Rivolta

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Laxus temeva che di lì a poco avrebbe avuto un crollo. Non era preparato ad un'evenienza come quella, né lui né Mira. Quest'ultima stava cercando di infondergli coraggio, ma la verità era che il ragazzo non riusciva ad ascoltarla.
"Come faremo a dirlo agli altri?", fu tutto ciò che riuscì a dire.
"Non so, ma credo abbiano il diritto di sapere quello che li aspetta. Vedrai che troveremo una soluzione"
"Ma come?", rispose aggressivo. "Lo sai che Elieen vince sempre. Ha fatto chiudere tante di quelle scuole e strutture solo perché lo voleva... non oso pensare cosa accadrà adesso. E' una tragedia".
Mira assottigliò lo sguardo. Non era da Laxus buttarsi giù in quel modo.
"Va bene, adesso basta! C'è bisogno di una riunione di emergenza in aula magna, adesso! Ci penso io!".
"Mira, ti prego".
Beata lei che aveva tutta quella forza. Probabilmente, senza la sua determinazione, sarebbe già crollato. Non aveva neanche la forza di immaginarsi le facce dei suoi compagni, a cui era, nonostante tutto, legato.

Erza e Gerard tornarono dal funerale mano nella mano. Erano rimasti vicini per tutto il tempo, senza avere la forza di staccarsi. Probabilmente quell'evento così spiacevole doveva averli nuovamente avvicinati. Nel dolore si erano ritrovati e, tutto ciò che era successo era ormai passato e dimenticato.
"Erza, stai bene?", domandò Gerard mentre rientravano in cortile.
Certo che non stava bene. Non sarebbe stata bene un po', soprattutto a causa del senso di colpa.
"Non lo so come mi sento", confidò. "Simon mi ha detto di non preoccuparmi. Sembrava quasi che se ne stesse andando tranquillo, nonostante tutto. Se solo avessi saputo... non dico che avrei scelto lui, ma mi sarei comportata diversamente".
Il ragazzo allora le portò un braccio intorno alle spalle.
"Mi sento in colpa anche io. Non l'ho trattato proprio benissimo. Non si meritava di morire, ma purtroppo certe cose accadono e non ci si può fare niente. Sappi comunque che non sei sola, che ti aiuterò io".
La rossa sentì nuovamente le lacrime pungerle gli occhi. Si era ripromessa che si sarebbe trattenuta dal piangere ancora, ma proprio non riusciva.
Si rifugiò tra le sue braccia sentendosi, istantaneamente, un po' meglio.
"Grazie, Gerard. Scusa per tutto quello che ho detto e fatto"
"Non devi scusarti", disse lui stringendola forte.
Qualche istante dopo, le loro attenzioni furono catturate dall'improvviso via vai del cortile. Molti degli alunni si stavano dirigendo tutti dalla stessa parte.
"Ma che succede?", chiese Gerard.
"Ah, siete qui!", esclamò Lyon. "C'è una riunione urgente in aula magna sbrigatevi!"
La coppia allora si lanciò un'occhiata.
"Direi che siamo arrivati giusto in tempo", commentò Erza.

Come ad ogni riunione, in aula magna c'era un caos indicibile, ma ciò no sembrava disturbare minimamente Laxus, il quale stava cercando di trovare le parole giuste per parlare loro dell'infausta notizia.
Natsu si era seduto in prima fila insieme ad Happy e Gray. Quando poi si girò verso destra, si accorse di come Lucy gli fosse seduta accanto, fiera e impettita.
Allora si schiarì la voce, prendendo a parlare.
"Hey, Lucy"
"Che c'è, Natsu? Se intendi farmi la predica per quello che ho fatto poco fa, non intendo ascoltarti"
"Non sono esattamente la persona giusta per fare la predica in fatto di risse. E poi posso capire la tua rabbia, io avrei fatto lo stesso...".
La bionda inarcò un sopracciglio, guardandolo.
"Come mai adesso hai cambiato idea? Prima sembravi così propenso a difendere Lisanna"
"Prima non conoscevo la gravità della situazione. Adesso che ci ho sbattuto contro, beh... L'ho capito, davvero. Non lo farò mai più non puoi perdonarmi".
Lei alzò gli occhi al cielo.
"Non è solo questo il problema. Se Lisanna non si mette il cuore in pace, dubito potremo mai stare tranquilli. Forse dovresti parlarci tu, visto che mi detesta"
"I-io? E cosa dovrei dirle?"
"E' la tua amica d'infanzia, mica la mia", concluse facendo spallucce.
A quel punto, Mira aveva preso a parlare al microfono per attirare l'attenzione dei suoi compagni.
"Vi prego di ascoltarmi ragazzi! Vi abbiamo fatto venire qui perché c'è una cosa importante di cui dobbiamo parlarvi. Laxus?".
Quest'ultimo si avvicinò. Già solo dal suo sguardo, era evidente che si trattasse di una notizia non esattamente piacevole.
"Umh... siete tutti qui? Bene. Abbiamo un problema... riguarda la nostra università", abbassò lo sguardo. "Probabilmente... molto sicuramente, anzi, verrà chiusa".
Si udirono diversi mormorii sovrapposti fra loro.
"Che significa verrà chiusa?", domandò Natsu.
"L'ispettrice è venuta qui", spiegò. "E in parole povere... ha convenuto che sarebbe meglio chiudere questa struttura, perché inadatta".
Altri mormorii, oltre al malcontento crescente.
"Ma questo è assurdo", disse a quel punto Gray. "Non la possono chiudere così"
"Mi dispiace, ma possono eccome. Lady Eileen Belserion è un'ispettrice spietata, non ha pietà dinnanzi questo genere di cose. Quando prende una decisione... non c'è possibilità che cambi idea", aggiunse Mira con molto rammarico.
Natsu osservò il malcontento intorno a lui.
"E quindi? Glielo lasceremo fare?"
"Abbiamo altra scelta?", domandò Laxus.
"Cazzo, certo che l'abbiamo!", esclamò l'altro balzando in piedi. "Questa non è solo un'università, è una casa, per tutti noi! Qui abbiamo costruito legami, amicizie ci siamo... ci siamo innamorati", non riuscì a non guardare Lucy, la quale arrossì visibilmente. "Se verrà chiusa, saremo costretti ad andare a studiare da un'altra parte e ci perderemo di vista! Questo non può succedere!".
"Amh", preso da un impeto di coraggio, anche Happy decise di dire la sua. "Sono assolutamente d'accordo. D'accordo, forse qui non è tutto perfetto, ma di qui a chiuderla è un'esagerazione"
"Ragazzi, lo capisco, credete che non mi dispiaccia?", sbottò Laxus. "Certo che mi dispiace! Sono qui da cinque anni, probabilmente né a me né a Mira dovrebbe importare, visto che il nostro ultimo anno. E invece non è così! Ci importa, perché questa è..."
"E' la nostra famiglia, nel bene o nel male", la ragazza concluse la sua frase.
"Perfetto, la pensiamo allo stesso modo!", fece Natsu. "Una protesta. Una rivolta! E' questo quello che dobbiamo fare. Non potranno chiuderla se ci opponiamo, noi siamo in tanti, i grandi numeri aiutano!"
"Stai proponendo di occupare la sede?", chiese Laxus.
"La sede la occupiamo già, praticamente ci viviamo. Io dico di difenderla, come dei soldati al fronte. Non so in quanti la pensano come me, ma io farò questa cosa, con o senza il vostro aiuto!"
"Natsu..."
"Non voglio ascoltarti, Laxus!"
"Volevo soltanto dirti che... io sono dalla tua parte" , affermò sorridendo.
Il rosato batté le palpebre, davvero molto sorpreso.
"Bene! E' perfetto! Allora, chi è con me?"
"Aye! Io, io sono con te!", disse Happy entusiasta.
"Ovviamente anche io", aggiunse Gray. "Se ci vogliono buttare fuori, dovranno farlo con la forza"
"Questo è lo spirito giusto. Non permetteremo a nessuno di portarci via dalla nostra casa!"
In quel momento, Natsu si sentiva tanto un condottiero pronto a guidare un esercito in battaglia. I suoi compagni si dimostrarono subito favorevoli alla sua iniziativa e, ben presto, l'aula magna si riempì di boati di acclamazione.
"Oh, cielo", fece Mira sorridendo. "Mi sento tornata al nostro primo anno. Ti ricordi, Laxus? Abbiamo fatto una cosa del genere quando hanno deciso di tagliarci i fondi"
"Sì, me lo ricordo molto bene. Da allora di strada ne abbiamo fatta. Sono sempre stato ligio e attento alle regole. Ma per questa volta – solo per questa volta – manderò al diavolo tutto. Devo farlo soprattutto per loro".
Mira sentì a quel punto il cuore prendere a battere forte come un martello. Si ricordò in quello stesso istante del motivo per cui si era innamorata di Laxus: per la sua forza, il suo istinto di protezione, la sua determinazione.
Fu come riscoprire i suoi sentimenti per la seconda volta.
"Questo vuol dire che saltiamo le lezioni?", domandò Happy contento. "Che bello!".
"Ah, già", Laxus si portò una mano sul viso. "Mi sa che la mia laurea arriverà in ritardo. Ma se è per questo motivo, allora chi se ne frega!"
"Sì, grande Laxus!", Natsu corse ad abbracciarlo, staccandosi subito dopo nel ricevere un'occhiataccia dallo stesso. "Emh... insomma. Seguitemi!".
Lucy era rimasta con gli occhi spalancati, seduta e senza muoversi.
Natsu aveva davvero un fuoco che ardeva da dentro e che era esplodo in quel momento. Non lo aveva mai visto tanto determinato nel voler fare qualcosa.
Cana le portò una mano sulla spalla, risvegliandola dai suoi pensieri.
"Cavolo, il tuo ragazzo è proprio forte!".
Già... era il suo ragazzo, nonostante tutto. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, la mora la afferrò, trascinandola con sé in mezzo a quel fiume di studenti impazziti.
"Qual è il piano?", domandò Gray a quel punto.
"Qui non entra nessuno!", affermò il rosato. "Voi dei Manos! Voi farete la guardia alle entrare sul retro. Mi raccomando, nessuno deve oltrepassare quelle porte!"
"Possiamo picchiarli?", domandò Gajeel.
"Solo se strettamente necessario. Rogue e Sting. Voi e il vostro gruppo andate sulla terrazza più alta e, se necessario, attaccate con tutte le forze"
"Cosa dovremmo fare, tirare oggetti?", domandò giustamente il corvino.
"A voi la scelta. Io e Laxus faremo la guardia all'ingresso principale. Mentre invece, le ragazze", in particolare guardò Lucy. "Si assicureranno che non succedano casini. La situazione non è stabile e c'è molta tensione. Lascio tutto nelle vostre mani, intesi?".
La bionda allora si ritrovò ad annuire, come se quegli ordini fossero soltanto a lei rivolti.
"Che bello, sono così eccitato!", esclamò Happy prendendo per mano Lily e Charle. "E' la prima volta che partecipo ad una rivolta"
"Io sinceramente non ci trovo niente di eccitante", ammise il corvino.
"Già, neanche io", l'albina deglutì a vuoto.
"Coraggio! ALL'ASSALTO!".
L'università era diventata il loro fortino ed era, allo stesso tempo, la casa che avrebbero dovuto difendere a tutti i costi.
"Veloci, veloci!", li incitò Natsu. "Non c'è tempo da perdere. Non bighellonate, questo non è un gioco, ne va soprattutto per il vostro futuro. Natsu, hai stilato la lista di tutti i presenti e delle loro posizioni?"
"Signor sì! Guarda!", esclamò mostrandogli un taccuino.
Mira sorrise, avvicinandosi al suo ragazzo.
"E chi l'avrebbe mai detto che alla fine tu e Natsu vi sareste ritrovati a collaborare, eh?"
"Effettivamente stento a crederci anche io, ma quel ragazzo ha davvero una forza di volontà incredibile. Amh... forse non è il momento giusto, ma... significa che non sei più arrabbiata con me?".
L'albina gli si avvicinò, fino ad annullare quasi completamente le distanza tra le loro labbra.
"Non posso essere arrabbiata con te. Tu che stai facendo di tutto per loro. Usciamo da questa cosa insieme".
Laxus la guardò dritta negli occhi e, preso da un impeto di passione, la afferrò e la baciò appassionatamente, ignorando il fatto di trovarsi in mezzo a miriadi di studenti.

"Freed, aspettaci!", Bixslow tentò di tenere il passo dell'amico, mentre si trascinava dietro Loki. "Si può sapere dove stai andando?"
"All'aula di disegno! Non ho visto né Cobra né nessuno degli Oracion Seis alla riunione, quelli lì sono sempre con la testa fra le nuvole!", borbottò il ragazzo camminando ancora più veloce.
"Beh, ma insomma, cosa siamo diventati, gli "inseparabili"?!", borbottò Loki senza però essere minimamente ascoltato.
Giunsero all'aula di disegno, trovando gli Oracios Seis che, pigramente, si dedicavano alle loro attività.
"Ragazzi!", li chiamò Freed. "Ma dov'eravate? Praticamente siamo in guerra, noi..."
"Abbiamo sentito quello che è successo", affermò Cobra.
"E beh? Ve ne state qui?"
"E perché dovremmo fare altro?", domandò Midnight. "Noi siamo gli strambi della Fairy Tail University, adesso dovremmo dare il nostri aiuto? Sciocchezze!"
"C-cosa? Ma questo è ridicolo! Non potete starvene qui è una cosa che riguarda tutti noi!"
"Freed", Cobra lo afferrò per un braccio. "Lo capisco, ma davvero. Non ne vale la pena. Non per forza i numeri fanno la differenza, se si è deciso che l'università andrà chiusa, così sarà. E anche se fosse, non c'è bisogno di noi".
Freed non poteva crederci. Cos'era quell'arrendevolezza da parte sua? Non riusciva proprio a capirlo.
"Non ne vale la pena? Beh, scusa se voglio difendere qualcosa di importante! Sono qui da poco, ma dal primo istante mi sono sentito subito a casa, ecco perché non me ne sono più andato! E poi cavolo... qui ho conosciuto te...".
Tentò di trattenersi, si rese conto di stare diventando troppo sentimentale. Dopodiché si volto da Bixslow e Loki.
"Andiamocene"
"Dove?"
"Dovunque, c'è bisogno anche di noi, andiamo!", esclamò con un tono che permetteva repliche.
Cobra lo osservò, non potendo fare a meno di chiedersi perché ci tenesse tanto. O forse da una parte poteva capirlo benissimo.
"Beh", commentò Angel. "Il tuo ragazzo mi sembra molto determinato, forse dovresti stargli accanto"
"In realtà non è il mio ragazzo, non ancora", ammise.
"Beh, chiediglielo, no?", borbottò Midnight.
"Ma... ma tu...?"
"Senti, quel tipo mi urta il sistema nervoso ed è irritante come poche cose al mondo. Ma se ti piace, starò zitto e buono e subirò".
Cobra alzò gli occhi al cielo. Adesso perfino i suoi amici gli facevano la predica. Ma avevano ragione, cavolo se avevano ragione!

"Vedi niente da lì?"
"Sting, ho detto di no, non chiedermelo ogni cinque secondi!"
"Beh, chiedo scusa", borbottò il biondo. "Però, che compito ingrato ci hanno dato. E poi qui sopra fa freddo!"
"A me piace stare qui!", commentò Frosh sorridendo. "Guardate, una donna dai capelli rossi sta marciando verso di noi"
"DOVE?!", esclamò Sting. "Merda, Frosh. E' lei!"
"Vedo che non ha ritardato", aggiunse Lector. "Ma cosa dovremmo fare?"
"Natsu ci ha detto di tenerli lontani", rispose Yukino.
"Ha detto che potevamo bombardarli come volevamo. Questa cosa mi piace", Lector si sfregò le mani, lasciandosi andare ad una risata assai malefica.
Dal canto suo, Eileen stava davvero marciando contro l'università, seguita da una truppa di uomini che, dopo averla chiusa, l'avrebbero buttata giù. Ci sarebbe stato sicuramente qualcosa di più utile da costruire. Ma la donna non poteva neanche immaginare della sorpresa che avrebbe trovato al suo arrivo.
"Mh? Beh, cosa sta succedendo qui?", domandò fra sé e sé.
Poi vide qualcosa venir lanciato dall'alto e atterrare malamente al suolo. Si avvicinò all'oggetto, rendendosi conto che si trattasse di... una palla di carta a cui era stata data fuoco?
"Ne abbiamo ancora se volete!" esclamò Sting. "Yukino, fanne ancora!"
"Ma non funzionano! La carta si brucia troppo in fretta!"
"Ci penso io!", Lector stava tenendo una sedia tra le mani. "Per la Fairy Tail university!".
Dicendo ciò gettò la sedia della terrazza, ricevendo in cambio un sonoro colpo alla testa da parte di Rogue.
"Coglione, così li ammazzi!"
"Ma non era questa l'intenzione?"
"Assolutamente no!".
La donna fece una smorfia. Tutto ciò non prometteva affatto bene. Arrivando all'entrata principale, trovò Laxus, Mira e Natsu a bloccarle il passaggio.
"Laxus e Mira, eccovi qui, giusto voi. Credo che qualcuno si diverti a lanciare oggetti infuocati dalla terrazza"
"Ne siamo consapevoli", rispose il biondo. "Siamo stati noi ad ordinare loro di farlo"
"Voi? Che cosa diavolo state tramando?"
"E' semplice", fece Natsu. "Non vogliamo che la struttura venga chiusa. Pertanto stiamo protestando. Qui non entra nessuno".
Eileen allora prese a ridere.
"Dovevo aspettarmelo, una protesta! Ma sarà tutto inutile, farò abbattere questa struttura"
"Se vuole farlo, dovrà farlo con tutti noi dentro", affermò con fierezza Mira. "Perché noi non ci muoviamo di qui. Punto".
La donna allora assottigliò lo sguardo.
"Se è una sfida quella che mi state proponendo, allora d'accordo. Ma non intendo darvela vinta, che sia chiaro questo"
"Bene. Neanche noi".
Fra quelle due donne, all'apparenza così diverse, c'era una certa tensione, al punto che Laxus ebbe seriamente paura che potesse scoppiare una rissa.

I Manos intanto stavano svolgendo il loro turno di guardia all'ingresso secondario. E fra di loro, Juvia in particolare sembrava piuttosto entusiasta della cosa.
"Mi sento come una soldatessa in guerra, è tutto così eccitante"
"Sono l'unico che vorrebbe trovarsi da qualche altra parte?", si lamentò Lily.
"Io so dove vorresti trovarti. Con Happy e Charle a fare certe cose", lo prese in giro Gerard.
"Come se fossi l'unico a cui piace fare certe cose, siete davvero cattivi a prendermi in giro", fece a braccia conserte.
Poco dopo arrivò anche Gray, il quale non aveva intenzione di lasciare la sua ragazza da sola.
"Hey!", la chiamò.
"Gray, mio adorato!", esclamò abbracciandolo. "Credevo fossi con Natsu"
"Ha la situazione sotto controllo, non potevo non venire qui. Procede tutto bene?"
"Tutto tranquillo. La cosa ha il suo lato divertente, alla fine"
"Già", sospirò. "Eileen è qui, ma non preoccupatevi, l'abbiamo momentaneamente trattenuta. Non mi sembra molto disposta ad arrendersi"
"Beh, non importa. Noi la fermeremo, giusto Gray?"
"Cavolo, certo che sì. Questa è casa nostra. E poi io devo laurearmi, dobbiamo farlo entrambi. Così poi troveremo un lavoro. Andremo a vivere insieme e ci sposeremo. Poi avremo due bambini"
"Due?", fece lei con gli occhi che brillavano. "Io ne voglio almeno sei! Vogliamo le stesse cose, non vedo l'ora di realizzarle tutte!".
Gajeel alzò gli occhi al cielo.
"Ho il diabete".
Lyon, accanto a loro, si portò una mano sulla testa, ripetendosi a mente le parole di Ur. Le aveva promesso che sarebbe andato avanti. Forse era proprio il caso. Dopotutto, continuando a guardare al passato, non avrebbe mai avuto l'occasione di vedere ciò che aveva davanti.
Un po' timidamente si avvicinò ai due.
"Emh... s-scusate se vi interrompo. Io... io volevo..."
"Lyon, va tutto bene?", chiese Juvia.
"No, cioè sì!", sospirò profondamente. "Ho promesso ad una persona che avrei fatto di tutto per andare avanti e così voglio che sia. Io sono... davvero – ma davvero – dispiaciuto per il mio comportamento. La gelosia mi ha accecato. E penso si sia capito. Però adesso mi rendo conto che... probabilmente è giusto che voi stiate insieme".
Questa volta era sincero, lo capirono entrambi. Lyon era in un certo senso rassegnato, ma anche volenteroso nel voler andare avanti.
"Oh, Lyon. Sono così contenta che alla fine tu lo abbia capito. E sono certa che anche tu incontrerai la persona giusta"
"Sarà, ma per ora non lo trovo troppo possibile"
"Lyon", lo chiamò poi Gray. "Pensi... ci sia possibilità anche per noi due di ricominciare? Non intendo adesso, non nell'immediato ma... più avanti?"
Lui allora gli sorrise.
"Non vedo perché no. Mi sorprende solo il fatto che tu mi abbia perdonato tutto"
"Oh, non è così. Me la pagherai e con tutti gli interessi"
"Bene, io non vedo l'ora".
Juvia sospirò, sentendosi improvvisamente più leggera. Era così contenta che i due avessero finalmente risolto.
"Scusate piccioncini, noi vorrei rovinare la vostra commovente riappacificazione, ma sta arrivando qualcuno!", fece Gajeel.
Gerard allora assottigliò lo sguardo.
"Ma chi è?".
Dopo aver messo bene a fuoco l'immagine, il leader dei Manos si rese conto che non fossero nemici... erano ragazze!
Ragazze capeggiate da Kagura. Quelle non potevano che essere loro... le fan!
"Kagura?", la chiamò lui. "Ma cosa ci fate qui?"
"Salve! Abbiamo saputo della vostra impresa, così siamo venute qui ad aiutarvi. Non è vero ragazze?"
"SIIIII!"
"D-davvero?"
"Certo. Che razza di fan saremmo se non aiutassimo i nostri idoli nel momento del bisogno?"
"Già!", esclamò a quel punto Meredy. "Dite cosa dobbiamo fare e la faremo!"
"Molto bene. Lyon, ci pensi tu?"
"I-io? Va bene, d'accordo! Seguite me, tutte me!"
"Sì! Sono capeggiata da Lyon, un sogno che si avvera!", commentò Meredy contenta.

"Non correte, non correte! Cavolo, è veramente difficile! Adesso capisco la fatica che fanno Laxus e Mira", sbuffò Cana a braccia conserte, guardandosi intorno.
"Che strano, noi siamo così carine, dovrebbero ascoltarci senza problemi", disse Mavis.
"Mavis! Ma cosa fai qui in mezzo, sta seduta!"
"Perché devo stare seduta? Io voglio partecipare alla rivolta!"
"Non so se te lo sei dimenticata ma... sei incinta!"
"Ebbene? Non è mica una malattia, posso fare esattamente tutto quello che facevo prima!"
"Ragazze, vi prego!", Erza tentò di mettere la buona. "Non bisticciate".
L'atrio era un vero casino, un via vai continuo di gente. Lucy e Levy si erano sedute sul pavimento a parlare.
"Chissà dov'è Lisanna...", si chiese l'azzurra pensierosa.
"Ah, sarà in bagno a piangere. Credo di averle rovinato per sempre l'acconciatura, le ho strappato i capelli"
"Cavoli, questa farà male. Purtroppo non posso dire che tu abbia avuto torto"
"Già. E poi cosa crede, che la situazione sia facile per me? Io amo Natsu ma... non lo so! Ce l'avevo a morte con lui, adesso però no! Che cosa dovrei fare? Dargli una seconda, anzi, l'ennesima possibilità?".
Levy fece spallucce.
"Stiamo pur sempre parlando di Natsu. Una relazione "tranquilla" nel senso più comune del termine non potrà mai essere. Ma lui ti ama davvero. Io ne sono certa, non avrebbe mai fatto per nessuno quello che ha fatto per te".
Lucy chinò lo sguardo, non potendo non pensare a quanta strada avessero fatto sin dalla prima volta in cui si erano visti. Probabilmente doveva essere stato il destino.
"Forse... forse andrò da lui"
"Bene! Questo è lo spirito giusto. Va da lui. Io intanto leggo un po' mentre aspetto che a Gajeel passi l'arrabbiatura".
Lyon era intanto giunto nell'atrio, seguito dal numeroso gruppo di ragazze.
"Va bene, eccoci. Date una mano alle mie compagne. E' che ci sia ordine, non vogliamo ulteriori casini, no?".
"Sarà fatto!", esclamò Meredy. "Non ti preoccupare, farò in modo che tutto vada per il meglio. Solo avrei una richiesta. Posso essere il braccio destro in questa tua avventura"
"Hey!", esclamò Kagura. "Pensavo che fossi il mio braccio destro"
"Che vuoi farci, ho trovato di meglio"
"E va bene Meredy, così sia. Ripongo la mia fiducia in te".
La ragazza tremò eccitata, il suo adorato Lyon stava riponendo la sua fiducia proprio in lei. Non si sarebbe fatta scappare quell'occasione.

"Hey, ragazzi! Forse dovremmo fare a cambio!", Freed stava tentando di convincere Laxus a prendersi una paura. Erano già passate un paio d'ore, e né lui, né Mira, né Natsu, sembravano intenzionati a mollare.
"Non posso. Freed, tu non saresti in grado di fermarli"
"Beh, grazie per la fiducia, Laxus! Che maniere, ed io ancora che mi preoccupo per te, dopotutto quello che mi hai fatto e detto!"
"Ti sembra il momento per parlarne, dannazione?!"
"E' sempre il momento per parlarne".
Laxus alzò gli occhi al cielo. Poi, qualche istante dopo, sentì la presenza di qualcuno, qualcuno che gli si era sistemato accanto.
"Freed ha ragione. Finirai con lo stressarti troppo!"
"C-Cobra?!", lo chiamò il verde. "Sei tu!"
"Cosa diamine ci fai qui?", borbottò il biondo.
"Beh... Freed mi piace veramente tanto. Quindi i suoi amici sono i miei, e le sue questioni sono anche le mie. Non ci vuole un genio per capire che non ti piaccio, tuttavia non ha importanza. Ti dimostrerò che ho anche dei pregi. Quindi sì, starò proprio accanto a te in quest'avventura".
Laxus lo guardò male. In realtà era rimasto piacevolmente sorpreso nel vederlo lì, in prima linea con lui. Era sempre stato convinto che fosse un buono a nulla, forse non era poi così.
"E va bene. Ma non intralciarmi".
A Freed brillarono gli occhi, avvertendo qualcosa allo stomaco.
"Erik! Mio adorato!", esclamò afferrandolo. "Sento l'eccitazione pervadermi! Voglio darti la mia verginità, qui e subito!"
"HEY!", fece Laxus arrossendo. "NON TI SEMBRA DI ESAGERARE?"
"Perché? Cosa pensi, che ci guarderemo negli occhi? Oh, no. Noi ci divertiremo"
"Va bene, okay, ma non voglio ascoltarti, mi fa impressione, d'accordo?!".
Mira non poté fare a meno di ridere. Probabilmente Laxus stava iniziando ad accettare la cosa. E ciò non sarebbe stato che un bene per tutti loro.
Natsu invece non aveva preso parte a quella conversazione. Era serio, incredibilmente serio, così come non lo era mai stato.
Dopo parecchia indecisione, Lucy si decide finalmente ad avvicinarsi, continuando a mantenere la sua freddezza e compostezza.
"Lucy?", la chiamò il ragazzo sorpreso. Lei non lo guardo neanche in faccia.
"Ammiro la tua determinazione. E voglio starti accanto. Perché dopotutto...", abbassò lo sguardo. "Io sono ancorala tua ragazza".
Se avesse potuto, Natsu avrebbe sparato i fuochi d'artificio. Non si sarebbe scomposto più di tanto.
Ma si sentì felice.

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