𝑛𝑜𝑣𝑒

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Quando Temperance parcheggia al lato della strada, inizialmente Adam rimane confuso. Si guarda intorno, avvicinando d'istinto una mano alla portiera, e punta gli occhi sulla strada che improvvisamente ha smesso di scorrere dietro di loro.

Sono nel mezzo del nulla, si sono lasciati alle spalle la città da una ventina di minuti e sono tornati alle strade desertiche a cui ormai si è abituato. Quelle strade sono diventate la sua nuova casa, l'unico luogo che sente familiare.

Adam si volta verso Tem, per chiedergli cosa abbia in mente, ma non appena lo guarda capisce. Temperance ha uno sguardo serio sul volto, si sta accendendo una sigaretta, ed è voltato verso di lui.

Sta per raccontargli la sua storia. Adam ne è certo, non sa cosa lo spinga a crederlo così fermamente, ma sa che di lì a poco scoprirà la verità sul loro viaggio verso la vendetta.

Qualcosa dentro di sé urla: Ti aveva promesso che lo avrebbe fatto.

Ma certo. Quando aveva fatto quello strano sogno così realistico rispetto agli altri, quando Tem gli aveva chiesto di ricordare e tutto si era fatto buio e poi si era risvegliato in mezzo a un prato di fiori appassiti...

Prima della loro breve permanenza in città, Temperance Williams gli aveva promesso di raccontargli la sua storia prima di arrivare ad Atlanta, come in precedenza aveva fatto lui stesso.

"Tem, se non vuoi..." inizia Adam, ma l'altro subito lo interrompe agitando una mano davanti a sé.

"Prima o poi devo pur farlo," esordisce, per poi continuare: "E poi mi fido di te," e Adam non può fare a meno di sorridere. Per un attimo ripensa alla propria fuga, il bus, il bar, tutto ciò che ha scritto sul suo prezioso foglio... Temperance sa tutto questo, eppure si fida di lui. Si fida della sua innocenza, e si fida della sua discrezione per raccontargli il motivo della sua vendetta, cosa a cui sta dedicando tutto sé stesso e che probabilmente pianifica da tanto, tanto tempo.

"I miei... ecco, te l'ho detto che la mia famiglia è molto religiosa, vero?" comincia lui, le mani incrociate e un'espressione tesa, "Insomma, se ricordi tutta quella faccenda del nome..."

Adam annuisce, esortandolo ad andare avanti. Sfiora con le dita il foglio che porta sempre con sé, dove una delle parole appuntate è Temperance.

"Ecco, i miei genitori, no, mio padre..." Tem abbassa per un attimo lo sguardo, mentre uno spiraglio di fumo s'innalza dalla sigaretta, "Lui aveva l'ossessione della purezza. E dell'espiazione continua dei propri peccati. Studiava e seguiva alla lettera le Sacre Scritture, e ovviamente obbligava anche noi a farlo."

Temperance apre il finestrino e fa cadere della cenere.

"Io e i miei fratelli abbiamo passato l'infanzia e l'adolescenza a subire le punizioni di nostro padre, ogni volta che facevamo qualcosa che lui riteneva un peccato ci picchiava, oppure ci legava da qualche parte e ci faceva passare giorni interi senza mangiare, o altre cose di questo genere," Tem stringe l'accendino nella mano libera, "Diceva che bisognava purificarsi a tutti i costi, e le punizioni fisiche erano l'unico mezzo per riuscirci. Noi eravamo le sue creazioni perfette, e così dovevamo rimanere."

A parte la voce sempre più flebile di Tem, l'auto è sprofondata in un silenzio quasi surreale, e anche all'esterno tutto tace, in ascolto della sua storia.

"Ovviamente mia madre non si è mai opposta, vedeva mio padre - John Williams, si chiama John Williams - come il suo salvatore, come l'unica persona in America che non l'aveva mai discriminata per le sue origini. Si sentiva in debito verso di lui, e quindi non ha mai alzato un dito per proteggerci. Però non provo sentimenti negativi verso di lei. Anche io al suo posto avrei fatto lo stesso."

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