Una mossa sbagliata

96 3 0
                                    


Loki sentiva di aver totalmente svuotato la mente. Non pensava a niente, si stava solo trascinando dietro Bixslow senza neanche guardare dove stesse andando, troppo impegnato a tenere le labbra incollate alle sue.
Fremeva come mai prima d'ora. Stava avvertendo un desiderio incontenibile, Bixslow doveva averlo capito. Condividevano la stessa foga e gli stessi desideri.
Fu quest'ultimo a poggiarsi contro una parete per cercare di ristabilire un po' di equilibrio. Loki si staccò in quel momento, guardandolo con due occhi infiammati.
"Ma cosa sta esattamente succedendo?", ansimò Bixslow.
"Tu cosa pensi che stia accadendo?", sussurrò l'altro malizioso.
"Signor "Iosonoetero", oserei dire che mi stai seducendo", affermò con un sorriso.
Loki trattenne una risata. Probabilmente non doveva essere troppo lucido.
No, al contrario, era completamente lucido e stava agendo perché lo voleva, non c'erano scuse!
"Vieni con me", gli disse poi.
"Ne sei sicuro?".
Lui annuì, afferrandolo per un braccio. Quella era una cosa seria, molto più di un semplice bacio. Ma in quel momento era certo più che mai di voler andare fono in fondo proprio con Bixslow.

"Ecco, adesso sono sicuramente rimasto solo. Che diamine, ma perché devo essere così sfortunato?", Freed si lamentava a bassa voce mentre si dirigeva alla sua prima lezione di agraria. Era contento che Bixslow e Loki avessero chiarito, ma cosa ne sarebbe stato di lui? Sarebbe rimasto solo per sempre?
Dopotutto, Laxus era felice con Mira, Ever stava con Elfman... e lui era lì, da solo.
Più ci pensava e più si sentiva depresso. Non c'era assolutamente modo che le cose potessero cambiare.
Arrivato vicino l'aula, i libri che teneva in mano caddero. Sbuffò, alzando gli occhi al cielo, per poi piegarsi e imprecando mentalmente.
Fece per raccogliere l'ultimo volume, ma qualcuno lo aveva preceduto.
"Eh?", sussurrò. Alzò lo sguardo, ritrovandosi davanti un ragazzo: capelli di un rosso scuro, una cicatrice gli sfregiava il viso. Freed non era certo di averlo mai visto da quando si trovava lì.
"Ma guarda, un nuovo compagno!", esclamò quest'ultimo. "Questa è una bella notizia, visto che siamo quattro gatti contati!".
L'altro lo guardò, con curiosità ma anche con timore.
"Tu... frequenti agraria?"
"Puoi dirlo forte. Anche se non ho la faccia da contadino, non credi?".
La faccia da contadino no, la faccia da delinquente del ghetto sì, si ritrovò a pensare. Ma questo lo avrebbe ovviamente tenuto per sé.
"Già... io sono Freed"
"E io mi chiamo Cobra, benvenuto!".
Cobra, ma che razza di nome è?, si ritrovò a pensare.
"Suvvia, non essere timido!", fece afferrandolo per le spalle. "Posso assicurarti che sarà divertente, quando ci sono io intorno è difficile annoiarsi"
"Davvero?", domandò con un sorriso nervoso. "Ma che bello...".
Quel tipo lo stava toccando senza alcun consenso e senza che neanche si conoscessero. Questo doveva essere il karma. Fino a qualche secondo prima si era lamentato di esser e sola e adesso gli veniva mandato un ragazzo dall'aspetto da criminale.

Accoccolata al petto di Gray, Juvia non riusciva a smettere di pensare al bacio di Lyon. Era assurdo, questo non sarebbe dovuto accadere. Anche se non aveva fatto niente, non poteva fare a meno di sentirsi in colpa. Ma dicendo la verità avrebbe scatenato un litigio inutile.
Ma cosa fare?
"Lyon ti ha più importunato?", le domandò ad un tratto il ragazzo.
Ovviamente, la domanda giusta al momento giusto.
"Non direi che è più importuna", rispose lei. "E' soltanto... beh, è Lyon, sai com'è fatto"
"Sì che lo so, appunto per questo mi preoccupo. Dio, la sua è proprio un'ossessione"
"Anche la mia lo era, nei tuoi confronti", gli fece notare.
"E' diverso!", borbottò lui. "Tu sei tu, lui è lui! Comunque sia, se fa qualcosa di strano, dimmelo!".
A quelle parole, Juvia si irrigidì. Evidentemente, il suo segreto non poteva rimanere tale.
"Juvia, che c'è?", chiese infatti il ragazzo.
"Amh", si tirò su. "Promettimi di non arrabbiarti"
"Non posso prometterti niente. Che succede?"
"Umh... come dire...", distolse lo sguardo. "Lyon ha leggermente... come dire... sì, potrei dire che mi ha tipo baciata".
Arrabbiarsi? Perché avrebbe dovuto?"
"IO LO AMMAZZO!".

Lyon era stato lasciato da solo come un cane nel suo dormitorio. Gerard gli aveva ordinato – non chiesto, ma ordinato – di dedicarsi al testo della nuova canzone. E lui ci stava anche provando a buttare giù due frasi, peccato fosse pressapoco impossibile, con tutti i pensieri che aveva per la mente.
Il chitarrista non avrebbe mai potuto immaginare che la sua più grande fan si fosse letteralmente arrampicata alla finestra per vederlo.
"Lyon... sto arrivando, aspettami!", sghignazzò con gli occhi sgranati.
Era in quei momenti che il suo aspetto da brava ragazza lasciava posto all'aspetto da fan impazzita. Si arrampicò fino a quando non si ritrovò in piedi.
"Oh-oh, eccoti qui!".
Il ragazzo avvertì un brivido, voltandosi molto lentamente.
"AH! COSA CI FAI TU QUI?! MA TE NE VUOI ANDARE?!".
"Ma Lyon, sono venuta qui appositamente per te. Questa è la tua stanza. Oh, posso prendere una tua maglietta e portarla a casa? Se l'hai già indossata è meglio"
"No, no, no, fuori! Non puoi stare qui!"
"Suvvia, non essere antipatico!", esclamò. "C'è gente che morirebbe per avere una ragazza così carina che viene loro dietro"
"Beh, ma non io. Ti prego, vattene!".
A peggiorare le cose ci pensò l'arrivo di Gray e della sua ira. Quasi sfondò la porta, tanto era la rabbia che stava provando.
"LYON VASTIA, SEI MORTO!"
"PURE TU ADESSO?! MA CHE VUOI?!".
"No, no, no!", esclamò Juvia. "Vi prego, fermi!". Gray si avvicinò al rivale, afferrandolo per strattonarlo.
"Dico, sei impazzito? Adesso ti metti anche a baciare le ragazze altrui? Che ti dice il cervello? Abbi un po' di rispetto!"
"Ah, io dovrei avere rispetto? E tu allora? Tu stai con Juvia soltanto perché cerchi di sostituire Ultear".
La diretta interessata sgranò gli occhi. Credeva che quella fosse una storia bella che chiusa ormai.
"Lyon, sta zitto...", intimò Gray.
"Perché? Sei stato tu a dirmelo una volta: "qualunque ragazza che incontrerò non sarà altro che una sua sostituzione. Nessuna è come lei"
"Ho detto sta zitto! Juvia, non ascoltare quello che dice!"
"Oh, certo. Io sono solo un povero pazzo. Con una cosa fondamentale che però mi distingue da te. Io sono riuscito ad andare avanti. Non tu. Tu fingi soltanto".
Juvia indietreggiò, avvertendo un nodo alla gola, uno di quelli che in genere precedeva un pianto. Poi si voltò e se ne andò.
"No, aspetta Juvia! Lyon, sei un coglione, vaffanculo!", lo insultò, preferendo andare dietro la sua ragazza.
Il chitarrista si lisciò i capelli, mentre Meredy lo osservava.
"Immagino che non posso avere la mia maglietta, vero?"-
Lui sospirò, portandosi una mano sul viso.

Mentre stringeva i libri e tornava dalla sua lezione, Levy si sentiva non poco nervosa. Lei e Gajeel non avevano avuto molta occasione di vedersi, a causa dei tanti impegni che entrambi avevano. La cosa che la infastidiva era che ciò sembrava disturbare solo lei!
Dubitava avesse un'altra. No, lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non avrebbe avuto senso lasciarsi andare a quegli sciocchi pensieri.
Magari poteva passare dalla biblioteca e prendere qualche libro. Sì, sarebbe stato un buon modo per non pensare. Così fece, dirigendosi in quel paradiso fatto di scaffali e di tomi di tutti i tipi.
Guardò a lungo, fin quando un libro non catturò la sua attenzione. Allungò una mano, ma in quel momento accadde l'impensabile. La sua mano si scontrò con quella di qualcun altro. Lei rabbrividì, alzando poi lo sguardo. Davanti a lei c'era un ragazzo dai ribelli capelli biondi e dall'espressione crucciata, gli ricordava molto Gajeel.
Lo vide poi sorridere in modo strano.
"Prego, prendilo tu"
"I-io? Sei sicuro?"
"Certo, tanto non era per me, non preoccuparti".
Il suo modo di parlare era particolare. Era suadente, ma privo di gentilezza alcuna. Sì, "arrogante" sarebbe stata la parola giusta.
Levy fece un sorriso di circostanza, prendendo il libro e uscendo poi di corsa dalla biblioteca. Chissà perché tutti gli incontri più strani li faceva sempre lei.
Non si era però resa conto di aver attirato le attenzioni di quel tipo, che adesso le andava dietro. Levy lo avvertì e, un po' nel panico, si voltò.
"Emh, c'è qualcosa che posso fare per te?", domandò tremante.
"Su, non fare quella faccia. Non sono un maniaco, né ho cattive intenzioni. Non ti avevo mai visto qui nei dintorni"
"Beh, nemmeno io. Che facoltà sei?"
"Scienze politiche. E tu?".
Quindi è un compagno di Cana.
"Letteratura"
"Ah, ecco. In effetti hai l'espressione di una che ama leggere", sussurrò avvicinandosi. "Piccolina, carina, sicuramente intelligente. Sì, mi piace".
Levy deglutì a vuoto, indietreggiando. O era pazza o quel tipo le stava facendo una corte spietata.
Non era abituata, nessuno ci aveva ma provato con lei, soprattutto non un tipo del genere.
"Io... io... ecco... ti ringrazio... emh... umh..."
"Sono Zancrow. E tu invece, com'è che ti chiami?"
"Levy", rispose frettolosa. "Ed è stato un piacere parlare con te, però adesso me ne devo andare, scusa!".
Non appena si fu allontanata tirò fuori un sospiro di sollievo. Zancrow, dal canto suo, non le aveva staccato gli occhi di dosso neanche un attimo.
Forse aveva finalmente trovato pane per i suoi denti.

"Erza... Erza! Maledizione, vuoi ascoltarmi? Fermati!".
Gerard si stava ritrovando ad andare dietro la sua ragazza senza che quest'ultima lo ascoltasse. La rossa era ancora furiosa, non aveva avuto l'occasione di dar sfogo a tutta la sua rabbia.
"Lasciami in pace!"
"No!", lui la afferrò per un polso. "Adesso devi ascoltarmi! Devi calmarti, okay? Non puoi reagire così'".
"Ah, non posso reagire così? Se fosse stato al contrario avresti fatto esattamente allo stesso modo!"
"Q-questo non è vero!".
Erza allora si avvicinò.
"Mi stai forse sfidando?"
"No! Io non sto sfidando nessuno. Voglio solo che tu stia tranquilla e non picchi la gente!".
Lei sospirò.
"Molto bene, la metti così? Benissimo. Allora, so cosa fare. E poi vediamo cosa succederà. Oh, come sarà divertente!"
"E-Erza? Cos'hai in mente? Aspetta, che cosa vuoi fare? Dio, ma tutte e a me capitano?"
"Hey!", Gajeel attirò la sua attenzione, cacciando la testa fuori dalla porta. "Qui qualcuno sta cercando di studiare! Al dormitorio non interessano i tuoi problemi d'amore!"
"Non infierire, d'accordo?!", sbottò Gerard. "Lasciami solo"
"Tsk, checche, tutti quanti. Insomma, fatevi valere voialtri!", borbottò.
Il chitarrista non si era accorto dell'arrivo di un'ansimante e arrossita Levy.
"Emh... ciao, Gajeel! Disturbo?"
"Levy! No, non disturbi affatto!"
"Ma stavi studiando?"
"No, affatto! Dai, entra!".
La ragazza sospirò, entrando, mentre il cuore batteva ancora a mille a causa dell'incontro di poco prima. Gajeel si rese conto della sua espressione strana.
"Perché hai quella faccia? Che cosa è successo?"
"Niente...", balbettò.
Ma ciò non lo convinse.
"Levy... che succede? Qualcuno ti ha importunata?".
Era proprio bravo a capire le cose. La ragazza però si disse che non ci fosse motivo di dirglielo. Dopotutto non era successo niente di serio, non voleva farlo preoccupare, poteva benissimo cavarsela da sola.
"Importunata? No, ma che dici", fece sorridendo. "Sono venuta qui perché speravo di poter passare un po' di tempo con te, sai... non ci siamo visti molto".
Gajeel le si avvicinò, posandole una mano sulla testa.
"Hai perfettamente ragione. Sarà allora il caso di rimediare, no?", domandò con malizia.
Lei si sentì istantaneamente meglio. Nel suo profondo, sperava che l'incontro con Zancrow rimasse un evento isolato, altrimenti sarebbero stati guai.

Lucy era contenta di aver chiarito con Natsu. In realtà non avevano esattamente chiarito, ma dopo aver visto come lui si fosse comportato, aveva dimenticato tutta la rabbia.
E poi, di positivo adesso c'era che il posto di Lisanna era stato preso da Mavis. I due infatti trascorrevano molto tempo con lei, viste le sue particolari condizioni e la sua tristezza.
"Non ti preoccupare, Mavis. Zeref cambierà idea. Anche perché se non lo fa lo uccido!", esclamò il rosato. Lucy alzò gli occhi al cielo.
"Non c'è bisogno di uccidere nessuno. Zeref non può essere senza cuore, dopotutto lui ti ama, no?".
Mavis annuì debolmente.
"Mi ama sì, ma non sono sicura che basterà. Non voglio essere una ragazza madre come si vede nei film. E poi ho una fame..."
"Hai qualche voglia? Ti prendo qualcosa?", domandò subito Natsu. Era estremamente attento e disponibile per quanto riguardava certe cose.
Il trio venne ben presto raggiunto da Lisanna, la quale di certo non voleva demordere tanto facilmente.
"Ciao, ragazzi", salutò allegramente. "Che state facendo?"
"Premeditiamo l'omicidio di Zeref", borbottò il rosato.
"Posso partecipare?".
Lucy imprecò mentalmente. Certo che quella tipa aveva proprio una faccia tosta, presentarsi così come se nulla fosse!
"Oh, Natsu", disse ad un tratto l'albina. "Domani vorrei chiedere un permesso per uscire dal dormitorio. Sai, c'è del materiale che devo comprare e mi occorre scendere in città. Non è che puoi accompagnarmi?"
"In città? Certo, mi piacerebbe molto"
"Emh, emh", Lucy si schiarì la voce, giusto per ricordare loro che esisteva anche lei.
"Ovviamente vieni anche, Lucy", rispose il ragazzo.
"Ma che bello, vi ringrazio", affermò con un sorriso nervoso. Dopodiché, Mavis fece loro la lista delle cose che avrebbero dovuto comprare per lei, una lista piuttosto lunga in realtà. Ma la bionda non la stava neanche più ascoltando.
Il solo pensiero di uscire con quei due insieme la innervosiva. Non era certa che sarebbe riuscita a trattenersi.

Lily era abituato ad avere gli occhi di tutti addosso, poiché era praticamente pseudo famoso. Ma avere gli occhi di Charle addosso solo perché quest'ultima lo considerava un pervertito era già diverso. Happy gli camminava accanto, ricurvo su se stesso e indubbiamente depresso, come sempre del resto.
"Happy, smettila di piagnucolare, sono io quello che dovrebbe piangere", sospirò il corvino.
"Il problema è che faccio tutto sbagliato. Sono arrivato a conclusione, questo sì. Ma a che mi serve se poi rovino tutto? Scusa, Lily. Ti ho creato solo problemi".
Il batterista alzò gli occhi al cielo. Non riusciva proprio ad arrabbiarsi con lui, malgrado tutto.
"Non mi crei problemi, va tutto bene. Davvero"
"Mh. Sei un angelo", sussurrò abbracciandolo. "Ti voglio bene, lo sai, vero?".
Lily spalancò gli occhi sorpreso, per poi ricambiare l'abbraccio.
"Ti voglio bene anche io".

Charle li stava osservando da lontano, sentendosi parecchio infervorata.
"Guardate quei due, guardateli!", urlò a Romeo e Wendy. "Sono proprio senza vergogna, agire così davanti a tutti! Quei maledetti".
"Emh, emh", l'amica si schiarì la voce. "Se non ti conoscessi bene direi che sei addirittura gelosa"
"Gelosa? Io? Sciocchezze, non sono gelosa, sono soltanto indignata. Adesso ci penso io!"
"Ma... ma Charle!".
Con le guance arrossate e il cuore che batteva a mille, l'albina si avvicinò a quei due, interrompendo il loro abbraccio.
"Charle!", esclamò Happy.
"Mettiamo le cose in chiaro sin da subito, che cosa succede? State insieme?"
"Eh... eh? No, non stiamo insieme. Diglielo anche tu, Lily"
"Confermo, non stiamo insieme"
"Ah, sì? Beh, direi che è molta equivoca la cosa. State sempre insieme, fate certe cose insieme, io direi che ci sono tutti i buoni propositi per una relazione!".
Stava davvero facendo una scenata. Era possibile che fosse veramente gelosa e che i ruoli si fossero invertiti? I due ragazzi si lanciarono un'occhiata.
"Charle, ma..."
"Ah, lascia perdere! Stupida io che cerco di capirvi!", borbottò ancora più rossa di prima, sentendosi umiliata nel profondo. Non poteva essere davvero gelosa dell'alchimia e del rapporto fra quei due, non aveva senso!

Le cose tra Laxus e Mira andavano alla grande. Era un peccato solo il fatto che Freed si fosse allontanato così tanto. Il biondo ci aveva oramai messo una pietra sopra, capendo che sarebbe stato doveroso aspettare.
La coppia era appena uscita dall'aula di economia, mano nella mano. Laxus si sarebbe aspettato tutto, meno che vedere Freed in compagnia di un tipo che non aveva mai visto.
Il suo amico sembrava molto allegro mentre parlava con il suo nuovo compagno, ed effettivamente non aveva tutti i torti. Malgrado l'avesse mal giudicato, Freed dovette rendersi conto che Cobra non era affatto male. Era assolutamente brillante, intelligente, oltre che affascinante.
"Oh, ma guarda", disse Mira sorridendo. "C'è Freed ed è con un ragazzo. Questo ci fa ben sperare".
Laxus però aveva preso a mal guardare i due. Quel tipo, almeno così all'apparenza, non gli piaceva, gli sembrava un poco di buono, mentre Freed era così ingenuo alle volte, lui lo sapeva, lo conosceva meglio di chiunque altro.
"Perché non ci avviciniamo?", domandò afferrando la ragazza.
Ben presto, le due coppie si ritrovarono faccia a faccia.
"Ah, ciao Laxus", salutò Freed tranquillo.
"Freed, non ti fai vedere da un po'. Chi è il tuo amico?"
"Lui è Cobra. Cobra, loro sono Mira e Laxus"
"Piacere di conoscervi", rispose ammiccando. Mira si lasciò andare ad una risatina, ma Laxus non fu altrettanto amichevole.
"Capisco. Come mai vi conoscete?"
"E' un mio compagno di corso. Visto che mi sono iscritto adesso e sono indietro rispetto agli altri, si è offerto di aiutarmi. Quindi adesso noi andiamo a studiare. Ci vediamo dopo, ciao".
Lui li osservò andare via, con un'espressione abbastanza preoccupata in viso.
"Beh, mi sembrano andare d'accordo", disse Mira. "Non ti pare?"
"Mah", borbottò. "Sarà...".

Non poter parlare con Sting era terribile, ma Rogue non aveva altra scelta. Non poteva farci nulla, si sentiva ferito nel profondo, oltre al fatto che si sentiva usato. Camminava per i corridoi della scuola stringendo i libri al petto, come se fosse stato un'ombra. Lector e Frosch stavano tentando in tutti i modi di farli riavvicinare, ma entrambi erano maledettamente testardi.
Il corvino adocchiò Yukino da lontano. Quest'ultima, tutta impettita, doveva sicuramente stare andando a lezione. Aumentò il passo per raggiungerla.
"Yukino", la chiamò.
"Rogue, ciao. Cosa posso fare per te?", domandò gentile ma con freddezza.
"Umh", lui distolse lo sguardo. "Dimmi una cosa, perché l'hai fatto?"
"Parli di Sting? Ho dovuto farlo, mi dispiace, ma era giusto che entrambi sapessimo la verità"
"Tu sei convinta che lui ti ami ancora"
"Questo non lo so, ma oramai mi ha lasciato, non è un problema mio, ma tuo. Qui è lui quello che deve fare chiarezza"
"Mi sento a pezzi", confidò.
"Oh", sospirò lei. "Contrariamente a quello che puoi pensare, io non ti odio. Magari all'inizio, ma non adesso".
"Davvero?"
"Assolutamente. Spero soltanto che Sting possa fare chiarezza, per il bene di tutti"
"Sì", Rogue abbassò lo sguardo, pensieroso. "Lo spero anche io".
Il corvino non poteva immaginare che Sting si trovasse in balia di Frosch e Lector. Quest'ultimo aveva preso a colpirlo ripetutamente in testa con una scarpa.
"AHI! Ma vuoi lasciarmi stare?"
"Più ti lamenti, più io ti picchio!", ribatté lui. "Frosch, prendimi i mocassini, quelli faranno più male!"
"Arrivo subito"
"E' inutile che mi colpisci, non migliorerai le cose"
"Magari potrò farti tornare un po' di sale in zucca! Sei un idiota, Sting. Ma cosa cavolo fai? Ti metti con Rogue e poi fai un casino assurdo? Dimmi una cosa, lo ami?!"
"Non è il momento di fare queste domande"
"E' il momento eccome invece. Lo ami sì o no? Perché se lo ami, allora devi andare da lui e dirglielo chiaramente, prima che sia tardi. Qual è il tuo problema?"
"Vorrei capirlo anche io", borbottò portandosi una mano sulla testa dolorante.

Juvia si era rifugiata nell'aula di musica, sistemando gli strumenti in modo da non pensare a quello che fosse successo poco prima. Quella discussione tra Gray e Lyon l'aveva parecchio innervosita, perché non si riusciva ad andare avanti?
Alla fine si tornava sempre sullo stesso punto.
Gray l'aveva cercata a lungo e, quando poi l'aveva trovata, aveva sospirato.
"Juvia, ma perché sei scappata?"
"Mi dispiace, ma non ho avuto altra scelta"
"Non devi ascoltare quello che dice Lyon"
"Però ha detto la verità? Adesso voglio saperlo, è vero quello che ha detto?".
Gray distolse lo sguardo. Parlare di certe cose era davvero difficile alle volte.
"Non è esattamente come dice lui. Tu non sei una sostituzione"
"Però non sarò mai all'altezza della tua ex", disse affranta. "Sai il problema qual è? Che se lei fosse viva, tu vedresti anche i suoi difetti. Ma ora che è morta, per me è praticamente imbattibile. Tu hai scelto me perché non c'è più. Altrimenti avresti scelto lei. Sceglieresti sempre lei, se potessi"
"Juvia, ma cosa dici?", domandò avvicinando una mano al suo viso per accarezzarla.
La ragazza però si scostò, per quanto le dispiacesse.
"Se guardi indietro non puoi andare avanti. Non voglio che tu stia con me, continuando a pensare a lei. Una volta e per tutte devi scegliere, Gray!"
"Ma io... io ho scelto te"
"Non del tutto, a quanto pare", sussurrò staccandosi dalla sua presa.
Gray allora sospirò di nuovo, sentendosi esausto. Qual'era il suo problema? Perché tutto doveva essere così maledettamente complicato?

Kagura non poteva andare via se prima non riusciva a recuperare Meredy, peccato che quest'ultima fosse praticamente dispersa. In compenso, però, aveva avuto l'occasione di parlare con Gerard, sebbene la cosa non la facesse stare tranquilla.
"Non è che se la tua ragazza mi vede mi uccide di nuovo?"
"No, non credo. Mi dispiace davvero per quello che è successo, che diamine. Io non immaginavo che Erza nascondesse un lato del genere. E' più difficile di quel che credevo"
"Già, tutto ciò solo perché siamo usciti insieme una volta. Comunque sia, se per te divenisse troppo difficile, puoi sempre tornare da me".
Gerard scosse il capo. Kagura la lezione non la imparava proprio mai.
"Oh-oh", fece ad un tratto quest'ultima. "E' Erza...".
La rossa stava effettivamente venendo loro incontro, con un'espressione decisamente tranquilla. Gerard si rese ben presto conto che non fosse affatto sola.
"Ciao, ragazzi", salutò allegramente lei. "Ciao, Gerard"
"Amh... ciao, Erza. Chi è lui?"
"Ah, lui è un mio amico d'infanzia, Simon. Simon, loro sono il mio ragazzo Gerard e la sua amica Kagura"
"Ciao, è un piacere conoscerti", rispose il ragazzo, molto più alto di lui.
"Amh... piacere mio", fece lui non proprio convinto. Lui ed Erza stavano vicini, sembravano avere una bella intesa, molto più profonda di quella che loro avessero.
Erza gli lanciò un'occhiata, facendogli intendere immediatamente quali fossero le sue intenzioni. Vendicarsi e farlo impazzire di gelosia.

La mattina seguente, Lucy si svegliò per seconda. Levy doveva essere già in piedi da un pezzo, mentre Charle e Wendy dormivano ancora beatamente. Il primo pensiero che le venne alla mente fu la sua uscita forzatissima con Natsu e Lisanna. Così si lavò, si vestì e si truccò, sbrigandosi a raggiungere il dormitorio del fidanzato.
Bussò alla porta, attendendo qualche secondo. Poco dopo, un assonnato e imbronciato Gray aprì.
"Sì?"
"Ciao Gray, scusa il disturbo. Natsu è pronto?"
"Natsu?", fece sbadigliando. "Veramente lui è già uscito. O almeno credo, ero in coma totale e non ho capito nulla"
"C-cosa? E' uscito?", domandò nervosa. "Va bene, d'accordo, torna a dormire, ci penso io".
Non poteva averla scaricata. No, questo non lo avrebbe mai fatto, era assolutamente impossibile. Decise di andare quindi al dormitorio di Lisanna, per essere certa di non essere stata effettivamente lasciata in asso.

"Mavis! Ed esci da quel bagno, avanti!", si lamentò Cana. "Me la sto facendo addosso"
"E andiamo", sospirò Erza, mentre si pettinava i capelli. "Dovrai abituarti a condividere la stanza con una ragazza incinta"
"Evviva", sospirò lei alzando gli occhi al cielo. "Chi è che bussa?".
La mora aprì, ritrovandosi davanti Lucy.
"Vi prego, ditemi che Lisanna è qui", supplicò.
"Mh? Ma tu non dovevi essere con lei e Natsu? Sono usciti tipo un ora fa"
"C-cosa? Un'ora fa?! Ma com'è possibile! Mi hanno lasciata qui per davvero, come hanno potuto!".
Mavis, in quel momento uscì dal bagno.
"Se lo vai a cercare per ucciderlo, puoi ricordargli di comprarmi gli orsetti di gomma? Ne ho una voglia matta".
Lucy si portò una mano sul viso.
Natsu e Lisanna, lontani dalla sua vista, non prometteva per niente bene.
E, inoltre, si sentiva furiosa. Come aveva potuto il suo fidanzato lasciarla lì. e andare con quella che era la sua acerrima nemica?
La rabbia che fin ora aveva covato era pronta ad esplodere.

Welcome to Fairy Tail UniversityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora