Respiri profondi e mantenere la calma. Erano queste le parole che, a mente, Lucy continuava a ripetersi. Ma al diavolo la pace interiore e la calma, era decisamente impossibile stare tranquille quando il proprio stupidissimo fidanzato si trovava chissà dove con una divoratrice di uomini!
E non era affatto un pensiero esagerato. Lisanna lo aveva fatto a posta. No, non voleva neanche pensare a cosa avrebbe potuto fare. E la cosa peggiore era che Natsu, da bravo ingenuo qual'era, non si sarebbe accorto di niente.
"Io giuro che lo ammazzo", borbottò. Levy si schiarì la voce. Non era affatto piacevole vedere gli effetti della gelosia su una persona. E si stava parlando di Lucy, non osava pensare che effetti avrebbe avuto su un tipo come Gajeel.
"Su Lucy, non stare così in pensiero, vedrai che andrà tutto bene"
"No che non andrà bene e lo sai anche tu! Quell'idiota patentato non mi risponde, ma vedrà quello che gli succede appena torna!"
"Immagino che tu non te la senta di andare a lezione, vero?".
"No, ma vado comunque!", esclamò nervosa. "Non permetterò a quello stupido di rovinare il mio ottimo rendimento! Andiamo!".
Levy non era molto convinta della cosa. Anzi, aveva la netta sensazione che l'amica, alla minima scusa, si sarebbe scagliato su chiunque avesse tentato di importunarla. Le due furono raggiunte poi da Cana, Mavis e Erza.
"Hey, ma che le prende?", domandò la rossa.
"E' per Lisanna", spiegò. "Temo proprio che questa volta si ammazzeranno per davvero"
"Ed è giusto così!"
"Ma che dici, Erza?!", esclamò Mavis.
"E' vero! E a proposito di gelosia, devo assolutamente chiamare Simon e dirgli di passare da me questo pomeriggio!".
Cana si portò una mano sul viso.
"Santo cielo", sospirò. Levy la guardò, ricordandosi dell'incontro che aveva avuto con Zancrow, suo probabile compagno di corso. Così si fece avanti.
"Emh, Cana? Posso chiederti una cosa? Tu... tu conosci un certo Zancrow?".
La castana inarcò un sopracciglio.
"Purtroppo sì. E' un mio compagno di corso, ah un vero buono a nulla. Ma tu come fai a conoscerlo?"
"Oh, ci siamo incontrati ieri in biblioteca", disse distogliendo lo sguardo.
"Cosa?! Ci hai parlato?!", fece afferrandola per le spalle. "Che ti ha detto? Ti ha importunato?!"
"C-cosa? No, non credo, ma..."
"Devi stare lontano da quel tipo. Quello lì è un predatore affamato, adora le ragazzine dolci e tenere come te! Stagli lontana, intesi?"
"V-va bene!", rispose agitata. La reazione di Cana l'aveva sorpresa, allora quel tipo era davvero così terribile come sembrava.
"Hey!", borbottò Lucy di cattivo umore. "Vogliamo andare sì oppure no?".
Era da tanto tempo che Loki non si sentiva così bene. Così appagato, sia sessualmente che emotivamente. Era stato con molte donne, ma con un uomo, quella era stata in assoluto la sua prima volta. Ed era stata incredibilmente perfetta. Adesso sapeva di non avere più scuse. Lui e Bixlow si erano uniti in tutto e per tutto. Ma probabilmente non si sarebbe staccato da lui a prescindere. Quando erano usciti dal dormitorio, Bixslow lo aveva trascinato con sé, afferrandolo per mano, esattamente come facevano tutte le coppie. Loki era arrossito profondamente, ma quel contatto gli piaceva. Certo era un po' strano, stare così, davanti a tutti. Ma, per la prima volta nella vita, sentì che non gli importava nulla.
Quando Evergreen li vide, strabuzzò gli occhi, lasciandosi scappare un gridolino.
"Cosa stanno vedendo i miei occhi? Loki e Bixslow, finalmente vi siete decisi!"
"Siete così carini!", esordì invece Mira.
L'ex dongiovanni si schiarì la voce.
"Così però mi mettete in imbarazzo"
"Beh, era ora", fece Laxus. "Sapevamo fosse solo questione di tempo. Ma quanto meno adesso il gruppo è riunito... cioè, all'incirca".
Dicendo ciò aveva lasciato scivolar lo sguardo su Freed che, a qualche metro di distanza da loro, sembrava tutto impegnato a parlare con quel tipo, Cobra.
"Ah, già. Ma Freed si frequenta con quel tipo?", domandò Bixslow.
"Sinceramente spero che siano solo amici", rispose Laxus.
Mira allora fece una smorfia.
"Dicendo così sembri quasi geloso"
"Non sono geloso!", puntualizzò. "Sono solo preoccupato, per lui ci vorrebbe qualcun altro"
"Qualcun altro? E chi?"
"Questo non lo so! Bixslow, Loki, siete nel loro stesso corso, vero?"
"Noi... sì, perché?"
"Allora tenetelo d'occhio! Adesso andiamo a lezione e basta!".
"C-cosa? Ma aspetta! Non ci posso credere, ci ha davvero affibbiato questo compito!"
Laxus Si trascinò dietro la sua ragazza, passando davanti a Freed che, però, non si accorse minimamente della sua presenza.
"Non hai amici qui in università?", gli domandò Freed.
"Sì, in realtà sì"
"Capisco. Te l'ho chiesto perché da quando ci siamo conosciuti, siamo sempre stati da soli e..."
"Beh... ecco, diciamo che con alcuni miei amici sono un po'... come posso dire? In freddo"
"Fammi indovinare", rispose avvicinandosi tanto da bloccarlo con le spalle al muro. "Amore non ricambiato?".
Freed si sentì piuttosto in difficoltà a quel punto.
"Ma come fai a saperlo?"
"Perché è un classico. A volte la lontananza in questi casi fa solo bene".
Freed annuì lentamente. Non si stancava mai di ascoltarlo, aveva l'impressione di star sviluppando una buona intesa mentale con quel ragazzo.
Ma poiché a Bixslow e Loki era stato dato un compito infame, fu proprio la neo coppia ad interromperli.
"Hey, ciao ragazzi!", esclamò il primo. "Freed, non ti ho visto ultimamente"
"Loki... Bixslow?", chiese. "Ma voi... voi...?"
"Sì... esattamente", rispose Loki.
"Wow, questo è... interessante. Amh, Cobra, loro sono Bixslow e Loki, sono i nostri compagni di corso"
"Ah, piacere. Iniziavate con Freed? Perché non vi ho visto a lezione?"
"Che vuoi farci, eravamo impegnati a fare le nostre cose...", Bixslow si beccò una gomitata da parte dell'altro ragazzo, il quale decise di prendere la situazione in mano.
"Allora andiamo tutti insieme, no?".
"Va bene, non c'è problema", asserì Freed, del tutto all'oscuro del ruolo che i due avessero realmente.
Rogue sapeva quanto tutto ciò fosse paradossale, eppure era successo. Lui e Yukino si stavano ritrovando a parlare e a parlare tanto. Per molto tempo, lei non era stata altro che una rivale, adesso invece vi vedeva più che altro un'amica. Forse perché lei era in grado di capire cosa stesse provando.
Era assurdo, lei avrebbe dovuto odiarlo, invece era estremamente gentile nei suoi confronti.
"Tutto ciò è strano", confidò il corvino.
"Lo è anche per me. Insomma, il mio ex mi ha tradito con te", rispose lei, sottolineando qualcosa sul suo libro di testo.
"Già. Se avessi saputo che in realtà sei così gentile non avrei fatto la parte dell'amante. Nel senso che avrei agito diversamente, ecco..."
"Non ti preoccupare, in parte posso capirti. Tu eri innamorato di lui ed io per te ero la strega cattiva da scacciare"
"No... cioè sì, in realtà sì", sospirò. "Cavolo, l'amore non ti fa capire nulla"
"Allora è così? Lo ami?".
Rogue arrossì. Sapeva di essere innamorato di lui da un pezzo, il fatto è che non gli aveva mai riservato quelle parole importanti che in genere si dicono ad una persona speciale. E di certo non avrebbe potuto farlo nell'immediato, visto come le cose stavano andando.
"Può darsi..."
"Su, Rogue. Non c'è bisogno di nascondersi, di certo non glielo andrò a dire. Lo ami oppure no? Sii sincero".
Aprirsi troppo su quell'argomento non faceva per lui, non con il carattere timido e riservato che aveva. Ma in quel momento gli venne spontaneo lasciarsi andare.
"Sting per me è come... un tramonto in riva al mare. E' come un raggio di sole che mi riscalda. E'... insomma, il motivo per cui la mattina mi sveglio e sono felice e... oh mio Dio, ma cosa sto dicendo? E' tutto così melenso"
"Io invece lo trovo molto dolce. E' ovvio, lo ami"
"Tuttavia non ha importanza. Io non gli dirò niente, che me lo venga a dire lui quando farà chiarezza!", affermò a braccia conserte. Yukino lo osservò per qualche attimo, scoppiando poi a ridere.
"C-cosa?! Che ho fatto?"
"Stavo solo pensando che.... Voi due siete completamente diversi. Ma anche incredibilmente simili. Diversi come il sole e luna"
"Già, è il sole e la luna non sono destinati ad incontrarsi mai"
"Eccetto durante un'eclissi", rispose ammiccando.
Sting si era reso conto come quei due si fossero avvicinati. Probabilmente stavano organizzando una vendetta nei suoi confronti, sarebbe stata la cosa più logica da fare.
"Ma perché quei due stanno sempre insieme? Di cosa parlano, voglio sapere! AHI!".
Lector lo aveva colpito per l'ennesima volta alla testa.
"Se proprio non vuoi rimanere così, fa chiarezza e basta!"
"Ma io non so come si fa...!"
Frosh, che era sempre tanto tenero e mite, in quel momento fu preso da un raptus.
"ORA BASTA!", esclamò afferrandolo. "SII UOMO, ACCIDENTI!"
"F-Frosch?!", Lector sembrava sconvolto. "Cosa ti prende?"
"Mi prende che se questo qui non fa qualcosa, giuro che lo ammazzo! Pensi che io e Lector ci siamo messi insieme facendoci mille problemi? No! Mi voleva e mi ha preso!"
"Frosch, calmati!", tentò di rabbonirlo Sting. "Io sono solo indeciso"
"Si fotta l'indecisione! Adesso tu vai da lui e gli dici che lo ami. Non confondere l'affetto che provi per Yukino con l'amore, è una cosa diversa. Fallo oppure te ne farò pentire"
"Va bene, va bene!", fece spaventato. "Ci vado!".
"Bene!". Lector guardò il suo fidanzato, con gli occhi sgranati.
"Sono stato esagerato?", domandò ad un tratto l'altro.
Lui scosse il capo.
"Credo di essermi eccitato nel vederti così".
Se era arrivato a far arrabbiare Frosch, era evidente che si fosse arrivato al limite. Sting si avvicinò a Yukino e Sting, tutti intenti a studiare all'ombra di un albero. Nel vederlo, i due alzarono lo sguardo.
"Emh... ciao...", salutò.
"Che c'è, Sting?", chiese freddamente il corvino.
"Io... ti devo parlare... però non qui..."
"Volete che me ne vada?", domandò la ragazza.
"No... non è per te. Ci vediamo sul terrazzo dell'università fra dieci minuti, ok?"
"E va bene".
Rogue non lo avrebbe dimostrato, ma il suo cuore batteva all'impazzata, come tutte le volte in cui lui gli stava vicino. Andò al luogo predestinato, e quando vi arrivò trovò Sting, di spalle, ad attenderlo. Si avvicinò lentamente.
"Sono qui...". Il biondo gli rivolse un'occhiata, sorridendogli.
"Ho fatto incavolare Frosch"
"Eh? Ma non è possibile farlo arrabbiare"
"E io ci sono riuscito. Però mi è servito. Mi ha aperto gli occhi"
"Sting, senti... se non sei sicuro tu..."
"Sono sicuro", senza alcun timore gli afferrò una mano. "Lo so che mi sono comportato da cretino. E' vero. Stavo con Yukino e le volevo un gran bene. Ma mi rendo conto che non era amore, non poteva esserlo. Perché nel mio subconscio, sebbene me ne fossi reso conto solo ora, io ho sempre amato te. Ed è una cosa che è nata silenziosamente, che si è risvegliata soltanto quando, quella sera alla festa, tu mi baciasti. Non lo volevo ammettere, ma era così. Come posso essere stato tanto stupido da non capire che la mia metà perfetta era proprio accanto a me?".
Si avvicinò ancora e Rogue lo lasciò fare. Voleva sentiglielo dire.
"Perdonami, Rogue. Io ti amo. E ti amo da sempre".
Il sole e la luna si incontravano durante l'eclissi. E probabilmente doveva essere quella la loro eclissi.
Sorrise, afferrandogli il viso tra le mani.
"Non sai da quanto tempo speravo di sentirtelo dire. Ti amo anche io. Da sempre".
Sollevato, Sting lo strinse forte a sé, baciandolo poi con una passione incontenibile. Gli era mancato e adesso avrebbe fatto di tutto per tenerlo stretto a sé, in un modo o nell'altro.
"Avanti, Charle, qual è il problema? Ti piace Happy? Va da lui e diglielo!".
Wendy non capiva proprio perché la sua amica si facesse tutti quei problemi.
"Ma non è così facile! Io mi sento in imbarazzo. E poi... oramai non sono più sicura su quale sia il suo orientamento sessuale. Insomma, vuole me o Lily? E' assurdo, la situazione si è ribaltata"
"D'accordo, in questi casi è bene agire d'istinto".
Istinto? Lei doveva agire d'istinto? Non era certa che sarebbe, in caso, finita bene. Ma forse era vero che pensava troppo.
Alle volte, non pensare era davvero la soluzione migliore.
"Ah", sospirò. "Pazza... devo essere pazza...".
Come al solito, chi ascoltava le lamentele del depresso e sfigato Happy era niente meno che Lily.
Quest'ultimo lo stava a sentire con fare imbronciato.
"Forse dovrei passare dall'altro lato", affermò Happy, disteso sul letto.
"Con "altro lato" intendi diventare gay? Beh, siamo sulla buona strada"
"Il fatto è che gli uomini non mi piacciono"
"Però con me hai fatto certe cose..."
"Con te è diverso"
"Come diverso? Senti, non so cosa vuoi dire, ma se alla tua età non hai ancora trovato una tua identità sessuale non posso farci niente!", affermò dandogli un colpo di cuscino sul viso e facendolo ridere.
"Mh, stanno bussando alla porta!", bofonchiò ad un tratto.
"Eh? Ah, avanti!".
Charle entrò timidamente, con gli occhi incollati al pavimento per la troppa vergogna. Non riusciva a credere di star per farlo veramente.
"Charle?", domandò Happy. "Che ci fai tu qui?". Lei allora trovò la forza di risollevare lo sguardo.
Era un essere umano, era normale avere certe voglie, certi istinti, certi desideri.
Senza dire una parola, si avvicinò al ragazzo, salendo sul materasso e attirandolo a sé per baciarlo. Happy spalancò gli occhi, dapprima non capendo ma, in seguito, apprezzando molto quel suo gesto.
Lily li guardò imbarazzato.
"O-okay. Visto che avete risolto... me ne posso anche andare...".
Ma Charle gli fece segno di fermarsi.
"Tu rimani"
"Io rimango?"
"Lui rimane? Ma Charle, tu...".
"Siete pregati di non farmi domande. Certe cose sono divertenti solo in tre", affermò molto tranquillamente. Happy allora guardò Lily, e fu lì che entrambi capirono.
Dopo la sua lezione, Erza era immediatamente corsa da Simon. Sapeva quando Gerard fosse turbato dalla cosa, ma ben gli stava dopotutto.
Simon era il suo migliore amico da una vita, ma ignorava quasi totalmente la colossale cotta che lui avesse per lei. Gli era capitato un destino piuttosto infame: essere lo "strumento" per far ingelosire il suo ragazzo.
"Ma sei sicura che questa cosa vada bene?", domandò infatti Simon alla ragazza. "Non ti creerà problemi con Gerard?"
"Non mi importa, così impara quello lì! Voglio che provi esattamente quello che ho provato io. Oh, ma guarda chi c'è, ciao Gerard!".
Quest'ultimo, a debita distanza, li salutò in truce. Sapeva che fare il gioco di Erza le avrebbe dato esattamente quello che voleva, ma non poteva fare a meno di sentirsi realmente geloso, era più forte di lui.
"Ma come diamine fai a rimanere calmo?", domandò Gajeel accanto a lui. "Se ci fosse Levy al posto di Erza, sarei già uscito di testa!"
"Chi ti dice che non sono arrabbiato anche io? Ma cerco di trattenermi, non sarebbe maturo"
"Ah, al diavolo la maturità", borbottò ancora il chitarrista.
Ben presto Erza e il suo amico si avvicinarono.
"Ciao, Gerard", salutò lanciandogli un'occhiataccia. "Io e Simon stiamo andando nel mio dormitorio, spero che non sia un problema".
Il suo fidanzato sentì lo stomaco annodarsi. Sapeva che Erza non lo avrebbe mai tradito, ma il solo pensiero lo faceva comunque arrabbiare.
"Assolutamente no", rispose con un sorriso nervoso. Gajeel guardò sconvolto il suo compagno. Non trovava concepibile il fatto di far finta di niente. Ma era comunque questione di temp prima che Gerard crollasse, come tutti...
Levy era tornata in biblioteca per cercare l'ennesimo libro di testo. Sperava soltanto di non fare nuovamente strani incontri, altrimenti non avrebbe saputo come reagire: non era affatto brava a gestire certe cose. Si guardò intorno timidamente e, nel non vedere nessuno di strano, entrò.
Guardò la fila di libri si uno scaffale, iniziando a cercare ciò che le serviva.
"Ah, ci rivediamo piccola Levy".
Nell'udire quella voce, ci mancò poco che la ragazza non venisse un colpo. Quand'è che Zancrow era arrivato? Le andava dietro proprio come un'ombra.
"Mi hai spaventata", confidò.
"Mi spiace, non era mi intenzione", disse gentile. "A quanto pare è destino incontrarci sempre qui".
Levy si irrigidì, ricordandosi delle parole di Cana.
"S-scusa, ma non posso parlare con te"
"Mh? Perché no?"
"Perché mi è stato detto di non farlo"
"Suvvia, il tuo ragazzo mi ha scoperto? Se è geloso può anche venire da me e parlarmi direttamente"
"Non sto parlando di lui!", fece nervosa. "La mia amica Cana mi ha suggerito di starti lontano".
Zancrow gli occhi al cielo.
"Ah, sì. Ho presente. Beh, non vorrei darle retta spero. Io sono molto più simpatico di quello che sembra".
Nel dire ciò si era nuovamente chinato su di lei. Levy ingoiò a vuoto, sentendosi parecchio in difficoltà. Mai nella sua vita era stata corteggiata con tanta insistenza, non aveva idea di come approcciarsi a quel genere di cose.
"Non lo metto in dubbio, però..."
"Allora è perfetto, non ti pare?", domandò suadente. "Perché non vieni con me?".
Non poteva crederci, glielo aveva chiesto per davvero. Sapeva già come sarebbe andata a finire se avesse acconsentito. E non voleva, non voleva assolutamente cacciarsi nei guai. Tuttavia non riusciva a spiaccicare una parola.
"Io... io...".
"Levy? Levy, ci sei?".
Il sussurro di Gajeel gli arrivò alle spalle, come una salvezza. Immediatamente tornò a respirare, voltandosi.
"Gajeel, sono qui"
"Ah, ti ho trovata. Su andiamo", disse facendole segno di avvicinarsi e osservando, per la prima volta, il suo rivale in amore. Zancrow ricambiò lo sguardo, serio. Levy temette davvero che potesse scoppiare una rissa di lì a poco, ma fortunatamente non accadde niente di che.
"Ma chi è quello?", domandò Gajeel.
"Ah, nessuno. Non è nessuno", lo rassicurò, nella speranza che quel nessuno non facesse nulla di avventato.
"E qui dormo io!", esclamò Erza tutta contenta. "Condivido il dormitorio con altre tre ragazze, dopo te le presento". Simon si guardò intorno.
"Sì, è carino", rispose serio. La rossa chinò la testa di mezzo lato, osservandolo.
"Perché è da quando sei qui che hai quell'espressione strana?"
"Non è niente di importante. Solo che insomma, è molto tempo che non ci vediamo e quando mi hai chiamato...".
Erza capì immediatamente cosa volesse dire, così gli si avvicinò.
"Lo so, lo so. Ero talmente presa dal mio voler cercare "vendetta" che non mi sono neanche goduta il fatto che tu fossi qui. Mi sei mancato davvero. Cavolo, sei il mio migliore amico, sai quant'è brutto non poter parlare con te liberamente?".
Simon sforzò un sorriso. Ogni volta che si sentiva dare del "migliore amico" era una pugnalata al cuore.
"Gerard ti tratta bene?"
"In generale posso dire di sì. Lui è così, è trasparente e talvolta molto ingenuo. Ma tu sai come sono, non conosco mezze misure quando mi arrabbio"
"Già, ti conosco abbastanza bene. Non vorrei essere nei suoi panni in quei casi!"
"Hey", fece lei dandole un pizzicotto. "Non c'è bisogno di infierire".
Entrambi si lasciarono andare ad una risata, per poi tornare a guardarsi, seri.
"Comunque sia... anche io sono contento di essere qui", affermò Simon. Erza lo guardò negli occhi, non potendo fare a meno di provare un certo imbarazzo.
Questo era strano, perché avrebbe dovuto provare imbarazzo nei suoi confronti? Si conoscevano da una vita.
Mavis entrò in quel momento, con sul viso un'espressione terribile.
"Non mi sento molto bene"
"Oh, Mavis!", esclamò Erza. "Ancora le nausee? Simon, lei è Mavis, la mia gravida compagna d stanza"
"G-gravida?"
"Grazie, eh", piagnucolò la bionda. "Non sono solo le nausee. Un attimo prima mi sento felice, un attimo dopo da piangere. Stupido Zeref. Lo odio. No, non è vero. Ma è scomparso totalmente, davvero finisce così?"
"Non finisce nulla così! Vedrai che tornerà sui suoi passi. Altrimenti lo uccido!"
"E io la prenderei sul serio se fossi in te", suggerì Simon, che ben conosceva la furia dell'amica.
"Che significa lasci la band? Volete tutti farmi esaurire oggi?".
Gerard si era ritrovato davanti una Juvia categorica e convinta delle sue scelte. La ragazza sapeva che non avrebbe potuto dare il meglio di sé in quelle condizioni.
"Mi dispiace, non sai quanto la cosa mi fa star male, ma dovresti provare a prendertela con il tipo dietro di te!", indicò Lyon, tutto ricurvo su se stesso.
"Juvia te ne prego, non puoi andare, sei la cantante!"
"Per adesso è così, mi spiace. Non c'è altro che posso fare", sospirò. "Scusami".
Gerard era completamente sconvolto. Quei problemi d'amore stavano mandando tutto in malora. Quando Juvia se ne fu andata, il leader dei Manos si voltò verso Lyon.
"Lyon, ti ammazzo. Cos'hai combinato?"
"Io non ho fatto niente!"
"Allora!", esclamò afferrandolo. "Vedi di far qualcosa adesso e convincila a rimanere, altrimenti ti stacco la testa. Sono già nervoso, non ti conviene farmi arrabbiare".
Lyon si staccò dalla sua presa, massaggiandosi una spalla. Come poteva convincere Juvia a rimanere se lui era proprio il motivo per cui voleva andare via?
Dopo una mattinata passata fuori, Natsu e Lisanna erano finalmente rientrati. Quest'ultima era di buon umore, probabilmente perché era riuscita finalmente a passare una giornata da sola con lui.
"Sei sicura che Lucy non si arrabbierà perché l'abbiamo lasciata qui?", domandò ad un certo punto il rosato.
"No, non credo. Non mi sembrava il caso di svegliarla così presto, vedrai che capirà", disse attirandolo a sé. "Comunque sia, sono felice di essere stata con te, oggi"
"Beh, sono felice anche io", rispose ingenuamente. Lisanna allora si fece più vicina, battendo ripetutamente le ciglia.
"Vedi? Insieme stiamo bene, mi chiedo come tu non te ne renda conto".
Adesso che il suo tono era cambiato, Natsu stava iniziando ad avvertire qualcosa di strano. Inoltre, Lisanna si stava facendo sempre più vicina.
Lucy, dal canto suo, era stanca di aspettare. Così si era diretta al cancello principale, decidendo che avrebbe aspettato lì l'arrivo di Natsu per poi conciarlo per le feste. Quello che non sapeva era che i due fossero già lì.
Si fermò all'improvviso, mettendo ben a fuoco quell'immagine: Lisanna con le labbra incollate a quelle di Natsu. Proprio la scena che mai avrebbe voluto vedere. A quel punto, la sua rabbia esplose del tutto.
Natsu si staccò da Lisanna, sconvolto.
"Ma cosa... cosa hai fatto?".
In seguito non vide neanche arrivare lo schiaffo di Lucy. Quest'ultima gli si era fiondata addosso come una furia, colpendolo con tutti i sentimenti.
"Lucy?".
Gli occhi di quest'ultima luccicavano.
"Molto bravo, i miei complimenti. Anzi, i miei complimenti ad entrambi. Sei senza pudore, Lisanna"
"Questo non sarebbe accaduto se tu non ti fossi messa in mezzo sin dall'inizio".
"Ora basta!", esclamò andandogli incontro e spingendola. "Mi hai stancata con la tua cattiveria ingiustificata, vuoi farmi del male? Fammi del male fisicamente, coraggio"
"Lucy, vuoi stare ferma?!", Natsu la afferrò. "Cosa stai facendo?".
Ma la bionda si voltò e lo guardò con uno sguardo in grado di farlo rabbrividire.
"Come sempre sei dalla sua parte. Benissimo. Come vuoi, Natsu"
"Aspetta! Io non ho fatto niente!
"Proprio così. Tu non hai fatto assolutamente niente", rispose freddamente. "Io me ne torno a casa".
Aveva sentito bene? Aveva detto che se ne sarebbe tornata a casa? Ma non poteva lasciare l'università così, non poteva lasciare lui così!
"Lucy, aspetta, non andare!".
Le sue però non furono che parole gettate al vento. In seguito guardò Lisanna. Gli ci era voluto quello per capire che le sue intenzioni fossero sempre state quelle di allontanarlo da Lucy.
"Ottimo lavoro, Lisanna.", affermò deluso e arrabbiato.
Lucy andò subito al suo dormitorio, riempiendo la valigia alla rinfusa. Non poteva assolutamente permettere che qualcuno delle sue amiche la vedesse, altrimenti avrebbero fatto di tutto per convincerla a restare.
Con le lacrime in bilico tra le ciglia, afferrò i suoi averi, guidata solo dall'adrenalina e andò in cortile. Fortunatamente a quell'ora non vi era nessuno.
Camminava senza realmente vedere, al punto che ad un certo punto andò a scontrarsi contro qualcuno. Sollevò gli occhi e vide di chi si trattava.
"Lucy?", la chiamò Zeref. "Vai da qualche parte?".
A quel punto non seppe neanche lei cosa le passò per la mente. Lasciò che le sue lacrime scivolassero via, e allora lo abbracciò. A quel gesto Zeref rimase assolutamente pietrificato, non sapendo come agire.
"Amh... su", disse poi. "Che succede?"
"Io... io sto andando via..."
"Come stai andando via? Per caso... è successo qualcosa con Natsu?".
Lei annuì.
"S-sì, ma non ne voglio parlare. Mi ha stancata"
"D'accordo. Vuoi che ti accompagni?"
"Mi accompagni? Ma tu... eri venuto qui per Mavis?"
"In verità era circa un'ora che rimuginavo sull'entrare e andare da lei o no. Però, visto che ti ho incontrata..."
"Questa è una scusa, vero?", domandò.
"Io... sì. d'accordo. E' una scusa. Ma seriamente non vuoi che ti accompagni? Io ho un auto".
Lucy si asciugò gli occhi. Effettivamente, un passaggio le avrebbe fatto comodo.
"E va bene. Ma dopo torna subito qui"
"Lo farò, promesso", fece afferrando la sua valigia. "Seguimi".
La ragazza abbassò lo sguardo, seguendolo. Forse le avrebbe fatto bene qualche giorno lontano da lì. Quello che non sapeva era che Natsu avesse visto tutto.
E in quel momento provò una stretta al cuore tanto forte da fargli provare dolore.
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Welcome to Fairy Tail University
FanficArrivata alla "Fairy Tail University", Lucy non ha idea di quel che troverà: caos, risse all'ordine del giorno, amicizie, inimicizie e, soprattutto, l'amore. Natsu non è sicuramente il principe azzurro che tutte sognano, anzi, è più corretto dire ch...