Capitolo 25: Jon

175 4 7
                                    

Il ritorno a casa fu devastante: dovevamo avanzare a piedi con migliaia di donne e bambini a cui doleva ogni centimetro di corpo.

Lisette marciava in testa: la fatica sembrava non sfiorarla nemmeno, aveva combattuto una battaglia e marciato per diverse leghe ma era come se non fosse successo nulla. Era fresca come una rosa.

E finalmente arrivammo alla Barriera. Dall'alto, riuscii a vedere Ser Alliser. Le porte si aprirono poco dopo.

«Tu hai il cuore tenero, Jon Snow,» mi redarguì il Primo Ranger. «Ci farai morire tutti.»

E se ne andò.

Io e Sam entrammo nel refettorio e gli raccontai tutta la storia degli Estranei.

«Poi ha alzato le mani e tutti i morti sono tornati. Erano decine di migliaia, il più grande esercito mai visto... sono l'uomo più odiato del Castello Nero perché ho sacrificato la vita dei miei confratelli per salvarla ai Bruti.»

«Be', sei un uomo di grande valore. Mi hai aiutato qando non ero davvero nessuno, sin dal primo momento in cui sono arrivato qui.»

«Allora a noi due: e che ridano pure di noi.»

Bevvi un sorso di vino, ma vidi che Sam non rideva con me. «Che c'è?» chiesi.

«Devo chiederti una cosa. Si tratta di un'autorizzazione: mandami con Gilly e il piccolo a Vecchia Città, affiché possa diventare un maestro. È quella la mia meta, non questa!»

«Ho bisogno di te qui, Sam. Se te ne vai chi resterà a consigliarmi?»

«Ci sarà sempre Lisette: è sveglia, pare sapere sempre tutto. E poi Ed... ti sarei molto più utile come maestro, ora che Aemon è morto. E la Cittadella ha la biblioteca più grande del mondo, imparerei molte cose utili! E poi, se Gilly e il bambino rimangono qui moriranno, e io non posso permettermi che succeda.»

Annuii, comprendendo le sue ragioni. «Anche la Cittadella ti farà rinunciare alle donne,» constatai.

«Ah, che ci provino!» esclamò lui, apparentemente senza riflettere.

«Sam...» lo chiamai, iniziando a sorridere.

«Che c'è?» chiese, fingendo noncuranza.

«Sam! Ti hanno quasi picchiato a morte, come hai fatto a...?»

«Con dolci cure!»

Ridemmo insieme, per la prima volta dopo tanto tempo. L'ultima volta in cui siamo stati felici, solo noi due, era stato proprio in quel refettorio, il giorno in cui abbiamo pronunciato il giuramento.

«Sono felice che qualcuno si salvi alla fine del mondo.»

«Tornerò,» mi assicurò il mio amico.

«Al tuo ritorno,» brindammo di nuovo.

«Al mio ritorno.»

Mi si spezzò il cuore, il giorno in cui lo vidi partire.

«Gli volevi molto bene,» constatò Lisette, avvicinandosi.

«È un mio amico. Uno dei pochi che ho. Adesso siete rimasti solo tu e Eddison.»

«E il tuo attendente?»

«Mi odia anche lui. I Bruti hanno ucciso la sua famiglia, e io li ho salvati. Probabilmente anch'io mi odierei, al suo posto.»

«Be' nessuno si avvicinerà a te. Non finché io sarò al tuo fianco.»

Mi girai verso di lei e la abbracciai. La sentii irrigidirsi quando mi abbandonai a tale espansività, ma poi si rilassò.

Le cronache del Lupo e del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora