𝑑𝑖𝑒𝑐𝑖

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"Allora, adesso che sai tutto vuoi ancora venire con me?"

"Continuerò a seguirti. Ti seguirò ovunque."

Temperance Williams sorride.

"Lo immaginavo. Adam?"

"Sì?"

"Avevo ragione. Noi due siamo proprio uguali."
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Qual è la realtà che hai scelto di ignorare? Quella domanda che aveva sentito di sfuggita nel suo ultimo sogno continua a tormentare Adam per tutto il giorno seguente, ci pensa così tanto e così intensamente che ha quasi paura di dimenticare la storia di Tem - la sua infanzia, la lettera di Justice, la vendetta contro John Williams - prima del tempo.

Ma quello non è l'unico mistero che insegue Adam nelle successive ore di viaggio: da quando ha mostrato a Temperance l'articolo di giornale, infatti, il suo comportamento sembra essere improvvisamente mutato. Il punto è che non riesce nemmeno a specificare in cosa sia davvero cambiato; è più che altro una sensazione, come se adesso attorno a Temperance Williams ci fosse un'aura minacciosa, quasi terrificante, e per l'ennesima volta Adam si ritrova a pensare che non capirà mai davvero il suo compagno di viaggio.

L'atmosfera che ora si respira nell'auto, mentre sfrecciano in direzione di una cittadina che forse sarà la loro ultima fermata, è radicalmente cambiata, e Adam non sa come sentirsi.

"Ci fermiamo in un motel, stasera, va bene?" esclama Temperance all'improvviso, e Adam sussulta, preso alla sprovvista.

Spostando lo sguardo su di lui, smarrito, si chiede come mai questa decisione improvvisa: dopotutto erano d'accordo sul fermarsi il meno possibile dopo l'ultima città.

Tem nota il suo sguardo sospettoso, e inarca le sopracciglia.

"Ho la schiena a pezzi a dormire su questo sedile," continua. "Tu no?"

Adam guarda fuori dal finestrino e risponde: "Per me è uguale."

Tem sorride come suo solito, come se si stesse prendendo gioco di lui.

"Cos'è, ti sei dimenticato anche che abbiamo passato cinque giorni in auto?"

Adam accenna una risata.

"No. Questo non lo dimenticherò mai."

Qual è la realtà che hai scelto di ignorare?

Appena superato il cartello che annuncia l'entrata della cittadina, avvistano lungo la strada un piccolo motel con tanto di parcheggio, e senza pensarci due volte ecco che hanno trovato il posto dove trascorrere la notte. L'insegna luminosa del piccolo palazzo recita: Julian Motel.

Julian... Adam socchiude gli occhi mentre cerca di ricordare dove aveva già sentito un nome simile. Sempre più sovrappensiero, guarda fuori dal finestrino mentre Temperance continua a tenerlo d'occhio.

Julian. Aveva conosciuto qualcuno con quel nome? Nell'auto silenziosa, mentre le orecchie prendono a fischiargli e il solito mal di testa legato ai propri ricordi si ripresenta, Adam prende di nuovo il foglio tra le mani. Ormai è così rovinato che sembra potersi strappare in mille pezzi da un momento all'altro. Non appena Temperance si accorge del suo gesto, stringe involontariamente la presa sul volante.

Nel frattempo, Adam trova il nome che gli ricordava così tanto quello del motel: Julia. Quella ragazza che aveva incontrato durante una parte del suo viaggio in autobus, quello che lo avrebbe portato a incontrare Tem nel bar. Avevano passato quel tempo a parlare di musica - o meglio, Julia aveva parlato di musica e qualsiasi altra cosa le passasse per la testa mentre Adam ascoltava - e ripensandoci, quello era stato il momento migliore di tutto il viaggio.

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