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Cindy non avrebbe mai pensato che al college avrebbe davvero potuto ricominciare tutto da zero. Lei per giunta! Così piena di complessi e problemi che non la abbandonavano mai... Era solamente una cosa inconcepibile.
Ma come sempre i piani son...
⚠ Il capitolo contiene materiale lgbt quindi chi ha dei problemi può pure andare via e magari farsi un esame di coscienza⚠
Mi sentivo bene. Una sensazione tra il rilassato ed il beato. Avevo i muscoli intorpiditi e quasi mi sembrava di non averli per nulla. Diversamente dall'ultima volta riuscivo ad apprezzare la sensazione che stavo provando. Inizialmente mi bastava quello, ma la mia curiosità iniziava a salire e la voglia di allungare le mani per sentire il corpo caldo di Asher mi riportò subito con i piedi per terra.
Che imbarazzo... Magari lui è sveglio e sa che anche tu lo sei.
Valeva la pena provare. Con discrezione e dopo tanti mugolii assonnati davvero molto finti mi decisi ad allungare le mani, cercai tra la stoffa la sua pelle e viaggiavo sempre più lontano senza avvertire nient'altro che la morbidezza del copriletto. Arrivai al limitare del letto e sentii un peso nel petto aprirsi come una voragine, una mancanza dolorosa. Aprii gli occhi, sveglio e deluso, notai che oltre a non esserci nel letto sembrava non esserci nemmeno nell'appartamento. Contavo così poco che se n'era perfino andato. Quando succedono cose del genere è un segno plateale che non ti vogliono più in casa e che aspettano che tu te ne vada per rientrare. Dovevo ringraziarlo in fondo: mi aveva risparmiato l'imbarazzo della "mattina dopo", in quel caso "sera dopo"dato che era successo di pomeriggio e adesso I lampioni iniziavano ad accendersi lanciando ombre spettrali sui marciapiedi e muri fuori dall'appartamento.
Dovevo smetterla con quelle cose e trovarmi un ragazzo per bene, ma prima di tutto dovevo andarmene da quella casa e dire addio ad un'altro giochetto della mia giovane e disastrata vita. Raccolsi le mie cose in velocità e feci una veloce chiamata a Janet che mi promise di venirmi a prendere subito, quella sera dovevo anche andare a lavoro perciò pensate un po' quanto ero in ansia. Cercavo di infilarmi le mutande dritte e la maglietta dal lato giusto ma ero lento e i miei arti non sembravano voler collaborare, quel pomeriggio ero davvero sfinito reduce da quel pomeriggio. Arrossii al pensiero e scossi la testa infilandomi le scarpe e subito dopo la giacca.
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Scesi e scale e cercai di muovermi avendo paura che Asher spuntasse dal nulla pronto a farmi cambiare idea e ci sarebbe riuscito senza il minimo sforzo. Salii in macchina e sospirai.
<Chris, parliamoci chiaro>, mi girai verso Janet che mi teneva lo sguardo fermo davanti a sé e guidava placidamente per le strade illuminate dalla fioca luce gialla dei lampioni.
<È da un due giorni che sembri assente, ti dimentichi le cose, sembri con la testa per aria ventiquattro ore su ventiquattro e in più sparisci nel nulla con quel ragazzo che ti fa solo peggiorare l'umore e ti costringe a chiamarmi alle 6 di sera per farti venire a prendere a casa sua... Che ti sta succedendo, Christian? Non sembri più tu...>, quelle parole facevano male ma erano la verità: Non era da me essere sulle nuvole e fare bravate del genere come quella che avevo appena fatto, mi sentivo un schifo e mi odiavo per aver fatto stare in pena Janet.