L'ispettrice

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Erza era di un umore pessimo. Non le era mai capitato di sentirsi così triste e soprattutto impotente.
Simon se n'era andato e, malgrado quest'ultima le avesse raccomandato di non sentirsi in colpa, le risultava praticamente impossibile.
Cana la stava abbracciando, tentando di consolarla almeno un minimo.
"Andrà tutto bene, vedrai", le sussurrò.
"Tutti mi dicono così, ma per adesso non riesco proprio a stare bene"
"Posso capire come ti senti", aggiunse poi Lucy. "Quando mia madre se n'è andata sono stata male allo stesso modo. Anche se sembra una frase fatta, sarà il tempo a guarire le ferite".
La rossa si staccò dall'abbraccio della mora, asciugandosi il viso.
"Sì, lo so. E vi ringrazio, so che mi state vicina. E io vi tratto così male"
"No, Erza! Non preoccuparti per questo!", la tranquillizzò Wendy. "E' normale, è assolutamente normale!".
Gerard la raggiunse poco dopo. Era vestito elegante, di nero.
"Erza... andiamo?"
"Sì... sì, Gerard. Beh, ci vediamo dopo ragazze" salutò le sue amiche, prendendo poi per mano il fidanzato.
Cana li osservò allontanarsi, non potendo fare a meno di lasciarsi andare ad un commento.
"Beh... sembra che quei due si siano ritrovati. Meno male"
"Già, a proposito di ritrovarsi o meno", fece poi Lucy. "Mavis... l'altra sera come si è conclusa? Tu e Zeref avete poi trovato un accordo?"
"Non abbiamo trovato niente di niente", affermò lei freddamente. "Ma sapete cosa? Non mi importa! Se non vuole accettare il bambino, allora non starà neanche con me. Dopotutto, io sono forte, ce la posso fare anche da sola!"
"Bene! Questo è lo spirito giusto! E poi non sei sola, ci siamo noi!".
Lucy osservò la determinazione dell'amica, lanciando poi uno sguardo a Lisanna, la quale era piuttosto silenziosa. Era chiaro ci fosse del malcontento, dopotutto aveva non solo perso parte della stima delle sue amiche, ma anche il ragazzo che amava e a cui era sempre stata accanto. E non poteva incolpare nessuno se non se stessa.
"Beh, per me è arrivato il momento di andare. Levy, vieni con me?"
"Eh? Ah, sì. Andiamo", sussurrò la ragazza pensierosa. Anche per lei le cose non è che andassero benissimo. Gajeel si era così arrabbiato quella volta con Zancrow da non rivolgerle più la minima confidenza. Forse doveva solo smaltire la rabbia. O almeno così sperava.

Rogue si trascinò dietro Sting, afferrandolo per mano.
"Sting! Ma ti vuoi muovere?! Faremo tardi!", si lamentò.
Il biondo gli rispose con uno sguardo truce, si sentiva ancora piuttosto assonnato.
"Sei un secchione"
"E tu sei un idiota".
Yukino rise, passando loro davanti.
"Se continuate a discutere perderete ancora più tempo, non vi pare?"
"Ottima osservazione", ridacchiò Sting. Rogue alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo. Poi aveva guardato dritto davanti a sé e si era accorto di come Minerva stesse venendo nella loro direzione.
Quella ragazza di certo non passava inosservata a causa del suo abbigliamento.
Non appena lei si fu accorta di lui, sorrise, agitando una mano.
"OH, CIAO! CHE BELLO VEDERTI!".
Rogue deglutì a vuoto, sentendosi parecchio in imbarazzo. Non era abituato a ricevere quel tipo di attenzioni, soprattutto non da una ragazza. Inoltre, poté sentire la presa di Sting farsi un po' più stretta.
"Emh... ciao, Minerva, come va?"
"Oh, adesso che ti vedo sto molto meglio!", esclamò allegra. "Allora, verrai a trovarmi all'aula di disegno oppure no? Sono certo che avremmo molto di cui parlare e poi mi servirebbe davvero un soggetto per i miei disegni, la tua faccia mi piace, sei così carino...".
Aveva preso a parlare senza riuscire a fermarsi!
Il biondo spalancò gli occhi non riuscendo a trattenere il suo impeto di gelosia.
"Hey, hey! Smettila!"
"Ho... detto qualcosa che non dovevo?"
"Direi proprio di sì!", borbottò abbracciando Rogue. "Lui è mio. Sta con me".
Minerva li osservò per qualche secondo, con un'espressione decisamente sorpresa,
"VOI SIETE GAY?! OH, CIELO! NON ME N'ERO RESA CONTO, PENSAVO SOLO FOSTE DUE AMICI MOLTO UNITI!"
"Non c'è bisogno di urlare, accidenti!", Rogue si sentiva così imbarazzato da desiderare ardentemente di sparire.
"Mi spiace,sono davvero spiacente", Minerva adesso sembrava agitata. "Non era mia intenzione crearvi problemi e... e...".
Il suo sguardo si era poi posato su Yukino. Quest'ultima era arrossita nel capire di essere osservata.
"Tu!", la ragazza la afferrò per le spalle. "Tu sì che meriteresti di essere ritratta! Questa pelle chiara, questi capelli, questi occhi! Sei come un angelo!"
"Hey!", sbottò Rogue. "Vedo che cambi idea in fretta!"
"I-io?", balbettò Yukino. "Non sono un angelo, davvero!"
"Ma certo che lo sei! Io sono un'arista e, in quanto tale, è mio compito catturare la bellezza dei soggetti che decido di ritrarre. E la fortunata sei tu! Ti aspetto, mi raccomando, non darmi buca!".
L'albina era sconvolta. Minerva non le aveva mai rivolto la parola, mentre invece adesso, come se nulla fosse, prendeva a farle complimenti molto, molto equivoci.
Sting aveva preso a ridacchiare.
"Mi sa che qui qualcuno ha un debole per te".
La sua ex gli diede una gomitata.
"Chiudi... la bocca...", sussurrò vergognosamente in imbarazzo.

Laxus sapeva che c'era qualcosa che non lo avrebbe mai lasciato: le emicrania!
Nossignore, stressato per come si sentiva, quelle gli sarebbero sempre rimaste attaccate addosso!
Tra lo studio, i suoi doveri da sorvegliante e i suoi problemi d'amore, si sorprendeva di essere ancora vivo e vegeto.
Ma sarebbe durata poco.
Aveva appena finito il suo controllo mattiniero dei dormitori, quando poi si stava affrettando a raggiungere l'aula di economia, nella speranza di non arrivare in ritardo. Sul suo cammino incontrò ovviamente Mira. Era così strano il fatto che lei lo guardasse con una tale freddezza, sembrava davvero un'altra persona.
"Ciao, Laxus", lo salutò.
"Ah... ciao", biascicò lui.
"Non mi sembri molto in forma"
"Ieri sera ho dovuto fermare l'ennesima rissa. Ho i nervi a fior di pelle"
"Capisco", rispose. "So che magari non è il momento adatto per chiedertelo ma... hai pensato a quello che ti ho detto?".
Lui allora alzò gli occhi al cielo. Era sempre stato così bravo a far quadrare tutto, perché adesso invece si sentiva un totale inetto?
"Senti, Mira. Io te ne ho già parlato. Non provo niente per Freed, se non un grande affetto e preoccupazione. Mi sento responsabile nei suoi confronti. Non puoi essere gelosa"
"Posso esserlo eccome, considerando tutto quello che ha combinato, come il provare a separarci"
"Ma quella è acqua passata..."
"Ah, adesso è acqua passata? Non l'hai presa con tanta filosofia la prima volta"
"E che altro devo fare? Ti prego, non farmi dannare, non possiamo stare insieme tranquillamente?"
"Perché ne parli come se fosse colpa mia?".
Mentre i due discutevano, una donna dai capelli rossi, tutta impettita e ben truccata, si avvicinò a loro.
"Scusate...".
"Io non ho mai detto che è colpa tua, ma abbi pietà, te ne prego!"
"Oh, Laxus, non fare il bambino"
"Scusate!".
"CHE C'E'?!", urlarono i due all'unisono. La donna a quel punto sorrise, guardando dritto negli occhi il ragazzo che, dal canto suo, si ritrovò a cambiare immediatamente espressione.
"I-Ispettrice Eileen! S-salve! Cosa ci fa qui, non ci avevate detto che sareste venuta e...".
"Come sempre del resto, no? Allora mio caro, sei tu il supervisore?"
"S-sì! Io e Mirajane la guideremo all'interno della scuola, se è quello che vuole!".
L'albina poté avvertire un'aura malefica provenire da quella donna che sfortunatamente, anche se solo per nomina, conosceva bene.
"Assolutamente che è quello che voglio", affermò Eileen leccandosi le labbra come una predatrice affamata.
Laxus e Mira si guardarono, spaventati. Tutto ciò non prometteva bene, affatto.

Una cosa era certa: se Natsu prendeva a studiare, c'era qualcosa che non andava! Gray lo guardava sconvolto mentre il rosato era tutto impegnato a leggere dei paragrafi del libro di anatomia.
"Amh... Natsu", lo chiamò. "Stai... bene? Vuoi che ti porti qualcosa? O magari preferisci andare in ospedale?"
"Eh? Ma di che parli? Io sto bene"
"Natsu, tu stai studiando e non lo fai mai! Mi stai facendo preoccupare"
"Oh", sbuffò lui richiudendo il libro. "Sono depresso, d'accordo? Non so cosa devo fare per farmi perdonare da Lucy, ho paura che il suo sentimento nei miei confronti possa scemare! Perché devo essere così sfigato! Insomma, perfino tu e Happy siete riusciti a risolvere i vostri problemi"
"Gradirei non essere paragonato ad Happy. Quello non è più il timido ragazzo che conoscevamo, è una persona crudele adesso. Guarda come ci ha scaricati per i suoi nuovi... non riesco a dirlo. Fidanzati? Ma si può dire?"
"Lascia perdere", sbottò. "Se mi vedi fare un'altra cosa sbagliata, te ne prego, picchiami e fallo davvero!"
"Non ci sono affatto problemi".

Il "crudele" Happy era effettivamente preso dalla sua nuova e turbolente relazione. Si poteva effettivamente dire che lui, Lily e Charle stessero insieme a tutti gli effetti, il che era piuttosto bizzarra come cosa.
Ma chi se ne importava?! Era praticamente in paradiso. Non avrebbe mai sperato di poter avere una relazione "nella norma", figurarsi una così fuori dal comune.
"Ragazzi, tra poco devo raggiungere l'aula di musica. Gerard è a un funerale e Gajeel è a pochi passi dal commettere un omicidio. Quindi devo cercare di mantenere la calma"
"Ah, andiamo! Stai con noi!", lo stuzzicò Happy.
"Starò dopo con voi, promesso. E Happy... non guadarmi così. Il tuo fascino non riuscirà a farmi cedere. Affatto".
Visto dall'esterno poteva sembrare tutto un gioco fatto di tenerezze ed erotismo, ed effettivamente era anche così. Ma, come tutte le relazioni, le cose erano leggermente più complicate di così.
"Le mie amiche non sanno ancora... di noi", disse Charle arrossendo. "E se mi giudicano male?"
"Ah, perché dovrebbero?"
"Perché sono una donna. Forse per voi uomini può essere "figo" avere una relazione del genere. Ma lo stereotipo di genere impone che se è una donna, a farlo, è automaticamente una poco di buono".
Happy si massaggiò la testa.
"Queste sono parole difficili. E poi tu non sei una poco di buono, che si fottano quelli che lo pensano"
"Audace", costatò Lily, per poi alzarsi. "Adesso, vogliate scusarmi ma devo proprio andare. Ci vediamo dopo".
Dopodiché si chinò su Happy, posandogli un bacio sulle labbra. Si avvicinò a Charle,facendo lo stesso, il fatto era che fosse un po' diverso. Continuava a definirsi indiscutibilmente gay, però aveva intrapreso una relazione in cui era compresa anche una donna, tuttavia fare certe cose lo metteva non poco a disagio!
Velocemente quindi la baciò, tirandosi poi su.
"Sì... vado...!".
Happy lo salutò.
"E' proprio un cucciolo, non credi?", domandò rivolgendosi a Charle.
"Sì... lo credo. Emh... visto che lui non c'è, che cosa vogliamo fare?"
"Aspettare che torni?"
"Non mi riferivo esattamente a questo in realtà".
Talvolta si dimenticava che stare insieme in tre voleva significare fare tutto in tre. Il che era abbastanza strano come concetto, ma dopotutto c'era forse qualcosa di normale in quella situazione?


Lily si sbrigò a raggiungere l'aula di musica. Juvia era già lì, tutta allegra e contenta, insieme a Lyon.
"Ciao, Lily caro!", salutò la ragazza. "Sono così contenta di vederti!"
"Juvia. Allora sei di nuovo una di noi"
"Ma certo, certo che sì! Dopotutto io sono la cantante, non posso abbandonarvi!"
"Bene, molto bene. Allora, Gerard non è qui, e siccome sono mentalmente quello più stabile, faccio io le sue veci e...".
Mentre parlava, Gajeel entrò sbattendo la porta.
"Sei in ritardo"
"Ah, sta zitto Lily. Altrimenti un pugno non te lo risparmia nessuno!"
"Beh, un bel modo di trattare il tuo migliore amico", proclamò offeso. "Comunque sia, Lyon dovrebbe avere stilato il testo della nuova canzone. Lyon?"
"Eh? Ah, sì!", esclamò quest'ultimo. "L'ho fatto. Parla di... di perdono".
Nel dire ciò aveva guardato Juvia, la quale si era sentita non poco imbarazzata. I due infatti non avevano trovato modo di chiarirsi. Anzi, dopotutto lei non ne sentiva neanche il bisogno.
"Perfetto. Ci sono domande?" fece Lily.
"Io ne ho una", fece Gajeel. "Sei passivo o attivo?".
Il batterista assottigliò lo sguardo.
"Il ruolo che ho nella mia relazione non è importante in questo contesto e smettila di stuzzicarmi!"
"Ma è divertente!"
"Su, Gajeel, non essere antipatico", lo rimproverò Juvia. "Oggi sono di ottimo umore, ci sono tante cose che voglio fare, possiamo cominciare?"
"Questo sì che è l'entusiasmo giusto. Allora Juvia, visto che sei la cantante, leggi prima tu il testo".
Lyon a quel punto si avvicinò alla ragazza con fare imbarazzato, dandogli i suoi appunti. Lei iniziò a leggere e, nonostante si fosse ripromessa di mantenere una facciata fredda e impassibile, non poté fare a meno di sorridere.
"Oh, Lyon. Che belle parole, si vede proprio che ci hai messo il cuore"
"Sì, beh... l'ho scritta pensando a te. Nella speranza che tu possa perdonarmi per tutto quello che ho fatto".
Il ragazzo le sembrava sincero, oltre che provato.
"E' una situazione un po' difficile, me ne rendo conto. E ammetto che mi sono parecchio arrabbiata con te. Però adesso io e Gray abbiamo chiarito, quindi suppongo che ci siano tutti i buoni propositi per perdonarti. Ma vorrei che tu e Gray tornaste ad essere amici"
"Ti prego, questo non puoi chiedermelo"
"Sì che posso. So che in fondo questa situazione fa soffrire entrambi, anche se non lo dite apertamente. Credo che dovreste lasciarvi anche questo alle spalle"
"F-forse. Non lo so", borbottò arrossendo. "Allora mi hai perdonato sì o no? Perché è tutto molto imbarazzante per me, considerando che mi sono comportato come una ragazzina isterica".
E dire ragazzina isterica era dir poco.
"Certo che ti perdono. Ma non provare più a baciarmi o a fare cose avventate, intesi?"
"Sissignora!".
Stavolta era serio. Stavolta aveva davvero intenzione di metterci una pietra sopra e andare avanti.

"Qualcuno di voi ha visto Laxus?", domandò Evergreen sottobraccio ad Elfman.
"Ah... no!", affermò Bixslow. "Ci sono due possibilità. O è con Freed o è con Mira. Ma in tutti e due i casi non andrà a finire bene"
"Ah, quel testardo fa sempre casino! Non sono tranquilli come noi, vero Elfman caro?"
"Assolutamente, hai ragione tu mia adorata Ever".
Loki si lasciò andare ad una smorfia.
"Se diventiamo anche noi così, giuro che mi ammazzo"
"Oh, ma noi siamo già così... soltanto che non lo sa nessuno", ridacchiò l'altro divertito, facendolo visibilmente arrossire.
Freed passò loro davanti poco dopo, in compagnia di Cobra e degli Oracion Seis. Ciò ovviamente attirò la loro attenzione, poiché era piuttosto strano vedere un tipo così tranquillo come il loro amico assieme a quella banda di strambi.
"Hey, ma... che modi!". Borbottò Everegreen. "Quello lì ci ha completamente scaricati per passare al lato oscuro! Voglio dire, forse non saremo così appariscenti, ma siamo comunque interessanti, vero Elfman?"
"Assolutamente sì, mia adorata Ever"
"Credo di aver capito perché Laxus si lamenti tanto, Freed si è allontanato del tutto", aggiunse Bixslow.
"Ah, sì? Benissimo, ci penso io!", affermò la ragazza convinta. Senza paura alcuna si diresse verso Freed e la sua nuova banda di amici.
"Oh, ciao Ever", salutò il ragazzo.
Lei gli puntò il dito contro.
"Non dirmi "ciao Ever!" Traditore, brutto traditore! E' così che ci si comporta? Non appena trovi dei nuovi amici, quelli vecchi passano in secondo piano? Allora? Rispondi, traditore!"
"Ever, ma di che cavolo stai parlando?"
"Freed... è una tua amica?", domandò Cobra.
"Beh, sì..."
"Mi chiamo Evergreen e sono la sua migliore amica! Tu che ruolo hai in tutto questo? Sei il suo fidanzato? Allora?".
Cobra fu salvato all'ultimo minuto da Angel, la quale si era fiondata su Ever.
"Wow, che bellissima ragazza! E che corpo? Per casi fai la modella?".
L'altra sorrise lusingata.
"Beh, in effetti facevo la modella. Ma che buon occhio, simpatico la tipa, Freed".
Da lontano, Bixslow si stava portando una mano sul viso.
"Vedo che è facilmente volubile!".
Capendo che i nuovi amici del suo amico fossero dei tipi okay (soprattutto Angel), Evergreen si decise a lasciarli momentaneamente in pace.
Freed scosse il capo.
"Scusa... penso che oramai tu abbia capito quanto i miei amici siano originali"
"Lo capisco, cercando di proteggerti, perché sei un bravo ragazzo. Mentre io... Beh, ho l'aspetto da delinquente, che vuoi farci"
"Sappiamo entrambi che non lo sei. A proposito...", sussurrò avvicinandosi. "Carino il bacio dell'altro giorno. Mi hai destabilizzato"
"Me ne sono accorto. Mi piaci Freed. Non so se riuscirò a trattenermi la prossima volta"
"Infatti io non voglio che ti trattieni, è solo che... emh..."
"Cosa?"
"Come posso dire. Io sono vergine e totalmente inesperto su queste cose. So che è difficile da credere che un tipo bello e affascinante come me non abbia mai consumato, ma... è la verità. Perché mi ero ripromesso che la mia prima volta sarebbe stato con qualcuno di speciale".
Cobra allora cercò il suo sguardo. Freed gli piaceva davvero, così diverso e, proprio per questo, perfetto per lui.
"Posso capirlo. Beh... non voglio forzarti a fare nulla. Quando vorrai, io ci sono. Anche se ammetto che è difficile trattenermi"
"Ah, smettila", rispose lusingato. "Così mi metti in imbarazzo. Anche se mi piace".

Laxus non si era mai sentito nervoso come in quel momento. Lui e Mira continuavano a lasciarsi occhiate preoccupate, completamente zittiti. Quella donna, Eileen, era in grado di terrorizzare chiunque, mentre si guardava intorno con fare schifato.
Era famosa per la sua severità e per aver fatto chiudere circa centoquindici istituti in un anno, un vero e proprio record. Non c'era praticamente niente che potesse sfuggire alla sua volontà.
"Amh... è... è tutto a posto, Ispettrice?".
Ancora silenzio. Perché quella donna voleva giocare così con lui?
"E' presto per dirlo", affermò freddamente. "Mi è bastato guardarmi qui intorno per capire che la costruzione non è a norma, ci sono degli angoli pericolante e... Dio, quanta polvere, da quanto qui non si pulisce?"
"In verità è da poco. Ma la polvere capita quando ogni giorno passano di qui mille mila studenti", disse Mira determinata. Poteva essere una ragazza buona e dolce quanto voleva, ma non aveva intenzione di farsi intimidire da quella tipa.
"Capisco. E i dormitori come sono organizzati?"
"Un massimo di quattro per ogni camera. Ragazzi e ragazze sono ovviamente separati e non è loro permesso stare fuori fino alle ventuno"
"Vorrei ben dire! Dopotutto, una buona nomina è importante, no?"
"S-sì!", esclamò Laxus. "Assolutamente sì!".
Non stava andando bene. Eileen trovava sempre un modo per far chiudere una struttura, anche solo per suo piacere personale.
Era una donna perfida.
"Continuiamo il giro. C'è ancora molto da vedere, non credete?".

Per tutto il tempo, anche durante la lezione, Levy era rimasta pensierosa. Doveva assolutamente parlare con Gajeel, odiava il fatto che fossero così in freddo.
Così, quando aveva terminato, si era staccata da Lucy, incrociandolo mentre stava uscendo dall'aula di musica.
"Gajeel!", lo chiamò. "Aspettami!"
"Che vuoi, Levy?", borbottò lui.
"Ti prego, non essere arrabbiato con me! Giuro che non ho fatto niente, io ho provato a staccarmi, ma non ho potuto e..."
"Questo l'ho capito. Ma sai come sono io, non mi piace quando ciò che è mio viene toccato in qualsiasi modo. Quindi, voglio saldare il mio conto in sospeso"
"I-in che senso, scusa?".
Sfortunatamente, la ragazza aveva ben capito cosa intendesse. Voleva finire il suo lavoro con Zancrow, questo non prometteva affatto bene!
Dal canto suo, il ragazzo lo stava già aspettando in cortile.
Levy stava provando in tutti i modi a dissuaderlo da fare gesti così avventati, ma era inutile, lui non voleva sembrare ascoltarla.
Erano due leoni pronti a sbranarsi l'un l'altro.
Quando Zancrow li vide arrivare, sorride divertito.
"Ma guarda, c'è anche Levy. Sei venuta per me? Non temere, non mi farà alcun male"
"Ah, chiudi il becco!", sbottò l'altro. "Forza, finiamo questa cosa. Con la sola forza bruta"
"Sarà un piacere!".
La ragazza si portò le mani sul viso. Minuta e piccola per com'era, cosa poteva fare lei?!
I due si fiondarono l'uno sull'altro, iniziando a darsele di santa ragione, a lanciarsi pugni ben assestati. Erano entrambi molto violenti e c'era seriamente il rischio di vedere del sangue.

Casualmente Eileen stava osservando i cortili – mantenuti così male secondo lei – e la zuffa tra Zancrow e Gajeel non era certo passata inosservata.
"Succedono spesso cose del genere?".
Laxus imprecò mentalmente. Quei due non lo avevano ascoltato affatto, proprio adesso dovevano ammazzarsi.
"No! Ovviamente, queste sono solo ragazzate, verranno puniti a dovere!".
Male. Molto male. Poteva andare peggio di così.
Un assai brillo Bacchus, nonostante fosse solo mattino inoltrato, si avvicinò a loro, sorridendo.
"Ciao, ragazzi! Come va? Vi trovo bene!".
Eileein inarcò un sopracciglio.
"Questo ragazzo ha senza dubbio bevuto. C'è alcol qui?".
A Laxus venne senza dubbio da piangere.
"Bacchus è uno studente problematico, se non beve da di matto, ma giuro che non ho idea di dove prenda l'alcol, parola mia"
"Quindi, vediamo se ho capito tutto. Struttura fatiscente e pericolante, pulizia non esattamente perfetta, studenti che si azzuffano e che bevono alle... undici del mattino? Mi aspettavo molto di più"
"Noi facciamo del nostro meglio", Mira decise di intervenire. "Ma a volte le cose possono sfuggire al nostro controllo"
"Sì, posso ben immaginare. Bene, credo che il mio compito qui sia finito"
"D-di già?", chiese Laxus.
"Sì. Avrete una mia risposta in giornata. Sarò io a decidere se la Fairy Tail University merita di rimanere aperta o meno".
Poi sorrise malefica.
Molto, molto male. Non avevano scampo. Quando la donna se ne fu andata, il ragazzo tornò a respirare normalmente.
"Siamo fregati, Mira. Nessuna struttura si è mai salvata. Se Eileen dice che una cosa va chiusa, va chiusa! Non ci posso pensare!"
"Hey, non è detto! Magari si è comportata così solo per fare scena"
"Spero che tu abbia ragione. Lo spero davvero...".

Natsu si sentiva uno sciocco. Se ne stava lì, guardava Lucy senza poter fare niente, visto che non ci sarebbe stato niente da dire o da fare. Lei aveva ragione a trattarlo in quel modo!
Se solo avesse potuto tornare indietro. Invece no! Doveva osservare la sua... ex ragazza che gli passava davanti!
"Oh, maledizione, sono un cretino, un cretino!", sospirò avvilito. "Bravo, Natsu. Tu sì che sei bravo nelle relazioni sociali. Beh, almeno so da chi ho preso"
"Amh... Natsu?"
"Chi è?!".
Sussultò violentemente e poi si voltò: davanti a lui c'era nientemeno che Lisanna.
"Ah, sei tu", borbottò. "Lisanna, ti prego, vai via. La mia situazione fa già abbastanza schifo, se Lucy mi vede parlare con te, posso totalmente dimenticarmi di avere una seconda possibilità"
"Questo non è un mio problema! Accidenti, sei cambiato! Prima non te ne fregava niente, andavi dietro ad ogni ragazza solo per divertimento. Adesso... sembri sofferente"
"Io sono sofferente, Lisanna! E vuoi sapere perché? Perché la amo! Amo lei, mi dispiace, non puoi avercela con me per questo!"
"Non è giusto. Da piccoli dicevamo che un giorno ci saremmo sposati"
"A parte il fatto che lo dicevi tu e... le cose sono cambiate da allora, che diamine. Forse dovresti andare avanti e dimenticare!".
Lucy stava dal canto suo fingendo di ignorare la conversazione. Ma di fatto non ne poteva proprio più. Era matura e non troppo favorevole alla violenza. Ma in quel contesto, al diavolo la maturità!
Si voltò, lanciando un'occhiata di fuoco alla sua nemica.
"Hey! Stai lontana da lui!"
"E adesso che vuoi?!"
"Lucy! Ma allora ti importa ancora di me!"
"Cosa voglio?", fece legandosi i capelli. "Giustizia per i miei nervi, ecco cosa. Vieni qui brutta stronza, ti faccio passare io la voglia di parlare!"
"Come ti permetti? Ah, ma non ci sono affatto problemi".
Probabilmente, in quel contesto Natsu non sarebbe intervenuto... per paura di essere picchiato a sua volta. Lucy era una vera e propria furia, si era fiondata su Lisanna senza lasciarle alcuna tregua.
E in quel momento ringraziò Dio che la ragazza non avesse deciso di sfogare la sua rabbia su di lui.
Una vera fortuna.
La bionda si attaccò ai capelli a caschetto dell'altro, tirando con forza.
"Questo è per avermi fatto soffrire! Questo per aver fatto baciato il ragazzo che amo...!"
"Mi ami ancora!", esclamò Natsu contento.
"E questo è per essere una "sfascia-felicità!" Ecco fatto!".
Lisanna sentì un dolore lancinante: un'abbondante ciocca dei suoi capelli era stata strappata via!
"Ah! Adesso non parli più vero? Non parli più!", Lucy agitava vittoriosa i capelli della rivale tra le mani.
L'albina la guardò sconvolta, con gli occhi spalancati.
A Natsu venne da ridere, sebbene da ridere non ci fosse poi molto.
"Ti detesto!", esclamò infine Lisanna, prima di scoppiare in un pianto isterico.
"Dovrei essere io quella a detestarti. E tu che hai da guardare?!", fece rivolgendosi poi al rosato, il quale fece spallucce.

Per tutto il giorno, Laxus e Mira avevano aspettato nervosamente una risposta da parte di Eileen. La ragazza stava cercando di tranquillizzare il suo fidanzato, dicendogli che probabilmente la scuola non avrebbe chiuso, non era poi una situazione così disastrosa.
Ma lui non la pensava così.
Fu la notifica dell'arrivo di una mail a far sparire istantaneamente la loro ansia.
"D'accordo", fece Laxus. "Leggiamo".

...Con la seguente mail si comunica che, a seguito della mia visita alla Fairy Tail University, quest'ultima verrà chiusa perché ritenuta inopportuna ad ospitare studenti...

Esattamente ciò che avevano sperato e pregato che non accadesse.
I due si guardarono. Ma stava succedendo davvero?
E stava succedendo a loro?

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