Il piano di Levy ed Erza

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Lucy non poteva credere ai suoi occhi. Doveva necessariamente essere un incubo, un incubo terribile!
Natsu aveva davvero urlato a Loki di lasciarla stare. Con quale diritto, poi?
Dopo tutto quello che aveva combinato, avrebbe fatto bene a starsene zitto.
Anche se, doveva ammetterlo, il fatto che si fosse intromesso, l'aveva lusingata e non poco.
Loki, dal canto suo, si voltò a guardare lentamente quello che era oramai un rivale in amore.
"Scusa... hai detto qualcosa?", domandò.
"Hai sentito benissimo cosa ho detto. Lasciala stare. Lei non vuole venire con te", rispose tranquillamente Natsu.
"Sbaglio o hai detto che non sei il suo ragazzo? Bene, quindi non hai alcun diritto di dire nulla"
"Tu... brutto...", digrignò i denti, sentendosi divampare per la rabbia.
Era sempre stato un suo brutto vizio, quello di non riuscire a trattenere la rabbia.
Solo che non era mai successo per un motivo come quello. Per gelosia.
Sì, perché era di questo che si trattava.
"Mh?", domandò il biondo. "Hai detto qualcosa?"
"NON PRENDERMI IN GIRO!".
A quel punto, era chiaro che Natsu avesse completamente perso il controllo, ed era chiaro anche come sarebbe andata a finire.
"Oh, no", sussurrò Lucy. "Ragazzi, vi prego... non fatelo".
Ovviamente, le sue non sarebbero state che parole gettate al vento. Natsu era già corso contro il suo avversario, il quale si era però elegantemente scostato, evitando il suo pugno. Ciò però non aveva fatto altro che innervosire ulteriormente il rosato, che tentò di attaccarlo di nuovo. Loki, senza scomporsi, gli assestò un calcio.
Lì, Natsu non poté fare a meno di pensare che, malgrado il suo aspetto esile e da damerino, quel tipo fosse piuttosto forte.
Ma non poteva permettersi di fare una figuraccia davanti a Lucy. Di per sé detestava perdere, ma un quel caso era addirittura peggio.
Poté scorgere i suoi grandi occhioni color cioccolato scrutarlo.
Lei era la principessa.
Lui il principe che avrebbe dovuto salvarla, da tutto, da tutti, sempre.
Con quel pensiero, forse un po' sdolcinato anche per la sua indole, il ragazzo si rivolse di nuovo a Loki
"Lei è mia", affermò senza neanche rendersene conto. L'altro spalancò leggermente gli occhi, per poi sorridere.
"Oh, io ne dubito fortemente, cara la mia testa rosata".
Anche Lucy aveva ben udito quelle parole. Ed era arrossita, non per rabbia o per nervosismo, ma per l'imbarazzo, l'emozione. Levy, accanto a lei, aveva un'espressione quasi sognante.
"Si battono per te. Che cosa romantica!".
Era davvero una cosa romantica, oltre che di altri tempi. Ma la bionda non poté fare a meno di domandarsi perché. Natsu aveva ancora voglia di scherzare?
A giudicare dalla sua faccia, però, sembrava piuttosto serio.
Nuovamente, i due avevano preso a picchiarsi selvaggiamente, circondati dai loro compagni che non avrebbero osato intervenire in quello scontro epico.
Una volta riuscito ad atterrarlo, Natsu poté colpire Loki dritto in viso, impedendogli di liberarsi.
"Ah, non parli più adesso, eh?! Non parli più, vero damerino dei miei stivali?!"
"Tu non sei un umano! Sei un animale, ma io no ho di certo paura di te!", esclamò l'altro.
Purtroppo, quello spettacolo venne ben presto interrotto da un affannato Laxus.
"FERMI! MA SI PUO' SAPERE PERCHE' QUI SCOPPIA UNA RISSA OGNI TRE PER DUE?!".
Nel dire ciò aveva afferrato Natsu da dietro.
"CI SEI SEMPRE TU IN MEZZO, NON E' VERO?!"
"Ah, lasciami stare, Laxus!", fece lui. "Lo voglio ammazzare!"
"Ah, sarò lieto di infrangere i tuoi sogni!", Loki gli fece segno di avvicinarsi. "Vieni qui, che ti faccio vedere io...!"
"NO! MALEDIZIONE! BIXSLOW, VUOI TRATTENERE TU QUESTO QUI?!".
Prima che potesse rendersene conto, Loki fu trascinato via da Bixslow, mentre continuava a scalciare e a strepitare come un ossesso.
"Ma insomma, Natsu!", lo rimproverò poi Laxus. "Si può sapere che diavolo combini?"
"Tsk, lasciami stare", borbottò infine, massaggiandosi una spalla dolorante.
La sua ultima occhiata l'aveva lanciata a Lucy. Quest'ultima fremette. Raramente lo aveva visto così serio e provato, e lì non poté fare a meno di sentire una morsa al cuore.
"Va bene, vai in infermeria, piuttosto. E voi altri, circolare, perché non c'è niente da vedere!".
Gray, dal canto suo, sospirò rumorosamente.
"Che razza di idiota", commentò.
"Non dovresti dire così", fece Elfman. "Hai fatto la stessa identica cosa ieri sera"
"Io mi sono soltanto difeso", tagliò corto.

Evergreen scosse il capo con dissenso.
"Oh, cielo, cielo. Che ragazzini immaturi, azzuffarsi per così poco. Certo, devo ammettere che anche io vorrei tanto che qualcuno combattesse per me"
"Ti sei appena contraddetta", le fece notare Charle.
La pretenziosa ragazza si era accorta di essere nuovamente fissata da Elfman. Quel tipo era piuttosto insistente, non che fosse un problema, dopotutto era abituata, ma il modo in cui la guardava, doveva ammettere che la faceva sentire un pochino in difficoltà.
"Tu", lo chiamò. "Il rosato è tuo amico, non è vero?"
"Eh... eh?", Elfman non poteva credere che lei gli stesse rivolgendo la parola. "Amh... purtroppo sì..."
"Mh", lo osservò a braccia conserte. "Mi auguro che tu non sia così immaturo"
"Oh, no!", esclamò lui subito. "Malgrado la mia stazza, io non farei mai del male a nessuno! Io voglio proteggerle le cose... e le persone".
Evergreen strabuzzò gli occhi, non riuscendo a fare a meno di provare una grande tenerezza. Ovviamente, fece anche di tutto per non darlo a vedere.
"Umh", si schiarì la voce. "Questo è piuttosto sorprendente, non me lo sarei mai aspettato. Forse non sei uno sciocco universitario con fantasie perverse come pensavo".
"A-assolutamente no", rispose lui, deglutendo a vuoto. Perverso non lo era, ma doveva ammettere che, davanti a quella giovane donna, tutti i suoi buoni propositi di non formulare pensieri impuri andavano un po' a farsi benedire.
"Bene", la ragazza sorrise. "Allora... mi offri un caffè? Sono ancora un po' assopita da ieri sera".
Non riusciva a crederci... lei gli aveva chiesto un appuntamento!
D'accordo, forse definirlo "appuntamento" era esagerato, ma era già un grande passo avanti, considerando come le cose erano andate la sera prima.
"C-certo!", esclamò subito. "Andiamo".
Nel vederlo allontanare, Gray provò a chiamarlo.
"Mh? Elfman, ma dove stai andando?"
"Ah", sospirò Happy. "Almeno lui ha fortuna con le donne".
Dopodiché aveva guardato Charle. Quest'ultima stava ovviamente evitando di incrociare il suo sguardo, e come darle torto. Forse era stato un po' troppo avventato, ma cosa poteva farci?! Non poteva certo sperare di trattenersi a vita!

Freed, intanto, si era insinuato tra la folla, raggiungendo Laxus.
"Laxus?! Oh, caro Laxus, Va tutto bene?"
"Non direi che sto bene, brutto scemo e... Mira?".
Perché diamine l'albina si trovava così vicina a lui?
"V-voi? Ma..."
"Ah, va tutto bene", lo tranquillizzò l'amico. "Io e Mira siamo amici per la pelle, non è vero cara?"
"Ma naturalmente", confermò lei, sorridendo. Il ragazzo non seppe cosa rispondere. Freed era strano, prima agiva in un modo e poi un altro.
"Umh... ok. E Freed... comportati bene", raccomandò con un'occhiata in cui erano rinchiuse molte cose non dette.
"Ah, sta tranquillo! Ci divertiremo, insieme", rispose l'altro con un sorriso assolutamente falso.

"Lucy, va tutto bene?", domandò Levy scuotendo leggermente l'amica.
Quest'ultima non rispondeva. Guardava un punto fisso nel vuoto.
Quello che era appena successo aveva quasi dell'assurdo. Eppure sentiva l'impellente bisogno di correre da lui.
"Amh", indietreggiò lentamente. "Scusami un attimo... devo fare una cosa"
"Oh, emh... certo, vai". L'amica non avrebbe fatto domande, anche perché poteva ben immaginare dove stesse andando.
Piuttosto, ne approfittò per cercare Gajeel. Non avevano ancora avuto occasione di parlare dopo la loro quasi notte di passione. Non si sentiva neanche più in imbarazzo, no, oramai aveva acquistato abbastanza sicurezza.
"Gajeel!", la turchina lo colse di spalle. "Ciao!".
Il chitarrista si voltò a guardarlo, con un sorriso imbarazzato. Lily ridacchiava alle sue spalle, divertito al pensiero che il suo migliore amico si fosse dimostrato tanto tenero verso una ragazza.
"Amh... Levy. Ciao. Hai visto che casino che è successo?"
"Ho visto, sì. Amh... come ti senti? Insomma... dopo ieri. Sai... io non ho fatto altro che pensarti..."
Cosa avrebbe dovuto rispondere lui? Che per tutta la notte l'aveva pensata a sua volta? Non sarebbe stato troppo?
"Io... ammetto che ti ho pensata anche io. Insomma... credo che sia normale, siamo stati ad un passo da... beh, hai capito!".
Levy ridacchiò nell'avvertire quella leggere nota di imbarazzo nella sua voce.
"Beh, sai Gajeel... mi hai molto stupita. Forse puoi dare tutt'altra impressione visto dall'esterno, ma più ti conosco e più mi rendo conto di quanto sei speciale", lo guardò negli occhi, sorridendo maliziosamente. "E ti posso assicurare che... la prossima volta... andremo fino in fondo".
Quello non se lo sarebbe sicuramente mai aspettato. Gajeel si ritrovò a balbettare come un perfetto idiota.
"Ah, eh... forte! Cioè... se è quello che vuoi, perché no?"
Lily, a quel punto, non riuscì a trattenersi. Si avvicinò, dandogli una pacca su una spalla.
"Oh Gajeel, sei uno spasso!"
"CHIUDI IL BECCO, TU!"

Al povero Bixslow era stato dato un compito infame. Quello di allontanare Loki, e adesso avrebbe anche dovuto calmarlo. Ma come?!
Quel tipo era davvero impossibile da tenere a bada!
"Ah, lasciami andare, brutto spilungone idiota!", lo insultò. "Ma poi chi diamine sei?!"
"Se magari mi dessi il tempo di parlare", sospirò lui. "Ti direi che il mio nome è Bixslow e che sono stato messo in mezzo contro la mia volontà"
"Ah, beh, mi spiace!", esclamò lui, togliendosi gli occhiali da sole dalla testa. "E poi guarda che ha fatto! I miei occhiali! Quel... coglione!"
"Via, forse si possono aggiustare... posso?", domandò gentilmente, tendendo una mano.
Loki lo squadrò e, non proprio convinto, gli porse l'accessorio
"E così... quella Lucy è la tua ex, vero?", domandò mentre armeggiava con l'oggetto.
"Ebbene sì", affermò. "Ci siamo lasciati poco prima della fine del liceo. E' stata lei a mollarmi, perché... detto da noi, mi piace molto conquistare e lasciare cuori infranti alle mie spalle..."
"Quindi sei un dongiovanni da strapazzo"
"Beh, non c'è bisogno di essere così acidi! Comunque sia... sì. Il fatto è che a me Lucy piaceva davvero, e pensavo che sarebbe stata felice di vedermi. Ah, ma sarà sicuramente andata avanti..."
"E' anche normale che sia così. Forse dovresti farlo anche tu e aspettare semplicemente che l'amore, quello vero, arrivi. Ecco, ho fatto. Uno dei due vetri si era staccato, ma l'ho rimesso a posto".
Dopodiché si avvicinò, rimettendo gli occhiali al loro posto, tra i suoi capelli biondi.
Loki batté le ciglia, schiarendosi poi la voce.
"Allora sei più saggio di quel che sembri"
"A quanto pare. Ti fa male da qualche parte? Vuoi che ti porti in infermeria?"
"No! Sto bene. Hai fatto abbastanza", borbottò con sommo imbarazzato.
Bixslow tentò di non ridere. Quel ragazzo era piuttosto buffo, e malgrado tutti gli insulti ricevuti, gli stava anche simpatico.

Finire in infermeria come uno stupido! Natsu di cose sceme ne aveva fatte tante, ma quelle era una delle peggiori. Non peggiore della scommessa con Gray, no, quella le batteva tutte.
Aveva dolori ovunque, probabilmente doveva anche essersi slogato un braccio nel tentativo di colpire quell'idiota.
Che cosa avrebbe pensato adesso Lucy? Lo avrebbe preso in giro?
Era quello che si meritava per non essersene rimasto al suo posto!
Non poteva immaginare che la ragazza gli fosse andata dietro, preoccupata.
Aveva meditato molto sul parlargli o no, ma alla fine si era vista costretta a dare ascolto alla sua volontà.
Sospirò, entrando lentamente.
"Amh... ciao, Natsu".
Il rosato, sconvolto, si irrigidì.
"Lu-Lucy? Cosa ci fai qui...?"
Perché quando la guardava ad un tratto non capiva più nulla?
"Volevo vedere come stavi", rispose avvicinandosi. "Mi dispiace per Loki, è uno stupido"
"Ma se sono stato io ad iniziare tutto. Io davvero, non so cosa mi sia preso, so soltanto che quando l'ho visto avvicinarsi a te... non ho capito più nulla! Questo è patetico, lo so!", esclamò portandosi una mano sul viso.
Lei sorrise, provando una grande tenerezza.
"Beh... diciamo che te lo se meritato", sussurrò. "Loki è davvero il mio ex. Siamo stati insieme per un po', poi però ci siamo lasciati. E' un bravo ragazzo, ma è un dongiovanni, per cui..."
"Perché?", chiese serio. "Perché mi stai dando delle spiegazioni? Non sono il tuo fidanzato..."
"Umh", lei alzò gli occhi al cielo. "No, eppure non ti sei fatto problemi nel dire che ti appartengo"
"Oh, accidenti. Mi hai sentito?"
"Direi che tutti ti hanno sentito"
"Merda, questo sì che è imbarazzante", si portò le mani sul viso. Oramai non si sentiva più se stesso. No, il vecchio Natsu stava lentamente scomparendo per far spazio al nuovo, sentimentale ed innamorato se stesso.
"Suvvia, non è poi così imbarazzante. Mi ha fatto piacere... dopotutto...", sussurrò lei.
Si era ripromessa che non gli avrebbe più rivolto la parola, ma era impossibile. Forse si stava ritrovando a provare qualcosa di molto più forte di quel che credeva.
Il ragazzo sospirò avvilito.
"Io sono un vero disastro", affermò tristemente.
"Aspetta, cosa? Ma che dici?"
"E' la verità. Sono un disastro in tutto, negli studi, nelle relazioni, in famiglia. Non sono così spensierato come sembra".
Effettivamente, Lucy non aveva mai pensato che Natsu potesse nascondere qualcosa come tristezza o rabbia, probabilmente perché era bravo a nascondere ciò.
"Perché dici così?"
"Perché? Dico, mi hai visto? Tu non hai idea di cosa vuol dire essere me. Tutto ciò che vorrei è...", Natsu si trattenne un attimo, per poi sputare il rospo. "E' essere come Zeref. Io lo invidio. Lui è sempre stato quello bello, quello intelligente, quello popolare, quello bravo in tutto. Sempre. Ed essere continuamente paragonato a lui, non ha fatto altro che accrescere l'invidia nei suoi confronti. E' per questo che adesso siamo così. Ho iniziato a trattarlo con freddezza e lui... posso dire che abbia accettato la cosa. Perché pensi che mia sia iscritto qui? Per amore della conoscenza? No, semplicemente volevo essere come lui. Ma non ci sono riuscito. Mi sento un vero coglione, quando inizio a parlare non la finisco più..."
"Natsu!", Lucy gli afferrò il viso tra le mani. "Ho capito! Smettila di dire certe cose, non c'è niente di male a mostrare i propri sentimenti! Avevo intuito che ci fosse qualcosa che non andava fra te e tuo fratello, non devi vergognarti a parlarne!".
I suoi occhi ora erano incatenati ai propri. Le mani sul viso. Natsu fu certo di non aver mai sentito il suo cuore battere così forte come in quel momento.
Lei, solo lei poteva causargli quest'effetto.
"Ma-ma Lucy... perché tenti di consolarmi? Non sei più arrabbiata con me?"
"Ma certo che sono arrabbiata con te. Tanto. Anzi, probabilmente vorrei completare l'opera e lanciarti un pugno. Ma non lo farò. Perché nessuno dovrebbe sentirsi inferiore, neanche tu. Questo mettitelo in testa".
Il ragazzo annuì lentamente. Lucy ce l'aveva con lui, ma nonostante ciò non aveva esitato dal consolarlo. Ciò lo fece sorridere.
"Io... grazie, Lucy"
"Non c'è di che", lei sorrise, rimettendosi a posto alcuni ciuffi di capelli scombinati.
Cosa stava combinando? Voleva forse ricaderci un'altra volta?
"Comunque sia... la cosa della scommessa è vera. Però... solo all'inizio. Perché poi... mi sono davvero legato a te e..."
"Va bene, Natsu. Non parliamone più. Adesso scusa, torno da Loki ad insultarlo come si deve, tu riprenditi".
Non rispose. Non ci sarebbe stato nulla da dire. Adesso, più che mai, era determinato a conquistarla.

Visto che Yukino era andata a lezione, Sting e Lector ne avevano approfittato per tornare al dormitorio, visto che né di Rogue né di Frosch c'era stata alcuna traccia, in giro per il cortile.
Quando entrarono, trovarono Rogue arrotolato tra le coperte come un salame.
"Ma che succede?", domandò Lector.
"L'emo qui non vuole uscire", sospirò Frosch.
"Smettila di chiamarmi emo!", dalle coperte si udii un mugolio. "Io sono malato!"
"Ma se è passata la sbornia!", protestò l'amico.
"Oh, cielo", sospirò il biondo. "Ragazzi, andate. Ci penso io"
"Beh, buona fortuna", fece Frosch, prendendo per mano il suo ragazzo.
Il biondo allora si sedette sul bordo del letto, osservando il rotolo di lenzuola e coperte di fronte a sé.
"Allora, quand'è che che esci di lì?"
"Vattene via"
"Dai, non cacciarmi. Rogue... scusa, davvero. Insultami se vuoi, picchiami, ma non chiuderti in te stesso".
Solo allora, il corvino si decise a mettersi seduto, rivelando i suoi occhi arrossati.
"Sei un coglione", iniziò a dire.
"Bene"
"Ma questo non mi fa stare meglio. Devi cercare di capirmi, Sting. Ho bisogno di tempo, dovrò pure abituarmi all'idea che non sei e mai sarai mio".
Chissà perché, quelle parole, dette così aspramente, fecero sentire il biondo... piuttosto triste.
"Mi dispiace per tutta la sofferenza che ti sto causando. Non vorrai allontanarti da me, vero?"
"Dovrei", sbuffò. "Ma non posso. Io ti voglio bene".
Quel "ti voglio bene", non era che una maschera. Adesso Sting lo sapeva, ma si sforzò comunque di non dire cose strane.
"Ti voglio bene anche io, Rogue".
E il suo bene cos'era? Verità o solo una maschera? Non ne aveva idea, né voleva pensarci, ma presto avrebbe dovuto fare i conti con qualcosa di ben più potente della sua ragione.

Elfman era davvero cotto a puntino. Non riusciva a staccare gli occhi di dosso a Evergreen, la quale, adesso, si stava portando elegantemente una tazza di cappuccino alle labbra.
Com'era possibile che fosse così perfetta? Non poteva essere umana.
"Mh, ma tu non dovresti essere a lezione o cose del genere?", domandò ad un tratto la ragazza.
"Eh? Ah, no, oggi non si fa lezione", mentì spudoratamente. "Tu invece che cosa fai nella vita?"
"Nulla di che, sono solo una modella".
Elfman strabuzzò gli occhi.
"Una modella? Ah! Ecco dove ti avevo già vista, su una rivista!".
Come potersene dimenticare? Una bellezza del genere non si scordava certo tanto facilmente. Si era invaghito di una modella in carne ed ossa!
"Probabile. Però sai, malgrado lo squallore, questo posto mi piace. Magari potrei iscrivermi a qualche facoltà, dopotutto, sono anche terribilmente intelligente", ridacchiò.
Lui allora sorrise.
"Questo non lo metto in dubbio". Evergreen ricambiò il sorriso, sentendosi molto lusingata da quella attenzioni sincere.
"Magari lo faccio veramente. Immagino che non mi dissuaderai, dopotutto a te conviene, no?"
"Se posso godere della tua compagnia... no", affermò sottovoce. Evergreen arrossì di colpo. Di ragazzi ne aveva avuti a bizzeffe, ma mai si era sentita così, trattata quasi come una principessa. Si portò la tazza alle labbra di fretta e furia, finendo con lo scottarsi.
"Ahi, che male!"

Bixslow si era dovuto ricredere. Avere a che fare con Loki non era poi tanto male. Quest'ultimo, infatti, dopo essersi calmato, aveva preso a parlare con lui, a raccontargli delle sue mirabolanti avventure in amore e dei tanti cuori che aveva spezzato. Si era ritrovato ad ascoltarlo con molto interesse, anche perché lui non è che fosse molto ferrato in quel campo. Lui invece sembrava sicuro di sé, da come parlava.
"Ah, mi che ho fatto tutta questa strada per niente. Ora come faccio? Pensavo che sarei rimasto molto, molto di più..." , si lamentò.
"Se non hai dove stare, io posso chiedere a Laxus di trovarti una sistemazione. Magari puoi dormire con me e Freed, perché neanche noi frequentiamo qui"
"Siete degli infiltrati? Forte. Mi faresti un vero favore. Ah, eh... scusa se ti ho insultato, quando mi incavolo di brutto non mi so controllare"
"Non fa niente, avevo capito...", lo rassicurò con un sorriso che Loki ricambiò.
L'attenzione di quest'ultimo fu catturata da Lucy, la quale gli stava adesso facendo segno di avvicinarsi.
"Amh... scusa, torno subito..."
"Certo", Bixslow annuì, senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso. Cosa diamine gli stava passando per la testa?! Qualsiasi cosa fosse, avrebbe fatto meglio a non pensarci.

"Hey, tesoro...", Loki arrivò vicino alla bionda, nella speranza di rabbonirla un po'.
La ragazza, però, con le mani sui fianchi, pareva essere molto indispettita.
"Ma che cosa hai combinato? Ti sembra il modo? Vieni qui e ti metti a fare casino?"
"Non è colpa mia! E' stato quel tipo, Natsu! Dì la verità, state insieme?"
"Eh... questi non sono affari tuoi!"
"Andiamo, mi hai lasciato per metterti con uno che praticamente è uguale a me!".
Lucy aggrottò la fronte.
"Innanzitutto, lui non è come te. Seconda cosa, io non sono venuta qui con l'intento di divertirmi. Anzi, se ben ricordi, non volevo venire affatto! Però beh, scusami se mi sto facendo una vita, forse dovresti fare lo stesso!"
"Ma...! Oh, andiamo Lucy, ti chiedo scusa, okay? Sono un cretino!"
"Puoi ben dirlo, caro il mio Loki! Adesso, se non ti dispiace, vado dalle mie amiche! Ma immagino che troverai facilmente un passatempo!", lo zittì.
Loki sospirò avvilito. Ebbene sì, era proprio andata avanti, e lui era rimasto lì come un allocco. Si voltò, notando come Bixslow lo stesse guardando.
Quanto meno si era appena fatto un nuovo amico.

Juvia era finalmente uscita dal dormitorio e si era rifugiata tra le parole di conforto di Erza&company.
"Grazie, ragazze", sospirò. "Non posso proprio stare con quelli della band. Se vedo Lyon, potrei ammazzarlo"
"Figurati", fece Cana. "I ragazzi sono tutti dei perfetti idioti"
"Andiamo, non dire così", aggiunse Mavis. "E se poi ti innamori?"
"Questo non succederà mai!"
"Io non parlerei tanto se fossi in te!", affermò invece Erza.
L'unica che non spiaccicava una parola era Lisanna, ancora troppo nervosa a causa della sera prima. Natsu non si era più fatto vivo e, inoltre adesso si metteva anche a fare delle stupide risse per quella ragazza! Ma cos'aveva lei che le mancava? Forse i capelli? Il viso? E se fosse stato il seno?
Effettivamente, Lucy era davvero ben dotata da quel punto di vista.
La sua rivale arrivò poco dopo, in compagnia di Levy. A quel punto, non poté fare e meno che osservarla. La bionda se ne accorse, sentendosi piuttosto in imbarazzo. A quel punto, era chiaro che non sarebbero mai andate d'accordo.
"Amh, ciao a tutte", salutò.
"Ciao, Lucy. Allora, sei andata a trovare il tuo principe azzurro?", domandò Erza.
Perché le domande sbagliate sempre al momento sbagliato?
"Principe azzurro? N-no, ma che dici!"
Lisanna si avvicinò, squadrandola.
"Dimmi un po'. Ma come fai ad avere le tette così grandi? Sono rifatte per caso?"
"Eh... EH?!", arrossì. "Ma cosa stai dicendo adesso? No che non sono rifatte!"
"Non ci credo, fammi vedere!"
"MA-MA-MA...!"
Questa era una follia, la sua rivale in amore che voleva palparla!
Erza prese a ridere di gusto.
"Beh, è bello vedere che andate d'accordo...".
Improvvisamente una mano le si poggiò su una spalla. Immediatamente riconobbe il calore di Gerard. Lentamente si voltò, arrossendo.
"G-Gerard", chiamò.
"Ciao", salutò lui. "Interrompo qualcosa?"
"No, assolutamente! Sono così felice di vederti! Mi sono divertita tantissimo ieri sera e..."
"Mi sono divertito anche io. Ormai credo di aver capito di piacerti"
"Ah, sì? E da cosa l'avresti capito?", domandò retorica, strappandogli una risata.
"Comunque mi piaci anche tu. Spero solo che riuscirai a stare dietro ad un futuro avvocato che vuole diventare una rockstar", sussurrò avvicinandosi alle sue labbra.
Erza sentì il cuore perdere un battito. Trovando il coraggio, si sporse in avanti, baciandolo caldamente. Ogni loro contatto, anche se minimo, faceva scintille. Entrambi si volevano, si desideravano, ma dirlo chiaramente sarebbe stato troppo imbarazzante.
Gerard si scostò prima di poter prendere il controllo, sorridendole.
"Vado a lezione adesso. Ci vediamo dopo, ok?"
"Sì... certo!".
Quando se ne fu andato, la rossa si voltò a guardare le amiche, non riuscendo a trattenere il suo entusiasmo.
"Non è bellissimo?"
"Cara amica mia, quello lì ti divora con gli occhi!", esclamò Cana.
"Voi dite? Non hai idea di quello che gli farei, il fatto è che... come faccio? Non troverò mai l'occasione giusta!"
"Allora siamo in due", aggiunse Levy. "Sapete cosa? Forse dovremmo creare noi l'occasione perfetta"
"Di cosa parli?", domandò Lucy.
"Beh, è chiaro che tutte noi abbiamo, per così dire, degli interessi amorosi. Ma, tra una lezione e l'altra e i vari impegni, non riusciamo mai ad avere un contatto troppo intimo. La festa è stata un occasione, ma non può essere stata l'unica. E' la notte che tutto succede"
"Questa sì che è un'idea!", fece la rossa. "E se organizzassimo una sorta di pigiama party? Ragazzi e ragazze tutte insieme!"
"Per l'appunto! Anche se non bevo, un po' di alcol per scaldare l'atmosfera non basta"
"... E poi sappiamo come andrà a finire!", aggiunse poi, già colta dall'entusiasmo.
"Umh, ragazze", fece Cana. "Tutto ciò è fantastico, ma vi state dimenticando di una cosa importante?"
"COSA?", domandarono in coro.
"... Laxus e Mira. Loro sono i sorveglianti e non permetteranno mai una cosa del genere".
"Mh", Erza sembrava pensierosa. "Questo non sarà un problema. Cosa pensi che Laxus preferirebbe fare? Sorvegliare noi o avere un appuntamento con Mira?"
"Fantastica idea!", aggiunse Levy. "Possiamo organizzare un appuntamento per loro, così noi saremo liberi di fare quello che vogliamo! Oh, Erza, siamo dei geni!".
Lucy le guardò, sentendosi piuttosto confusa. Quell'idea piuttosto bizzarra non le dispiaceva.
Chissà cosa ne sarebbe venuto fuori.

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