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Il sole era già calato e il crepuscolo incombeva sulle strade

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Il sole era già calato e il crepuscolo incombeva sulle strade. I lampioni cominciavano a illuminarsi di una fioca luce giallognola e dalle finestre si riversavano in strada i bagliori. Sveva, Enrico, Valentina e Kieran scesero dalla macchina. L'aria calda della tarda primavera li accolse insieme al suono ovattato della musica. Insieme alzarono la testa; sul terrazzino all'ultimo piano, quello di Mark, c'erano delle persone affacciate.

Sveva strinse a sé la bottiglia di vino rosso che aveva comprato per Mark e si incamminò con gli altri. Tutti l'avevano presa in giro quando aveva insistito per portare qualcosa al padrone di casa e nel momento in cui il ragazzone tedesco aprì la porta capì il perché. Dentro c'era una confusione pazzesca, l'appartamento era già stipato di gente, e tra loro si aggirava qualche ragazza in costume da bagno. Sveva si era aspettata una festicciola tranquilla tra amici, non tutto quel fracasso.

Mark l'accolse con un abbraccio. «Sono davvero felice di vederti. Grazie per il vino, vuoi berlo adesso?»

Scosse la testa e lanciò un'occhiataccia al fratello che sghignazzava guardando Kieran proprio dietro di lei. Il calciatore svedese si mise al suo fianco e si chinò per farsi sentire.

«Stasera ci penso io a te.»

Sveva sorrise un poco. In macchina lui ed Enrico avevano stabilito che per Sveva era arrivato il momento di prendersi una sbronza con loro. Nessuno aveva prestato ascolto alle sue obiezioni.

«Se tu e mio fratello avete intenzione di bere come l'altra sera, io devo rimanere sobria per potervi portare tutti a casa.»

Kieran si aggiustò i capelli dietro alle orecchie e accennò un sorriso sghembo. «Non voglio sentire storie, Sveva. E poi devo farmi perdonare quel gol mancato che avevo promesso di dedicarti. Stasera passerai una serata indimenticabile.»

Sveva stava per ribattere ma lui la prese per un braccio e la guidò verso la zona degli alcolici. Armeggiò con delle bottiglie; lei non riusciva a vedere cosa stesse combinando, la sua enorme schiena e l'assembramento di ragazzi gli facevano da scudo. Quando si voltò aveva un'espressione molto soddisfatta. Le porse uno dei due bicchieri che stringeva.

«Assaggia.»

Sveva sorseggiò il liquido rosato. Era gradevole al gusto, ma estremamente alcolico. Sentì subito la pelle formicolarle e farsi più leggera. «Che ci hai messo dento?»

«È una ricetta segreta.» Kieran le strizzò l'occhio e si allontanò per salutare le persone nella stanza.

C'erano i compagni di squadra di Enrico, quasi tutti. Mancava Christian ma le aveva detto che sarebbe passato. Cercò di fare un giro per la casa ma era quasi impossibile muoversi in quella calca. La musica vibrava attraverso le casse, rimbombava sulle pareti e nelle orecchie, le ragazze cantavano e agitavano i fianchi.

Cominciava a sentirsi un po' a disagio, ma la sensazione scomparve repentina come era arrivata. Doveva essere molto forte il cocktail che le aveva preparato Kieran. Ad un tratto, la musica non le sembrava più così assordante e quella che le era parsa una festa troppo caotica cominciava a piacerle. Enrico la prese in vita e la incitò a ballare.

Così dannatamente belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora