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«Cosa succede tra te e Sveva?»

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«Cosa succede tra te e Sveva?»

Kieran fissò l'amico. Non c'era più traccia di divertimento sul suo viso, aveva visto Sveva arrabbiarsi sul serio, forse più di quanto avesse fatto la mattina. Emise un sospiro sonoro, in cerca delle parole giuste per spiegare l'accaduto.

«Oggi ho incontrato tua sorella da Giorgio. Stava provando un vestito e quando lo ha visto Eve lo ha voluto a tutti i costi. Glielo ha tolto dalle mani, ha iniziato a dare di matto. Volevo solo risolvere la cosa e ho detto a tua sorella che poteva prendere quello che voleva, avrei pagato io. Lei, neanche a dirlo, si è offesa, mi ha dato del cafone ed è andata via. Fine della storia.»

Enrico sorrise un poco, forse immaginando la scena. Kieran invece sentì riemergere tutta la rabbia che aveva represso nei confronti di Evangeline, per avergli fatto fare quella bruttissima figura, aggravata dal fatto che la ragazza fosse la sorella del suo migliore amico, e ora si trovava nella situazione di doversi scusare. Per la prima volta in vita sua stava provando imbarazzo.

Il volto dell'amico si era rabbonito. «Una sciocchezza, quindi. Però potevi evitare di fare quella battuta su chi le avrebbe pagato il vestito.»

Kieran scosse la testa. «Era una battuta, infatti. Non volevo offenderla, ma tua sorella è... lei non ha il senso dell'umorismo» allargò le braccia, come a voler dire che stavolta non aveva fatto niente di così strano, e piantò i suoi occhi scuri in quelli chiari di Enrico.

Lui distolse lo sguardo e lo puntò sulla sorella, lontana, quasi vicino all'ingresso. Per un attimo i suoi occhi sorrisero con tenerezza. Si fece più vicino a Kieran.

«Sta passando un momento particolare, Kieran. Promettimi che domani sera risolverete tutto. Non vi voglio vedere così.»

Kieran sollevò un sopracciglio. «Domani sera?»

«Ho intenzione di portare Sveva con noi alla festa di Valentina.»

«Oh-oh» circondò Enrico con un braccio e lo sbatacchiò un poco. «Allora fai sul serio con questa ragazza. Vuoi presentarla anche a tua sorella...»

Lui sorrise e abbassò lo sguardo. «No, ma che sul serio...»

«Ma dov'è? Non l'ho vista in giro.»

«Arriva più tardi, sta finendo di lavorare. Eve? Non è venuta?»

«No.» Il tono e l'espressione non ammettevano repliche.

Enrico ingoiò la domanda che aveva sulla lingua e annuì. Fissò per un attimo l'amico, cercando di carpirgli qualche informazione silenziosa, poi gli diede un colpetto sulla spalla.

«Non preoccuparti per Sveva, le passerà.»

«Se lo dici tu.»

Si allontanò e Kieran si sedette di nuovo. Mark aveva rivolto l'attenzione verso un paio di ragazze che gli avevano chiesto una foto. Gli altri chiacchieravano tra loro. Prese il suo bicchiere e lo vuotò tutto d'un fiato. Ne ordinò un altro.

Così dannatamente belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora