𝑐𝑖𝑛𝑞𝑢𝑒

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Seguire Williams. Beh, per ora sta andando bene. Alla grande. Adam sposta lo sguardo alla sua destra e scorge il profilo serio e concentrato di Tem Williams alla guida.

L'auto di Tem è una Ford Thunderbird del '57, rossa, la riconosceresti tra mille.

È quasi l'alba e non si sono più detti una parola da quando quella stessa notte si sono messi in viaggio. Guardando fuori dal finestrino, Adam si chiede in che razza di casino sia andato a cacciarsi.

"Allora, dov'è che siamo diretti?" domanda.

Tem lo guarda di sbieco, le mani sul volante nella perfetta posizione da guidatore.

"Pensavo non t'interessasse," osserva.

Adam non sa che rispondere, abbassa lo sguardo e si gratta una guancia, imbarazzato, e si rende conto che anche la barba sta iniziando a ricrescergli. Tem scoppia a ridere.

"Dai, stavo scherzando," esclama. Sembra molto meno aggressivo rispetto a prima, rispetto a quando... quando erano fermi, quando... Adam strizza gli occhi e abbassa lo sguardo sul palmo fasciato, la ferita che ormai ha smesso di sanguinare, e subito gli torna in mente il loro patto di sangue. Ecco, sembra un'altra persona rispetto a quando hanno stretto quel patto.

Tem dice: "Andiamo ad Atlanta."

"Quindi devi attraversare il paese."

"Dobbiamo," lo corregge lui, "Prendi la cartina, è sotto al sedile."

Adam ubbidisce e stende la cartina degli Stati Uniti sulle gambe. Gli fa uno strano effetto avere l'intera nazione davanti a sé, con una riga rossa che l'attraversa in diagonale, la strada da percorrere evidenziata da Tem. Il rosso deve essere il suo colore preferito.

"Duemila miglia e mezzo," proclama Tem con voce solenne, agitando un dito davanti a sé, "Con tutte le pause per dormire e per fare rifornimento, in sei giorni dovremmo essere arrivati."

Adam vorrebbe chiedergli di più sulla sua sua famosa vendetta che gli cambierà la vita, su ciò che deve fare di preciso ad Atlanta, ma ha ancora quella soggezione, quella strana timidezza verso di lui, anche se ora Tem sembra decisamente più a suo agio, e quindi non osa porgli più domande del necessario.

Così, mentre consulta la cartina, prende dalla tasca il solito foglio, imbrattato di sangue e inchiostro, monito della sua fuga e di quel patto ormai impresso su di sé, e scrive: in viaggio verso Atlanta.
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Adam si risveglia. È solo in un'auto rossa fiammante, ha la fronte contro il finestrino e sulle gambe una cartina dell'America con un'enorme linea rossa che attraversa il Paese.

"Merda," sbuffa a bassa voce, prendendo la cartina tra le mani. Mantieni la calma, è già successo altre volte. Che cazzo ci fa in quell'auto? Si sporge verso il cruscotto per osservare la strada: è nel mezzo del nulla, uno spiazzo di terreno accanto un'autostrada deserta, il sole rovente di metà mattino picchia sull'asfalto.

Adam chiude gli occhi e prova a ricordare, cazzo, c'era qualcosa di importante da tenere a mente, e aveva lasciato un indizio, un promemoria, ma dove, dove diavolo l'aveva messo?

Col respiro sempre più tremante e il mal di testa che cominci a riaffiorare si gira verso il posto del conducente. Non c'è nessuno. Controlla anche sui sedili posteriori. Niente di niente, c'è solo quella cartina. Ma la cartina non gli ricorda nulla, tranne forse quella linea rossa... Dove altro aveva visto una linea rossa del genere? Adam abbassa lo sguardo sulla mano fasciata, e forse, forse è lì che...

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