitorio. Quando si furono richiusi la porta alle spalle, certi che oramai nessuno li avrebbe più interrotti. Ripresero a baciarsi con foga immensa, lasciando da parte ogni pensiero, dubbio o rabbia. La ragazza era un po' nervosa, non faceva certe cose da un po', ma, incredibilmente, Natsu sapeva come farla sentire a suo agio, la sfiorava con delicatezza e dolcezza. Era passionale, ma rispettoso. Ed era estremamente abile mentre la sfiorava nei suoi punti più sensibili. Era un bene che avessero aspettato un po'. Perché quella volta sarebbe stata perfetta.

Laxus uscì dal suo dormitorio cercando di sistemarsi il più possibile. Bella roba, a che serviva dare delle regole se lui per primo non le rispettava? Subito dopo Mira lo seguì, lanciandogli un'occhiata maliziosa.
"Dunque, posso definirmi la tua ragazza da questo momento?"
"Certo! Voglio dire... certo, è ovvio, naturalmente", disse cercando di darsi un contegno. In verità, dentro di sé era così felice da non riuscire quasi a controllarsi.
Mira sorrise ancora, stampandogli un bacio sulla guancia.
"Ci vediamo a lezione, allora"
"Eh... sì... a dopo", rispose, per poi lasciarsi andare ad un sospiro sognante dopo che la ragazza se ne fu andata. Non si era mai sentito così.
"Ma come, tu ti diverti e noi dobbiamo guardare?".
Laxus aveva sussultato violentemente. Bixslow, accanto a lui, lo osservava divertito.
"Bixslow! Che vuoi?!", borbottò arrossendo.
"Ah, ero venuto qui per dirti di chiarire con Freed. Sai, è piuttosto strano, non vorrei che si suicidasse. In caso, la colpa sarebbe tua"
"Ma... cosa cazzo vai dicendo?! Va bene, più tardi vado da lui. E poi tu, piuttosto che preoccuparti per me, preoccupati per te e Loki"
"E' proprio da lui che sto andando infatti".

I Manos avevano appena finito di provare ed erano ora usciti in cortile. Erza sembrava ancora abbastanza arrabbiata con Gerard, il quale non osava dire una parola. Era veramente spaventato dalle minacce della rossa, inoltre, quest'ultima aveva un'espressione e uno sguardo raggelante.
"Su, dille qualcosa!", cercò di convincerlo Juvia.
"Dirle qualcosa?! Dico, ma hai sentito? Ha detto che mi stacca le palle a morsi"
"Diciamo che era difficile non sentirlo", commentò Gajeel.
Levy alzò gli occhi al cielo. Se fino a quel momento non aveva minimamente pensato alla gelosia, adesso non faceva altro che farsi film mentali, film molto tragici. Lei non era un tipo aggressivo, ma non aveva idea di come avrebbe reagito se si fosse trovata al posto dell'amica.
"Beh, volendo non ha mica tutti i torti", si azzardò a dire.
"Ma va, è un semplice scambio di messaggi, il tradimento non è mica questo", subito rispose il chitarrista.
Certo, parlava bene lui. Chissà cosa avrebbe fatto se si fosse ritrovato nei suoi panni!
Gerard si fermò ad un tratto, quasi di scatto. Davanti lui c'era un numeroso gruppo di ragazze che si guardava intorno con aria curiosa.
"Oh-oh. Mi sono appena ricordato che ho un impegno..."
"Un impegno?", Erza lo afferrò saldamente per un braccio. "Cosa vai blaterando?".
Lui deglutì a vuoto. Come poteva spiegare?
"ECCOLI LI' RAGAZZE! I MANOS SONO LI'!".
Levy vide l'espressione del suo ragazzo cambiare drasticamente.
"Oh, no. Non le fangirls"
"Fangirls?! Dove?!", urlò Lily. "Quelle pazze mi torturano. Una volta mi hanno strappato una ciocca di capelli per venderla da qualche parte! Andiamocene, ve ne prego!".
Purtroppo, le preghiere del batterista non furono ascoltate. Ben presto, si ritrovarono circondati da un'orda di fan impazzire che strepitava, urlava e piangeva alla vista dei loro idoli.
"Va bene, ragazze, state calme!", colei che sembrava la leader di quella spedizione, tentò di ristabilire l'ordine. "Trattenete i vostri istinti animaleschi, siamo in un luogo pubblico"
"Ma... Kagura?!", esclamò Gerard sconvolto.
"Oh, ciao Gerard caro, da quanto tempo!"
"Ma... sei tu la mente dietro tutto ciò?"
"Ebbene sì, volevo venire da sola, ma le ragazze del fan club non me lo avrebbero mai perdonato". Erza aveva a quel punto aguzzato l'udito. Così era quella la famosa fan che faceva la carina con il SUO ragazzo. Senza pensarci due volte, si fece avanti.
"Gerard caro, vuoi presentarmi?", domandò nervosamente.
"Eh? Ah, certo! Kagura, lei è Erza, la mia nuova ragazza".
La fan guardò la rossa da capo a piede.
"Oh, no! Ti sei fidanzato! Ma questo è terribile!"
"BEH, TI RINGRAZIO!", urlò furiosa lei. Che gran faccia tosta che aveva quella tipa, presentarsi lì insieme ad un'orda di ragazze impazzite!
Non solo donne però. Vi era infatti anche qualche ragazzo, venuto lì appositamente per Juvia.
"Sei bellissima, Juvia! Puoi farmi un autografo!"
"E mi concedi una foto?"
"Com'è possibile che una bellezza come te sia ancora single?".
La cantante sorrideva, tentando di prestare attenzione a tutti i suoi spasimanti. Ma Lyon, accecato dalla gelosia, la afferrò per un braccio.
"Hey, hey, hey! Aria! Lei è già impegnata!"
"E' forse impegnata con te?! La cantante e il chitarrista dei Manos fanno coppia fissa?"
"Che cosa? No!".
In quel momento, Lyon poté avvertire una certa aura oscura. Ma sì, doveva essere per forza lei, la sua fan numero uno: Meredy.
"LYON!"
"No!", esclamò lui esasperato. "Ancora tu?!".
Meredy era la fan per eccellenza. Completamente cotta del suo idolo. Una stalker professionista che più di una volta lo aveva seguito, spiato e ammirato da lontano. Era davvero un amore intenso, almeno da parte sua. Subito, la ragazza non esitò dal saltargli addosso.
"Mi sei mancato così tanto! Dimmi che non è vero, stai con Juvia?!"
"HO DETTO DI NO! E MALEDIZIONE, STACCATI!".
Anche il povero Lily stava venendo torturato dalle sue fan. Lui piaceva perché era carino, e chiunque si divertiva a dargli pizzicotti sulle guance e sbaciucchiarlo neanche fosse stato un cucciolo.
"MA INSOMMA, NON AVETE ALCUN RISPETTO PER LA PRIVACY ALTRUI?!".
Il suo amico, Gajeel, invece, piaceva per ben altri motivi. Forse era per la sua aria da cattivo ragazzo, ma le sue fan lo trovavano piuttosto sexy e facilmente allungavano le mani.
"Oh, cielo. Ma sei vero o finto, tu?", domandò un'oca giuliva attaccandosi al suo braccio.
"Posso diventare la tua regina?", chiese un'altra.
"Ragazze, ve ne prego. Tutti questi complimenti mi lusingano, però...".
Levy era rimasta lì a guardare, sconvolta. Ad un tratto, ecco che tutta la sua gentilezza e dolcezza erano andate a farsi friggere. Quello era il suo fidanzato, perché quelle galline dovevano mettergli le mani addosso?!
"VOI! GIU' LE MANI DAL MIO RAGAZZO!"
"Il tuo ragazzo?"
"Una sempliciotta come te non può essere la ragazza di uno così figo!"
"C-c-cosa?! Adesso basta, l'avete voluto voi!".
In seguito non ci avrebbe creduto neanche lei. Stava andando loro incontro per picchiarle.
"NO-NO-NO!", urlò Gajeel. "QUESTO NO!". Dopodiché la afferrò, caricandosela su una spalla.
"Mettimi subito giù, Gajeel!"
"Tieniti forte. Adesso devo correre!"
"SU RAGAZZE!", esclamò una delle fan. "INSEGUIAMOLO!"

Bixslow, proprio come aveva già detto a Laxus, stava andando alla ricerca di Loki. Sul suo cammino incontrò Elfman e Evergreen i quali, mano nella mano, sembravano piuttosto uniti. Evidentemente avevano trascorso insieme qualche ora... piacevole.
"Hey, Ever. Hai visto Loki?"
"Ciao, Bix. No, sinceramente non l'ho visto. Quel ragazzo si aggira qui come se fosse un fantasma, mi sa che l'hai sconvolto"
"Ah, ci penso io, non preoccuparti. Comunque emh.. Elfman?"
"Sì?"
"Hai la cerniera abbassata".
Il ragazzo guardò verso il basso, arrossendo di colpo.
"Maledizione!"
"Ah, tranquillo, capita. Vado a cercare il mio futuro ragazzo, a più tardi!"
"E' veramente incorreggibile!", sbuffò Evergreen con le mani poggiate sui fianchi.

Era piuttosto divertente infierire sui suoi amici, ma adesso era arrivato il momento di un po' di serietà. Lui e Loki non avevano più parlato dopo il loro "fantastico" bacio.
E il rubacuori da strapazzo, continuava a farsi problemi, mentre si lasciava andare ad un assai triste monologo.
"Lucy mi ha detto di non crearmi problemi, ed io ci sto anche provando, ma è difficile! Come devo fare? Si può cambiare così da un giorno all'altro? Mi sono sempre piaciute solo le donne, perché adesso è tutto diverso? Forse sto diventando pazzo. Oh sì, deve essere per forza questo!".
Bixslow lo aveva visto parlare da solo, sorridendo divertito.
Era davvero adorabile.
Gli arrivò alle spalle, badando bene a non farsi vedere.
"Ma salve!"
"AH!", esclamò lui. "Bixslow! Da-da quanto tempo sei qui?"
"Sono appena arrivato. Parlavi solo?"
"Io? No", le sue labbra si dipinsero di un sorriso nervoso. "Io, ecco... amh. Bix, dobbiamo parlare"
"Sì, lo penso anche io. A quanto pare il mio bacio ti ha sconvolto tanto. Però non capisco il perché, non ho mai nascosto il fatto che tu mi piaci"
"MA NON E' QUESTO IL PUNTO! Bix, siamo due ragazzi.
L'altro inarcò un sopracciglio.
"Ebbene? Sai come la penso"
"E sai come la penso io"
"Fammi capire, non vuoi stare con me perché sono un ragazzo? E' veramente questo il problema?".
Loki poté avvertire una certa nota di delusione nella sua voce. Cosa stava combinando?
"Io... io non lo so... io..."
"Va bene, ho capito. A quanto pare ho corso troppo. Il fatto è che ti credevo diverso, ma mi sono sbagliato".
L'altro serrò le labbra, senza sapere cosa dire o fare. Era quello ciò che voleva?
Se era così, perché avvertiva quel malessere?
In seguito si sarebbe ampiamente pentito.

Natsu uscì dal suo dormitorio, ancora con il fiato corto. Una volta assicuratosi che non ci fosse nessuno, fece segno a Lucy di uscire.
"Via libera".
La bionda lo seguì, sistemandosi i capelli.
"Sono un disastro"
"Oh beh, dopo quello che abbiamo fatto, è anche normale", affermò lui con malizia. Lucy non poté fare a meno che ricambiare il sorriso. Era stato assolutamente fantastico, una delle esperienze migliori della sua vita.
Adesso si sentiva ancora più unita a lui, ancora più innamorata, ancora più gelosa. Strinse la mano alla sua. Il rosato lo guardò negli occhi. In quel momento avvertì il bisogno di dirle qualcosa di importante, qualcosa che non aveva mai avuto il coraggio di dire a nessuno. Le parole più preziose che si potessero dire a una persona.
"Lucy... Lucy, io...".
"Oh, ciao ragazzi! State giocando a nascondino?".
Ovviamente, chi è che arrivava ad interromperli? Lisanna. Sempre al momento meno opportuno.
"Yo, ciao Lisanna! Veramente noi stavamo andando a lezione"
"Anche io. Suvvia, andiamo insieme"
"Volentieri", rispose la bionda con un sorriso nervoso. Non si poteva continuare per quella strada, era certa che altrimenti sarebbe andata fuori di testa. Ma per il momento avrebbe stretto i denti e sarebbe andata avanti.

Lily sarebbe crollato di lì a poco. Avrebbe dovuto essere abituato a certe cose, ma in verità, a certe cose, non ci si abituava mai. Nel tentativo di sfuggire alle sue fan impazzite, il batterista si infilò nel primo dormitorio libero, accasciandosi poi sul pavimento.
"Mio... Dio!", esclamò. "Questo è da pazzi, è assolutamente da pazzi!".
"Emh... Lily?".
Il corvino si voltò piano. Era finito nel dormitorio di Happy, il quale lo stava osservando seduto sul letto.
"Happy! Ti prego nascondimi, le fangirls vogliono torturarmi!"
"Ma tu sei famoso, dovresti essere abituato!"
"E invece no! Posso rimanere qui finché le acque non si calmano?"
"Certo!", lo rassicurò. "Comunque sai, credo che Charle non sia più arrabbiata con me. Le ho detto che mi stai aiutando e..."
"S-scusa? Tu le hai detto che io e te facciamo robe...?"
"Non avrei dovuto?"
"Oh, non ha importanza", fece portandosi una mano sul viso. "Tanto peggio di così non può andare".
Happy sorrise timidamente.
"Lo so che non sono proprio un allievo esemplare, ma tu stai facendo davvero di tutto per aiutarmi"
"E'... ovvio. Non ti lascio proprio nel momento del bisogno".
L'atmosfera era a quel punto divenuta strana. Happy gli gattonò incontro, avvicinandosi.
"Cosa c'è, Happy?", sussurrò.
"Metto in pratica quello che mi hai insegnato. Devo imparare a resistere, ma devo anche imparare a far godere una donna, no?"
"Ti sei accorto che non sono una donna, vero?"
"Certo che sì", si chinò sul suo collo, sfiorando la pelle con le labbra. "Posso?".
Il corvino sussultò. Certo che Happy stava diventando davvero intraprendente.
"Sì... certo".

"Non è che non mi faccia piacere che tu sia venuta fin qui", Gerard sembrava essere piuttosto a disagio. "E' solo che non mi aspettavo tutto questo casino".
A braccia conserte e nervosa, Erza osservava il suo ragazzo parlare con Kagura.
Quella tipa non gliela raccontava giusta. Sì, doveva esserci necessariamente qualcosa fra quei due!
"Mi dispiace, la prossima volta verrò da sola", cinguettò. "A quando il prossimo concerto?"
"Emh... non lo so, prima dobbiamo finire di scrivere la nuova canzone"
"Capisco. Allora, se ti serve un consiglio, chiedimi pure. Lo sai che lo faccio sempre con piacere".
La rossa alzò gli occhi al cielo. Adesso quella era anche diventata la sua nuova consigliera?
"Piuttosto", Kagura cambiò poi discorso. "Com'è che tu e Erza vi siete messi insieme?"
"Beh, lei è una mia fan", spiegò semplicemente. "Ad una festa ha urlato un "ti amo", mentre stavo suonando..."
"DEVI PER FORZA DIRE LE COSE COME STANNO?!", urlò lei imbarazzata, mentre l'altra ragazza li osservava curiosa.
"Oh, ma allora c'è speranza per tutti! Se perfino lei è riuscita a conquistarti, posso farlo anche io...!"
"Se-se perfino io sono riuscita a conquistarlo?!", questa volta la rossa stava andando davvero fuori di testa.
"Va bene, calma. Non dovresti confondere la stima nei miei confronti con altro, no?", Gerard tentò di mantenere la calma. Kagura sorrise maliziosa.
"Infatti non lo faccio".
Erza si irrigidì. Si sentiva così nervosa che sicuramente sarebbe scoppiata di lì a poco.

Anche Juvia era riuscita a scappare al controllo dei suoi fan. Aveva raggiunto Gray, il quale la stava aspettando già da un po'.
"Ah, eccoti qui. Come mai ci hai messo tanto?"
"E' successo un casino. I nostri fan hanno invaso l'università"
"Capisco. Ti hanno importunata?"
"Oh, no. Sono sempre tutti abbastanza gentili con me", sussurrò avvicinandosi a lui. "Mi sei mancato".
"Oh, mi sei mancato anche tu", Gray le afferrò il viso, facendo per donarle un bacio.
"BASTAAAAAAAA, LASCIAMI STARE!".
Gray imprecò mentalmente. Avrebbe ucciso Lyon. Oh sì, lo avrebbe ucciso veramente.
Il suo ex amico stava tentando di scappare da Meredy, la quale si era aggrappata al suo braccio.
"E dai, ma perché non ti piaccio?"
"Perché sei pazza, ecco perché!", esclamò staccandosi. "Vai via e lasciami in pace!"
"Ma-ma", la ragazza aveva adesso gli occhi lucidi. "Ma Lyon, io..."
"Non sto scherzando. Smettila di fare la stalker a fatti una vita".
Lei tirò su con il naso, di lì a poco sarebbe sicuramente scoppiata in lacrime.
"SEI UN IDIOTA!", urlò scappando via.
Il chitarrista si massaggiò la testa, sospirando.
"Dio..."
"Non sei stato molto gentile, eh?", domandò Gray. Lui si voltò a guardarlo.
"Fatti i cazzi tuoi, tu"
"E non sei gentile neanche con me"
"E perché dovrei esserlo? Tu sei un traditore. Almeno questa volta non potevi lasciarmi il posto?", domandò avvicinandosi eccessivamente.
"Juvia non è un "posto". E' una persona e lei vuole me, come io voglio lei"
"Tutti scelgono sempre te, non è vero? E' facile parlare quando si è sempre al primo posto"
"Ora basta!", Juvia si mise in mezzo. "Lyon, ti avverto. Se fai qualcosa a Gray, non te lo perdonerò! Devi avere rispetto per quelli che sono i miei sentimenti"
"Sì? E per i miei sentimenti chi è che ha rispetto?. Juvia indietreggiò, non sapendo cosa dire. Aveva l'impressione che ci fossero molte cose che non sapeva.
"Lyon, vai. E dacci un taglio", disse infine Gray, sapendo che l'altro non avrebbe aggiunto una parola. E in effetti, il chitarrista si allontanò triste, con la coda tra le gambe come un cane bastonato.

"GAJEEL, METTIMI SUBITO GIÙ', HAI CAPITO?!".
Levy non ne poteva proprio più di essere portata in spalla come un sacco di patate.
"Va bene, va bene! Qui staremo tranquilli", sospirò posandola finalmente al suolo. "Però, ma che ti è preso poco fa?"
"Che mi è preso? Quelle lì ti mettevano le mani addosso!"
"Ah, fanno sempre così, non devi preoccuparti..."
"E che cosa faresti se dei ragazzi cominciassero a starmi addosso in quel modo?".
Lui spalancò gli occhi. Il solo pensiero lo faceva andare fuori di testa.
"E' DIVERSO. TU SEI UNA RAGAZZA, NON E' LA STESSA COSA!"
"Questo è davvero sessista da parte tua!"
"C-cosa? Andiamo! Non mi dirai che te la sei presa!".
A braccia conserte, la turchina si voltò.
"Certo che me la sono presa. Tu non capisci. Io sono una semplice ragazza, una delle tante. Che cosa ho di speciale?".
Finalmente, lì Gajeel capì. Levy era preoccupata, non si sentiva abbastanza per lui, ma non avrebbe avuto motivo. Si avvicinò, abbracciandola da dietro.
"Sei speciale perché sei tu. Su, Levy. Pensi davvero che me ne importi qualcosa delle altre? Tu mi hai conquistato con la tua semplicità, il tuo intelletto e... non sono bravo con le parole, lo sai".
La ragazza tremò sotto il suo tocco. Adesso si sentiva abbastanza stupida, e pensare che era quasi andata fuori di testa per niente.
Si strinse a lui, accennando ad un sorriso.
"Scusa... non so cosa mi sia preso..."
"Non scusarti, io avrei fatto di peggio".
E dicendo ciò la strinse a sé. La strinse con possessività, pregando che non arrivasse mai il giorno in cui sarebbe toccato a lui essere geloso. Altrimenti, nessuno si sarebbe salvato, questo era poco ma sicuro.

Bixslow sapeva davvero essere convincente alle volte. Ma Laxus dubitava che Freed avesse fatto qualche sciocchezza per così poco, anche se adesso il dubbio si era in lui insinuato. Andò a bussare alla porta del nuovo dormitorio che i suoi amici condividevano, per poi bussare.
"Avanti!".
Laxus entrò lentamente. Freed stava ascoltando la musica con un'espressione piuttosto depressa.
"Oh. Che cosa vuoi?"
"Ma sei vivo!"
"Certo che sono vivo, perché?"
"Bixslow mi aveva fatto credere che ti fossi suicidato"
"Che razza di idiota", fece alzando gli occhi al cielo. "Cosa sei venuto a fare?"
"A chiarire una volta per tutte", disse avvicinandosi e sedendosi accanto a lui. "Mi dispiace, d'accordo? Sono stato insensibile. E anche molto... stupido e non capire prima. Però devi anche comprendere che non è colpa di nessuno se io amo Mira e lei ama me. Sicuramente, un giorno troverai qualcuno che ti merita".
Freed lo ascoltò attentamente, per poi avvicinarsi.
"E' proprio per questo che mi piaci", sussurrò. "Sei così maturo... così uomo. In te vedo tutto ciò che io vorrei essere. Inizialmente pensavo si trattasse di semplice stima, ma adesso è chiaro che non è così. Non troverò mai nessuno come te"
"Allora forse devi trovare uno che è migliore di me".
Lui sollevò lo sguardo. In quel momento fu colto dall'irrefrenabile voglia di baciarlo. E lo fece. Azzerò le distanze, posando le labbra sulle sue e godendo del calore delle sue labbra. Laxus spalancò gli occhi.
Era strano, ma non sgradevole come aveva creduto. Poggiò una mano sulla sua spalla, scostandolo.
"Freed, no. Non possiamo"
"Ma perché no? Almeno concedimi una volta. Una soltanto"
"Non posso farlo per due motivi. Anzitutto io non potrei mai... fare certe cose con te e poi lasciarti così, sapendo ciò che provi con me. Va contro i miei principi. E poi...", distolse lo sguardo. "Io ormai sto con Mira".
Quell'ultima frase fu come un'accoltellata dritta al petto.
"Così, alla fine vi siete messi insieme. A quanto pare non c'è proprio verso"
"Mi spiace, Freed...".
Ad un ceto punto i due furono interrotti dall'arrivo di Evergreen e Elfman.
"Scusate", disse la prima.
"Che c'è?!", borbottò Laxus.
"Ecco, la scuola è invasa da delle fangirls impazzite. Sei tu il sorvegliante, giusto?".
Lui alzò gli occhi al cielo.
"MALEDIZIONE, SEMPRE LA STESSA STORIA!"

Approfittando del fatto che la struttura fosse stata momentaneamente gettata nel caos, Mavis aveva chiesto a Zeref di passare a trovarla. Era piuttosto nervosa, temeva di ricevere una risposta negativa da parte sua. Cosa avrebbe fatto in quel caso?!
Attendeva impazientemente che il ragazzo arrivasse, mentre pensava a cosa dire. Questa volta avrebbe fatto di tutto per farla funzionare.
"Hey, Mavis".
La bionda si staccò dal muro su cui stava poggiata, mentre il cuore prendeva a battere a mille.
"Zeref..."
"Vedo che c'è un po' di casino in giro"
"Eh, già", lei si avvicinò. "Scusa se ti ho fatto venire all'improvviso. C'è una cosa di cui voglio parlarti"
"O-ok. Di cosa si tratta?".
Respirò profondamente.
"Voglio riprovarci. Con te, intendo. Lo so che siamo già stati insieme una volta, ma vorrei davvero... tornare ad essere la tua ragazza. Allora, che ne pensi?".
Zeref la guardò per qualche istante, sembrava starci davvero pensando su. A che sarebbe servito dirle di no? Comunque stavano già insieme, mancava solo l'ufficialità.
"Insieme giorno dopo giorno, passo dopo passo...", sussurrò.
Lei sorrise.
"Sì".
Dopodiché lo abbracciò stretto, sentendosi felice. Non avrebbe guardato al futuro, avrebbe vissuto giorno dopo giorno e con tranquillità la loro storia.

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