𝑜𝑡𝑡𝑜

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Sono quasi a metà strada, ormai, e inizia a far caldo. Adam rovista tra i vestiti di ricambio che Tem aveva comprato all'inizio del loro viaggio, e si cambia mentre sono ancora in strada, sfrecciando sull'asfalto rovente.

"Sai, stavo pensando," Temperance rompe il silenzio mentre Adam ripiega la sua vecchia camicia. Tem non sembra un tipo molto ordinato, e a lui non infastidisce occuparsi di queste cose. "Riguardo quello che mi hai detto ieri mattina."

Ormai Adam ha capito come Temperance pone le domande, i giri di parole e i suoi modi di dire: ha passato gli ultimi giorni ad osservarlo - a studiarlo.

Ciò che gli aveva detto il giorno prima... dopo la discussione culminata con la confessione da parte di Adam riguardo alla sua memoria, aveva aggiunto sul foglio una breve frase: Ho parlato dei miei ricordi.

Abituato com'è ad appuntare semplici parole e nomi, quella frase, seppur breve, gli era sembrata un punto cruciale del loro viaggio.

"Dimmi," esclama dunque, cercando di rendere il suo tono di voce più gentile possibile; un'altra cosa che ha imparato nei giorni precedenti è l'imprevedibilità di Temperance, quindi il fulcro della sua curiosità potrebbe essere letteralmente qualsiasi cosa.

"Hai detto che non sai come la tua memoria si sia ridotta così," il suo compagno fa velocemente mente locale del discorso del giorno prima e finalmente domanda: "Secondo te potrebbe essere stato un incidente a mandarti in tilt il cervello?"

Adam accenna una risata, poi si stringe nelle spalle.

"Può darsi, ma... come ti ho detto non ne ho la minima idea."

Temperance annuisce. Fissa la strada che man mano mostra sempre più segni di vita: segnali, bar e stazioni di servizio iniziano a farsi più frequenti, ogni tanto s'intravede in lontananza qualche casa isolata, qualche baracca.

Tem guarda impassibile la strada, tamburellando le dita sullo sterzo di tanto in tanto. Adam si volta di nuovo a guardarlo, non sapendo bene cosa fare, come comportarsi nei confronti di quella sua improvvisa curiosità. Più passa il tempo, più Temperance gli sembra sospettoso, quindi s'azzarda a domandare:

"E allora... allora cosa potrebbe essere?"

Tem si stringe nelle spalle.

"Non so, credo che amnesie del genere siano causate soltanto da qualche tipo di trauma."

"Trauma...?" Adam comincia di nuovo a sentire quell'ansia che aveva provato il giorno prima, che gli fa valutare l'opzione di spalancare la portiera e buttarsi sull'asfalto per abbandonare la discussione. "Non credo di aver mai avuto... traumi," aggiunge, forse un po' troppo velocemente. Per qualche motivo, la parola trauma evoca in lui una terribile sensazione.

"E come fai a saperlo, se non ricordi niente?" sbotta Tem, portando una mano fuori dal finestrino. "Una perdita così grave della memoria non può essere casuale."

Adam alza le spalle, e nonostante il clima tutt'altro che freddo sente una scarica di brividi percorrergli la schiena.

"Questo è vero, ma..."

"Non hai mai indagato perché non sapevi da dove partire?"

"Già."

Temperance resta in silenzio per un po', pensieroso, e poi riprende: "Qual è il primo ricordo che hai in assoluto?"

"Il primo ricordo che ho in assoluto è di quando ero in un motel, un paio di giorni prima di scappare, e stavo... stavo..."

Adam porta i palmi delle mani sugli occhi, istintivamente, mentre si rivede fare quel giochino che qualcuno doveva avergli insegnato da bambino. Premi le mani sugli occhi e vedrai le costellazioni. Quindi stringe gli occhi con forza, mentre il mondo attorno a sé si fa buio, e prova a ricordare, cosa era successo prima del motel, prima, prima... prima di entrare nella hall, prima di ordinare un drink, prima... giorni, mesi, settimane, anni prima... tutti cancellati, svaniti nel nulla, nello stesso buio in cui Adam riversa adesso.

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