Capitolo 3: Jon

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«Nostro padre ti sta guardando... e anche tua madre.»

Chi l'avrebbe mai detto? Io non avevo la stoffa per fare da maestro a qualcuno, sono sempre stato un arciere appena passabile, e invece ero lì ad allenare Bran insieme a Robb proprio nel tiro con l'arco. Ma lui proprio non ce la faceva: non era tagliato per l'uso delle armi, a sette anni era ancora piccolo.

Di nuovo, mancò il bersaglio.

«Non capisco perché lo dobbiamo educare noi,» sussurrai, rivolto a Robb. «Perché non può pensarci Ser Rodrik come ha fatto con noi?»

«Gli dèi lo sanno,» ridacchiò il mio fratellastro. «Sono momenti difficili, questi: si dice che l'Inverno stia arrivando.»

«Voi Stark lo ripetete troppo spesso,» risi.

«E tu sei un po' troppo scettico a riguardo. Se continui così finirai nel nulla, alla tua morte.»

«Per fortuna mancano ancora molti anni alla mia morte, potrò sempre cambiare idea. Bran! Riprova!» lo spronai.

Il bambino incoccò un'altra freccia, ma l'arco era troppo grande per lui, perse la presa sulla corda mancò totalmente il bersaglio.

Io e Robb scoppiammo a ridere.

«Ehi!» ci richiamò nostro padre, divertito. «Chi di voi era un bravo tiratore, a sette anni?»

Non fece in tempo a finire la frase che una freccia sibilò accanto alle nostre teste, finendo al centro del bersaglio.

Era stata Arya, la più piccola delle bambine, a lanciare.

«Solo due persone, in questa Casa, sono sempre state abili con l'arco, e, guardacaso, erano entrambe donne» scherzammo io e Robb, dando di gomito, mentre Bran partiva all'inseguimento della sorella.

«Senti mai la sua mancanza?» mi chiese il mio fratellastro, mentre riordinavamo le frecce sparse per il cortile.

«Ogni giorno. Ricordi quanto abbiamo urlato, il giorno in cui ci hanno divisi?»

«Come dimenticarlo? Fosti tu a svegliarmi coi tuoi strilli. Se non fosse stato per te io non mi sarei nemmeno reso conto che se n'era andata.»

«Secondo te come se la sta passando?»

«Bene. Se l'è sempre cavata, quantomeno. Fin da piccolissima è sempre stata molto intraprendente.»

«E intelligente. Dal momento esatto in cui ha preso in mano un arco, non ha mai sbagliato un tiro, e aveva solo quattro anni.»

«Ha dato del filo da torcere a entrambi.»

«Ragazzi, sellate i cavalli, abbiamo un'esecuzione da portare a termine» ci avvertì nostro padre.

«Un'esecuzione?» chiesi. «Di chi?»

«Un guardiano della notte, un disertore. Dice di aver visto gli Estranei.»

«Stanno davvero succedendo delle cose strane, in questo periodo,» commentai, facendo spallucce.

Sellammo i nostri stalloni. «Per chi è il pony?» si informò Robb, interrogando lo stalliere.

«Per il piccolo Lord, Brandon.»

«Viene anche lui?»

«Ordini di vostro padre.»

Robb fece spallucce, apparentemente noncurante, io mi incupii. Era davvero necessario far assistere un bambino ad una decapitazione? Uscimmo dalle mura di Grande Inverno e iniziammo a cavalcare in silenzio. Bran, accanto a me, aveva un colorito pallido e si guardava intorno nervosamente, deglutendo a fatica.

Le cronache del Lupo e del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora