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Un'ultima spazzolata ai capelli, le dita passate attorno al contorno labbra per togliere eventuali sbavature del rossetto color prugna metallizzato, due gocce di profumo

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Un'ultima spazzolata ai capelli, le dita passate attorno al contorno labbra per togliere eventuali sbavature del rossetto color prugna metallizzato, due gocce di profumo.

Sveva fece un sorriso al suo riflesso nello specchio. L'abito attillato beige, dalla generosa scollatura, si poggiava aggraziato sulle sue curve, coprendola fino a metà coscia. Raccolse lo scialle poggiato sul letto, infilò il cellulare nella borsetta ed era pronta per la serata.

Ad aspettarla c'erano Christian e sua moglie Francesca. Kieran l'aveva chiamata nel tardo pomeriggio dicendole che aveva avuto un contrattempo col suo agente e che l'avrebbe raggiunta alla festa.

Si aspettava tanto dalla serata. Non aveva dormito molto a causa della forte eccitazione che le mani e la bocca di Kieran le avevano lasciato addosso. Aveva fantasticato di averle in ben altri posti ed era rimasta così accaldata per gran parte della giornata. Si chiedeva, sorridendo al pensiero, se avrebbero resistito fino alla fine della festa o sarebbero scappati via prima.

Francesca era una donna bellissima dalla carnagione olivastra, i capelli neri lucenti e gli occhi scuri. Con Sveva aveva un rapporto amichevole che era andato costruendosi nel tempo; erano partite da un'iniziale antipatica di Francesca per Sveva, preoccupata del fatto che tra lei e Christian potesse esserci ancora qualcosa, ad una crescente ammirazione, trasformatasi poi in affetto reciproco.

Le due donne entrarono nel locale chiacchierando del lavoro e delle due figlie di Chirstian e Francesca, due graziose bamboline di sette e quattro anni. C'erano ancora pochissimi invitati; Enrico sarebbe arrivato con la festeggiata solo dopo averla portata a una esposizione privata su un artista contemporaneo di Berlino che Valentina amava moltissimo, anch'essa organizzata da lui all'insaputa della fidanzata. Quel genere di cose erano proprio da Enrico, faceva sentire speciali le persone che amava.

Sveva prese posto vicino al bancone, e se ne stette un po' lì da sola, con l'impaziente desiderio di rivedere Kieran. Salutava le persone che le passavano vicino, qualche discorso gettato lì senza impegno, sorrisi di circostanza mentre sorseggiava un cocktail alla frutta color pesca e spostava in continuazione lo sguardo verso l'ingresso, facendo dondolare meccanicamente il piede, unico evidente segnale della sua irrequietezza.

«Chi aspetti?» le chiese Christian, accostandosi.

«Cosa?» Fece finta di non capire. Passò in rassegna mentalmente i segnali che l'avevano smascherata agli occhi di Christian, al quale non sfuggiva mai nulla.

Non poteva e non sapeva tenere nascosto qualcosa a Christian troppo a lungo, lui la conosceva probabilmente anche meglio di come credeva di conoscere se stessa. Le si parò davanti con un sorriso furbesco e l'espressione di chi la sa lunga.

«In macchina c'era Francesca e non ti ho chiesto niente, però adesso me lo puoi dire per chi ti sei messa in tiro. Guardi in continuazione verso la porta e il tuo piede ha le convulsioni.»

Così dannatamente belloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora